sabato 26 novembre 2016

L'ultimo nato di casa Goblinoid: APES VICTORIOUS™ (una recensione)


Sono perplesso.
Ho atteso a lungo l’uscita dell’ultima fatica di Proctor e soci, annunciata quasi un anno fa e data alle stampe solo molto di recente e credo di essere stato uno dei primi – almeno da questa parte dello Stagno Atlantico – ad acquistarne una copia (in pdf).

Il lavoro mi ha abbastanza convinto, nulla di trascendentale, i canoni classici delle produzioni Goblinoid sono stati rispettati in toto ed era dai tempi del tentativo (rimasto poi – purtroppo – lettera morta) fatto dalla EDEN Studios con il suo Terra Primate, nell’ormai lontano 2002, che non si vedeva un gioco che si richiamasse (o volesse sfruttare) alla ormai celeberrima franchise de “Il pianeta delle scimmie”, solo che l’ultimo nato di casa Goblinoid vuole essere un sentito omaggio alla saga originale, quella degli anni ‘70, piuttosto che un tentativo di sfruttare i fasti della nuova (e secondo me, deludente) rivisitazione di inizio anni 2000.

A differenza di quanto ci si sarebbe aspettati, però, il nuovo gioco si basa sul regolamento elaborato da Proctor per resuscitare il classico fantascientifico anni ‘70 Starships & Spacemen, piuttosto che per i capisaldi della compagnia: Labyrinth Lord e soprattutto Mutant Future, anche se – com’è tipico delle produzioni Goblinoid legate alla vecchia scuola – in appendice ci sono tutte le informazioni pertinenti per convertire ambientazione e personaggi in entrambi i sistemi fratelli di S&S Seconda Edizione.

Quel che mi ha lasciato perplesso, in effetti, è l’approccio ai personaggi in classi razziali, uno stereotipo più da Dungeons & Dragons che da Starships & Spacemen, dove i personaggi hanno una razza e una classe di appartenenza.
In Apes Victorious invece non è possibile (almeno non in questo manuale di base) assumere una specie (umana o scimmiesca) ed abbinarla ad una classe, perciò chi sceglie – per esempio – di essere un gorilla, è limitato forzatamente ad essere l’equivalente di un guerriero, così come gli scimpanzé sono solo studiosi.
È vero che questa impostazione è dovuta al fatto di voler ricreare la saga originale de “Il pianeta delle scimmie” ma la trovo comunque opinabile.

In compenso, l’ambientazione ed il materiale di supporto sono ricchi e vari e la panoplia dei personaggi, sia giocanti che comprimari, non è limitata assolutamente alle sole scimmie, anzi, sicché ci possiamo comunque ritenere soddisfatti.

Quello che invece mi ha davvero stranito è stato l’acquisto della versione cartacea del gioco, annunciata dalla Goblinoid nella sua newsletter pochi giorni fa.
Dal momento che i lavori fatti bene vanno premiati, che sono un fottuto nostalgico e per me il gioco è sfruttabile al meglio quando ce l’hai sotto forma di libro tra le mani e che il prezzo di acquisto era tutto sommato molto popolare (meno di 13 euro, tolte spese di spedizione e tasse, che – purtroppo – portano al raddoppio di fatto del costo) mi sono lanciato nell’acquisto tramite la stamperia on demand Lulu.com di cui la Goblinoid si serve per le sue edizioni cartacee.
Oggi ho ricevuto la mia copia ed ho avuto una sorpresa, quasi uno choc.
Rispetto infatti a tutti i lavori precedentemente da me ordinati, sia in brossura (o spillati) che rilegati, che sono tutti nel classico formato A4, questo volume mi è stato recapitato sotto forma di volumetto tascabile perfect bound.

Da una rapida ricerca sul sito della casa editrice, ho così scoperto che molti altri titoli, recenti e non, vengono oggi proposti in questo “nuovo” formato, si tratta quindi di una precisa scelta editoriale dell’editore, molto probabilmente legata al fatto che volumi realizzati con questa particolare tecnica di rilegatura non vanno molto d’accordo con i grandi formati, per non parlare di una scelta dettata quasi certamente dal costo – di materiale, stampa e spedizione – che negli ultimi anni è diventato esorbitante.

A parte questa… stranezza, devo dire che il prodotto finale è comunque degno di nota ed è una benvenuta aggiunta nella mia biblioteca ludica, come spero lo sarà in quelle di chiunque altro bazzichi questo hobby con la mia stessa passione e sia un fan della Vecchia Scuola del gioco di ruolo.