giovedì 23 maggio 2013

Nuovi equipaggiamenti per Mutant Future™: le armi da fuoco a pietra focaia


Come promesso da lungo tempo, finalmente ci siamo; con questo primo articolo cominciamo ad esplorare o meglio, ampliare, il discorso iniziato sul manuale di base di Mutant Futureper quanto riguarda gli equipaggiamenti comuni disponibili per i personaggi nella desolazione post-apocalittica.

Per cominciare, facciamo un passo indietro, al periodo antecedente l'apocalisse, quando presso numerosi circoli sportivi ed organizzazioni per la rievocazione storica, era in uso la pratica del tiro a segno con armi antiche, moderne riproduzioni di armi da lungo tempo obsolete ma che, nonostante i notevoli avanzamenti della tecnologia in fatto di armi portatili degli ultimi 100 anni, conservavano pressoché intatto un fascino ed una mistica difficilmente eguagliabili dalle più recenti innovazioni come laser e folgoratori; in alcune aree del globo era poi una tradizione consolidata quella della pratica sportiva chiamata Action Shooting Cowboy-style nella quale gli appassionati dell'epopea della Frontiera americana – il cosiddetto Old West – amavano cimentarsi in competizioni di tiro pratico con armi risalenti a quel periodo storico, quando non erano ancora in uso le (ormai obsolescenti) armi da fuoco a cartucce metalliche.

Visti dalla gran parte della popolazione come poco più che un branco di squinternati con manie più o meno pericolose (dopotutto maneggiavano con estrema noncuranza ordigni in grado di sparare pallottole mediante l'uso di pericolose miscele esplosive altamente volatili, ancorché a basso potenziale) con l'avvento della Catastrofe le loro conoscenze si sarebbero manifestate come un assetto chiave per la sopravvivenza nelle lande desolate post-apocalittiche, specialmente in quelle aree più duramente colpite e rimaste isolate o tagliate fuori dalle principali vie di approvvigionamento all'indomani della catastrofe.

Queste comunità, una volta esaurite le scorte immediatamente disponibili di armi ed equipaggiamenti moderni, non ebbero altra scelta che cercare di ricominciare da zero, sviluppando ex novo tutte quelle tecnologie assolutamente indispensabili per la sopravvivenza continuata in un mondo pericolosamente alterato, popolato da creature selvagge e per lo più mutate e assai più pericolose delle loro varianti naturali.

Mentre le tecnologie necessarie alla fabbricazione delle sofisticate componenti elettroniche necessarie al funzionamento degli ordigni e degli equipaggiamenti più moderni andavano via via scomparendo, gli svitati che avevano fatto parte degli anacronistici circoli di tiro sportivo con armi antiquate divennero de facto la chiave di volta per rifornire gli abitanti del nuovo mondo con strumenti di difesa più efficaci rispetto a coltelli, spranghe e bastoni e ai pochi altri attrezzi agricoli o da falegname che erano altrimenti gli unici strumenti, ancorché impropri rimasti atti ad offendere.

Questo perché gli appassionati di tiro sportivo con armi antiche erano spesso e volentieri anche degli artigiani con competenze, ancorché basilari, di metallurgia e chimica che modificavano da sé le proprie armi e che ricaricavano/producevano in proprio le loro munizioni.

Col trascorrere dei decenni e l'assestarsi delle condizioni presso le varie comunità di sopravvissuti disperse per il globo, altri fattori entrarono in gioco, come la riscoperta tra le rovine di esemplari integri ed ancora funzionanti di altri implementi bellici che – una volta studiati e ricomposti – potevano (e venivano) essere riprodotti in copie più o meno fedeli e funzionanti.
Anche in questo caso, la precedenza andò a quelle tipologie di armi di basso livello tecnologico, facilmente riproducibili e che non abbisognavano di materiali e tecniche di lavorazione particolarmente sofisticate. I primi candidati in assoluto, in entrambi i casi esposti, furono le armi dotate di accensione a pietra focaia, che non richiedevano l'uso di munizioni complete dotate di bossoli ed inneschi detonanti per il loro funzionamento ma di un semplice acciarino azionato da una molla collegata ad un leveraggio di scatto (in pratica, il grilletto) in cui un pezzo di selce o altra pietra in grado di produrre scintille, trattenuta tra le morse di un pezzo mobile (il cane) si abbatte violentemente su di una piastra metallica: l'urto produce scintille per attrito che ricadono a cascata in uno scodellino riempito con un piccolo quantitativo di polvere nera finemente tritato, che funge da innesco per la carica principale di polvere nera inserita preventivamente nella culatta dell'arma assieme al proiettile (di solito una palla di piombo a altro metallo prontamente disponibile).
La combustione – piuttosto violenta – della polvere genera un volume di gas in espansione che spinge il proiettile fuori dalla canna.

Ovviamente, la maggior parte di queste... primitive armi da fuoco sono ad avancarica (vengono cioè caricate dalla bocca della canna e non dalla culatta posteriore come le armi contemporanee) ed utilizzano canne ad anima liscia come gli attuali fucili da caccia a pallettoni ed in genere il loro calibro è sufficientemente grande – attorno ai 15/18 mm – da permetterne l'uso anche come fucili da caccia con l'uso di munizionamento spezzato (cioè a pallini, pallettoni o mitraglia, anche se l'uso di quest'ultima modalità tende a rovinare l'anima della canna con l'uso prolungato).

Questo rende le armi a pietra focaia relativamente facili da utilizzare e mantenere al costo però di una ridotta efficacia e precisione sulle lunghe distanze, in quanto i proiettili sferici non hanno un grande coefficiente aerodinamico e tendono a perdere velocità piuttosto rapidamente, rispetto a quelli ogivali/appuntiti.
Nonostante queste limitazioni, divengono le armi da fuoco più diffuse nelle nuove comunità post-apocalittiche e soprattutto vengono commercializzate e vendute un po' dappertutto, a differenza delle armi reliquia hi-tech rinvenute nella desolazione, che sono guardate a vista e tenute come un figlio e pressoché mai vendute/scambiate.

Certamente, alcune comunità più avanzate stanno già sperimentando o riscoprendo tipologie di armi da fuoco più avanzate, mano a mano che le tecniche di fabbricazione divengono più sofisticate, con la produzione di capsule a percussione – l'anticamera della moderna cartuccia metallica – ma gli esemplari in circolazione di fucili e moschetti... moderni sono ancora piuttosto rari e costosi, sicché...

veniamo ora alle statistiche di gioco per Mutant Future™; le principali tipologie di armi a pietra focaia tipicamente in uso sono due: pistole e moschetti, ad una o più (generalmente due) canne. Tutte queste armi da fuoco hanno un calibro piuttosto elevato, intorno ai 12/15 mm per le pistole e fino ai 19mm nei fucili e fanno tutte uso di polvere nera la classica polvere da sparo antica la cui ricetta è stata nota in Europa fin dal XIV secolo e ancora prima nell'antica Cina, composta da salnitro, zolfo e carbone dolce in proporzioni variabili. Tranne le comunità più arretrate, la polvere da sparo utilizzata nel mondo di Mutant Future™ è del tipo a grani comunemente usata anche oggi ed ottenuta lavorando i componenti miscelandoli in acqua in panetti che – una volta asciutti – vengono sgranati e setacciati per ottenere dei grani di dimensioni adeguate; per il bene della semplicità, in termini di gioco questa polvere è adeguata sia come propellente che come innesco dello stesso, quindi le armi possono essere ricaricate (con i classici corni o altri contenitori in grado di misurare la dose di polvere ovvero con le classiche cartucce di carta oleata/combustibile che contengono e la carica di polvere e la palla) facendo uso di un unico tipo di polvere da sparo.

Le pietre focaie, d'altra parte, dovrebbero essere sostituite ogni 50 colpi o giù di lì o diventano inaffidabili e rischiano ad ogni colpo successivo di fare cilecca: per ogni colpo sparato in più oltre i 50 aumenta cumulativamente la possibilità di un colpo a vuoto; dopo ogni attacco, lanciate 1d20. Se il numero ottenuto è pari o superiore al numero di colpi sparati oltre i 50, tutto bene, altrimenti l'acciarino fa cilecca e bisogna sostituire – magari in piena emergenza e durante una battaglia – la pietra focaia.
Allo stesso modo, i residui di polvere nera creano una densa fuliggine (per di più caustica a lungo andare) che può dare luogo a pericolosi malfunzionamenti dopo una decina di colpi sparati senza ripulire l'anima della canna con l'asticella/calcatoio in dotazione e una pezzuola umida.
Dal decimo colpo in poi, occorre effettuare un tiro salvezza contro malfunzionamento pari a 12 (15 se l'arma è maltrattata/abusata in qualche modo ad insindacabile giudizio del Master): in caso di fallimento, il colpo va a vuoto e l'arma deve essere ripulita per poter sparare di nuovo; in caso di fallimento critico (1 su 1d20) l'arma scoppia tra le mani del tiratore, infliggendogli 1d6 di ferite nel caso di una pistola, 1d8 nel caso di un fucile/moschetto.

Queste regole sono del tutto opzionali ed il loro uso è assolutamente a discrezione del Mutant Lord e dei giocatori, in quanto – se da una parte aumentano di gran lunga il realismo della simulazione – possono rallentare sensibilmente il flusso del gioco, specie con gruppi alle prime armi.

Tornando a bomba, le armi più comunemente in uso nell'universo di Mutant Future™ sono le seguenti:

tipo Pistola  danno 1d10  cadenza normale1   gittata (norm/max) 50/250   peso 1,35 kg

La pistola è basata sul modello francese An IX largamente diffusa e presa a modello fino agli inizi del XIX secolo come nel modello statunitense Kentucky: si tratta di una arma corta con canna ad anima liscia di 17 mm (16 nel modello americano) di calibro lunga 21 cm; il costo di un esemplare nuovo – di recente fabbricazione anziché di un pezzo “originale” (da museo e/o una replica moderna anteguerra) è di circa 60 mo.

tipo Moschetto  danno 2d10  cadenza normalegittata (norm/max) 250/650  peso 4,5 kg

Per il moschetto il modello preso in esame è il celeberrimo Charleville una delle armi lunghe più diffuse in assoluto nel XVIII secolo dal quale sono derivati anche i famosi Springfield americani che ne sono delle copie più o meno modificate, utilizzati fino al XIX secolo inoltrato: arma calibro .69 (17,5mm) lunga circa un metro e mezzo con canna da 40 pollici (1 metro).

tipo Fucile  danno 2d8  cadenza   normale2   gittata (norm/max) 500/1500  peso 3,3 kg

 Il fucile preso come esempio è il notorio Pennsylvania/Kentucky long rifle, calibro .45 (11,5mm) con canna da 35 pollici e lungo circa 1,3 metri; il fucile si distingue dal moschetto in quanto ha l'anima della canna rigata: la rigatura impone un movimento rotatorio alla pallottola, stabilizzandola in volo e ottenendo così una gittata di gran lunga superiore al moschetto e con una precisione a questo sconosciuta. Per contro, dal momento che occorre forzare la palla nella canna perché “prenda” la rigatura, il tempo di ricarica è sensibilmente superiore rispetto al moschetto o alla pistola.

Il prezzo di vendita di queste armi lunghe si aggira sulle 75 mo per i moschetti, 125 mo per i fucili (costruire una canna rigata è assai più complicato) per un esemplare recente, post-apocalittico.

1 colpo singolo, per la ricarica, con polvere e palla pronte all'uso (cioè disponibili in cartocci e/o in fiasche a portata di mano) occorrono 2 round per la pistola o 3 per il moschetto;
2 colpo singolo, per la ricarica, con polvere e palla pronte all'uso (cioè disponibili in cartocci e/o in fiasche a portata di mano) occorrono 5 round;

Come summenzionato nel testo, esistono anche versioni a più canne delle armi da fuoco di cui sopra (generalmente 2, anche se non sono sconosciuti modelli a 4 canne, appaiate e/o sovrapposte, specie per le pistole) con statistiche pressoché identiche ma dal costo maggiorato (diciamo +25% per canna ulteriore dopo la prima per le pistole, +50% per i moschetti e i fucili).

I moschetti possono essere adoperati (specie quelli a due canne) alla stregua di fucili da caccia (shotgun) caricati a pallettoni/mitraglia: in questo caso, la gittata si riduce a 50/150 ma il danno passa automaticamente a 4d6/1d6 come per i normali shotgun moderni.

Buon divertimento!

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