lunedì 15 luglio 2013

Sei colpi e Winchester: il Far West per Mutant Future™

L'epopea western americana ha da sempre fatto presa nell'immaginario collettivo, sin dagli esordi dell'arte cinematografica (tra le primissime produzioni in celluloide c'erano proprio parecchi film dedicati all'era della Frontiera americana) per non parlare degli innumerevoli romanzi pulp che dalla seconda metà del XIX secolo fino quasi ai giorni nostri hanno avuto diffusione a dir poco planetaria, esportando anche in quei paesi che quest'epopea non l'hanno mai vissuta in prima persona, tutti quei luoghi comuni, quei personaggi e quei cliché che sono divenuti capisaldi dei panorami culturali di mezzo mondo.

Di più, così come esistono da sempre legioni di appassionati dell'anacronismo creativo, che si occupano di rievocazioni storiche e/o di tramandare ai posteri l'uso di tecniche e armi antiche – come i gruppi di tiratori sportivi con armi a pietra focaia/percussione di cui abbiamo già discusso in passato – esistono in molte parti del mondo gruppi di action shooting cowboy-style che ripropongono in chiave moderna gli exploit dei pistoleri del Selvaggio West, adoperando le famigerate sei-colpi Colt, Remington e Smith & Wesson e le famose carabine Winchester, che sono i simboli di quell'epopea.

Molti di questi appassionati, al pari dei loro colleghi tiratori con armi antiche, condividevano anche la pratica di ricaricare le proprie munizioni (per principio, tutte queste armi, ancorché a cartucce metalliche, nate nell'ultimo trentennio del XIX secolo, usavano munizioni caricate a polvere nera) così che – all'indomani dell'Apocalisse, si sono ritrovati ad essere tra i pochi fortunati a possedere non solo un'arsenale sul quale far conto in tempi di violenza e disperazione per proteggere e nutrire le proprie famiglie, ma con il know how e l'equipaggiamento per la manutenzione e la riparazione delle proprie armi e con le cognizioni ed i mezzi per produrre le proprie munizioni senza dover (troppo) dipendere da fonti di approvvigionamento esterne.

Col passare degli anni e con l'aiuto di altri sopravvissuti con cognizioni e/o esperienza tecniche, questi anacronisti sportivi hanno permesso alle proprie comunità di sopravvivere e prosperare, tornando di fatto ad uno stile di vita reminiscente del Far West americano, specie in quelle aree selvagge, risparmiate dalla violenza delle armi di distruzione di massa ma proprio a causa della loro posizione remota o reclusa, tagliate fuori dalle rotte commerciali mainstream della precedente civiltà dei consumi.

Queste comunità difficilmente possiedono artefatti hi-tech, si spostano prevalentemente a piedi o mediante animali da sella e/o veicoli a traino animale (leggi: carri, calessi e diligenze), sono dediti all'agricoltura, alla caccia e soprattutto all'allevamento del bestiame – mutante e non – pur non mancando di industria e artigianato a livello locale, con produzioni limitate nelle quantità e nella sofisticazione tecnologica ma con una qualità media molto elevata.

Sia a causa dell'enorme diffusione pre-bellica, che in nome della semplificazione in termini di produzione, quasi tutte le armi in uso in questi territori e comunità si rifanno ad una manciata di modelli, fabbricati con materiali moderni da una pletora di produttori specializzati in repliche di armi storiche/antiche, le cosiddette armi che vinsero il West, legate a quei nomi leggendari come la Colt Single Action Army modello del 1873 (la celeberrima Colt .45 soprannominata “il paciere” o “Frontiera”) o le altrettanto famose carabine a leva Winchester modello 73 e succedanei.

Per restare in una consolidata ed antica tradizione, entrambe le tipologie di armi adottano lo stesso munizionamento, che si limita ai due calibri storicamente più noti ed utilizzati: il calibro .45 Long Colt – realizzato per il summenzionato revolver ad azione singola – ovvero il .44-40 realizzato originariamente per la carabina Winchester 1873.

Entrambe le cartucce hanno prestazioni pressoché sovrapponibili e possono essere adoperate indifferentemente in armi lunghe e corte dove le uniche differenze apprezzabili sono in termini di gittata utile e nel danno delle armi, dovute alla maggiore lunghezza della canna e al maggiore impulso che questa fornisce alla pallottola.

In termini di gioco (fate sempre riferimento al Manuale di Base di Mutant Future per la nomenclatura e il regolamento) queste armi hanno le seguenti caratteristiche:

Arma             Danno   Tipo      Gittata (norm./max.)    Peso
Colt M1873       2d8     normale             75/150                  1,0 kg circa
La Colt .45 SAA è la più famosa delle classiche “sei colpi” della Frontiera Americana, prodotta in una varietà di modelli che si differenziano principalmente per le finiture, la lunghezza della canna (12, 14 o 19 cm) ed i dettagli ma altrimenti perfettamente identiche in termini di prestazioni; il calibro classico dell'arma è il .45 Long Colt ma – come scritto nel testo principale – moltissime sono state realizzate per altri calibri da revolver moderni ad alte prestazioni (oltre che per il coevo Winchester .44-40) come il .38 Special, il .357 Magnum ovvero il .44 Special.

Una peculiarità di quest'arma è il sistema di caricamento; il tamburo non bascula all'esterno né la pistola si apre (a differenza delle coeve Smith & Wesson o Webley britanniche): per ricaricare occorre aprire l'apposito sportellino, estrarre mediante l'apposita bacchetta sottocanna i bossoli spenti e riempire manualmente le singole camere del tamburo. Inoltre, trattandosi di un'arma in singola azione vuol dire che – per sparare un colpo – il cane deve essere armato manualmente prima di poter tirare il grilletto.
Questo vuol dire che il procedimento di ricarica è lungo e tedioso e che la celerità di tiro generale ne risente. In termini di gioco, si traduce in un solo attacco/round e in ben 2 round di gioco per la ricarica.

I dati in tabella si riferiscono al modello in calibro .45 Colt/.44-40 Winchester con cartucce caricate a polvere nera ma tenete presente che le due cartucce non sono intercambiabili; una Colt .45 potrebbe sparare anche le munizioni calibro .44, ma l'opposto non è possibile: non si possono sparare munizioni calibro .45 in un'arma camerata per la .44 senza danneggiare/distruggere l'arma e/o ferire il tiratore.

Arma                              Danno   Tipo    Gittata (norm./max.)   Peso
Winchester Modello 1873     3d8    normale           600/1200              4,4 kg

Il “fucile che vinse il West” è tuttora un grande favorito, realizzato in una miriade di varianti, prima e dopo la Catastrofe, che di fatto si differenziano più per dettagli stilistici e per la lunghezza della canna (che nelle repliche moderne va dal modello carabina da 16” al modello fucile da 24”) che non per le effettive prestazioni anche se occorre dire che i modelli a canna “corta” o “intermedia” hanno una minore capacità del serbatoio, che si trova sotto la canna e parallelo ad essa.

L'arma qui illustrata è il modello standard o classico, con serbatoio da 15 colpi in calibro .44-40 originale; l'arma è stata storicamente camerata per una miriade di altri calibri, molti dei quali ormai desueti/obsoleti, mentre in epoca moderna (pre-catastrofe) è stata camerata nei calibri da revolver come il .38 e il .44 Special ovvero nei calibri Magnum .357 e .44 oltre che nei “classici” .45 Colt e .44-40...la Winchester è un'arma a ripetizione manuale a leva, che dev'essere azionata per camerare una cartuccia fresca dal serbatoio ed espellere quella spenta; questo vuol dire che in termini di gioco può sparare un colpo per turno, mentre per il caricamento occorre inserire le singole cartucce nel serbatoio attraverso l'apposito sportellino (la feritoia di espulsione si trova sotto la carcassa del fucile) il che limita la ricarica a 5 colpi/turno.
Per contro, durante una pausa nei combattimenti si può tranquillamente rabboccare il serbatoio con colpi sfusi senza dover aspettare di aver esaurito le munizioni nel caricatore.