giovedì 25 aprile 2013

Le vecchie armi non muoiono mai, parte seconda: le carabine per Traveller™

Al pari del discorso fatto per le pistole, anche in questo caso per carabine intendiamo la tipologia moderna del tipo semiautomatico, così come realizzata per la prima volta in pieno LT 5.

Questo perché le carabine, come classe di arma, vengono normalmente sviluppate dalle varie culture nel momento in cui introducono le armi lunghe da fuoco; in origine il termine indicava un'arma leggera, relativamente corta, per l'uso da parte dei cavalleggeri, che non avevano la possibilità di maneggiare spingarde e archibugi dalla sella di un cavallo, in sostituzione o come complemento alle pistole, che al tempo dell'introduzione delle armi da fuoco sui campi di battaglia, erano state l'arma principe – con la sciabola e la lancia – della cavalleria.

Da questi esordi, la carabina si trasformò sempre di più in un'arma specialistica per tutti quei soldati che avevano necessità di un'arma difensiva ma che – a causa delle loro mansioni – non potevano tirarsi dietro il moschetto o il fucile d'ordinanza, come i summenzionati soldati di cavalleria, gli artiglieri, i conduttori dei carriaggi e via discorrendo.

Nel momento in cui si va affermando il fucile semiautomatico come arma d'ordinanza per la fanteria (tardo LT 5), si sviluppa una... versione corta dello stesso, nel senso che pur adoperando una cartuccia dello stesso calibro nominale del fucile, è più corta e meno performante, così come l'arma destinata a spararla, che è più corta, più leggera (e meno ingombrante) del fucile, soprattutto nella versione dotata di calcio ribaltabile/pieghevole.
Di lì a poco, la carabina si afferma anche come arma civile, per la difesa domestica, il tiro a segno e la caccia ad animali di piccola taglia.

È così che abbiamo il primo modello, nel quale si affermano le caratteristiche tipiche della specie: calibro nominale attorno ai 7-8 mm ma con cartucce più corte e meno potenti, una gittata utile intorno ai 300 metri e un caricatore amovibile del tipo a scatola, con capacità (tipicamente) di 15 cartucce, anche se non mancano esemplari con caricatori di diversa capacità (5-10-20 o 30 cartucce).

Le specifiche sono le seguenti:

Arma              LT      gittata      danno      rinculo      massa      caricatore
carabina SA    5         fucile         3d6              0           2,8 kg          15/30

l'esemplare preso in esame è la celeberrima carabina US cal .30 M1 sviluppata – come ho scritto nel testo – con queste caratteristiche nel 1942 durante la II Guerra Mondiale come arma per carristi, autieri, artiglieri e personale delle retrovie, oltre che come arma per gli ufficiali e i sottufficiali dei reparti combattenti di prima linea; pensata come arma specialistica, si diffuse invece presso tutti i reparti, specie quelli coinvolti negli scontri ravvicinati in aree edificate (in Europa) e nelle jungle del teatro del Pacifico, tant'è che per la fine della guerra ne erano state costruite più di 6 milioni di pezzi.

La carabina M1 nella sua versione standard è lunga 90,4 cm con una canna di 45,8 cm, mentre nella versione M1A1 – dotata di calcio pieghevole – è lunga 90,5 cm a calcio esteso e 64,8 cm a calcio chiuso.

Nel corso del LT 6 la carabina assume sempre più i connotati di arma civile anziché militare: è in uso soprattutto presso le forze dell'ordine/paramilitari nelle varie comunità, specie in quei dipartimenti di polizia che non vedono di buon occhio l'uso di armi automatiche da parte dei loro agenti nel normale svolgimento dei loro compiti.
Con l'introduzione, nel bel mezzo del periodo, del fucile d'assalto di piccolo calibro ad alta velocità in sostituzione del fucile da guerra automatico di grosso calibro, anche la carabina cambia munizionamento, adottando quello dell'arma militare (o una cartuccia similare) pur mantenendo le sue caratteristiche distintive: una specie di fucile corto e leggero di configurazione convenzionale.

Arma             LT   gittata      danno      rinculo      massa      caricatore
carabina SA   6      fucile         3d6            0             3,1 kg            20

l'esemplare raffigurato è una Ruger Mini-14 calibro .223 Remington (5,56x45 mm NATO); nata esclusivamente come arma di polizia/paramilitare, ne verranno in seguito sviluppate numerose varianti, tra cui una completamente automatica (AC-556) con cadenza di tiro di 750 colpi/minuto e la sua versione a calcio pieghevole (AC-556F), nonché una versione esclusivamente civile (Mini-30) per l'ubiquitaria cartuccia russa (ex-sovietica) 7,62x39mm M43 (quella del Kalasnikov, per capirci).
La Mini-14 è lunga 94,6 cm con canna da 47 cm; la versione a calcio pieghevole è lunga 85,1 cm ovvero 60,3 cm (calcio chiuso); il peso riportato in tabella è quello dell'arma carica con 20 colpi, sono disponibili anche caricatori da 5 o 30 cartucce.

Nel corso del livello tecnologico successivo (LT 7) la carabina viene ulteriormente affinata, se non nelle funzionalità (che rimangono praticamente le stesse) nell'aspetto e nei materiali: vengono introdotte carcasse e calciature in materiale sintetico e grazie a questi nuovi materiali e alla tendenza sempre più marcata da parte del pubblico a preferire armi dall'aspetto più... bellicoso, la carabina viene ad assumere connotazioni che la rendono più simile nell'aspetto alle armi in dotazione alle forze armate, comprese le varie soluzioni ad hoc per agganciare all'arma base gli equipaggiamenti più disparati: mirini a cannocchiale o elettro-ottici, puntatori laser, torce tattiche, visori notturni/a infrarossi etc. che spesso e volentieri costano assai più dell'arma sulla quale sono montati.

Arma               LT     gittata      danno     rinculo      massa      caricatore
carabina SA     7        fucile         3d6            0            3,3 kg            20

l'esemplare illustrato è sempre una Ruger Mini-14 versione Tactical con carcassa sintetica e calciatura telescopica, lunga 86,36 cm (calcio 'chiuso') ovvero 95,89 cm (calcio 'aperto') con canna da 41 cm.

Arriviamo finalmente al LT 8 che segna – paradossalmente – un ritorno all'antico, per così dire, rispetto alla tendenza dei due livelli tecnologici precedenti; a seguito delle esperienze sul campo delle forze armate del periodo, tornano alla ribalta i fucili di medio calibro da guerra, snobbati per quasi mezzo secolo, quando i moderni proiettili di piccolo calibro ad alta velocità si rivelano inadeguati, specie durante i combattimenti in aree edificate: le leggere pallottole superveloci tendono infatti a disintegrarsi contro gli ostacoli in muratura e/o calcestruzzo, anche di modesto spessore, sicché le truppe combattenti tornano di gran carriera ai vecchi fucili con munizioni full size a carica piena, le cui palle sono in grado di trapassare blocchetti di cemento e mattoni e sgretolare col tempo anche i muri in cemento armato.

Permane l'adozione pressoché generalizzata dei materiali sintetici e polimerici per la realizzazione di tutte quelle parti dell'arma non soggette a stress strutturale (come la canna e l'otturatore), tutto il resto è quasi interamente sintetico.
Sempre seguendo la moda imperante del periodo, vengono adottate sempre più, anche nel settore civile, le configurazioni cosiddette bullpup con il caricatore posto dietro lo scatto/impugnatura a pistola, praticamente lì dove dovrebbe trovarsi il calcio dell'arma.

Questa particolare configurazione permette di adottare una canna relativamente lunga in un'arma assai più compatta senza necessità di usare calciature ribaltabili e/o telescopiche.

Arma               LT      gittata      danno      rinculo      massa      caricatore
carabina SA     8         fucile         4d6           +1           3,67 kg        10/20

l'esemplare qui raffigurato in rappresentanza delle nuove carabine di “grosso calibro” è una RFB*prodotta dalla statunitense Kel Tec; calciatura interamente in polimero, con canna di ben 45,72 cm in un'arma lunga in totale 66 cm.

* Rifle, Forward ejecting, Bullpup = fucile bullpup con espulsione (dei bossoli) in avanti

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per quanto riguarda l'aspetto prettamente ludico, anche nel caso delle carabine valgono gli assunti fondamentali che ho illustrato nel precedente articolo sulle pistole (semi)automatiche: in una campagna di TravellerTM ambientata nel milieu del Terzo Impero, i vari modelli di carabine, così come descritte anche nel manuale di base, adottano i calibri standard imperiali che – per questa classe di arma – non sono molto dissimili da quelli dei fucili d'assalto: munizioni di 5-6 mm di calibro nominale, con palle leggere (peso ≤ 5,0 grammi) ad alta velocità (≥ 900 m/sec); cambieranno di volta in volta i materiali con i quali sono fabbricate, ma le caratteristiche di base delle carabine rimangono (più o meno) le stesse, a seconda del livello tecnologico effettivo della manifattura locale.
Dal punto di vista prettamente tattico, la carabina è un'ottima scelta per tutti quegli esploratori e avventurieri che intendano avvantaggiarsi della maggiore potenza e gittata di un'arma lunga senza sobbarcarsi l'onere (in tutti i sensi) di doversi trascinare dietro un fucile full size ed evitando sgradevoli discussioni con le autorità planetarie che sarebbero invece pressoché assicurate andando in giro con fucili d'assalto o altre armi automatiche in grado di sparare a raffica (vedi alla voce: moschetti automatici/pistole mitragliatrici) che, a rigor di logica, sono armi prettamente militari ed in quanto tali non dovrebbero mai essere messe liberamente a disposizione dei vari gruppi di personaggi giocanti, a meno di non trovarsi in una zona di guerra ovvero coinvolti con qualche forza paramilitare e/o mercenaria autorizzata.

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