martedì 13 ottobre 2015

La minaccia viene dall'Est, capitolo secondo: il Serpente di Ferro

Come abbiamo potuto vedere nella prima parte, il Generalissimo della novella Armata Rossa ha il suo maggiore punto di forza nell'antico implemento di distruzione degli Antichi noto come Serpente di ferro, di fatto un convoglio ferroviario blindato a propulsione nucleare, originariamente realizzato dall'antico Impero Americano come rampa di lancio mobile per missili balistici intercontinentali e rimasto al sicuro e al riparo sin da prima della Guerra Finale in un ricovero corazzato, nascosto e dimenticato.
Ora, dal momento che – come dicevo l'ultima volta – il convoglio blindato è un pezzo di equipaggiamento piuttosto complesso, che esula quindi dalle normali regole così come applicate nel libro base di Mutant Future, sarà necessario introdurre alcune home rules atte a rendere più digeribile la simulazione in caso di eventuale scontro tra i personaggi giocanti e gli invasori dei nuovi soviet venuti dal freddo.


Il Serpente di ferro potrebbe essere inteso infatti solo come un prop, un articolo di scena che si vede, si nomina ma non entra mai in azione ovvero potrebbe (e forse dovrebbe) diventare esso stesso la scena o il protagonista di un'epica battaglia per la libertà delle terre post-apocalittiche; se questo è il caso, occorre sapere come comportarsi con questo possente ordigno.
Cominceremo quindi dalla composizione del convoglio blindato; il mezzo è costituito dalle vetture/carri appartenuti originariamente al vettore per ICBM più una serie di carri ferroviari riattati e/o aggiunti successivamente. Mentre i primi sono decisamente hi-tech, i secondi sono piuttosto raffazzonati e/o di origine prettamente civile/merci ma, grazie alle modifiche introdotte dal Generalissimo, sono una minaccia più che seria per qualunque combattente dell'universo post-apocalittico di Mutant Future, anche di quelli ben equipaggiati con armi reliquia.

Il convoglio si compone dunque di una motrice a propulsione nucleare, il pezzo più massiccio (ed importante) dell'intero treno, protetto da spesse piastre di acciaio laminato e materiali sintetici e dotato di un sistema integrale di difesa di punto; seguono due vetture blindate, una contenente il centro di comando e controllo della batteria missilistica, più alloggi per l'equipaggio – anch'esso protetto da un sistema di difesa di punto – la seconda contenente il sistema di contenimento e l'apparato erettore/lanciatore del missile vero e proprio.

Quest'ultima vettura, pesantemente protetta con corazzature laminate metaceramiche, non contiene più (se mai l'ha trasportato) il missile balistico intercontinentale ed è stata riattata e ricondizionata come Quartier Generale (e centro di potere mobile) della Armata Rossa e del suo leader che vi ha aggiunto numerosi armamenti di varia natura, tra cui spicca una torretta di carro armato, recuperata e installata sul tetto del vagone: è di fatto il principale strumento offensivo/difensivo del convoglio.

Le aggiunte sono composte da 4 vagoni: due piani, uno merci e uno passeggeri, di origine civile, trasformati in altrettanti complessi armati e corazzati; i due carri a pianale sono di fatto delle piazzole mobili per artiglierie, una delle quali composta da un antico mezzo blindato immobilizzato sul pianale di carico, una specie di fortino su rotaia, insomma, che viene solitamente sospinto avanti al locomotore nucleare per permettere all'armamento in torretta (perfettamente funzionante) di avere il campo di tiro più ampio possibile.

Il secondo carro a pianale è di fatto una postazione di artiglieria, armata con cannoni e mitragliatrici ed è il principale mezzo d'offesa a lungo raggio, in grado di colpire a lunga distanza e si trova di solito in coda al Serpente di ferro, per poter sfruttare, anche qui, il campo di tiro più ampio possibile agli armamenti che sono di fatto ancorati su piattaforme inchiavardate al letto del carro.

Dei due vagoni chiusi, uno, quello passeggeri, è stato trasformato in caserma per il personale della Guardia Rossa: le pareti sono state rinforzate con varie protezioni e i finestrini sono stati sostituiti con spesse lastre di metallo dotate di feritoie attraverso le quali i passeggeri possono adoperare le loro armi personali, in caso di attacco.
Sul cielo della vettura sono state installate delle casematte armate di mitragliatrici, perché la struttura è troppo leggera per sopportare il peso di armamenti più pesanti o torrette armate.

L'ultimo vagone, un merci a cassone chiuso di costruzione metallica, ha la doppia funzione di carro di servizio e vettura armata, in quanto al suo interno c'è il parco mezzi del convoglio.
Anche in questo caso, sul cielo del vagone sono state ricavate delle rudimentali casematte per armi pesanti (due, per la precisione, anteriore e posteriore).

La configurazione del convoglio è quindi la seguente:
  1. vagone a pianale 1;
  2. locomotore nucleare;
  3. vettura di servizio;
  4. vettura trasportatore/erettore/lanciatore;
  5. vagone passeggeri;
  6. vagone merci/rimessa;
  7. vagone a pianale 2;

Venendo ora alle statistiche di gioco, cominciamo subito con l'esaminare nel dettaglio ogni singolo componente, a partire dal cuore dell'intero sistema: la locomotiva nucleare.

Si tratta di una massiccia locomotiva, realizzata in una speciale lega d'acciaio e rivestita da una corazzatura realizzata con piastre laminate composite, come quelle dei più recenti carri armati del XXI secolo; pur non essendo spessa come quella di un carro armato, la corazza offre un'eccellente protezione (CA 0) su tutto il veicolo.
La locomotiva è lunga 20 metri ed ha una massa complessiva di 200 tonnellate.
La velocità massima raggiungeva le 100 miglia orarie (160 kmh), quella di crociera le 60 (circa 100 kmh); nella realtà le velocità sono limitate alla metà, sia per le condizioni attuali del tracciato che per la presenza delle vetture aggiuntive che – essendo di natura merci e reliquie – hanno forti limitazioni in tal senso.

La locomotiva si compone di due sezioni principali: motrice e cabina di comando; nella prima trovano posto gli organi di trasmissione meccanici e soprattutto il reattore miniaturizzato a fusione nucleare, in grado di erogare una potenza complessiva di 10 mW, che alimenta il convoglio e tutti i sistemi d'arma ad energia in esso installati.

La cabina ospita comodamente 5 persone con tanto di cuccette, piccola cambusa e ritirata; sotto la cabina ci sono le attrezzature per eventuali interventi tecnici ed i pannelli di controllo del reattore.
Sul cielo della cabina trova posto una delle 3 torrette del sistema di difesa di punto del convoglio (vedi).

Quando si lancia un attacco contro la locomotiva, occorre specificare quale parte si sta cercando di colpire, se il motore o la cabina (o la torretta difensiva).
Il compartimento motore dispone di 500 punti-ferita, la cabina di 250; in caso di colpo critico a segno, l'attacco supera la corazza e penetra all'interno, dove ha la possibilità di infliggere danni critici.
Per ogni componente presente all'interno, occorre effettuare un tiro salvezza contro Energia o Morte (a seconda dell'arma usata) come se il locomotore fosse una creatura da 10 dadi vita; in caso di fallimento, il componente colpito è danneggiato: tirate un d6 per ottenere 5+ perché cessi di funzionare. Ogni attacco ulteriore diminuisce di uno la possibilità sul d6 (4+ al secondo colpo, 3+ al terzo e via discorrendo).
Nel caso in cui venga colpito il reattore a fusione, il danno non può in nessun caso provocare l'esplosione del reattore, a meno che non venga colpito da armi a fusione o a particelle: i reattori non sono bombe e sono dotati di salvaguardie tali da provocare lo spegnimento immediato.

I componenti del compartimento motore sono (controllare uno alla volta): motore, reattore, trasmissione, sospensione; quelli della cabina sono: pannello comandi, pannello strumenti reattore, armadietto parti e ricambi, cabina elettrica, personale (controllare per ciascun personaggio/creatura presente in cabina).

In caso di attacchi con effetto esplosivo/dirompente o con armi pesanti, tutti i personaggi o le creature presenti devono effettuare un tiro salvezza contro stordimento o essere fuori gioco per un turno.

Nota: queste regole si applicano in generale a qualunque attacco penetrante per qualunque vagone, torretta o veicolo dotato di equipaggio a bordo.

Il secondo carro è il modulo di servizio/comando, originariamente realizzato per controllare il lancio del missile intercontinentale ed oggi adoperato come residenza e quartier generale del Generalissimo.
È costruito anche questo in acciaio rivestito da pannelli blindati compositi avanzati, in grado di resistere agevolmente ai colpi di arma leggera, alle schegge di granata e ai colpi dei cannoncini fino ai 30mm di calibro, il che si traduce in termini di gioco in una CA pari a 4 e 200 punti-ferita; tutti i tiri salvezza per i componenti interni sono condotti come se fosse una creatura con 5 dadi vita.

Montate sul cielo della vettura, anteriormente e posteriormente, ci sono le altre due torrette del sistema di difesa di punto del convoglio.
Il carro-comando non ha subito particolari modifiche è il più originale ed intatto di tutto il convoglio.

Le torrette del sistema difensivo di punto originali del convoglio, constano di strutture corazzate montate sul cielo del locomotore e del carro-comando; si tratta di armi laser a tiro rapido, completamente autonome ed automatiche, dotate di una rudimentale Intelligenza Artificiale, che operano in modalità simile agli odierni sistemi CIWS Vulcan/Phalanx in uso sulle navi della Navy, solo molto più piccole e compatte ed alimentate dal generatore nucleare del locomotore.

La loro funzione principale è la difesa del convoglio da attacchi lanciati da terra o dall'aria: una volta individuata la minaccia, il sistema reagisce sparando una cortina di raggi laser contro il bersaglio, che sia una granata, un razzo o d'artiglieria, un missile o altro ordigno proiettato o lanciato.
Il sistema è in grado di individuare, tracciare ed agganciare qualunque bersaglio in aria entro i 5 km e a terra entro i 3 km ed ingaggiarlo entro i 1000 metri con una precisione superiore al 90%; in termini di gioco, le torrette agiscono come se fossero dei fucili laser a tiro rapido (3 attacchi/round) con munizioni illimitate finché funziona il reattore nucleare ed una riserva di 50 colpi grazie alla batteria integrata d'emergenza.
Contro bersagli attivi/intelligenti (personaggi e creature volanti, robot e droni, in grado di schivare) il sistema attacca come se fosse un personaggio/creatura da 5 dadi-vita, mentre contro bersagli stupidi/inanimati (bombe, razzi, granate, proietti e missili nonché grandi velivoli ad ala fissa e/o rotante) l'ingaggio ha successo 9 volte su 10 (lanciando un d10, in pratica fallisce se si lancia un 1); il danno inflitto a creature ed oggetti è pari a quello di un fucile laser (6d6), mentre contro proiettili ed altre munizioni, la distruzione è automatica.

Le torrette hanno un brandeggio di 360° e un'elevazione da -15 a +75 gradi: in pratica possono agganciare/colpire qualunque cosa che non sia direttamente sopra di esse ovvero a terra entro una distanza di una quindicina di metri.
Ciascuna torretta (come menzionato sopra) se direttamente attaccata ha una CA pari a 2, in quanto è ben protetta e di dimensioni ridotte, se colpita ha l'equivalente di 50 punti-ferita; se l'attacco si risolve in un colpo critico (un 20 naturale) l'attacco supera ogni difesa e danneggia/disattiva la torretta: può essere riparata ma per il momento è fuori dai giochi.

Terzo componente del Serpente di Ferro è il carro originariamente adibito al trasporto e al lancio del missile balistico intercontinentale, ora assente, che è stato pesantemente modificato dai suoi attuali proprietari in un formidabile fortino su ruote.
Realizzato in origine con gli stessi materiali della vettura comando, si tratta di un cassone corazzato lungo 30 metri e largo e alto 5, del peso di quasi 100 tonnellate metriche, il che si traduce in termini di gioco in una CA pari a 4 e una capacità di danno di 300 punti-ferita; privato del cilindro di contenimento e lancio del missile e di buona parte delle attrezzature atte a sollevarlo in posizione di lancio, il carro è stato pesantemente rimaneggiato all'interno e all'esterno.
L'attuale e più notevole caratteristica è la torretta di carro armato che è stata installata sul cielo della vettura (vedi più avanti), mentre sui lati sono state realizzate delle casematte dotate di cannoniere per l'uso di armi pesanti di varia natura, generalmente a energia, come fucili al plasma o a fusione, mitragliatori laser e simili, che dispongono di un campo di tiro di 120° complessivi.
Queste strutture, realizzate con piastre d'acciaio saldate hanno CA 5 e 40 punti-ferita, se bersagliate individualmente e ce ne sono 4 (due per lato) installate.

La torretta di carro armato che è stata installata sul cielo del carro corazzato apparteneva in origine ad un M60A3 dell'antico Impero americano; come molti altri mezzi antiquati, al tempo della Guerra Finale vennero riesumati dai cimiteri nei quali riposavano da decenni, riarmati e ammodernati e spediti a combattere in aree secondarie o comunque meno critiche del fronte.
Il nostro esemplare faceva parte di un contingente inviato di rinforzo alla frontiera con l'antico Canada; colpito ed immobilizzato da un attacco aereo, è rimasto lì, in mezzo al nulla, per decenni. Dal momento che l'unica parte rimasta praticamente intatta era la torretta, il Generalissimo l'ha fatta montare sul tetto appositamente rinforzato; la torretta e il suo armamento sono azionati elettricamente grazie all'energia dirottata dal generatore principale del locomotore: può brandeggiare sui 360° e l'armamento ha un'elevazione da -10 a +20 gradi.
Originariamente l'armamento era composto da un cannone rigato M68 da 105mm e da una mitragliatrice coassiale da 7,62mm più una M85 calibro .50 montata nella cupola corazzata del capocarro.
Sulla cupola è stato montato un cannoncino a fusione a tiro rapido (stesse caratteristiche del fucile a fusione del regolamento base di Mutant Future™ ma con gittata tripla e modalità di tiro automatica), il cannone principale è rimasto lo stesso mentre la mitragliatrice coassiale era stata sostituita da un mitragliatore laser (stesse caratteristiche del fucile laser ma a tiro rapido); le uniche munizioni disponibili per il cannone sono quelle dirompenti/esplosive (stesse caratteristiche del cannone del manuale di Mutant Future™ ma con un raggio di scoppio pari a 100), più una manciata di colpi HEAT (esplosivi anticarro) originali (danno 8d10 nel raggio di 40 piedi, riduce la CA del bersaglio di 4 livelli) cui si sono aggiunte di recente dei micidiali cartocci a mitraglia realizzati dai tecnici dell'Armata Rossa (tiro per colpire 10+, gittata 500 piedi, attacca ogni creatura/personaggio in un arco di 30°, tiro salvezza contro morte per evitare di essere colpiti per 5d6 di danno).

In termini di gioco, ho assegnato arbitrariamente a questo costrutto una classe di armatura pari a 0, senza distinguere tra fronte, lati, retro o cielo, per semplificare e per simulare le condizioni non eccelse del pezzo (dopotutto si tratta di un residuato bellico colpito e rimasto abbandonato all'aperto per decenni), tuttavia sufficienti a renderlo in grado di respingere senza problemi la maggior parte degli attacchi.

La torretta, nel suo complesso, possiede l'equivalente di 150 punti-ferita ma può essere seriamente danneggiata e resa non funzionante da un colpo critico, che oltrepassi la protezione e colpisca direttamente uno o più dei sistemi interni; ogni sistema (o membro dell'equipaggio) in questo caso deve effettuare un tiro salvezza (vedi sopra) per evitare di essere danneggiato e/o distrutto; i tiri per la torretta sono come quelli per una creatura con 8 dadi vita.

I sistemi in oggetto sono:
  1. il capocarro (in questo caso il capo-torretta);
  2. il cannoniere;
  3. il caricatore; se viene ferito o ucciso, il cannone principale non può più sparare a meno che non sia caricato a mano dal capocarro (un attacco ogni 3 round anziché un attacco/round) ovvero prontamente sostituito da un altro personaggio.
  4. il cannone principale; se colpito/danneggiato, non spara più. Se nella culatta è presente un colpo non sparato, c'è il 50% di possibilità che esploda, distruggendo così la torretta.
  5. il mitragliatore laser; come sopra ma senza la possibilità che esploda.
  6. la riservetta delle munizioni; se colpita il punteggio di danno x2 è la percentuale che le munizioni esplodano, distruggendo la torretta e danneggiando seriamente anche il vagone sottostante (tiro salvezza contro Morte per tutti gli occupanti e/o le armi o gli artefatti presenti – il carro non è compartimentalizzato)
  7. il meccanismo di brandeggio/rotazione della torretta: la torretta si blocca nell'attuale posizione e può sparare/attaccare solo in quella direzione.

La cupola del capocarro è un bersaglio a sé stante, ha CA -1 (a causa delle dimensioni compatte) e 30 punti-ferita; in caso di colpo critico, i sistemi di bordo sono essenzialmente due: il capocarro e il cannoncino a fusione.

Nel caso in cui nessun sistema risulti colpito (improbabile ma possibile) il danno dell'arma x2 viene applicato alla struttura della torretta/cupola.

Il carro a pianale tipo uno, montato come detto in testa al convoglio, è un normale carro merci costruito in acciaio dolce e come tale ha una CA pari a 6 e 100 punti-ferita, lungo una quindicina di metri e pesante una ventina di tonnellate.
Il punto forte di questo carro altrimenti tutt'altro che impressionante è costituito dallo scafo, immobilizzato ma comprensivo di torretta perfettamente funzionante di un mezzo combattimento fanteria russo BMP-3, appartenuto originariamente alla prima ondata d'assalto e miracolosamente scampato alla distruzione del ponte di ghiaccio sullo stretto di Bering; abbandonato dall'equipaggio dopo un guasto alla trasmissione che lo aveva immobilizzato, è stato recuperato praticamente intatto, rettificato dagli uomini del generalissimo ed ancorato al carro ferroviario a pianale come una sorta di fortino.
Trattandosi di un mezzo da combattimento per la fanteria, il suo grado di protezione non è particolarmente elevato ma è comunque in grado di assicurare la protezione dai colpi di arma leggera e le schegge di granata (CA 3).

L'armamento del mezzo constava originariamente di un cannone da 100mm in grado di sparare munizioni convenzionali e missili guidati anticarro, una mitragliera da 30mm e ben 3 mitragliatrici calibro 7,62mm (una coassiale all'armamento principale in torretta, 2 montate in caccia ai lati della prua nello scafo); l'armamento attuale (frutto di un retrofit avvenuto subito prima dello scoppio dell'Ultima Guerra) si compone del cannone da 100mm, mentre l'armamento secondario in torretta è stato sostituito con un cannoncino al plasma (stesse prestazioni del fucile al plasma del manuale di base di Mutant Future™ ma con gittata doppia) ed una mitragliatrice Gauss (stesse prestazioni del fucile Gauss ma con modalità di tiro rapido); le due mitragliatrici di scafo sono state sostituite da mitragliatori laser (come quella montata nella torretta M60); attualmente solo quella di destra funziona.

Il munizionamento per il cannone è di tipo dirompente/a frammentazione convenzionale (dati e prestazioni come per il cannone del manuale base, raggio di scoppio 100 piedi); la dotazione di missili guidati lanciati da cannone è andata perduta/esaurita decenni fa, così come le munizioni per la mitragliatrice Gauss sono oggi ridotte ad un migliaio scarso di colpi.
Il cannone al plasma e i mitragliatori laser usano invece l'energia dirottata dal reattore nucleare di bordo e – ai fini di gioco – è virtualmente illimitata.

Gli attacchi contro il BMP-3 possono essere diretti contro lo scafo ovvero contro la torretta; entrambe hanno la stessa CA ma capacità di danno differenti: lo scafo può assorbire 120 punti-ferita, la torretta 60 prima di essere distrutti. Se lo scafo viene distrutto, la torretta diviene inoperabile.
Ogni colpo critico a segno (20 naturale) trapassa l'armatura e penetra all'interno, infliggendo danni direttamente all'equipaggio e/o ai sistemi del mezzo; se è lo scafo ad essere colpito, occorre effettuare un tiro salvezza contro energia o morte (a seconda del tipo di arma/attacco) per l'impianto energetico, le munizioni e/o ogni personaggio/creatura presente in quel momento a bordo, come se il mezzo fosse una creatura da 6 dadi-vita.

Se il generatore viene disabilitato, le armi ad energia di bordo non funzionano più e tutte le operazioni della torretta passano in modalità manuale d'emergenza (attacchi ridotti a 1 ogni 3 round e solo col cannone, caricato manualmente); se viene colpita la riservetta di munizioni e vi sono munizioni all'interno, queste esploderanno, distruggendo il mezzo e uccidendo tutti gli occupanti; se vengono colpiti uno o più occupanti, subiscono il danno previsto dall'arma.

Se è la torretta ad essere colpita, la procedura è la stessa, solo che il tiro salvezza si applica nell'ordine al capocarro, al cannoniere, al caricatore automatico (se si blocca, il cannone non può più sparare), al cannoncino al plama, al cannone principale (se colpito ed è presente una granata nella culatta, tiro salvezza contro morte o esplode all'interno distruggendo la torretta), alla mitragliatrice Gauss e in ultimo al meccanismo di brandeggio della torretta (resta bloccata nell'attuale posizione).

Subito dietro le vetture originali del treno nucleare, troviamo la vettura passeggeri, pesantemente modificata, che ospita la Guardia Rossa; il vagone è stato rinforzato e blindato con pannelli di acciaio e carboplastica (CA 5) mentre i finestrini sono stati coperti da lastre d'acciaio dotate di feritoie o spesse graticole metalliche.
Il vagone si sviluppa su due livelli ed era in origine un comune vagone passeggeri; al piano inferiore sono situati gli alloggi, a quello superiore le aree comuni e la cambusa.

La vettura è lunga 25 metri, pesa circa 65 tonnellate e nel complesso ha 250 punti-ferita; sul cielo del vagone sono state ricavate due casematte scoperte, realizzate con una colata di cemento spessa 15 cm (CA 6, 50 punti-ferita ciascuna) armate con complessi quadrinati di mitragliatrici (vedi) brandeggiabili sui 360° sull'orizzontale ed in grado di ingaggiare bersagli aerei e terrestri.

In caso di colpo critico a segno contro questa vettura, occorre stabilire quale quadrante è stato colpito: inferiore, superiore, destro, sinistro; ogni occupante (e l'arma, nel caso in cui il bersaglio sia uno dei portelli con feritoia) deve effettuare un tiro salvezza contro energia e/o morte o subire il danno dell'arma/venire danneggiato o distrutto.

Il carro merci subito dietro la vettura passeggeri funge da officina e ricovero per il parco mezzi della Guardia Rossa, composto da un ATV e mezza dozzina di motociclette, che vengono agevolmente sbarcate se necessario grazie all'ampio portellone laterale.
Come sempre, sul cielo del carro sono state installate due casematte coperte dotate di cannoniere per l'uso di armi pesanti e leggere (CA 4, 50 punti-ferita ciascuna), in pratica delle “scatole” di legno spesse 5 cm l'una inserite una dentro l'altra in modo da creare un'intercapedine di 10 cm circa, riempita poi di sabbia e ghiaia; la natura composita della struttura la rende in grado di resistere ai colpi di arma leggera e alle schegge di granata.
Il vagone in sé è realizzato con spesse pareti in acciaio dolce (CA 6, 200 punti-ferita), rinforzate all'interno per sostenere il peso delle casematte.

In caso di colpo critico contro questo vagone, occorre che ogni veicolo ed ogni creatura eventualmente presente a bordo effettui un tiro salvezza per non essere colpita e danneggiata (danno come da arma specifica), in più occorre effettuare un tiro salvezza per la riserva di lubrificante; in caso di danno, c'è il 50% di possibilità che prenda fuoco incendiando l'intero vagone.

La “coda” del serpente infine, consta di un altro vagone a pianale su due assi, lungo una ventina di metri, sul quale il Generalissimo ha fatto costruire una vera e propria piazzola in cemento spessa 15 cm (CA 5, 200 punti-ferita) per il cannone/obice D-30 da 122mm e protetta davanti e dietro da nidi di mitragliatrici, armati ciascuno con una mitragliatrice pesante DShK calibro 12,7mm e realizzati con murate di legno spesse 30 cm e rinforzate con sacchi di sabbia (CA 5).
Le murate della casamatta scoperta non permettono al cannone di andare in depressione ma lo lasciano libero di brandeggiare sui 360° con alzo da +0 a +70; ogni colpo critico diretto contro questa struttura ha la possibilità di colpire il cannone, i suoi serventi ovvero la riservetta di munizioni (un tiro salvezza per ciascun elemento).
Se quest'ultima dovesse essere colpita e fallire il tiro salvezza, l'esplosione conseguente raderebbe al suolo l'intero vagone.

Nuove armi ed equipaggiamenti.
In questo lungo articolo sono stati menzionati numerosi sistemi d'arma non presenti sul manuale di base di Mutant Future che necessitano di ulteriori delucidazioni e/o regole particolari.
Come sempre, le statistiche di gioco sono fornite secondo il format standard del gioco.

mitragliatrice Maxim PM-1910 su affusto quadrinato antiaereo ZPU-4: si tratta di mitragliatrici antiquate, risalenti agli inizi del XX secolo, adattate negli anni '30 dai sovietici su un particolare affusto a piedistallo sul quale trovano posto fino a 4 armi dello stesso tipo, con le relative munizioni, per l'impiego contraereo e la difesa ravvicinata. Come tutte le armi tipo Maxim sono pesanti (23,8 kg), raffreddate ad acqua ed alimentate da nastri in tessuto da 250 colpi contenuti in un'apposita cassetta (9 kg cad.) calibro 7,62x54mmR, dalla lenta cadenza di tiro (circa 500 colpi/minuto) ma praticamente inarrestabili (possono effettuare fino a 5 attacchi/round ciascuna).
Come, quando e soprattutto perché qualcuno nell'alto comando sovietico abbia mai pensato di contrabbandare e nascondere sul suolo americano queste reliquie è un mistero, fatto sta che – come ai tempi della Grande Guerra Patriottica – questi sistemi d'arma sono tornati a rappresentare una concreta minaccia montate sul Serpente di Fuoco.

Le statistiche di ogni singola PM-1910 sono le seguenti:

danno:    cadenza di tiro:    gittata norm/max:    colpi:    peso:
  2d8           (speciale) 5               1600/3200*           250      24 kg

*contro bersagli aerei la gittata è dimezzata;

Mitragliatrice pesante DShK M1938/46: arma pesante calibro 12,7x108mm, installata su treppiede per tiro terrestre/contraereo, risalente alla Grande Guerra Patriottica (prima metà del XX secolo) ed adottata come arma secondaria su mezzi corazzati e affusti multipli contraerei, era la mitragliatrice pesante standard delle forze armate sovietiche/russe e diffusa in tutto il mondo.
Quelle in dotazione alla Guardia Rossa fanno parte di un lotto rinvenuto nei depositi clandestini in territorio americano.
L'arma è alimentata a nastri da 50 colpi contenuti in apposite cassette (11 kg l'una), ha una cadenza di tiro di circa 600 colpi/minuto (il che la qualifica come arma automatica, cioè 2 attacchi/round) e pesa scarica 34 kg (131,5 su treppiede); ha una gittata notevole e una capacità di danno eccellente (in pratica è un piccolo cannone) sia contro le persone che contro i veicoli e gli aeromobili.

Danno:    cadenza di tiro:    gittata norm/max:    colpi:    peso:
  5d6            automatica                2400/4800*           50       34 kg

*contro bersagli aerei la gittata è 1600/3200;

Cannone/obice D-30 da 122mm: si tratta di un pezzo di artiglieria campale ragionevolmente moderno, fabbricato dai sovietici nel secondo dopoguerra e dotazione standard dell'artiglieria russa e di moltissimi altri paesi amici o alleati dell'antico Impero russo; spara munizioni a carica variabile in bossolo con caricamento separato della granata e della carica, con una squadra di serventi ben addestrata (ne occorrono 7) può sparare un colpo/round. Trattandosi di un obice, può sparare sia nella prima (bassa) parabola che nella seconda (alta); con munizioni esplosive/a frammentazione ha una gittata superiore ai 15 km nel tiro indiretto. Con munizioni esplosive/anticarro la gittata massima efficace nel tiro diretto è di circa 1 km.
Come quasi tutto il resto dell'arsenale del Generalissimo, anche questo pezzo era stato contrabbandato sul continente americano durante la Guerra Fredda nel XX secolo e nascosto in un uno dei tanti depositi clandestini; in realtà l'Armata Rossa dispone di almeno altri due di questi obici ma al momento non possiedono trattori in grado di spostarli (ogni pezzo pesa 3,1 tonnellate).
Per metterlo in batteria, le ruote vengono sollevate da terra e 3 bracci stabilizzatori vengono abbassati al suolo a formare una piattaforma rotante che fornisce all'obice un brandeggio sui 360° con una elevazione da -7° a +70° (ridotta a +0/+70 sul Serpente di ferro); sul Serpente di ferro l'obice è imbullonato permanentemente sul pianale di carico, che lo rende molto più stabile ma inamovibile.

Attualmente il maggior cruccio del Generalissimo è la carenza di munizioni per il suo parco d'artiglieria, in quanto i suoi tecnici (né tanto meno le comunità fin qui assoggettate) non sono stati in grado di riprodurre le granate degli antichi; la dotazione attuale è perciò di 20 granate esplosive/a frammentazione e 5 sole granate esplosive/anticarro.
Nel caso in cui dovesse riuscire a trovare un impianto in grado di fabbricare nuove munizioni, il Generalissimo prevede di fabbricare delle granate caricate con aggressivi chimici, molto più efficaci per sottomettere le popolazioni riottose e/o ridurre all'impotenza eventuali nemici.

Al momento le statistiche del D-30 sono le seguenti:

tipo:                    danno:   raggio di scoppio:   gittata norm/max:   peso:
granata esplosiva  13d10               1501                        15,4 km2         21,6 kg
granata anticarro3 8d10                 401                        1600/3200        17,5 kg

1 il danno da frammentazione è di 5d6; il danno riportato in tabella è per un centro diretto;
2 gittata massima utile efficace per il tiro indiretto (cioè a parabola); per il tiro diretto usare le specifiche delle granate anticarro;
3 l'effetto della carica cava riduce la CA del bersaglio di 5 livelli;



lunedì 15 giugno 2015

La minaccia viene dall'Est! Un nuovo scenario per Mutant Future™


Nuove nubi di tempesta si addensano sulle lande post-apocalittiche, una minaccia proveniente dal lontano passato, niente meno che dall'epoca della Guerra degli Antichi...
un antico nemico è risorto ed è intenzionato a portare a termine l'opera cominciata tanti anni prima dai suoi predecessori.

Si fa chiamare Generalissimo e il suo esercito è la Krasnaja Armija l'Armata Rossa delle antiche leggende, lo spauracchio di tutti i discendenti del Mondo Libero.

Il Generalissimo dispone di numerosi seguaci ma quel che è peggio, possiede armamenti ed equipaggiamenti degli Antichi, macchine portentose e inarrestabili, con le quali assoggetta intere regioni e popoli al volere dei Soviet (qualunque cosa questo voglia dire).

Di fatto, le popolazioni sottomesse hanno solo una scelta: unirsi spontaneamente (!) al Soviet – e giurare fedeltà ed obbedienza assolute al suo rappresentante (il Generalissimo, ovviamente!) - oppure servire nei grandi kolkhoz o collettivi, lavorando come schiavi per il progresso dei Soviet e dell'Armata Rossa.



Perfino Ulthar, l'autoproclamato Signore della Guerra dei barbari occidentali, è preoccupato dall'avanzata inarrestabile della Krasnaja Armija; in numerose scaramucce tra le sue orde ed i manipoli – ben ordinati – dell'Armata Rossa, i barbari hanno costantemente avuto la peggio, nonostante siano valorosi e spesso in possesso di artefatti tecnologici degli Antichi (nonché di poteri mutanti), la disciplina e la superiore potenza di fuoco dell'Armata hanno sempre prevalso, specialmente quando è scesa in campo l'arma suprema del Generalissimo: il Serpente di Ferro.

Utilizzando gli antichi tracciati – tutt'ora esistenti – delle strade ferrate degli Antichi, questo gigantesco e mostruoso manufatto si sposta velocemente da un capo all'altro dell'Impero del Soviet, scaricando sui suoi nemici una potenza di fuoco inaudita, frutto della tecnologia perduta degli Antichi.

Dove le lunghe strade ferrate non arrivano, i soldati dell'Armata provvedono utilizzando legioni di schiavi e prigionieri per posare nuove “rotaie” (così vengono definite dagli invasori) sulle quali il Serpente si muove agevolmente.

Se non si porrà presto fine a questa minaccia, tutte le terre conosciute diverranno presto assoggettate all'impero del Generalissimo.



Come stanno in realtà le cose: dalla narrativa i più avranno già capito come stanno le cose ed in cosa consista la minaccia del Generalissimo; si tratta infatti di un novello dittatore che rifacendosi agli ideali (?) dell'antica Unione Sovietica sta cercando di fare quello che non è mai riuscito nemmeno al suo idolo, zio Giuseppe (in arte Stalin) nei suoi sogni più selvaggi: costruire un Impero Mondiale sotto le insegne della stella rossa.

Ma per capire di più e meglio di cosa stiamo parlando, occorre fare un passo indietro, al tempo della Grande Guerra Finale.

Adottando una nuova tecnologia ed approfittando dell'incauta tracotanza dell'impero degli antichi noto come Stati Uniti d'Amerika, i loro più acerrimi nemici invasero il continente americano in pieno inverno attraversando all'asciutto il braccio di mare che separava le propaggini orientali più lontane dell'antico impero chiamato Russia ai territori occidentali più settentrionali dell'impero statunitense.

Speciali apparecchi disseminarono le acque gelide dello Stretto di Bering, tra la penisola di Chokotka e l'Alaska di un composto chimico che solidificò l'acqua creando un vero e proprio ponte di ghiaccio profondo una decina di metri e largo un centinaio, una vera e propria autostrada sulla quale far transitare un'armata di mezzi blindati e corazzati per l'invasione.



Purtroppo per i russi, gli americani non erano completamente imbambolati – nonostante fossero impegnati nella guerra praticamente ovunque – e non rimasero a guardare: bombardarono il ponte di ghiaccio russo con armi al plasma e a fusione e posero fine all'invasione prima ancora che potesse avere luogo, affondando nelle gelide acque dello stretto uomini e mezzi.

Nonostante tutto questo, però, numerosi reparti di fanteria di marina e di truppe speciali russe (gli Spetsnatz) avevano già avuto il tempo per sbarcare in Alaska e quella che seguì fu una lunga e sanguinosa guerriglia tra la popolazione residente della regione, con l'aiuto di alcune unità di riservisti e della Guardia Nazionale e gli invasori russi.

Alla fine, impossibilitati a proseguire l'offensiva per mancanza di rifornimenti e tagliati fuori completamente dalla loro catena di comando, i russi sopravvissuti si dispersero per tutto il territorio, fino ad arrivare all'impero noto come Canada (tra l'altro amico ed alleato dell'impero degli Stati Uniti) e lì si insediarono, assimilando (e venendo essi stessi assimilati) le comunità autoctone della regione.



Il Generalissimo non è che un discendente di questi antichi invasori, bis-bis-nipote di un ufficiale degli Spetsnatz fanatico e nostalgico della grandezza della fu Unione Sovietica, che ha fatto suoi gli ideali dei padri ma che ha avuto un insperato colpo di fortuna (anzi, due) che gli hanno permesso di diventare quello che è oggi.

A partire infatti dalla seconda metà del XX secolo, durante l'era chiamata dagli Antichi Guerra Fredda i leader sovietici avevano più volte tentato di invadere l'Alaska, solo per vedere i loro tentativi di penetrazione rintuzzati dalle forze armate dei loro nemici capitalisti; come avevano fatto a più riprese anche in altri paesi confinanti appartenenti all'alleanza avversaria chiamata NATO, avevano surrettiziamente disseminato i territori più impervi e nascosti con depositi di armi e materiali che le forze di invasione avrebbero così potuto usare senza dover dipendere dai rifornimenti dalla madrepatria.

Il problema è che con la dissoluzione dell'Unione Sovietica e il chaos verificatori a cavallo tra il XX ed il XXI secolo, di questi depositi segreti si perse ogni traccia e perfino il ricordo.

Il Generalissimo deve il suo iniziale potere al fatto di aver rintracciato e scoperto proprio questi depositi!



Certamente, gli equipaggiamenti e le armi in essi contenuti non possono certo essere definiti stato dell'arte, si tratta di roba che è rimasta nascosta e dimenticata per decenni, forse secoli (almeno!) ma che oggi, nel mondo post-apocalittico di Mutant Future fa una notevole differenza, rispetto alle tecnologie medioevali a disposizione di buona parte delle popolazioni residenti della desolazione!

Il secondo (e più grande) colpo di fortuna il Generalissimo l'ha avuto quando si è messo in viaggio con i suoi seguaci (al tempo un pugno di espatriati russi come lui) cercando di raggiungere ed esplorare quelli che erano stati gli obbiettivi originali della forza d'invasione di cui faceva parte il suo avo.

Si trattava per lo più di sospetti siti nucleari e basi di lancio di cui gli Spetsnatz avrebbero dovuto impadronirsi... inutile dire che – a causa dell'accanita resistenza degli americani – non li avevano mai raggiunti.

Qui però il Generalissimo scoprì un grandissimo tesoro, nascosto in un'immensa caverna (artificiale) degli antichi: un locomotore nucleare perfettamente preservato, con tanto di vagoni per il trasporto ed il lancio di missili balistici intercontinentali.

Purtroppo, delle antiche armi di distruzione di massa non c'era più traccia, ma il convoglio era altrimenti intatto ma soprattutto funzionante... ci vollero settimane perché il Generalissimo, studiando la documentazione tecnica rinvenuta nell'antica base, potesse venire a capo dei complicati macchinari degli Antichi ma lui aveva la pazienza (e l'intelligenza!) necessaria ed è così che è nato il Serpente di Ferro: un treno blindato alimentato da un reattore nucleare e dotato di armi sofisticate.

Col tempo, avvalendosi delle conoscenze tramandategli dai suoi avi (alcuni dei quali avevano servito nell'Armata Rossa ai tempi della Rivoluzione d'Ottobre e della Grande Guerra Patriottica) il Generalissimo ha ampliato e migliorato il suo convoglio, aggiungendo nuovi carri blindati e nuove armi (molte delle quali provenienti dagli antichi depositi russi), fino a ricreare la versione moderna dei treni blindati in uso in Russia al tempo del più grande dei leader sovietici: Josif Stalin le cui orme il nostro vuole ricalcare!



Per il Mutant Master: il Generalissimo e la Armata Rossa sono armati ed equipaggiati con materiale di origine sovietica risalente per lo più agli anni '50 e '60 del secolo scorso, come fucili mitragliatori, mitragliatrici, moschetti automatici e fucili d'assalto più alcuni esemplari di lanciarazzi e lanciagranate (tipo RPG).

Le truppe di élite della Guardia Rossa, di fatto la guardia pretoriana personale del Generalissimo, sono armate invece con reliquie hi-tech, molte delle quali appartenute ai membri originali delle truppe russe d'invasione al tempo della Guerra Finale e tramandate di padre in figlio.

Il resto delle “truppe”, specialmente quelle tratte dai popoli assoggettati al Soviet, sono equipaggiate in maniera non dissimile dagli altri abitanti della desolazione post-apocalittica.

Per quanto riguarda la composizione delle armate del Generalissimo, c'è una predominanza di umani puri tra i ranghi, specialmente per quanto concerne i suoi seguaci originali, di discendenza russa, seguiti a ruota da umani mutanti purché non particolarmente mostruosi (il nostro novello Stalin è piuttosto schizzinosetto su questa faccenda, più che a zio Giuseppe somiglia a zio Adolfo); si mormora infine che tra le fila della Guardia Rossa vi siano molti umani sintetici e/o androidi, che il Generalissimo avrebbe completamente assoggettato alla sua volontà.



Note dell'Autore: era da un po' che mi frullava per la testa l'idea di un nuovo, pericoloso, avversario per la mia versione di Mutant Future soprattutto mi intrigava l'idea di poter mettere a frutto un novello implemento di distruzione, per di più semovente, per tenere sulla corda i miei personaggi... tra l'altro, in quanto appassionato di armi, storia e tecnologia militare, sono sempre stato intrigato dai treni blindati, un capitolo assai poco noto della storia militare, nonostante abbia avuto, specie nell'Europa dell'Est, un importante significato dal punto di vista operativo.



Impiegati inizialmente come centri mobili di comando ovvero per la sorveglianza delle frontiere, i treni blindati sono stati utilizzati da tutte quelle nazioni che avevano l'esigenza di tenere sotto controllo grandi estensioni di territorio e non avevano sufficiente manodopera per farlo, come Impero Austro-Ungarico, Germania e Russia prima, Polonia e altre nazioni nate dalle ceneri degli imperi centrali poi.

Durante la Seconda Guerra Mondiale poi, i treni corazzati vennero diffusamente impiegati e dai tedeschi e dai russi, grazie alle estese reti ferroviarie esistenti, che permettevano di intervenire quasi ovunque, specialmente in assenza di mezzi d'appoggio più convenzionali perché il territorio era troppo selvaggio e/o non sviluppato o lontano dalle aree civilizzate.

Con la fine della guerra e la successiva fase della Guerra Fredda i treni armati vennero considerati obsoleti anche se ci sono documenti che attestano come – almeno in Russia – molti treni speciali venissero realizzati dalla Forza Razzi Strategica per dispiegare missili ICBM a testata nucleare in funzione mobile, anziché fissa nei sili nucleari.

Si vocifera che, in un certo momento, anche gli USA avessero pensato di rendere... mobili i loro missili nucleari, per evitare la distruzione in un colpo solo della forza di rappresaglia in caso di classico first strike da parte del nemico ma alla fine non se ne fece niente, un po' perché i contendenti preferirono dedicarsi alla realizzazione di piattaforme mobili più versatili come i sottomarini lanciamissili balistici a propulsione nucleare, un po' perché i vari trattati SALT e START proibirono l'uso di piattaforme mobili per l'arsenale nucleare basato a terra.

Sapendo però come sono sempre andate queste cose, specie quando si tratta di assicurarsi un deciso vantaggio strategico, siamo poi così sicuri che i due maggiori contraenti dei trattati di non-proliferazione si siano veramente rimessi alle imposizioni degli accordi?



Come potete vedere da questo post, la domanda è oziosa e retorica ed anzi, prendendo spunto dalla atomofollia imperante negli States soprattutto negli anni '50 e '60 del secolo scorso, quando sembrava che tutto dovesse marciare ad energia nucleare ho presupposto che il Pentagono abbia realizzato, per l'appunto, degli appositi convogli a propulsione nucleare (né più e né meno di quanto avrebbero fatto i sovietici) per il trasporto, il posizionamento ed il lancio di ICBM, magari dei famigerati MX di cui tanto si parlò negli anni '80 e di cui venne realizzata una manciata di esemplari (oggi ritirati/smantellati) come LGM-118 Peacekeeper per i quali storicamente si era pensato di realizzare dei veicoli erettori/lanciatori mobili.

Per quanto riguarda lo svolgimento del gioco, fino all'introduzione di armi ed equipaggiamenti specifici – nei prossimi articoli/post a breve (almeno spero!) - potete adoperare le armi convenzionali così come riportate nel manuale di base, destinando quelle hi-tech (ad energia/laser) ai soli esponenti della Guardia.

Un capitolo a parte merita il Serpente di Ferro in quanto merita non solo un'esposizione più dettagliata ma anche una serie di regole speciali attualmente in via di definizione, che conto di proporre al più presto... restate sintonizzati su queste pagine e buon divertimento!