Frutto di una mutazione
indotta dall'avanzata ingegneria genetica degli Antichi, portata all'estremo dalle
conseguenze della Catastrofe, i Sirenidi
sono un'ennesima variante
umana
che si è adattata perfettamente al suo nuovo habitat, quello marino.
Gli
studiosi più accreditati ritengono che gli antenati dell'attuale
Popolo del Mare
fossero
in origine dei soggetti
sperimentali di
qualche grande gruppo multinazionale o governativo teso a realizzare
un operatore in grado di vivere e lavorare sott'acqua.
Nel
periodo immediatamente precedente alla Caduta infatti i maggiori
potentati economici mondiali avevano
rivolto con sempre maggior insistenza le loro attenzioni (ed i loro
rapaci intenti predatori!) all'ambiente oceanico.
Negli
abissi infatti sono custodite ricchezze minerarie incalcolabili,
senza contare gli immensi benefici che l'acquacoltura intensiva
poteva portare per un'umanità sempre più numerosa e quindi
bisognosa di cibo e di risorse, oltreché di spazio vitale.
Il
problema principale era dovuto non tanto alla difficoltà (seppur
presente) di estrarre e/o utilizzare le risorse marine, quando dal
costo spropositato
che lo sfruttamento di queste risorse comportava in termini di
investimenti e supporto per i lavoratori (e gli eventuali coloni) dei nuovi insediamenti sottomarini.
Da
qui l'idea di adattare
all'ambiente di lavoro la manodopera, in modo da ridurre
drasticamente le
spese di equipaggiamenti ed attrezzature per il supporto vitale.
Inutile
dire che gli esperimenti ebbero successo ben oltre le più rosee
aspettative ma è altresì evidente che i nuovi meta-umani
anfibi si ritrovarono ad essere trattati come schiavi
di fatto delle
agenzie che li avevano creati.
L'avvento
dell'Apocalisse pose fine alla querelle: i Sirenidi
riuscirono a fuggire approfittando del caos generale e sfuggirono –
proprio in virtù dei loro adattamenti genetici e del loro habitat –
ai peggiori effetti della catastrofe, pur restandone coinvolti in
modo marginale, si, ma tale da rafforzare alcune delle loro
caratteristiche fisiche a discapito di altre.
Originariamente
infatti, i meta-umani erano dotati di arti inferiori anche se palmati per agevolare il movimento in acqua; i loro discendenti
sono invece mutati in creature molto più affini alle sirene
ed
ai tritoni della
mitologia classica greco-romana.
Avendo
accuratamente evitato per generazioni qualsivoglia contatto con la
superficie e non dovendo più usare le gambe per la locomozione
terrestre ovvero per fare forza durante i pesanti lavori industriali
e minerari sul fondale, gli arti inferiori sono mutati sviluppandosi nella caratteristica coda
di pesce che
permette loro di muoversi in acqua con la stessa agilità di un cetaceo.
Contrariamente
a quello che si può pensare, infatti, i Sirenidi non
sono
pesci,
non possono respirare sott'acqua e non hanno le branchie: sono più
affini ai delfini e alle foche, in quanto respirano
aria e
sono mammiferi
né più e né meno come i loro antenati.
Questo
vuol anche dire che sono perfettamente compatibili – dal punto di
vista genetico – con i normali esseri
umani
con i quali potrebbero all'occorrenza procreare: la prole ha un 50% di possibilità di
essere un sirenide ma solo un 15% di nascere umano purosangue (cioè non mutato); nel restante
35% dei casi, si ottiene un ritorno allo stock originale, un umano
anfibio dotato
di mani e piedi palmati.
Dal
punto di vista tecnologico, i Sirenidi sono perfettamente in grado di
usare equipaggiamenti ed attrezzature umane, purché richiedano il
solo uso delle mani ma dato l'ambiente in cui normalmente vivono,
questi oggetti devono essere stati espressamente concepiti per l'uso
in acqua.
L'ambiente marino è infatti ostile e tende a corrodere/rovinare qualunque oggetto non sia stato espressamente realizzato per essere utilizzato in un ambiente umido e/o ricco di salsedine.
Per
contro hanno una discreta abilità manifatturiera, anche se artigianale e di basso livello tecnologico, anche (soprattutto) a causa delle notevoli
difficoltà di dover operare in acqua, anche se la loro ingegnosità
li ha spinti a colonizzare quei tratti di mare in prossimità di
vulcani sottomarini ed altre fonti di calore che permettono loro di
lavorare i metalli con i quali fabbricano i propri oggetti.
I
Sirenidi vivono in villaggi edificati sott'acqua ovvero in caverne
marine, costruiti e/o modificati per contenere al loro interno sacche
d'aria per
permettere la respirazione ed usano un sistema ingegnoso di
agricoltura
idroponica per
coltivare alghe e piante per riciclare l'aria purificandola
dal CO2
In
tempi recenti sono aumentati gli avvistamenti di questi mutanti
anfibi in prossimità delle coste; sembra che si stiano riavvicinando
alla terraferma, ora che il pericolo è scampato, per scoprire com'è
oggi il nuovo mondo post-apocalittico.
Sono
in particolar modo presenti ed attivi nei pressi delle antiche città
che a causa della Catastrofe sono inondate o sommerse; qui gruppi di
Sirenidi conducono delle vere e proprie spedizioni alla ricerca di
artefatti e conoscenze che possano sfruttare nell'ambiente marino.
Veniamo
ora alle statistiche di gioco secondo il formato di Mutant
Future:
N.ro
incont.: 2d4 (2d100)
Allineamento:
neutrale
Movimento:
180'(60') in acqua; 60'(20') sulla terra;
Classe
Armatura: 5 (in acqua), 8 (sulla terraferma);
Dadi-Vita:
8
Attacchi:
1 (mani nude, colpo di coda o arma)
Danno:
1d4/2+1 (mani nude) o secondo l'arma, 1d6+2 colpo di coda1
Tiro
Salvezza: L5
Morale:
8
Classe
Tesoro: IV, XIX
Mutazioni:
ecolocazione, strillo, aspetto bizzarro, xenomorfismo;
1
i sirenidi possono
attaccare con un colpo di coda
solo quando sono in acqua ed hanno spazio per manovrare, sulla
terraferma sono limitati alla lotta a mani nude o al corpo a corpo
con armi da mischia, principalmente pugnali, daghe e lance, armi
agevoli da usare anche in acqua; possono usare armi ed artifatti
tecnologici e bramano soprattutto le armi ad energia
che possono essere utilizzate sott'acqua.
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