Dalle
nebbie dell'era pre-apocalisse arriva fresco fresco l'ennesimo
implemento di distruzione degli Antichi.
Ideato
poco prima della Caduta da un consorzio industriale-militare sotto
contratto del governo, il Blaster
Multifunzione avrebbe
dovuto essere il non
plus ultra dell'armamento
personale compatto, un congegno che avrebbe dovuto mettere in grado
il suo operatore di svolgere una quantità di missioni differenti con
un'unica arma.
Idee
del genere nell'ambito militare non sono nuove, ci sono sempre stati
tentativi di produrre l'arma
definitiva
in grado di fare tutto, compreso il caffè, ma i risultati sono
sempre stati al di sotto delle aspettative, anche perché è risaputo
che quando ci sono troppi galli a cantare... a tale proposito girava
un aneddoto nelle forze armate britanniche pre-apocalisse, che
affermava come il cammello
non
fosse altro che il risultato di una commissione
governativa nominata
per creare un cavallo...
Boutade
a parte, in genere questo tipo di commissioni difficilmente porta a
risultati soddisfacenti ma in questo caso la buona volontà
(incentivata a suon di quattrini, a dire il vero) di due team di
ricerca di due delle maggiori compagnie concorrenti, ideò un
prodotto rivoluzionario, un congegno che racchiudeva in un pacco
unico un'efficace arma per il combattimento ravvicinato, un sistema
polivalente per il combattimento a distanza accoppiata ad un'arma
non-letale
(o
meglio: meno
letale)
per quelle situazioni in cui l'uso della forza letale era visto come
eccessivo o politicamente inappropriato, il tutto inserito in un
indumento corazzato in grado di proteggere e
l'armamento
e
l'operatore
e perfettamente in grado di integrarsi con le dotazioni militari
stato dell'arte come armature e caschi integrali intelligenti.
Nella
sua forma base, il Blaster multifunzione appare come un guanto
in
materiale sintetico protetto da micropiastre in ceramet®
e
maglia metallica ad assorbimento di energia, che copre interamente la
mano e il braccio dell'operatore, fino alla spalla, nella cui
struttura sono integrati un blaster
al plasma
e un folgoratore
dotato
di due modalità di fuoco alternative: stordimento
e mortale.
Il
guanto è realizzato con una struttura in matrice
polimerica ad energia®
all'interno
della quale sono inseriti dei fasci di fibre
myomeriche elettro-mimetiche®
in
grado di replicare qualunque movimento dell'operatore con assoluta
precisione; il guanto, una volta energizzato diventa estremamente
rigido, con le caratteristiche di un tirapugni
e decuplica
la
forza di presa/schiacciamento esercitata dalla mano.
Infine,
il guanto può agire come un Taser®
a
contatto con
una potenza di 750.000 Volts in grado di atterrare/stordire anche gli
avversari più coriacei.
Fornito
inizialmente su base sperimentale ai reparti antisommossa e
antiterrorismo della polizia e paramilitari, il Multiblaster
–
com'era chiamato colloquialmente dai giornalisti e dalle forze sul
campo – si rivelò inizialmente un grande successo; in seguito,
cominciarono a venire alla luce tutta una serie di problematiche
relative all'abuso sistematico che facevano di questo strumento gli
operatori, specie durante (e dopo!) le operazioni di ordine pubblico
e/o gli interventi contro (presunti) ribelli e terroristi.
Ben
presto cominciarono a fioccare denunce abbondantemente documentate di
casi sempre più eclatanti di violazione dei diritti umani da parte
delle forze di polizia e governative, soprattutto da parte delle
varie organizzazioni internazionali come Human Rights Watch e Amnesty
International, che rivelarono al mondo come le varie formazioni
paramilitari, specie nei paesi più a rischio democratico, facessero
volentieri uso del guanto potenziato come una morsa sulle...
appendici dei prigionieri ed usassero il taser integrale
(opportunamente depotenziato) come una picana
ad hoc durante
gli... interrogatori dei sospettati in custodia e sui detenuti,
specie quelli politici.
Per
questo motivo i vari governi, sotto la spinta di un'opinione pubblica
internazionale oltraggiata, ritirarono ufficialmente
il
Multiblaster dalle dotazioni delle forze paramilitari e di polizia,
mentre il consorzio produttore lo ritirò immediatamente dal mercato,
per timore di un boicottaggio dei suoi altri prodotti da parte della
società civile.
In
realtà il
progetto del Multiblaster continuò ad essere sviluppato dai vari
istituti di ricerca militare del governo, in vista dell'uso da parte
delle nuove unità di fanteria
pesante,
come armamento integrale per le armature
potenziate di
recente introduzione.
Il
ragionamento era che, nell'ottica di un intervento armato sancito dal
governo o da un organismo internazionale (come l'ONU o la NATO),
specie in scenari di peace
enforcing o
di peace
keeping in
paesi e nazioni in stato di guerra, nessuno avrebbe potuto obbiettare
alcunché sull'uso di questi strumenti, senza contare il minore
impatto psicologico che la presenza di soldati in armatura potenziate
prive
di
armamento
visibile
poteva avere nel rassicurare le popolazioni civili in aree ad alto
rischio.
Il
precipitare della situazione internazionale e l'avvento della
Catastrofe a livello globale misero in stallo ogni ulteriore
sviluppo, con la produzione di poche centinaia di esemplari di nuove
armature da battaglia leggere a scopo di valutazione, la maggior
parte delle quali svanì semplicemente nel caos seguito
all'apocalisse.
Venendo
ora alle specifiche di gioco, il Blaster
Multifunzione per
Mutant
Future™
ha le seguenti caratteristiche:
Attacco Danno Att/round Gittata Cariche/Colpo
pugno
potenziato 1d6+BD 1 n/a 1
presa/schiacciamento 2d4/round (auto) n/a 2
elettroshock stordimento1 1 n/a/150/300 2
plasma
bolt 5d62 1 300/600 5
folgoratore 3d63 1 400/800 5
l'arma
è alimentata da una batteria
a zaino contenente 50
cariche; la Classe Armatura
è 4
per il guanto/arto
artificiale e protegge anche l'arto dell'operatore, mentre il
congegno ha 15 punti-danno
se attaccato direttamente.
Collegato
normalmente ad un elmetto
dotato di ottiche di
puntamento e HUD integrale ha un bonus di +3
al tiro negli attacchi a
distanza.
L'elettroshock
è l'unica forma di attacco che può essere eseguita corpo-a-corpo e
a distanza, come indicato
nella voce Gittata.
1
richiede un TS contro
Stordimento (con una penalità di -2
in caso di attacco
corpo-a-corpo) o la vittima perde conoscenza per 2d4 turni; le
armature metalliche conducono la carica, imponendo una penalità di
-2 ai
TS; si applica solo la CA naturale del bersaglio più l'eventuale
bonus di DES.
2
il dardo sparge
plasma incandescente all'impatto in un raggio di 3m/10' tutt'attorno
al bersaglio per 1d6 ferite; tutti i bersagli colpiti devono
effettuare un TS contro Energia (-3 per il bersaglio principale) o
prendono fuoco subendo 1d6-1 danni/round fino a che a)
non estinguono le fiamme o
b)
non esce per 2 turni
di seguito un valore di danno ≤1.
N.B.
Non si applica ad armature
metalliche e/o persone dotate di protezioni ignifughe.
3
è richiesto un
TS contro Morte per ogni attacco a segno con il folgoratore: in caso
di fallimento la vittima subisce un arresto cardiaco e morirà entro
(COS/3) minuti se non gli viene prestato prontamente soccorso.
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Ammetto che
l'introduzione di questo... novello
articolo di equipaggiamento è
un po' Cicero pro domo sua,
in quanto avrà una parte importante (e decisamente impopolare,
immagino, presso i personaggi giocanti) nell'imminente scenario che
sto per presentare su questa pagina ma – al pari di ogni altro
artefatto tecnologico – può essere integrato nelle vostre campagne
di Mutant Future™
senza particolari
problemi, magari non come oggetto casuale nell'ambito delle
esplorazioni nelle rovine; le sue peculiarità (e la relativa rarità)
garantiscono che il ritrovamento di un tale implemento sia il fulcro
di una buona avventura, al pari di ogni pezzo di equipaggiamento
potenzialmente in grado di alterare sostanzialmente gli equilibri di
una campagna di gioco.
A questo punto non mi
resta che augurarvi buon divertimento; magari fatemi sapere com'è
andata e che uso ne avete fatto.
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