La pistola mitragliatrice (o
carabina/moschetto
automatico o
mitra per
brevità) è un'arma portatile, leggera, che spara munizioni da
pistola
automatica,
prive cioè di fondello con orlo sporgente – come quelle in uso per
le rivoltelle/pistole a tamburo – dotata di caricatore amovibile e
in grado di sparare a raffica in modo completamente automatico, come
la sua progenitrice più grande, la mitragliatrice.
Viene
introdotta di solito agli inizi del LT
5,
un
periodo di grande sperimentazione e di transizione rispetto alle armi
a ripetizione ordinaria, cioè ad azionamento manuale mediante
otturatori girevoli e/o scorrevoli, nel momento in cui si percepisce
la necessità, per le forze combattenti, di un'arma simile alla
mitragliatrice ma decisamente meno pesante ed ingombrante, specie
nelle situazioni di combattimento ravvicinato in spazi ristretti come
nella guerra di
trincea che
si sviluppa spesso in quel periodo, a seguito dell'adozione
generalizzata di armi automatiche pesanti e di artiglierie a tiro
rapido con granate dirompenti o shrapnel
che
rendono un suicidio i movimenti allo scoperto delle fanterie, prima
della motorizzazione e meccanizzazione dell'esercito.
Di
li a poco la pistola mitragliatrice si afferma anche come scopa
per
ripulire le
aree urbane presidiate dal nemico, dove il fucile d'ordinanza è
troppo ingombrante per essere adoperato con efficacia, così come, in
tempo di pace e prima di una sua severa regolamentazione, diviene
l'arma d'elezione per malviventi ben avviati e per i sicari del
crimine organizzato e solo in un secondo tempo, in risposta alla
minaccia di banditi armati di mitra,
viene
adottato anche
dalle
forze dell'ordine.
In
questo primo periodo, l'arma è riconosciuta maggiormente col nome di
moschetto
automatico,
in quanto somiglia in effetti ad un fucile accorciato, con cassa e
calciatura fissa in legno, come un fucile convenzionale, ma con un
caricatore di grande capacità inserito solitamente dal lato sinistro
ovvero dal basso, tra la guardia del grilletto e il paramano. Dal
momento che le cartucce da fucile del periodo sono di grandi
dimensioni e molto potenti, i progettisti adottano le munizioni da
pistola automatica del periodo, più corte, leggere e decisamente
meno potenti.
Accoppiate ad un'arma compatta e relativamente leggera, producono un
arma automatica controllabile anche nel tiro a raffica e con una
gittata tripla o quadrupla rispetto ad una pistola.
Le
specifiche per i modelli LT
5 sono
le seguenti:
Arma LT Gittata Danno Auto Rinculo Massa Caricatore
moschetto
automatico 5 arma d'assalto 3d6 6 0 4,20 kg 32
il
modello rappresentato è il capostipite di tutte le pistole
mitragliatrici (se non si considera l'italiana Villar Perosa che è
però un'arma “ibrida” più affine ad una mitragliatrice leggera
– e come tale adoperata – che ad un mitra “classico”), la
tedesca Bergman MP18 adottata
verso la fine della I Guerra Mondiale e poi modificata nel periodo
post-bellico come MP28 I/II con l'adozione di un caricatore amovibile
a scatola di tipo convenzionale al posto dell'originario caricatore
“a chiocciola”.
Le
armi del periodo adottano generalmente caricatori di due tipi: a
tamburo e
a
scatola,
i primi sono preferiti per il grande volume di fuoco che permettono
di sviluppare, in quanto contengono di solito 50/100 colpi (le armi
russe si stabilizzano da subito su un caricatore a tamburo da 71
colpi) ma sono anche pesanti, ingombranti e non molto amati dalle
truppe coinvolte nelle operazioni di pattuglia o nei combattimenti
urbani in quanto rumorosi; i secondi – che diverranno di lì a poco
lo standard universale – contengono dalle 20 alle 40 cartucce, con
una trentina di colpi per le armi che usano cartucce tra gli 8 e i 9
mm di calibro e 20/25 per le armi che usano cartucce di calibro
maggiore con eccezioni notevoli come i caricatori Carl
Gustav da
50 cartucce cal. 9mm Parabellum adottati da svedesi e finlandesi per
i moschetti automatici Suomi.
Il
periodo successivo (LT
6)
vede la maturità e lo sviluppo della seconda
generazione di
questa classe di armi, che assumono connotati e caratteristiche più
tipici delle pistole
mitragliatrici vere
e proprie: costruzione (quasi) interamente metallica, con calciatura
ridotta ad uno scheletrato metallico, pieghevole o ribaltabile lungo
il fusto o sotto il corpo dell'arma, con impugnature e paramano in
materiale plastico.
In questo periodo scompaiono quasi del tutto i
caricatori a tamburo, mentre i modelli più avanzati vedono lo
spostamento del caricatore all'interno dell'impugnatura a pistola
dell'arma, come per le più comuni pistole automatiche; il caricatore
viene così a trovarsi nel baricentro dell'arma, che diviene più
corta e compatta e più controllabile nel tiro a raffica.
Arma LT Gittata Danno Auto Rinculo Massa Caricatore
pistola
mitragliatrice 6 arma d'assalto 3d6 6 0 3,60
kg 25/32
il
modello rappresentato è la celeberrima UZI
israeliana,
prodotta all'indomani della II Guerra Mondiale dal maggiore Uziel Gal
che incorpora nel suo disegno parecchie caratteristiche
rivoluzionarie, come l'otturatore avvolgente/telescopico – che
permette di ridurre la lunghezza generale dell'arma a parità di
lunghezza di canna – il summenzionato caricatore in posizione
baricentrica nell'impugnatura a pistola e un calcio metallico
pieghevole che può essere anche rimosso del tutto ovvero sostituito
con un calciolo fisso in legno di forma convenzionale.
Con
il LT
7 la
pistola mitragliatrice diventa l'arma d'ordinanza delle forze
paramilitari e di polizia, eccetto che in quelle nazioni che non
vedono di buon occhio che le loro forze dell'ordine facciano uso di
armi automatiche; il loro livello di sofisticazione le rende anche le
armi d'adozione per le unità delle Forze
Speciali,
specie di quelle coinvolte in attività antiterrorismo, dove l'uso di
un'arma di grande potenza in una situazione con ostaggi non è
desiderabile per il pericolo posto da un eventuale rimbalzo o dalle
pallottole vaganti.
La configurazione dell'arma ha assunto le sue
caratteristiche definitive in una delle due forme, quella con
caricatore inserito anteriormente alla guardia del grilletto ovvero
nell'impugnatura a pistola ed il mercato si divide 50/50 tra i due
modelli.
Si afferma l'uso sempre più massiccio di materiali
sintetici nella costruzione del fusto e delle forniture, oltreché
dei caricatori. Nel contempo, compaiono sul mercato modelli sempre
più leggeri e compatti, a volte poco più grandi e pesanti delle
comuni pistole automatiche; ideate per l'uso discreto o sotto
copertura da parte delle forze dell'ordine, divengono invece le armi
d'elezione dell'elemento criminale, che ne apprezza la facilità di
occultamento e l'elevato volume di fuoco, nonostante ne risenta
enormemente la precisione.
Arma LT Gittata Danno Auto Rinculo Massa Caricatore
pistola
mitragliatrice 7 arma d'assalto 3d6+2 5 0 2,10
kg 30
l'esemplare
illustrato è la recente UMP della Heckler & Koch, camerato nei
calibri 9 mm Para, .40 S&W e .45 ACP ed è rappresentativa delle
pistole mitragliatrici leggere di ultima generazione, dal disegno
convenzionale ma realizzata pressoché interamente in tecnopolimero.
Tra
il LT
7 e
il LT
8 ci
si comincia a discostare dal calibro 9mm finora universalmente
adottato, con l'introduzione di munizioni più nuove e potenti e di
calibro maggiore, attorno ai 10-11 mm, ovvero si afferma la tendenza
alla miniaturizzazione con l'introduzione di nuovi microcalibri
–
tra i 5 e i 6 mm di diametro – con cartucce a
collo di bottiglia come
quelle dei fucili.
Anche dimensioni e pesi continuano a ridursi, grazie
all'uso di nuovi materiali sintetici sempre più robusti ed evoluti,
con calciature ergonomiche e sistemi di alimentazione dall'alto,
mentre sistemi di controllo della raffica rendono le armi più
controllabili; la capacità dei caricatori aumenta sensibilmente,
passando dai 30 ai 50 colpi di media, com'era al principio ma con un
ingombro e un peso che sono solo una frazione rispetto ai vecchi
caricatori a tamburo del LT 5.
Arma LT Gittata Danno Auto Rinculo Massa Caricatore
pistola
mitragliatrice 8 arma d'assalto 3d6 6 0 2,54
kg 50
l'arma
rappresentante della generazione del XXI secolo è la belga FN
P90 realizzata
interamente in polimero, adotta le nuove munizioni 5,7*28mm ad alta
velocità, in grado di penetrare un giubbotto antiproiettile standard
a 200 metri e dal potere lesivo micidiale.
Usa
caricatori inseriti orizzontalmente lungo il corpo dell'arma da 50
colpi di capacità e l'altissima celerità di tiro unita al
bassissimo impulso di rinculo, permette di sparare lunghe raffiche
estremamente precise nonostante il peso bassissimo (3 kg carica)
dell'arma.
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Di
solito sono abbastanza contrario all'introduzione di armi da fuoco
automatiche nei giochi di ruolo, a meno che non si tratti di
ambientazioni storiche e/o militari, perché sono troppe le occasioni
di abuso che di queste armi fanno regolarmente master e giocatori,
così come non ho mai capito perché vengano introdotte ad ogni piè
sospinto nella stragrande maggioranza dei giochi, anche in quelli che
vogliono essere “realistici” ma che così di realistico hanno ben
poco, a meno che i personaggi non abbiano una ragione plausibile per
possedere/adoperare hardware
militare in
un contesto civile, non appartengano alle forze dell'ordine ovvero
alla malavita, visto che – in genere – non
è
realistico che dei comuni cittadini possano procurarsi, figuriamoci
acquistare,
delle
armi automatiche.
È
però vero che nell'ambito di Traveller™
i
personaggi nel corso delle loro peregrinazioni, finiscono spesso e
volentieri per avere a che fare con situazioni al limite, al di fuori
della giurisdizione imperiale, oppure trovarsi a lavorare per conto
di qualche corporazione o unità mercenaria che opera sotto charter
imperiale, quando non per la stessa l'autorità imperiale.
In
tutti questi casi è possibile
che
possano acquisire (o impadronirsi) di mitra, fucili d'assalto o
mitragliatrici; l'importante è che master e giocatori usino sempre
un po' di buon senso, perché anche nel lontano futuro di Traveller™
le
società civili in tempo di pace (e le autorità in generale) non
vedono di buon occhio chi gira armato fino ai denti, anche in
situazioni di frontiera o in società con un basso livello
legale,
e le ripercussioni per l'uso (o il possesso) non
autorizzato di
ordigni distruttivi al di fuori di un contesto bellico è causa buona
e giusta per far calare sulle zucche dei personaggi giocanti la longa
manus della
giustizia... rivestita con un guanto
corazzato!
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