Nonostante
quello che pensano molti abitanti della desolazione
post-apocalittica, non tutti i congegni degli Antichi erano dei
leviatani altamente distruttivi.
Certo,
il vertice della tecnologia bellica in mano alle forze armate durante
l’Ultima Guerra era spaventoso; la sua devastante potenza è
testimoniata dai ruderi e dai relitti che costellano la desolazione
ancora oggi nonché dalle reliquie spesso e volentieri dissotterrate
ed impiegate da guerrieri, avventurieri e mutanti.
Eppure,
anche in quell’era di meraviglie iper-tecnologiche, tra le tante
stranezze che
caratterizzavano gli Antichi c’era quella che vedeva la diffusione
pressoché ubiquitaria, di armi considerate
già a quel tempo antiche, di
piccolo calibro per gli usi più svariati, principalmente sportivi
e venatori.
In
questo campo, una munizione regnava incontrastata: la calibro
.22 Long Rifle una
cartuccia sviluppata niente meno che nel XIX secolo dell’Era
di prima, sfruttata
sia nelle pistole che nelle carabine, diffusissima in tutto il mondo
ed estremamente economica.
tipico esemplare di "replica" di arma d'ordinanza, la Chiappa M9-22 è realizzata in lega leggera, con canna lunga 132mm, per 1050 grammi di peso. La capacità del caricatore amovibile è di 10 cartucce. |
Impiegata
pressoché universalmente per le competizioni sportive - famosissime
le gare che si svolgevano durante le antiche competizioni note come
“olimpiadi” – era usata presso molti degli imperi degli
Antichi, specialmente nell’Impero
Ammerrekano,
anche per la caccia ad animali di piccola taglia, come conigli,
scoiattoli, topi, castori, tacchini e via discorrendo.
Molto
diffuse erano poi, specialmente presso gli eserciti e le “forze di
sicurezza” meno sofisticate, le armi o i kit
di conversione
che permettevano alle reclute di addestrarsi dal vero,
al poligono, impiegando al posto delle costose munizioni d’ordinanza
le ubiquitarie cartucce calibro .22LR.
Un
altro uso, tutt’altro che lusinghiero, era poi come arma
da assassinio;
nel corso della storia degli Antichi, si narra che fossero state
uccise più persone nel mondo da armi calibro .22LR
che da qualunque altra arma, antica o moderna.
Questo
perché le caratteristiche della munizione ben si prestano all’uso
dissimulato, potendo essere tra l’altro impiegate anche con armi di
basso prezzo di qualità infima – tipo usa
e getta –
con la possibilità di adoperare con
successo soppressori
anche “di fortuna”.
Tipica delle carabine "a leva" stile-Winchester, questa LA-322 ha una canna lunga 47 cm, pesa 2.3 kg ed ha un caricatore tubolare integrale sottocanna con una capacità di 15 colpi. |
Secondo
alcune fonti storiche, in più di un’occasione rivoltosi e
malviventi avevano affrontato le forze della legge o dei regimi
autoritari degli antichi, usando armi di fortuna dette Zip
Guns realizzate
con poco più che pezzi di tubo metallico, spilli ed elastici;
inutile dire che la munizione usata in questi primitivi implementi
fatti in casa era sempre l’ubiquitaria .22LR!
Paradossalmente,
quando il caos della Caduta
investì il Mondo
di Prima,
nella corsa di tutti contro tutti all’accaparramento di armi di
ogni genere, la maggior parte dei sopravvissuti portò con sé ogni
tipo di arma, saccheggiando per prima cosa quel che restava degli
arsenali militari ovvero prelevando le armi direttamente dai corpi
dei soldati caduti; altri ancora diedero l’assalto a negozi ed
armerie, acquistando o depredando ogni tipo di arma, lunga o corta,
ad energia, gauss o a proiettili di medio-grosso calibro, più
che per vera necessità, per una diffusa
sensazione di sicurezza psicologica, lasciandosi dietro, se non in
rarissimi casi, tutta una panoplia di pistole e carabine dell’inutile
calibro
.22LR e quantitativi spropositati di munizioni.
Allo
stesso modo, anche chi godeva di cospicue collezioni e/o possedeva
diversi tipi di arma da fuoco, al momento della fuga, dovendo
scegliere cosa portare con sé, spesso e volentieri si lasciava
dietro gli insignificanti
giocattoli
calibro .22LR…
solo chi non aveva scelta (possedendo già una calibro .22 ed avendo
a disposizione solo quella) o alcune persone particolarmente
avvedute, scelsero invece di portare con sé solo armi di calibri
particolarmente diffusi, comprese queste armi leggere di piccolo
calibro.
Perché,
come dice l’antico adagio: “è
meglio un centro con una .22 che un liscio con una .44”
senza contare che le cartucce calibro .22LR erano (e sarebbero
rimaste prevedibilmente) reperibili pressoché ovunque
ed in enormi
quantitativi,
visto che si trattava della munizione più
comune al mondo.
È
anche vero che molti dei più accorti tra i sopravvissuti avevano
preferito armi di altri calibri altrettanto comuni per una ragione
estremamente pratica: le munizioni a
percussione centrale,
al tempo ubiquitariamente in uso, possono essere facilmente
ricaricate
utilizzando propellenti, proiettili ed inneschi sciolti, mentre le
cartucce rimfire
(ad innesco/accensione anulare) come
le .22LR purtroppo
sono del tipo usa
e getta;
una volta esplose si può solo riciclarne
il materiale del bossolo ma non possono (o è estremamente
antieconomico) essere ricaricate.
Comunque
sia, il tempo e l’uso hanno fatto si che la stragrande maggioranza
delle armi da fuoco moderne scomparisse nel nulla, quando delle
particolari munizioni che impiegavano si esaurirono gli stock; chi
era in grado di ricaricarle preferì concentrarsi sui (pochi) calibri
usati universalmente e che – bene o male – si trovano in uso
ancora oggi oppure, come i famigerati anacronisti
creativi
ed i vari gruppi di survivalist,
si dedicarono alla fabbricazione e all’uso di armi antiche, a
polvere nera.
L’entità dei ritrovamenti è tale che queste antiche armi stanno
tornando in uso anche perché chi le ha adoperate ha dimostrato che –
alla faccia del piccolo calibro e della inferiore potenza della
munizione – un paio di colpi bene assestati possono avere ragione
della stragrande maggioranza delle minacce circolanti nella
desolazione, specialmente quelle costituite dai perniciosi bipedi –
puri o mutanti – che infestano l’orbe terracqueo.
sezione di una cartuccia .22LR, con pallottola in piombo nudo (parte grigia superiore), la carica di polvere e il composto fulminante nell'orlo del fondello (in verde). |
Come
stanno le cose? Ovviamente,
tutto quello che è riportato nella prima parte del post è reale o
realistico, nel senso che le informazioni di carattere storico sono
fondate sulla realtà oggettiva dei fatti, mentre il resto è
ovviamente una speculazione, ragionevolmente basata sui fatti
avvenuti in situazioni analoghe di pericolo grave in alcune parti del
mondo (come
in occasione di sommosse, conflitti civili, catastrofi naturali etc.)
durante le quali è stato dimostrato che chiunque ne abbia la
possibilità, cerca di impadronirsi dell’arma (apparentemente) più
potente disponibile per garantire la propria sicurezza, dimenticando
tutta una serie di fattori che sono invece solitamente bene impressi
nella mentalità del tipico “miliziano” o survivalist
(e regolarmente menzionate in tutti i manuali e prontuari di
sopravvivenza, specie quelli pubblicati negli Stati Uniti, dove sono
pressoché ubiquitari) dove
la necessità di difendersi da eventuali pericoli si accompagna
all’altrettanto fondamentale necessità di poter mettere qualcosa
in pentola ed è assai difficile farlo (a meno di dare esclusivamente
la caccia a cervi, camosci, alci e cinghiali, sempre se ce ne sono!)
sparando ai conigli con un fucile di medio o grosso calibro!
In
queste situazioni, la persona avveduta porta sempre con sé un’arma
leggera, di piccolo calibro, le cui munizioni sono adatte alla
bisogna, leggere e soprattutto economiche, tutte caratteristiche di
una calibro .22LR appunto.
Parlando
ora della storia di questa munizione, essa venne realizzata negli
anni ‘80 del XIX secolo dall’americana J.
Stevens Arms & Tools Company,
basandosi sulla precedente cartuccia .22
Corta
elaborata dai celeberrimi Horace
Smith e
Daniel Baird
Wesson
per la loro rivoltella Primo
Modello
nel 1857; praticamente la prima cartuccia metallica moderna.
Come detto nella prima parte del post, le cartucce calibro .22 sono
oggi come oggi le uniche modernamente prodotte che facciano uso
dell’accensione anulare. In pratica, l’innesco non si trova in
una capsula montata centralmente sul fondello ma nell’orlo
ribattuto sporgente della cartuccia, questo perché, originariamente,
questo genere di munizioni è stato elaborato per l’uso in pistole
monocolpo e nelle rivoltelle, passando successivamente alle carabine
a ripetizione a leva, a pompa o ordinaria ad otturatore, tutte armi
che “digeriscono” o necessitano di munizioni con orlo sporgente
per far presa sulla culatta e non scivolare nella camera di scoppio.
Col
tempo ci si è resi conto che funzionavano perfettamente anche nelle
armi a ripetizione automatica, sia pistole che carabine, e questo ha
fatto si che divenissero le cartucce più usate in assoluto per
l’addestramento ed il tiro indoor
sia ad uso ricreativo che sportivo.
A
partire dal XX secolo, la .22 Long Rifle
ha acquisito la preminenza assoluta e non esiste oggi nazione che
fabbrichi armi o munizioni che non abbia in catalogo una o più
cartucce in questo calibro.
Tra
l’altro, proprio a causa delle ridotte dimensioni e dei materiali
impiegati, oltreché per il fatto di non essere prodotte per il
riutilizzo, le cartucce calibro .22LR sono prodotte e distribuite a
milioni
e vendute a pochi centesimi cadauna.
Per
quanto riguarda invece le armi in grado di spararle, non basterebbe
un libro per elencare tutti i modelli prodotti, in passato come oggi,
in questo calibro, in quanto si tratta – come già detto – della
cartuccia più usata in ambito sportivo internazionale, così come è
una delle più utilizzate in assoluto per la familiarizzazione e per
l’addestramento delle reclute presso i maggiori corpi militari e di
polizia al mondo, che adoperano armi d’ordinanza
opportunamente
convertite
per sparare le calibro .22LR.
Allo
stesso modo, la maggioranza delle aziende che fabbricano armi hanno
un qualche modello camerato per la calibro .22LR ed oggidì abbondano
le repliche
di armi militari famose realizzate per questa cartuccia, che sono tra
l’altro (con qualche notevole eccezione) estremamente economiche.
Carabina Henry Pump Action .22LR tipico esempio di fucile con funzionamento "a pompa", serbatoio integrale tubolare da 15 colpi, canna lunga 61 cm e peso di 2.3 kg. |
Nella
parte più specificatamente ludica dell’articolo, esamineremo degli
esempi che possono essere utilizzati dai personaggi di Mutant Future™
ad illustrare le svariate tipologie di armi disponibili per questa
particolare cartuccia, dal momento che – in generale – le
specifiche di gioco sono pressoché identiche per quanto riguarda le
prestazioni in termini di danno/gittata; quel che cambia sono solo le
capacità dei caricatori/serbatoi, la tipologia di
funzionamento/grilletto e la relativa cadenza di tiro.
Caratteristiche
della munizione: non
esiste in realtà oggi un tipo standard
di cartuccia calibro .22LR, ve ne sono per tutte le esigenze: dalle
high-velocity alle
subsoniche, passando per le versioni match
(da
gara) alle Stinger
(un
tipo per fucili da caccia ad alta velocità con pallottole ramate).
Quella
che prenderemo in considerazione, in quanto esempio universale, è la
cartuccia così come progettata quando venne immessa sul mercato nel
1887.
Si
tratta dunque di una cartuccia rimfire
(a
percussione anulare) che
spara una pallottola in piombo pieno del peso di 2,6 grammi del
calibro di 5,66mm da un bossolo lungo 17mm con una carica di 0,16
grammi di polvere infume, alla velocità di 350 m/sec. con un’energia
alla volata di circa 160 joules.
La
gittata massima della cartuccia, se sparata con un’angolazione di
30°, è di circa 1000 metri ma quella effettiva, nelle carabine da
gara, è di 150 metri al massimo, che si riducono a circa 80 metri
nelle carabine per tiro informale e/o da caccia e in 40 metri massimo
se esplose da pistole e rivoltelle con canna da 127 o 152 mm (5 o 6
pollici, in pratica quelle standard
costituenti
il 90% di quelle in uso/produzione oggi).
Note
per il Mutant Master: siamo
arrivati dunque alla parte ludica del post, dove esamineremo l’uso
che si può fare delle armi calibro .22LR; come preannunciato
poc’anzi, viste le caratteristiche della munizione, le prestazioni
delle varie tipologie di armi cambiano assai poco tra i vari modelli.
Ovviamente,
tutte le armi appartengono
alla categoria
armi da fuoco
primitive
e
possono essere suddivise nelle due categorie maggiori delle armi
corte
(pistole e rivoltelle) e armi
lunghe (fucili
e carabine):
arma danno tipo gittata
norm/max
pistola, .22LR 1d8 normale 40/80
fucile, .22LR 1d8 normale 160/320
per quanto riguarda le
caratteristiche delle varie armi, sono riportate nelle didascalie
alle varie fotografie, in quanto le uniche specifiche che variano
sono in generale la capacità e la tipologia del
caricatore/serbatoio, la lunghezza ed il peso.
Come avrete notato, mancano però
tutte quelle armi appartenenti alla categoria: armi
sportive/da tiro a segno, questo
perché, pur esprimendo il massimo della tecnologia per questa classe
di armi, a differenza delle altre tipologie riportate, non hanno la
stessa durevolezza e robustezza delle armi “comuni”, essendo
costruite per le prestazioni, più sofisticate e quindi decisamente
più fragili rispetto a quelle realizzate per l’uso ricreativo e/o
venatorio.
È quindi perfettamente plausibile
che – nell’era del dopobomba – possano essercene ben poche in
condizioni utilizzabili (a meno di avere molta fortuna e trovare, per
esempio, un deposito intatto di un’antica armeria sportiva) e
comunque sono assai mano comuni (in quanto specialistiche ed
estremamente costose) rispetto alle armi destinate invece all’uso
intensivo all’aria aperta decisamente più popolari ed economiche.
Nota:
tutte
le armi presentate nel presente articolo sono modelli rappresentativi
appositamente selezionati dall’edizione 2016 dell’Annuario
Armi e
quindi regolarmente in commercio oggi;
non si tratta di armi antiche e/o storiche, questo per dare il senso
della diffusione e della modernità di quello che i nostri personaggi
potrebbero trovare (o veder usato contro di loro!); per questo non
sono pezzi da museo ma cose che si possono trovare regolarmente nelle
armerie, nei negozi specializzati ergo
negli scantinati e nelle case degli Antichi, magari chiuse in
vetrinette ed armadi blindati e con tanto di munizioni – magari
diverse centinaia
di
colpi – a portata di mano.
Allo
stesso modo, le munizioni, a meno di rinvenirne piccole quantità in
scatole di cartoncino, potrebbero essere rinvenute a centinaia o a
migliaia per volta nei depositi di antiche armerie, negozi e
magazzini, questo perché le calibro .22LR venivano solitamente
vendute in confezioni da 100+ cartucce, addirittura in lattine
con apertura a strappo non dissimili dalle scatolette di tonno, in
secchielli di plastica da 250-500 cartucce e più ovvero in cassette
metalliche (dalle 1000 alle 10mila cartucce per volta!).
Questo
fa si che – anche presso gli insediamenti ed i bazar meglio avviati
– sia possibile trovarne in commercio (sia armi che munizioni)
anche se, in questo caso, le cartucce verranno quasi certamente
vendute/scambiate su base singola, anziché all’ingrosso (si tratta
pur sempre di reliquie
degli Antichi).
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