Ebbene
si, per la serie: le vecchie glorie non muoiono mai,
c'è un nuovo sceriffo in città, o meglio, c'è una nuova arma in
giro per le devastate lande post-apocalittiche rinata appositamente
per turbare i sonni dei cattivi e dare ai personaggi giocanti il
brivido di essere i John Wayne del dopobomba.
Parliamo,
caso mai non si fosse intuito, del più classico tra i classici delle
armi anticarro,
riesumato da un ignoto ricercatore che ne ha rinvenuto un esemplare
in perfette
condizioni
durante uno scavo in una collina artificiale, rivelatasi poi un
antico museo,
sepolto sotto diversi metri di terra e ceneri, dedicato alla scienza
e alla tecnica – ancorché piccolino – ma ricco di reperti
interessanti... e riproducibili.
L'oggetto
era infatti accompagnato da una estensiva bibliografia
riguardo
il suo uso e le sue funzioni, nonché dei disegni
grazie ai quali un intraprendente (e lungimirante) mercante ha potuto
realizzarne delle copie pressoché identiche, se non nei materiali,
nella forma e nella sostanza.
Nato
durante
la 2a
Guerra
Mondiale ad opera del colonnello Skinner e del tenente Uhl
dell'esercito degli Stati Uniti, il lanciarazzi
anticarro M1
da 60mm fu una vera e propria rivoluzione nell'ambito delle armi
portatili per la fanteria; mise in grado per la prima volta nella
storia il soldato comune di affrontare (e sconfiggere) l'allora
sovrano del campo di battaglia: il carro armato.
Nella
sua forma più basilare, non è altro che un tubo
vuoto
aperto alle estremità, dotato di un meccanismo di accensione
elettrica attivato da una normale pila elettrica collegato ad un
grilletto montato su una rozza impugnatura a pistola, nel quale si
inserisce – dalla parte posteriore – un proietto dotato di
propulsione a razzo; la pressione sul grilletto chiude un semplice
circuito elettrico che accende la carica di lancio contenuta nella
coda del razzo.
Una
volta acceso, il motore a razzo spinge il proietto fuori dal tubo
fino al bersaglio; al momento dell'urto con il bersaglio, una
semplice spoletta
piezoelettrica provoca
l'esplosione della carica
cava
nell'ogiva, che penetra con un dardo
di gas e metallo incandescente
la corazza d'acciaio.
Se tutto va per il verso giusto, il dardo perfora da
parte a parte la corazza e produce un'esplosione all'interno, magari
colpendo le munizioni nelle riservette oppure incendiando il
carburante nel serbatoio, distruggendo così il carro armato.
La
carica cava
fu una scoperta del prof. Charles
Edward Monroe
che ne formulò il funzionamento nel 1880; in pratica viene praticata
una cavità
in
una carica di esplosivo, che viene poi rivestita con un metallo denso
(di solito si usa il rame).
La
cavità fa si che al momento dello scoppio, l'energia dell'esplosione
venga focalizzata
in avanti, contro il rivestimento di rame; questo a sua volta produce
il getto
perforante
di particelle metalliche e gas che, muovendosi ad una velocità di
svariati chilometri
al secondo, provoca
la perforazione della lastra metallica della corazza.
Lo
spessore
di
acciaio perforato dipende dalla quantità
di
esplosivo adoperato (e dalla sua potenza...) e dal diametro
della carica cava: maggiore il diametro dell'ogiva, a parità di
esplosivo, maggiore lo spessore perforato.
Ci sono in realtà numerose variabili e modalità per
rendere inefficace (o meno efficace) una testata a carica cava, ma
esulano dal nostro discorso.
Tornando
(letteralmente) a bomba, la... nuova
versione
post-apocalittica di questo grande classico è realizzata in officine
artigianali con materiali spesso poveri o riciclati.
Data però la semplicità del disegno, la cosa non è
particolarmente importante e il bazooka si comporta egregiamente,
anche se le sue prestazioni, rispetto all'originale, non sono proprio
irresistibili.
Il
tubo, realizzato in lega metallica, completo di impugnatura a pistola
e poggiaspalla in legno, ha un diametro di 60mm è lungo 1,5 metri e
pesa all'incirca 7 kg; il razzo
è lungo
55 centimetri e pesa circa 1,6 kg.
Per
l'accensione del razzo, il fabbricante ha avuto il colpo di genio di
utilizzare, al posto dei contatti elettrici originali, due filamenti
in Duralloy™
che
scoccano la scintilla per l'innesco del proiettile a razzo grazie ad
una cella a
energia
standard, sufficiente per un centinaio di lanci.
Il
modello originale di razzo utilizzava per la testata una carica di
0,23 kg di un esplosivo noto come pentolite
che – ovviamente – non è più né prodotto, né reperibile.
Al
suo posto i fabbricanti hanno usato una carica un po' più pesante
riempita con una versione home
made del
tritolo,
che sebbene meno potente è (relativamente) più facile da produrre
ed è più malleabile, mentre il rivestimento metallico per la cavità
è stato realizzato con lamine di ogni metallo possibile ed
immaginabile al posto del (raro) rame.
Il
propellente per il razzo è composto da polvere
nera macinata
grossolanamente, come la carica di lancio per gli odierni fuochi
d'artificio.
Il
tutto avrebbe
le seguenti prestazioni (nel mondo “reale”):
gittata
operativa 100 metri, massima 200 metri
penetrazione:
8,5 cm di acciaio omogeneo
raggio di
scoppio: 9 metri c.ca
M1(bis) Bazooka
missile: danno: gittata
norm./max. Raggio di scoppio peso:
razzo
60mm 3d8* 330/660 ft. 30 ft. 3,5 lbs.
Nota:
le distanze ed i pesi sono riportati in piedi
e libbre per
coerenza con il sistema di misurazione adottato in MF.
*
trattandosi di un'arma perforante, il razzo riduce
la CA del bersaglio
principale di 3 livelli (es.
- CA 3 diventa CA 6) infliggendo danni doppi a
causa dell'effetto della carica cava, mentre l'esplosione infligge il
numero indicato di danni a tutti i
bersagli nel suo raggio di efficacia.
Nota
per il Master:
se decidete di introdurre nel vostro gioco questo nuovo implemento di
distruzione, sappiate che, a differenza dei normali
artefatti
tecnologici, il bazooka non
si
trova in giro per rovine e catacombe, ma regolarmente in
vendita
nelle comunità più grandi e meglio rifornite. Il prezzo per il
lanciatore si aggira sulle 100
mo ma
il prezzo può fluttuare secondo le disponibilità e l'onestà del
mercante di un buon ±20%,
mentre i razzi costano circa 20
mo l'uno
(come sopra).
Certamente,
nel mondo di Mutant
Future non
è che ci siano poi tutti questi veicoli corazzati in agguato dietro
ogni angolo ma un'arma come il bazooka viene comunque utile anche
contro robot, mostri coriacei e armature potenziate; uno dei punti
deboli dell'arma è la spoletta
che
fa esplodere la carica esplosiva: realizzata artigianalmente, non è
del tutto affidabile e potrebbe non attivarsi.
Dopo
ogni attacco a segno, lanciate 1d6: se esce 1
la
testata è fasulla e non scoppia.
Questo
contro i bersagli rigidi
di cui sopra; in caso di attacco contro bersagli... morbidi
(cioè non così solidi o coriacei come – p.es. - gli esseri
umani)
un tiro di 1/3 vuol
dire che la testata non scoppia.
In questo caso il bersaglio subisce 3d6 di ferite per l'impatto ma
non c'è esplosione.
Buon divertimento.
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