martedì 19 aprile 2022

Have Gun, Will Travel - i due grandi rivali: lo Charleville e il Brown Bess, per The Armory

 Riprendiamo la nostra inconsueta rubrica con due tra le più iconiche armi lunghe della storia, che hanno dominato per più di 200 anni i campi di battaglia divenendo l’epitome della tecnologia a pietra focaia, per diffusione e utilizzo.

Parliamo ovviamente dei moschetti, cioè di quelle armi lunghe per fanteria che hanno fatto sì che le armi da fuoco si imponessero sui campi di battaglia, dopo un incipit lungo e travagliato, a partire dai primi, pesantissimi, modelli con acciarino a miccia – rimasti in auge fino al XVII secolo ed anche oltre, in alcune parti del mondo – quelli dei famosi Moschettieri del Re di Dumas, per poi approdare all’acciarino a pietra focaia e vedendo una cospicua riduzione in termini di peso e dimensioni, fino a divenire l’arma standard per la fanteria, anziché un ordigno per reparti specializzati che avevano bisogno della protezione di picchieri e alabardieri tra una scarica e l’altra, grazie anche all’introduzione della baionetta, che permetteva di trasformare il moschetto in una specie di picca, pur mantenendone intatta la capacità di sparare all’occorrenza.

Le due armi in oggetto sono i due grandi rivali che si sono fronteggiati per tutto il XVIII e buona parte del XIX secolo, prima dell’introduzione degli acciarini a percussione: il Brown Bess britannico e lo Charleville francese.

Entrambe queste armi hanno avuto uno sviluppo durato decenni attraverso tutta una serie di varianti e di modelli ma in definitiva – a parte alcune modifiche di dettaglio – hanno mantenuto pressoché invariate le caratteristiche fondamentali: si tratta di armi lunghe, a canna liscia, ad avancarica, caricate a polvere da sparo sciolta e palla in piombo.

il Brown Bess 

Il fatto che entrambe siano a pietra focaia vuol dire che occorre innescare l’arma prima del tiro versando del polverino fine (ricordate? La famigerata polvere nera FFFG) nello scodellino da cui parte la fiammata – prodotta dall’accensione della polvere per mezzo di scintille prodotte dallo sfregamento della pietra focaia sulla martellina in acciaio che copre lo scodellino – che attraverso il focone da fuoco alla carica di lancio nella canna sparando il proiettile sferico.

Un meccanismo tutto sommato semplice da produrre e mantenere, rimasto pressoché invariato per secoli, funzionale e piuttosto affidabile anche se non impervio agli elementi come erano invece il più sofisticato – e costoso – acciarino a ruota o il successivo acciarino a percussione.

Oltreché in giro per il mondo, al servizio delle ambizioni coloniali ed imperiali di Francia e Gran Bretagna, questi due moschetti si scontrarono faccia a faccia in numerose occasioni, specialmente in Nord America – durante la Guerra d’Indipendenza che porterà alla nascita degli Stati Uniti – ed in Europa, durante l’Era Napoleonica.

È interessante notare come il Brown Bess fosse lo standard anche tra i sudditi di Sua Maestà nel Nuovo Mondo ma che – allo scoppiare della summenzionata guerra – il neonato Esercito Continentale preferì avvalersi piuttosto dell’arma del “nemico” francese, ritenuta senza dubbio migliore per robustezza e versatilità, tant’è che il primo moschetto ufficiale prodotto negli Stati Uniti fu proprio una copia pedissequa – denominata Springfield Modello 1795 – dello Charleville Modello 1777!

lo Charleville Modéle 1777

Tra l’altro, gli americani non furono gli unici a pensarla così, perché la maggioranza degli eserciti europei del periodo adottarono pressoché universalmente il moschetto francese come modello per le proprie armi nazionali, così che la stragrande maggioranza dei moschetti prodotti in Austria, Belgio, Russia, Olanda e Prussia sono de facto copie spudorate dello Charleville sotto altro nome.

Questo fa anche sì che quasi tutte le armi prodotte in questo periodo storico abbiano caratteristiche praticamente sovrapponibili, con differenze veramente minimali in termini di prestazioni generali.

Ora, a parte il significato storico di queste due armi, c’è una ragione ben precisa per cui ne parliamo oggi ed è che – tra tutte le armi di cui si hanno conoscenze storiche di prima mano – queste due hanno goduto di una certa… vitalità anche in epoca moderna, essendo le preferite tra i rievocazionisti – specialmente aldilà dell’Atlantico – e soggetto di numerose repliche realizzate in vari paesi (Italia in primis) e distribuite urbi et orbi presso appassionati di tiro informale con armi ad avancarica e collezionisti, tant’è che si calcola che ce ne siano in circolazione oggi più di quanti ce ne fossero nella loro epoca!

Le specifiche tecniche

Come detto più sopra, questi due moschetti, oltreché coevi, sono molto simili anche in termini di prestazioni e caratteristiche, che andiamo qui a riportare:

Modello

Charleville

Brown Bess

Calibro (nominale)

17,5 mm

19 mm

Calibro (effettivo della palla)

16,51 mm

17,50 mm

Anno di introduzione

1717

1722

Peso

4,6 kg

4,8 kg

Lunghezza

152 cm

148 cm

Lung. Canna

102 cm

116 cm

Numero di colpi

1

1

Funzionamento

Azione singola

Azione singola

Sistema di accensione

A pietra focaia

A pietra focaia

Caricamento

Avancarica, polvere e palla

Avancarica, polvere e palla

Sistema di sicura

Cane a mezza monta

Cane a mezza monta

Munizionamento

Palla 26,85 gm; carica 4,5 gm

Palla 32 gm; carica 4,5 gm


Entrambe le armi, nella versione militare, sono adattate all’uso di una baionetta a ghieralunga tra i 35 e i 40 cm – che si innesta sulla volata dell’arma tramite un manicotto cavo che si blocca attorno al mirino.

particolare dell'acciarino di un
Brown Bess
Come già accennato più sopra, i moschetti venivano caricati mediante l’uso di cartucce contenenti la carica di polvere pre-misurata e la palla; il moschettiere apriva (coi denti, più spesso che no) la cartuccia, versava un quantitativo minimo di polvere nello scodellino ponendo il cane a mezza monta – cioè in posizione di sicurezza – dopodiché versava il resto della polvere nella canna, seguito dalla palla e dal resto della cartuccia che agiva da stoppaccio, calcando il tutto con l’apposita bacchetta-calcatoio in dotazione.

Secondo la narrativa dell’epoca, per velocizzare la procedura di ricarica, era pratica abbastanza comune – almeno presso gli inglesi – versare polvere e palla in canna alla buona e assestare poi un paio di colpi col calcio in terra per compattare la carica.

I soldati più accorti – o meglio addestrati, come gli schermagliatori della fanteria leggera dei vari eserciti – preferivano invece una procedura di caricamento più accorta, usando piuttosto polvere sciolta e polverino più fine per l’innesco – contenuto in un’apposita fiaschetta da polvere – e inserendo la palla avvolta in una pezzuola oliata, cosa che produceva una migliore tenuta dei gas propellenti ed una maggior precisione sulla distanza.

Le gittate in combattimento, per questa classe di armi, sono veramente modeste, se paragonate alle armi moderne/contemporanee: difficilmente si va oltre i 100 metri e solo tiratori addestrati erano in grado di attingere un bersaglio entro i 275-300 metri, che era considerata la portata massima di un moschetto.

Secondo esperimenti condotti sia nel XVIII che nel XX secolo, tecnicamente la pallottola di un Brown Bess – con una robusta carica di polvere nera – può raggiungere velocità nell’ordine dei 550 m/s ed energie paragonabili a quelle delle moderne cartucce calibro .30/7,62 mm con gittate massime nell’ordine dei 1200 metri.

Cosa sia possibile colpire – con la dispersione tipica di un moschetto – a questa distanza è davvero tutto da vedere…


Le specifiche ludiche

Come sempre in questi articoli, veniamo adesso alla ciccia del discorso per quanto concerne l’uso di queste spingarde in ambito ludico, esaminando tutti i vari sistemi di gioco attualmente in uso su questa pagina. Come sempre partiamo da…


1) The Morrow Project

Per quanto concerne le avventure ambientate nell’universo post-apocalittico del Progetto, queste armi saranno sicuramente reliquie ovvero prodotti nuovi presso quelle comunità con cognizioni metallurgiche e chimiche sufficienti a produrre molle e altri componenti in acciaio e polvere pirica in grani. Le caratteristiche ludiche sono le seguenti:


NOME

Charleville Mod. 1777

Brown Bess

E-FACTOR

19

18

GITT. EFFETTIVA

100

90

GITT. MASSIMA

300

270

CADENZA DI TIRO

1 colpo/5 round

1 colpo/5 round


2) Call of Cthulhu/G.O.R.E.

Per quanti invece preferiscono usare integralmente il classico sistema Chaosium ovvero per coloro che vogliono svolgere le proprie avventure a caccia di orrori ultraterreni lovecraftiani in periodi storici antecedenti l’epoca vittoriana, queste che seguono sono le specifiche per i moschetti:


Abilità

Arma

Colpi/round

Danno

% base

Punti-danno

Gittata

Fucile

Charleville

1/2

1d10+1d4

20

15

50

Fucile

Brown Bess

1/2

1d10+1d4

20

15

45

Per ragioni eminentemente tecnologiche, i moschetti a canna liscia e pietra focaia sono obsoleti senza speranza in ambientazioni prettamente Steampunk se non come armi per eventuali popolazioni indigene primitive nelle parti più arretrate della Terra ovvero sui vari mondi del sistema solare per gli amanti della fantascienza romantica.

Ah, dimenticavo: i moschetti sono piuttosto affidabili in condizioni normali ma se abusati, mal tenuti, sparati continuamente senza pulizia ovvero in condizioni climatiche sfavorevoli (vento, pioggia, neve e quant’altro), tendono a fare cilecca su un tiro di 95/00%, così tanto per dire…


3) Traveller Classic/Cepheus Engine

Per quanto concerne questi giochi di fantascienza “spaziale” pura, valgono le note esplicative del post precedente: sarà assai probabile che queste armi, da lungo tempo obsolete, facciano parte del bagaglio della popolazione di qualche mondo tecnologicamente arretrato, piuttosto che dotazione standard di qualche parte dell’Impero o di una colonia.


Arma

LT

CdT

Gittata

Danno

Charleville/Brown Bess

3

1/2 round (TC)

1/5 round (CE)

Fucile a canna liscia

3D6


4) Starships & Spacemen

Anche qui valgono le stesse note riportate più sopra: i moschetti a pietra focaia si possono rinvenire su quei mondi alieni tecnologicamente assai più arretrati rispetto alla Confederazione, ergo in occasione di un viaggio nel tempo. Per quanto riguarda le specifiche, le due armi hanno prestazioni pressoché sovrapponibili:


Danno

Gitt. Corta

Gitt. Media

Gitt. lunga

attacchi/round

1d12

300 (90)

600 (180)

900 (270)

1/3

Nota: Le gittate sono espresse in piedi – come da regolamento/base di S&S – ed in metri, tra parentesi.

5) Mutant Future

Per il nostro gioco science-fantasy post-apocalittico preferito valgono le stesse note già espresse per TMP: i moschetti sono probabilmente una tecnologia riscoperta e standard presso quegli insediamenti che sono in grado di produrli, oltreché una merce regolarmente in vendita/di scambio tra le varie comunità della Desolazione; intere milizie cittadine potrebbero essere armate con questi implementi, così come le orde mutanti di Ulthar, in cui sono le armi-base per tutte quelle truppe che non possiedono al momento niente di meglio o più tecnologicamente avanzato.

Danno

Gitt. normale/massima

Tipo di grilletto

1d12

300/900 (90/270)

Normale (1/3 round)

Nota: le gittate sono riportate in piedi – come da regolamento standard di MF – tra parentesi sono riportate le gittate in metri.

Considerazioni e Note finali

particolare dell'acciarino di uno
Charleville Mod. 1777
Come sempre, parlando di ambito ludico post-apocalittico, questo genere di armi ben si presta ad essere facilmente riprodotto, per la semplicità di costruzione e di manutenzione e sarà con ogni probabilità una delle nuove armi realizzate in qualcosa che somigli ad una produzione di massa per tutte quelle genti e quelle nazioni che stiano riemergendo dalla Lunga Notte seguita alla Caduta della civiltà, tanto più che ve ne saranno in giro ancora parecchi, conservati in raccolte museali di mezzo mondo ovvero ancora in uso presso vari gruppi di quegli anacronisti creativi menzionati nell’introduzione.

In un ambito fantascientifico tout court, questo genere di armi è abbastanza standard presso tutte quelle culture che hanno sviluppato la tecnologia delle armi da fuoco ai livelli tecnologici più bassi, specialmente se si presuppone che abbiano seguito una curva di apprendimento simile a quella della Vecchia Terra – ipotesi saldamente alla base dei Livelli Tecnologici di Traveller e/o Cepheus Engine – sicché è possibile che gli esploratori del futuro possano incontrare queste spingarde su mondi diversi e lontani fra loro.

Un discorso a parte merita invece l’uso di queste armi in ambientazioni più storiche ovvero distopiche, dove queste armi – a meno che l’avventura non si svolga nell’epoca in cui questi implementi erano regolarmente utilizzati – saranno letteralmente dei pezzi da museo per essere ritrovati in giro, se non in collezioni o presso quelle popolazioni più arretrate principalmente in Asia e Africa. Per quanto concerne le ambientazioni più Steampunk abbiamo già detto, quindi non credo occorra aggiungere altro.

Visto il livello tecnologico piuttosto basso di questi moschetti, i più avventurosi potrebbero introdurli in ambientazioni fantasy come DnD/Labirynth Lord magari come ordigni più avanzati rispetto agli schioppi a miccia, magari per quelle comunità più hi-tech come nani, gnomi, coboldi etc. utilizzando le specifiche riportate per Starships & Spacemen piuttosto che quelle di Mutant Future.

Anche per questo post, le informazioni sono state estrapolate - per quanto possibile - dai seguenti Sacri Testi ergo dal sito web di uno dei maggiori produttori di repliche a livello internazionale: la Davide Pedersoli.

Nello specifico, i testi consultati sono stati:

  • Enciclopedia delle Antiche Armi da Fuoco, di A. E. Hartink ©White Star 2006
  • Catalogo Generale Pedersoli Armi
  • Manuale di ricarica Pedersoli Armi

Come sempre, spero di aver fatto una cosa utile, così come spero che abbiate modo di sfruttare queste “nuove” armi nel corso delle vostre partite. Vi attendo, come sempre, al prossimo post.


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