Dopo quattro settimane di viaggio, 3 delle quali passate in iper-sonno, finalmente la meta: la Stazione Mineraria AMC-11297 è davanti agli oblò del cargo.
Non appena sbarcati i personaggi vengono introdotti dall’amministratore dell’avamposto, tale Carter Walsh un uomo tanto affabile quanto viscido, l’epitome del manager corporativo e il suo capo della sicurezza – e diretto superiore del gruppo – il sovrintendente Dick Wachowsky un ex-sottufficiale dello U.S. Army (Nota: sì, esistono ancora alcuni stati-nazione sulla Terra ma la loro influenza non si estende oltre l’orbita bassa terrestre ovvero il territorio delle colonie extra-mondo di dette nazioni).
Il briefing operativo è breve e chiaro: come ha già detto loro Smith, qualcosa o qualcuno sta attivamente danneggiando o distruggendo gli assetti corporativi dell’avamposto. Da principio hanno pensato ad un’operazione di acquisizione ostile da parte di un’altra compagnia ma una ricognizione satellitare dell’intero planetoide non ha rivelato alcun altro avamposto o insediamento.
Tra l’altro, definire le condizioni ambientali esterne proibitive sarebbe un delicato eufemismo: nessuna forma di vita conosciuta potrebbe sopravvivere: l’atmosfera è presente solo in tracce, nelle vallate più profonde ed è comunque irrespirabile. La gravità in superficie è solo 0,15G – sono i generatori Weiss-Thorpe a rendere la gravità all’interno dell’habitat un più confortevole 0,75G – e non c’è acqua allo stato liquido, solo formazioni di ghiaccio in fondo alle valli meno esposte alla radiazione solare di Ross 47 e a quella proveniente da Ross-47-4, la gassosa gigante di cui questo planetoide è uno dei satelliti maggiori.
Resta quindi da capire chi stia attuando questi sabotaggi e perché ma soprattutto proteggere gli assetti della Compagnia, il personale della stessa ed i minatori (esattamente in questo preciso ordine, tra l’altro) da questi fantomatici aggressori. Questo è il compito per cui la squadra è stata assoldata e la AMC si aspetta che i risolviproblemi… risolvano il problema!
Incidente al sottolivello Gamma-4
Una volta che la squadra si è sistemata, comincia la routine di pattugliamenti attraverso il dedalo di gallerie e grotte sotterranee che compongono l’avamposto. La base è stata edificata all’interno di una serie di grandi caverne naturali, collegate con la superficie da un montacarichi industriale.L’esterno della struttura è un terminal per l’attracco delle navette di collegamento e per le astronavi-cargo che trasportano rifornimenti e personale alla stazione mineraria e prelevano i metalli ed i minerali estratti dalle miniere sotterranee semi-lavorati in barre o lingotti.
Già dal loro arrivo i personaggi percepiranno una certa diffidenza nei loro confronti da parte dei (pochi) coloni che frequentano il settore “corporativo” dell’avamposto; la maggior parte vive nei due principali insediamenti “civili” in altrettante, grandi caverne ampliate nel corso degli ultimi 15 anni, quando le vene di minerale si sono esaurite, ben separati dal settore centrale.
Di fatto le famiglie dei minatori vivono in quelle che possono essere definite come baraccopoli, costituite fondamentalmente da vecchi container dismessi e alcune unità abitative prefabbricate.
C’è un’atmosfera tangibile di malumore e di rabbia repressa, specialmente quando gli operai umani incrociano lungo i tunnel le squadre di operai androidi che si recano presso i terminali di manutenzione o che si dirigono verso i pozzi delle miniere ancora attivi.
Dopo un paio di giorni di questa routine, la squadra riceve un’allerta di massima priorità da Gyna-69 (la ginoide loro assegnata che non si scolla dal gruppo nemmeno a pagarla): è in corso un attacco in uno dei sottolivelli della miniera, il Gamma-4 per la precisione, sito di un trito-vagliatore impiegato per separare i minerali utili dalla massa delle rocce estratte dai tunnel della miniera.
Anzi, secondo le informazioni, forme di vita ostili stanno tentando di distruggere il trito-vagliatore e la squadra della sicurezza AMC inviata sul posto ha già subito delle perdite.
Una volta raggiunta l’area dell’incidente, i personaggi avranno lo shock delle loro vite: i pochi tecnici e gli uomini della sicurezza corporativa ancora presenti stanno lottando per le loro vite con mostruosità aliene mai viste prima.
I mostri avanzano emettendo grugniti e ruggiti animaleschi e colpendo i fuggiaschi con le loro propaggini ed emettendo scariche di energia che esplodono in violente fiammate all’impatto, una scena da girone infernale dantesco!
Nota per l’arbitro: a questo punto lasciate che i personaggi facciano il lavoro per il quale sono stati assoldati. L’intervento deciso della squadra provoca un primo sbandamento tra gli alieni, seguito da un tentativo di offensiva appena abbozzato che terminerà in un fuggi-fuggi generale non appena si cominceranno ad avere le prime perdite. Qualunque tentativo da parte della squadra di inseguire i mostri lungo i tunnel verrà presto frustrato: delle creature non c’è più traccia e in giro ci sono solo minatori sotto shock che implorano i personaggi di non sparare.
Agguato nel pozzo Numero 5
Apparentemente il gruppo ha finalmente scoperto i responsabili dei sabotaggi e degli atti vandalici e per quanto incredibile, si tratta evidentemente di creature aliene estremamente ostili verso gli esseri umani. A questo punto l’amministratore Walsh farà pressione perché la squadra stani gli ostili e li metta in condizioni di non più nuocere ma Wachowsky si mostra più prudente: mandare l’unica forza di reazione armata presente in tutta l’installazione a caccia di mostri in giro per le caverne senza avere prima un’indicazione chiara sulla loro posizione e sulla loro forza effettiva sarebbe a dir poco controproducente; si rischia che, mentre il gruppo è fuori a caccia, le creature si facciano di nuovo vive, magari in forze ed il luogotenente sa bene che le esigue forze a sua disposizione non dispongono delle armi letali necessarie ad affrontare quei mostri, né la Compagnia può pretendere che i suoi uomini eseguano il Manuale del perfetto morto per la Compagnia combattendo corpo-a-corpo con gli alieni!Ricomincia così una tesa routine di allarmi e falsi allarmi, fino a che non giunge una chiara segnalazione sulla presenza degli alieni in uno dei pozzi secondari della miniera, tra l’altro a metà strada tra gli insediamenti dei minatori; bisogna reagire prima che le creature trovino la strada verso le caverne abitate, provocando chissà quante vittime tra le famiglie dei lavoratori.
La squadra si reca rapidamente nel settore indicato dove in effetti vi sono segni inequivocabili della presenza degli alieni, sempre più chiari mano a mano che si avvicinano.Ad un tratto i mostri rendono manifesta la loro presenza ruggendo ed ululando mentre vandalizzano alcuni macchinari lasciati incustoditi.
Non appena la squadra si inoltra nel pozzo Numero 5 per affrontare la nuova minaccia, urla spaventose sopra e dietro di loro annunciano agli alieni la loro presenza: i mostri cominciano a disperdersi, mettendosi chiaramente al riparo mentre sui personaggi cominciano a piovere palle di fuoco, pietre e aculei.
Nota per l’arbitro: si tratta di un’imboscata in piena regola, organizzata ad arte per attirare il gruppo in un’area scoperta dove sono soggetti ad un tiro incrociato da parte di assalitori nascosti nei vari anfratti e nei tunnel secondari. Gli “alieni” stanno usando bottiglie molotov, lanciando pietre con fionde artigianali e scagliando dardi realizzati con segmenti di tondino di ferro acuminati da balestre realizzate con molle d’acciaio montate su manici di attrezzi da scavo. Tutti gli altri “mostri” brandiscono armi da mischia di circostanza ergo realizzate con attrezzi vari.
Il numero degli assalitori è pari a 10 volte quello dei personaggi ma 2/3 di questi sono armati solo con armi corpo-a-corpo, il resto è suddiviso tra frombolieri, balestrieri e lanciatori di molotov (ne hanno 2 a testa, esaurite le quali, si danno alla fuga).
Attentato al “Golden Lady”
Sfuggiti a quella che si è rivelata una vera e propria trappola, i personaggi hanno modo di leccarsi le ferite per un po’ di tempo, una pausa benvenuta che dovrebbe dar loro modo di pensare a quanto accaduto: i mostri sono organizzati e intelligenti e sono quasi riusciti a spazzar via il gruppo.Nei giorni seguenti non sembrano esserci ulteriori allarmi ed i membri della squadra che non sono stati ospedalizzati sono liberi di girare per l’avamposto.
Una cosa attirerà l’attenzione dei nostri: l’atteggiamento dei residenti nei loro confronti, molto più guardingo, sia da parte degli impiegati della Compagnia e dei liberi professionisti ed apertamente ostile da parte dei minatori e delle loro famiglie.
A quanto pare i personaggi non sono proprio gli eroi del popolo, nonostante tutti gli sforzi profusi finora per salvaguardare la sicurezza degli abitanti dell’avamposto!
Nota per l’arbitro: dopo
la battaglia i personaggi potrebbero cominciare a nutrire seri dubbi
su quanto sta accadendo, specialmente se si sono attardati a compiere
una ricognizione del luogo dell’agguato prima che le squadre di
manutenzione facciano piazza pulita di ogni prova. Altrettanto
sospetto è l’atteggiamento dei medici della Compagnia, che durante
l’intervento sui feriti, negano con vigore qualunque accesso ai
compagni d’armi. I
feriti stessi, una volta in infermeria, sono sottoposti a sedazione
profonda, una pratica quanto meno anomala per pazienti che non sono
in pericolo di vita.
Queste…
precauzioni sono dovute al fatto che, una volta separati dalla loro
ombra cibernetica
le percezioni dei personaggi tornano ad essere normali
e potrebbero benissimo rendersi conto che le loro eventuali ferite
sono state inflitte da armi/oggetti che di alieno non hanno nulla,
come ad esempio dardi
d’acciaio fatti
in casa
o
cocci di normalissime bottiglie...
Il top lo raggiungono una sera in cui tutta la squadra è riunita attorno ad un tavolo del Golden Lady, uno dei bar dell’avamposto frequentato pressoché esclusivamente dal personale della Compagnia.
Una delle cameriere con le ordinazioni dei nostri ha un piccolo incidente e parte dei beveraggi finisce a terra sui piedi dei nostri. La ragazza si scusa per l’accaduto, rimette in ordine le cose e si allontana per prendere le nuove ordinazioni.
A questo punto, uno dei personaggi si rende conto che c’è qualcosa sotto il loro tavolo, quando lo urta con un piede. Se reagiscono immediatamente, eviteranno di essere investiti dall’esplosione – abbastanza modesta, in realtà – e dalla raffica di dadi e bulloni scagliati dalla bomba artigianale che è stata fatta scivolare sotto il loro tavolo!
Ora, a meno che gli alieni adesso non siano in grado di assumere sembianze umane, qui si è trattato di un attentato in piena regola. Abbastanza ovviamente, della procace cameriera non c’è più traccia ed il personale del bar nega di aver mai visto prima quella ragazza.
Se la squadra si mette immediatamente in azione per indagare più a fondo, prima che la faccenda venga “presa in mano” da Wachowsky e dai suoi scagnozzi, i personaggi possono esaminare/trafugare i resti dell’ordigno e stabilire – prova di abilità in Demolizioni ovvero in Ingegnere con DM-2 (Difficile per CE) – che si è trattato di una bomba artigianale realizzata con un detonatore di quelli in uso per le cariche da mina, inserito in una bottiglia riempita di dadi e bulloni, qualcosa che potrebbe realizzare chiunque abbia un minimo di dimestichezza con le attrezzature da miniera.
Se uno o più dei personaggi è fisionomista – prova di Intelligenza – e pensa di accedere ai file del personale in amministrazione, scoprirà che la misteriosa attentatrice è una delle sex workers assoldate dalla Compagnia e quando non è in servizio, risiede negli alloggi riservati ai dipendenti nel complesso principale.
Nota per l’arbitro: se i personaggi dovessero usare le maniere forti con il barista o con il titolare dell’attività – possibilmente prima che arrivi la sicurezza corporativa e le squadre di soccorso, ergo se dovessero tornare per interrogare i tizi summenzionati, dopo un po’ di cortese persuasione verranno comunque a sapere che la tizia che li ha “serviti” è Mandy una delle “puttane della compagnia” ma che non avevano alcuna idea di cosa volesse fare, quando ha chiesto loro di lavorare ai tavoli in queste ultime sere.
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