venerdì 1 marzo 2024

La Villa dell’Orrore un’Avventura per The Morrow Project™/G.O.R.E.™ Parte Seconda

 


La Tenuta Works: cosa è noto…

Ovviamente, William Doors IV vuole assolutamente riuscire dove i suoi avi hanno miseramente fallito. Per questo motivo condivide con il Team tutte le informazioni in suo possesso sulla Tenuta, la misteriosa Villa e le minacce che essa custodisce e che la difendono dagli intrusi.

Tanto per cominciare, la tenuta consta di circa otto ettari di parco, ridotto per lo più ad un intrico di vegetazione d’alto fusto ed un denso sottobosco, il tutto recintato da un muro perimetrale alto 3 metri e sormontato da una fitta cortina di filo spinato del tipo concertina, militare (e dai buoni, vecchi, cocci di bottiglia inseriti nell’opera viva del muro).

L’ingresso principale è costituito da una pesante cancellata in acciaio, comandata dall’interno della villa. C’è anche un portoncino blindato, a lato della cancellata, connesso con una guardiola. Questa un tempo era presidiata da personale di sicurezza umano ma già al tempo della Caduta, i custodi umani erano stati esonerati ed era entrato in funzione il nuovo dispositivo di sicurezza.

Tutta l’area antistante la villa, dalla cancellata d’ingresso e su entrambi i lati del viale d’accesso, è sgombra da vegetazione d’alto fusto ed è mantenuta come un giardino, con basse siepi e aiuole fiorite.

Qualcosa o qualcuno si occupa sporadicamente della manutenzione del verde, perché l’area è per lo più libera da infestanti e discretamente pulita.

Sicuramente tutta l’area è soggetta a sorveglianza elettronica a lungo raggio, così come sono presenti dispositivi di difesa d’area e di punto: nessun velivolo può sorvolare impunemente la Villa senza essere agganciato ed abbattuto da missili terra-aria, così come eventuali attacchi lanciati con droni o missili vengono prontamente ingaggiati (e abbattuti) da cannoni antiaerei.

Secondo uno dei (rari) superstiti, intervistato dal padre di William, più di 30 anni fa, il difficile alla fine non è entrare nella tenuta, bensì sfuggire ai custodi che la pattugliano h24. Non si conosce la vera natura di questi guardiani ma sono stati descritti come belve demoniache inarrestabili e capaci di inseguire la preda anche col buio pesto.

Per quanto è dato sapere, nessuno che sia mai entrato fisicamente nella villa ha più fatto ritorno, quindi non è dato sapere cosa aspetti gli intrusi all’interno. Conoscendo il genio e l’inventiva del padrone di casa, ci si può ragionevolmente aspettare qualcosa di assolutamente creativo… e letale!

L’obbiettivo dell’incursione è ovviamente la disattivazione del sistema difensivo e la ricerca del laboratorio segreto di bio-ingegneria per scovare il fantomatico antidoto per la Peste Porporina.

La Villa dell’Orrore

La descrizione fatta da William Doors è abbastanza accurata. Il Barone ha omesso di dire che la difesa perimetrale della Tenuta ha in realtà efficacia anche sui mezzi di terra, come testimonia il relitto del V-150 Commando che si trova all’interno del parco.

Le torrette automatizzate del sistema CIWS possono infatti ingaggiare bersagli sia aerei che terrestri con i loro cannoni Gatling da 20mm. Allo stesso modo, il sistema missilistico terra-aria – un derivato del sistema imbarcato RIM-166 Rolling Airframe Missile ha una concreta capacità HAS (Helicopter, Aircraft, Surface) in grado cioè di ingaggiare bersagli aerei, elicotteri e di superficie, in modalità di guida sia radar, che infrarossa o laser.

Le torrette sono posizionate in corrispondenza dei quattro angoli della villa, possono ingaggiare bersagli aerei e terrestri in un arco di 270° - ovviamente non aprono il fuoco in direzione dell’edificio principale – e possono sovrapporre il loro arco di tiro per coprirsi a vicenda.

Le torrette sono del tipo a scomparsa, come quelle installate sulle navi, sono invisibili dalla strada o dall’esterno della cinta muraria della tenuta; emergono dai loro ricoveri corazzati solo per ingaggiare gli eventuali bersagli.

Unica nota positiva: il software di controllo non è in grado di ingaggiare bersagli puntiformi come un essere umano (è per questo che ci sono altri sistemi difensivi allo scopo).

Tutte le difese automatiche sono controllate dalla Sala di Controllo principale, nel bunker sotto l’edificio, mediante appositi sensori attivi e passivi disseminati lungo il perimetro e sul tetto dell’edificio.

Allo stesso modo, ci sono due (2) torrette lanciamissili, anch’esse del tipo a scomparsa, installate una davanti all’edificio principale, al centro della rotatoria sul vialetto di accesso e l’altra alle spalle dell’edificio, in corrispondenza della fontana ornamentale al centro del giardino di siepi. Queste hanno un arco di tiro di 180° e possono ingaggiare qualunque bersaglio aereo o terrestre identificato ed agganciato dai sensori di scoperta e tracciamento della villa ergo delle torrette armate che – nel caso di bersagli terrestri – forniscono l’illuminazione laser per i missili.

Come ulteriore precauzione, poco prima dell’allontanamento del personale di sicurezza umano dalla tenuta, Stephen Works ha fatto posizionare una cintura minata entro i primi 50 metri della proprietà. Le mine, del tipo antiuomo a rimbalzo simili in tutto e per tutto alle M16A2 in uso anche nell’arsenale del MP – sono disseminate a caso, nemmeno lo stesso Stephen Works sapeva esattamente dove ma sono posizionate al di fuori dei sentieri nel bosco, proprio per prendere di sorpresa eventuali incursori professionisti, gente che ben difficilmente usa un approccio diretto o un sentiero tracciato e battuto.

Nota per il GM: la possibilità di inciampare in una mina (sono attivate da appositi fili a scatto disposti sui quattro lati) sono del 10% per ogni 10 metri di terreno attraversato (quindi per superare indenni il campo minato occorrono 5 tiri superati con successo). L’eventuale detonazione di una mina, oltre agli effetti della stessa, attira senza fallo i custodi verso l’area.

La minaccia maggiore per gli eventuali intrusi è costituita dai cani da guardia di Works, uno dei suoi primi, grandi successi nella ricerca bionica della Apricot per il DARPA: cani modificati con l’innesto di protesi bioniche, controllati e mantenuti in vita da impianti cibernetici.

Una volta rilevati degli intrusi mediante scansione elettronica passiva da parte dei vari sensori disseminati sulla proprietà, i cani vengono liberati ed indirizzati automaticamente verso la fonte del disturbo, dove passano in modalità furtiva per sorprendere gli intrusi ed aggredirli. I cani non abbaiano né forniscono alcun indizio della loro presenza. È difficile rilevare la loro presenza a meno di sapere cosa cercare, grazie anche al loro sistema integrale di mimetizzazione ottica, che li rende praticamente invisibili quando immobili, specialmente di notte.

I cani operativi in ogni dato momento sono quattro (4); un’altra coppia è di solito in manutenzione ovvero disponibile come riserva strategica nel caso in cui gli intrusi si dimostrino troppo coriacei. Questi agiranno sempre da posizione di agguato, anziché caricare il bersaglio.

La programmazione dei cani impedisce loro di uscire dalla proprietà, perciò non inseguiranno gli intrusi una volta che abbiano superato la recinzione esterna.

Per quanto concerne le difese interne della villa, il Team potrà scoprirle solo affrontandole di persona.

1) il perimetro esterno

A meno che il Team non voglia caricare a testa bassa – e molto probabilmente fare una brutta e misera fine prima ancora di cominciare – un po’ di ricognizione esterna è pressoché d’obbligo.

La tenuta Works sorge ad una qualche distanza dal centro cittadino, nei sobborghi della città, in un’area di aperta campagna punteggiata da ville e residenze signorili, tutte o quasi ormai ridotte in macerie o comunque disabitate da lungo tempo ed ormai fatiscenti.

La tenuta è facilmente riconoscibile perché è invece pressoché intatta; le mura perimetrali hanno riportato qualche danno a causa principalmente dell’incuria e del tempo ma sono ancora solide. La parte meglio conservata è l’accesso principale, con la sua maestosa cancellata e l’adiacente guardiola. Il portoncino blindato citato da William Doors è solido e chiuso e mostra solo lievi segni di usura/corrosione. Per aprirlo occorre scardinarlo ovvero farne saltare la serratura con dell’esplosivo. Ovviamente provare ad aprirlo sparandogli contro non è solo inutile ma anche dannoso perché le pallottole possono rimbalzare contro chi le ha sparate.

La cancellata è estremamente robusta, alta quasi 4 metri nel punto più alto – al centro, dove si chiudono i battenti – e completamente automatica. L’apertura era controllata sia dal Centro di Comando che dalla guardiola ma al momento solo il comando a distanza è operativo.

Come detto prima, la proprietà è circondata da un muro perimetrale alto tre (3) metri e sormontato da uno sbarramento di filo spinato del tipo concertina (detto anche filo rasoio) cui si aggiungono dei simpatici cocci di bottiglia inseriti sulla sommità del muro, direttamente nell’opera viva dello stesso.

Percorrendo l’intero perimetro della villa, ci si imbatte in una falla una vera e propria breccia aperta nel muro, attraverso la quale si può passare ed abbastanza grande da permettere l’accesso con un veicolo – è da qui che il primo Team di incursori è penetrato all’interno della proprietà – si trova sul lato orientale del muro, un punto caratterizzato da un fitto sottobosco.

Ad un centinaio di metri di distanza oltre il muro, c’è il relitto bruciato di un blindato V-150 Commando – appartenuto al Team e con le insegne del Progetto ancora visibili sul lato destro – apparentemente centrato e distrutto da un qualche tipo di ordigno esplosivo.

Nota per il GM: il videocitofono all’ingresso è tuttora perfettamente funzionante. Se qualcuno si prende la briga di usarlo, dopo qualche istante si udirà una voce chiedere: Chi siete e cosa desiderate? La voce, dal timbro tipicamente elettronico, è quella di Stephen Works, il padrone di casa.
È assolutamente possibile guadagnare l’accesso alla villa semplicemente chiedendolo, magari affermando di essere dei fattorini o gli impiegati di qualche società fornitrice di servizi. Nel caso di notori rompiscatole – tipo venditori porta-a-porta, imbonitori e cialtroni o proseliti di religioni vari – Stephen Works, che ha sempre avuto un perverso senso dell’umorismo, li fa comunque entrare, salvo farli poi circondare dai suoi custodi canini per farli cagare sotto quando sono a mezza strada tra l’ingresso e la villa.
Tutti gli altri visitatori sono tenuti sotto stretta sorveglianza elettronica, i cani pronti ad intervenire in caso di bisogno, fino a quando raggiungono l’ingresso principale dell’edificio.
Scavalcare il muro non è impossibile se si sa come farlo. In caso di incidente, il filo spinato infligge 1d3 di ferite e se si fallisce una prova di abilità in Destrezza si finisce impigliati nel filo spinato e subendo un altro d3 di ferite su 1d3 di locazioni diverse e questo ogni turno fino a che non si riesce a liberarsi (o si viene liberati).
Allo stesso modo, i cocci di vetro sul muro infliggono 1d3 di ferite all’arto coinvolto (principalmente braccia e ginocchia) e il fallimento di una prova di Destrezza provoca la perdita dell’equilibrio e la caduta da 3 metri di altezza o nel bel mezzo del filo spinato, con le conseguenze di cui sopra.

2) Dentro la proprietà


Una volta oltrepassato il muro di cinta, è possibile osservare l’interno della proprietà. La villa siede al centro della tenuta, un imponente edificio di stile vittoriano. Tutto attorno all’edificio, per un centinaio di metri, il terreno è relativamente sgombro. Ad una trentina di metri dai quattro angoli dell’edificio, dei tombini di cemento marcano la posizione delle torrette difensive.

Dalla cancellata d’ingresso si diparte un viale carrabile lastricato – ancora in buone condizioni – lungo 150 metri circa, che si allarga a mezza via in una rotatoria che circonda una aiuola. Al centro della stessa è visibile una piattaforma rialzata di cemento che occulta il pozzo del lanciamissili A/A.

Il viale arriva davanti al portone d’ingresso del palazzo, girando poi tutto attorno fino al retro dell’edificio, dove è presente un ampio spiazzo che porta al seminterrato, dove si trovano l’autorimessa della villa ed i magazzini (Nota bene: è da qui che escono anche i cyborg canini ed i robot giardinieri che effettuano saltuariamente la manutenzione del verde attorno alla villa).

Dietro l’edificio principale c’è un’altra ampia spianata coltivata a giardino, caratterizzata dalla presenza di aiuole e di una grande fontana ad una cinquantina di metri di distanza. Al centro della fontana è visibile una piattaforma di cemento, del tutto simile a quella presente nella rotatoria anteriore e anche questa nasconde al suo interno un lanciamissili A/A.

Oltre la fascia di sicurezza, il resto della tenuta è un parco alberato, ormai trasformato in una vera e propria foresta con tanto di fitto sottobosco, anche se vi sono dei sentieri tracciati mantenuti sgombri dalle erbacce che arrivano fino alla recinzione perimetrale. Tra questa e il bosco c’è una fascia di terreno relativamente sgombro ampia una ventina di metri.

Come detto più sopra, una cintura minata profonda una cinquantina di metri circonda tutto il perimetro della villa, ad eccezione dell’area dell’ingresso principale.

Occultati all’interno di alberi cavi ci sono gruppi di sensori che operano principalmente in modalità passiva, collegati alla Centrale Operativa della villa, all’incirca uno ogni 100 metri del perimetro.

Allo stesso modo, tutte le aiuole ospitano dei sensori, occultati nei cespugli.

I sensori sono sensibili al movimento e dotati di telecamere a bassa luminosità e termografiche.

Nota per il GM: è possibile rilevare la presenza dei sensori cercandoli attivamente e realizzando una prova Difficile in Seguire Tracce/Mimetizzazione (Individuare in G.O.R.E.). Se si ha a disposizione un rilevatore elettronico, la prova diventa Media.
Allo stesso modo, è possibile rilevare la presenza delle mine con una prova Difficile nelle abilità succitate che diventa Molto Difficile se effettuate di notte o in condizioni climatiche avverse.

Come già detto, qualsiasi intrusione riconosciuta come tale viene affrontata dagli iRover K9; questi attaccano preferibilmente da posizione di agguato nei pressi della rotonda lungo il viale d’accesso ovvero nascondendosi dietro i cespugli in prossimità dell’edificio principale, nel caso in cui l’allarme sia stato precoce, prendendo automaticamente di sorpresa gli intrusi.

Nel caso in cui il sistema di sorveglianza non sia riuscito ad identificare in tempo l’intrusione, è possibile rilevare l’avvicinamento dei cani con una prova di INT/Consapevolezza di difficoltà media di giorno, difficile di notte, prima che arrivino in posizione d’attacco.

3) Entrare a palazzo

L’edificio principale della villa presenta delle facciate verticali sulle quali si aprono ampie finestre, specialmente sulla facciata anteriore, dove si trova anche il portone d’ingresso. Sul retro dell’edificio è presente una grande balconata al primo piano, mentre al piano terra ci sono le saracinesche – con apertura a scorrimento laterale – delle autorimesse e dei magazzini.

Ovviamente tutti i punti di accesso – porte e finestre – sono dotati di allarmi silenziosi (che però possono essere individuati e disattivati con una prova di abilità media in elettronica) così come all’interno dell’edificio vi sono numerosi sensori di movimento collegati alla Centrale Operativa nel sottosuolo.

Di fatto, chiunque entri nell’edificio è automaticamente e costantemente monitorato dalla IA che controlla la tenuta.

Se si bussa alla porta di casa ovvero si è stati esplicitamente invitati ad entrare, la porta risulta aperta, così come la maggior parte delle finestre ai piani alti, che sono chiuse ma non sbarrate.

Una volta entrati nell’edificio, i cani cyborg abbandonano la caccia e tornano alle loro posizioni in attesa di ordini o eventi, questo perché Stephen Works ci teneva a che i suoi cani non facessero danni in casa né rischiare che si facessero male con qualcuna delle trappole.

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