venerdì 18 marzo 2022

Weapons of Future Past: una nuova rubrica per The Armory™

 


Con questa introduzione vi presento una nuova serie di post che si affiancheranno a quelli che già conoscete – Have Gun, Will Travel – su specifiche armi da fuoco multi-statted per la pletora di giochi seguiti da questa pagina.

Mentre la summenzionata HGWT è dedicata a tutte le armi storiche reperibili oggidì sotto forma di repliche, che usano la vecchia polvere da sparo (o polvere nera che dir si voglia), sia sciolta che in cartucce metalliche, antecedenti come progettazione il XX secolo, la nuova Weapons of Future Past (o WoFP per brevità) è invece dedicata a tutte quelle armi moderne/contemporanee che impiegano universalmente cartucce metalliche moderne caricate con polveri infumi o nitriche che dir si voglia.

Il presupposto alla base di questi articoli è che – nel futuro più o meno lontano – queste armi siano tuttora impiegate non come armi d’ordinanza, bensì come armi civili, ovvero anche esse come riproduzioni “moderne” di armi “storiche” in un’era in cui la tecnologia bellica abbia fatto grandi passi avanti, con l’introduzione, per esempio, di armi ad energia diretta (laser, fasci di particelle etc.) ovvero con armi elettromagnetiche a distruzione cinetica (Gauss et similia) che usano impulsi elettrici anziché una reazione chimica per lanciare proiettili solidi su un bersaglio.

Mentre queste armi hi-tech saranno probabilmente lo stato dell’arte ed in mano alle forze armate regolari, è assai probabile che le “vecchie” armi vengano distribuite a grande pubblico come surplus, specialmente dopo che gli eserciti avranno effettuato un cambio di tecnologia e completato l’approvvigionamento delle nuove ordinanze.

È successo in passato e succede ancora oggi, basti pensare alla grandissima diffusione di armi militari tra pionieri e coloni dopo la Guerra Civile Americana – quando il governo federale svendette letteralmente per pochi spicci le immense eccedenze di moschetti rigati e di carabine a retrocarica in suo possesso alle orde di coloni che partivano per il West – ovvero dopo le due guerre mondiali, quando decine di migliaia di ex-ordinanze vennero allegramente scaricate dagli stati ex-belligeranti su stati amici e satelliti, ergo come riparazioni di guerra oppure vennero riportate a casa come souvenir dagli ex-combattenti.

Un classico intramontabile: la LUGER P-08
prodotta ancora oggi - a più di un secolo dalla
sua apparizione - in lotti Deluxe per
appassionati e collezionisti.
Ancora oggi esistono numerose organizzazioni che, operando sotto charter governativo, si occupano della distribuzione e vendita a privati di ex-ordinanze – opportunamente modificate, nel caso di armi completamente automatiche – a scopo diportivo o venatorio.

Vi è infine il caso, sempre più frequente, di “vecchie” armi che vengono riscoperte da amatori e collezionisti e che tornano in auge presso circoli di tiratori sportivi ed appassionati e per questo rimesse in produzione, più o meno modificate, sia dai fabbricanti originali, sia da aziende specializzate in repliche, né più e né meno di quanto accade per le armi antiche (pre-XX secolo) oggetto dell’altra nostra rubrica.

 La differenza tra le due tipologie sta solo nell’uso che se ne vuole fare a seconda dell’ambientazione di gioco che si intende utilizzare.

Mentre in HGWT ci concentriamo su quelle armi che potrebbero essere utilizzate in ambito storico ovvero in un fantasy high-tech o Steampunk ergo quali reliquie riscoperte dalle civiltà emergenti post-apocalittiche, in WoFT ci rivolgiamo più che altro ad ambientazioni future o futuribili, sia post-apocalittiche che fantascientifiche tout court, secondo l’assunto che queste armi, quando e se l’umanità riuscirà ad abbandonare questa palla di fango ai margini del braccio di Orione della Galassia, con ogni probabilità i coloni avranno bisogno di armi, anche in grande quantità ma che siano improntate alla semplicità di manutenzione e alla facilità di approvvigionamento delle munizioni, cosa che – con le prospettive future di munizioni senza bossolo ovvero elettro-termiche-chimiche o con propellenti binari ergo di armi ad energia diretta, che presumono (e richiedono) infrastrutture tecnologiche non indifferenti per la loro produzione e/o ricarica – le vecchie armi a propellente chimico in cartucce metalliche auto-contenute garantiscono senza problemi, oltre ad una comprovata affidabilità meccanica e la possibilità di essere riparate all’occorrenza senza bisogno di officine specializzate piene di costose attrezzature hi-tech.

Il classico tra i classici fucili della Guerra Fredda, prodotto
ancora oggi in varianti specializzate e distribuito in centinaia
di migliaia di esemplari come surplus a tiratori, miliziani e
survivalisti di tutto il mondo occidentale
Possiamo inoltre postulare che armi molto simili si possano rinvenire su mondi abitati che abbiano un livello tecnologico inferiore a quello prevalente nell’universo di gioco ergo che vengano utilizzate comearticoli di scambio tra culture più avanzate e “primitive” come accadde storicamente nel Nuovo Mondo tra i coloni europei ed i nativi americani, con schioppi e spingarde realizzate ad hoc (e a basso costo!).

Anche qui, gli esempi in realtà si sprecano ma dal momento che non intendo trasformare questo post in un seminario di storia delle relazioni tra i popoli, ci fermiamo qua, tanto il concetto mi pare sia chiaro.

D’altronde, senza andare troppo lontano, degli esempi fattivi di quel che sto dicendo li avete già potuti vedere in alcune avventure che ho postato su questa pagina per Starships & Spacemen, come ne Il pianeta della Guerra e Zombieworld, dove nel primo due grandi corporazioni multi-stellari scaricano sui nativi di Bellatrix cataste di residuati bellici delle Guerre Mondiali del XXI secolo sulla Terra e nel secondo i personaggi incontrano una cultura con un livello tecnologico pari agli anni ‘50 del XX secolo ed armati di conseguenza con fucili, pistole e quant’altro molto simili a quelli in uso sul nostro mondo in quel preciso periodo storico.

In un ambito più propriamente post-apocalittico, queste armi saranno molto probabilmente residuati bellici in uso presso i belligeranti durante la Guerra Finale ergo reliquie dissotterrate da depositi e musei e studiate/utilizzate da quelle comunità più affluenti che hanno recuperato un minimo di capacità produttiva e tecnologica, dipende molto, ovviamente, dal background del gioco.

Se infatti in The Morrow Project™ possiamo postulare che si tratti di residuati bellici e reliquie tramandate di padre in figlio in quanto armi regolarmente in uso al tempo della Catastrofe, in Mutant Future™ è invece assai più probabile che si tratti di repliche recuperate nelle dimore degli Antichi piuttosto che di reliquie ottenute da musei o altre collezioni pubbliche o private.

Allo stesso modo, in ambientazioni fantascientifiche come Classic Traveller™ e/o Cepheus Engine™, queste armi saranno molto probabilmente in uso generalizzato sui mondi della Frontiera, vendute a coloni ed organizzazioni private come surplus da governi legittimi ovvero tramite dettaglianti specializzati, come accaduto nell’esempio che ho posto più sopra negli Stati Uniti al tempo della Conquista del West anche perché, diciamocelo: ma quale entità sovranazionale o governativa permetterebbe mai ai suoi cittadini, specialmente se non sono sotto il suo diretto controllo, di possedere hardware militare hi-tech come quello in dotazione alle Forze Armate Regolari?

Tra l’altro, questo è stato anche l’assunto sul quale in passato sono stati scritti i vari Cataloghi di Equipaggiamento per le ultime versioni di Traveller ad opera della FFE e della Mongoose: tutto quello che c’è in questi volumi non si avvicina manco per sbaglio allo stato dell’arte della tecnologia Imperiale: è tutta roba proveniente dai depositi imperiali, usata, usurata e comunque vecchia di almeno un paio di livelli tecnologici, sicché…

Come sempre, vi do appuntamento al prossimo post, nonché il primo di quella che spero diverrà una rubrica standard.

Alla prossima!

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