Anno nuovo, rubrica vecchia - sì, ma lavata con Perlana - per introdurre una classe di implementi di distruzione, sulla falsariga di quanto già proposto agli esordi di questa categoria di post, per ambientazioni prettamente sci-fi ovvero post-apocalittiche: armi cosiddette ex-ordinanza che, riesumate e riattate, ovvero riprodotte ex-novo come repliche, hanno raggiunto il mercato civile dei collezionisti, dei tiratori e dei survivalisti (parliamo del nostro mondo, quello odierno) ma che, in un futuro prossimo o anche non tanto prossimo, potrebbero tranquillamente essere rimesse in produzione da governi e corporazioni con un forte interesse nell'espansione nello spazio, per dotare coloni e personale di terra di un'arma solida, efficiente, di lunga durata, economica e tecnicamente non troppo sofisticata, da poter utilizzare a scopo di difesa ergo per combattere eventuali forme di vita nocive ovvero per procurarsi carne da mettere in tavola, così com'è storicamente accaduto durante i secoli della scoperta e della colonizzazione sulla Vecchia Terra nelle Americhe ed in Oceania.
Allo stesso modo, questi ordigni possono benissimo fare la loro porca figura anche in ambientazioni post-apocalittiche, come reliquie e/o residuati bellici, in possesso delle comunità o di singoli abitanti della Desolazione, in quanto - come accennato sopra - questa classe di armi ebbe larghissima diffusione, specialmente a partire dall'ultimo quarto del XX secolo, inizialmente come surplus militare ovvero - opportunamente modificate - come armi di nuova produzione per appassionati e survivalisti.
Anche in questo caso, parliamo di due armi risalenti all'epoca della Guerra Fredda, due capisaldi del (cosiddetto) Mondo Libero, diffuse letteralmente urbi et orbi e comunque presso tutti quei paesi ed eserciti che non adottarono armamenti di stampo sovietico: il FAL ed il G3.
Facciamo un po' di storia
Come abbiamo già detto, questi due fucili furono - pressoché letteralmente - le armi della Democrazia, in quanto adottate da quasi tutti i paesi della NATO ed esportate in tutti quei paesi che vollero dotarsi di armamenti moderni e che rientravano, per un verso o per l'altro, nell'orbita della summenzionata Alleanza Atlantica ma non desideravano, per vari motivi, acquisire armi di fabbricazione statunitense.Questi due fucili nacquero all'indomani dell'adozione della cartuccia d'ordinanza standard nella nato (la 7,62x51mm/.308 Winchester) come partecipanti alla competizione per l'adozione di un'unica arma per tutti i paesi NATO, sulla falsariga di quanto era accaduto nei paesi del Blocco Comunista, che avevano adottato pressoché universalmente l'AK-47 ed i suoi derivati.
Com'è facile intuire, a causa dei vari interessi o delle antipatie nazionali, questo lodevole proposito, in ambito NATO, non si realizzò mai ma le varie armi proposte, con poche eccezioni - tra cui Spagna e Italia - furono adottate pressoché universalmente nei vari paesi dell'Alleanza, parecchi dei quali finirono per acquisire anche delle licenze di fabbricazione, così che, nel giro di un paio di lustri, si diffusero capillarmente in tutti i continenti, ad eccezione dell'Eurasia, aldilà della cosiddetta Cortina di Ferro.
Entrambi i fucili ebbero una storia abbastanza simile: il FAL (Fusil Automatique Leger) della FN (Fabrique Nationale) di Herstal (Belgio) ebbe origine come un prototipo di fucile automatico, disegnato da Dieudonnè Joseph Saive poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale e trafugato da questi nel Regno Unito dopo l'invasione del Belgio da parte dei tedeschi. Una volta tornato in patria, Saive riprese in mano il progetto e lo concretizzò nel 1949 nella forma del fucile automatico SAFN, che - realizzato in diversi calibri - ebbe un discreto successo in giro per il mondo.
In vista dell'adozione di un'arma più moderna e meno convenzionale da parte dei maggiori eserciti del pianeta, Saive - utilizzando il suo Modello 49 - produsse i primi prototipi di quello che sarebbe poi diventato il FAL, dapprima realizzandoli nel calibro intermedio tedesco 7,92mm Kurz e successivamente, per il mercato britannico, in calibro .280 (7mm), in vista della competizione in ambito NATO di cui abbiamo già accennato.
Quando fu chiaro che gli americani si sarebbero comunque imposti anche in questo caso, Saive fu così accorto (o furbo) da avere a portata di mano un prototipo realizzato nel "nuovo" calibro 7,62x51mm che - una volta stabilita come cartuccia d'ordinanza ufficiale dell'Alleanza - mise tutti i paesi della NATO nella necessità di approvvigionarsi quanto prima di un'arma in quel calibro.
Tra i primi ad acquisirla furono proprio i britannici (chissà perché, mi chiedo?😏) che lo adottarono come SLR L1A1 (Self-Loading Rifle), ne acquisirono la licenza di fabbricazione e che finì per divenire l'arma standard di tutti i paesi del Commonwealth, dopodiché molti altri seguirono a ruota.
Il fucile G3 (Gewehr 3) della H&K (Heckler Und Koch) di Oberndorf am Neckar (Repubblica Federale di Germania) deriva invece dal prototipo - trafugato nella Spagna franchista da alcuni ingegneri tedeschi alla fine della guerra - dello SturmGewehr 45, sviluppato poi presso la CETME spagnola e poi riesportato in Germania, dove i diritti di sviluppo e fabbricazione vennero per l'appunto assegnati alla HK per poter fornire alle ricostituite forze armate federali tedesche un'arma di produzione nazionale al posto proprio del FAL, adottato inizialmente.
Il fucile perfezionato venne adottato nel 1959, dopodiché anch'esso fu adottato da molti altri paesi NATO ed extra-europei, molti dei quali acquisirono successivamente la licenza di fabbricazione.
La tecnica
Dal punto di vista tecnico, i due fucili sono esternamente simili ma a parte l'uso di componenti pressate/stampate in acciaio e delle parti accessorie - come calciature, impugnature e paramano - in plastica e/o lega leggera e del calibro comune, i due fucili sono molto differenti nel funzionamento, in quanto il FAL funziona grazie ad un sistema a presa di gas che aziona un otturatore oscillante, soluzione già adottata in passato da armi come il russo Tokarev del tempo di guerra, mentre il G3 adotta il sistema di chiusura a massa ad apertura ritardata a rulli, divenuto fino agli anni '90 il sistema di funzionamento per tutte le armi leggere prodotte dalla casa tedesca.
Entrambe sono armi concepite come fucili a ripetizione automatica, dotate di selettore per poter funzionare come semiautomatici oppure a raffica libera, anche se - nel caso del G3 - i modelli più raffinati successivi potevano adottare anche la modalità di tiro a raffica controllata di 3 colpi sia come opzione aggiuntiva che come modalità sostitutiva alla raffica libera.
A tal proposito, come accaduto anche nel caso del M1/M14 statunitense, molti degli utenti - il Regno Unito ed il Commonwealth in primis - preferivano eliminare tout court la modalità di tiro a raffica, tarando i propri fucili esclusivamente come semiautomatici, questo perché - specialmente nel caso del FAL - l'adozione di una cartuccia a piena carica anziché di una di classe intermedia, com'era per i primi prototipi, rende assai difficoltoso l'uso del fucile in modalità automatica a causa del rinculo e del forte rilevamento, per non parlare del surriscaldamento - molto rapido - della canna quando si spara a raffica.
Entrambi i fucili, come la maggior parte dei loro coevi e consimili, sempre per lo stesso motivo adottano caricatori prismatici amovibili da 20 colpi, anche se - per le versioni fucile mitragliatore, adottate da alcuni paesi utenti modificando l'arma base con l'adozione di una canna pesante e di un bipiede - erano disponibili caricatori speciali da 30 colpi.
Arrivano i SAR...
Come molto spesso accade nel mondo delle armi militari, arriva un momento in cui anche i modelli più usati diventano obsolescenti per le forze armate che li hanno adottati e dal momento che non si butta via niente - specialmente quando questi fucili sono stati pagati a caro prezzo coi soldi del contribuente - queste armi finiscono come surplus, dapprima venduti all'ingrosso a ditte specializzate per essere ricondizionati e poi messi sul mercato internazionale delle armi per tutti quegli acquirenti istituzionali (e non solo, capeesc'a'mme) che ne fanno richiesta, dopodiché - opportunamente... smilitarizzati - arrivano sul mercato delle Ex-Ordinanze per la gioia di appassionati e collezionisti.
Com'era già accaduto per i prodotti dell'ex-arsenale federale statunitense, anche nel caso dei FAL e dei G3, una volta che le disponibilità degli originali cominciano a scemare, si è passati alla produzione ex-novo su richiesta da parte di grandi aziende di produzione/distribuzione, fabbricati per lo più dai tanti licenziatari che ancora disponevano dei macchinari e degli stampi.
Nel nostro caso, storicamente questi fucili divennero surplus militare negli anni '80 e dopo la caduta del Muro di Berlino ed il crollo del blocco sovietico, divennero liberamente disponibili sul mercato civile. A questo punto, anziché andare a caccia degli originali - spesso già abbastanza vetusti ed usurati - per ricondizionarli, l'ex arsenale di stato - divenuto nel frattempo Springfield Armory™un'entità commerciale - commissionò la fabbricazione di G3 e FAL da parte di alcune aziende europee (principalmente la Grecia) ed extra-europee (Brasile) opportunamente modificati/aggiornati e con nuove calciature sintetiche dal look molto... futuribile.
Questi fucili vennero messi in commercio come SAR (Semi-Automatic Rifle/Fucile SemiAutomatico) seguiti da una sigla numerica. Ovviamente le armi erano prodotte come semiautomatici direttamente dalla fabbrica e non potevano essere modificate per ripristinare la modalità di tiro a raffica, come sarebbe invece possibile con i fucili originali ricondizionati.
I fucili hanno tutte le caratteristiche delle armi originali, solo le calciature e le parti accessorie sono state modificate/modernizzate con l'impiego di materiali polimerici per il resto, a parte l'impossibilità di sparare a raffica, sono esattamente come il Real McCoy.
Inutile dire che, nel nostro mondo reale, non solo questi fucili sono letteralmente spariti in un battibaleno ma quelli che - di tanto in tanto - ricicciano sul mercato privato, raggiungono prezzi di tutto rispetto, nonostante siano usati!
Le specifiche tecniche: il SAR-50
Cominciamo con le caratteristiche e le specifiche del clone rinnovato del FAL: prodotto con calciatura sintetica e cassa in acciaio, tutte le componenti, ad eccezione della canna e dell'otturatore, sono ottenute per stampaggio o fusione; il fucile presenta mirino a lama protetto e alzo scorrevole regolabile, tarato da 200 a 600 metri in incrementi di 100 metri, canna con rigatura a 4 solchi ad andamento destrorso, funzionamento a gas con otturatore oscillante e linguette di chiusura, meccanismo di scatto semiautomatico, selettore a due posizioni - sicura e colpo singolo - caricatore prismatico amovibile della capacità di 20 cartucce.
Specifiche:
Lunghezza: 1100 mm
Peso: (vuoto) 4,3 kg
Caricatore: (vuoto) 0,25 kg (pieno) 0,76 kg
...e quelle del SAR-3
Per quanto riguarda la versione civile del G3, si tratta di un'arma funzionante a chiusura labile ritardata a rulli, realizzata anch'essa in lamiera d'acciaio pressata e stampata, con calciatura in polimero pressofuso; solo la canna e il meccanismo di otturazione sono lavorati a macchina dal vivo. La canna presenta una rigatura a 4 solchi ad andamento destrorso, mentre le mire sono a tunnel con tacca di mira a U tarata per i 100 metri ed alzo regolabile a tamburo da 200 a 400 metri in incrementi di 100 metri. Il meccanismo di scatto è dotato di selettore a leva a due posizioni: sicura e colpo singolo, funzionamento esclusivamente semiautomatico ed alimentata da caricatori prismatici amovibili della capacità di 20 colpi.
Specifiche:
Le specifiche di gioco
Veniamo ora alla ciccia di questo post: le conversioni e gli adattamenti in ambito ludico, come sempre annotati e suddivisi in base al sistema di gioco nell'ambito del quale si intende usarli.
1) The Morrow Project™/G.O.R.E.
Cominciamo con il classico tra i giochi hard/sci-fi post-apocalittici. Va da sé che queste armi - pur non essendo dotazione standard del Progetto, saranno probabilmente ancora ampiamente disponibili, specie presso quei gruppi/comunità più affluenti, a causa della grande diffusione, specialmente sul continente nordamericano, che questi modelli hanno avuto tra i survivalisti ed altri gruppi di tiratori/collezionisti.
Come sempre, propongo le specifiche sia per TMP classico che per la versione retroclone del Basic RPG così che possano all'occorrenza essere adoperate anche per quanti intendessero usarle per Call of Cthulhu™o altre ambientazioni moderne/contemporanee basate sullo stesso sistema.
TMP
GORE2) STARSHIPS & SPACEMEN™
Venendo alla fantascienza/space opera classica, questa tipologia di armi, come abbiamo detto altrove, probabilmente potrà essere trovata in possesso di civiltà più tecnologicamente arretrate ovvero nelle mani di quei coloniali che - per ragioni tra le più varie - rigettano l'uso di implementi hi-tech/ad energia, preferendo una tipologia di armi più semplici in termini di manutenzione ed eventualmente riproduzione.
Le specifiche, adattate a quanto riportato nel manuale di base, sono le seguenti:
in conformità col manuale di base, le gittate sono espresse in piedi; per quanti volessero usare il sistema Metrico, vanno lette nel seguente modo:
SAR-50 200/400/600 metri SAR-3 100/200/400 metri
3) Classic TRAVELLER™/CEPHEUS ENGINE™
Altro classico semi-hard sci-fi - in quanto le armi da fuoco convenzionali/ad energia cinetica e propellente chimico sono la norma, piuttosto che l'eccezione; sia che si intenda usare l'ambientazione classica Imperiale, piuttosto che una più Near Future, questa tipologia di armi è di casa, specialmente sugli avamposti e sulle colonie ovvero presso quei regimi che permettono la detenzione e l'uso di armi da fuoco, purché prive di specifiche militari.
La tabella da utilizzare, in questo caso, è quella tipica per i fucili, senza alterazioni visto che entrambi i modelli rientrano perfettamente entro i parametri previsti dalle tabelle, con il SAR-50 che addirittura supera la gittata massima prevista per l'intervallo Molto Lunga, mentre il SAR-3 vi rientra quasi perfettamente (400 anziché 500 metri) per cui diverrebbe una complicazione inutile apportare delle modifiche.
Ovviamente il discorso vale per entrambi i sistemi di gioco.
4) Mutant Future™
Per quanto riguarda l'altro nostro gioco post-apocalittico/science-fantasy, valgono tutte quelle idee ed ipotesi fatte per gli altri sistemi: queste armi saranno per lo più reliquie, ancorché low-tech, ovvero potrebbero essere repliche fabbricate ex-novo in officine e laboratori delle comunità più avviate della Desolazione, prendendo a modello quanto a disposizione oppure ciò che è stato riscoperto/dissotterrato dalle rovine della civiltà. Potrebbero anche essere realizzate in fabbriche sopravvissute alla catastrofe, riscoperte e rimesse in funzione, molto probabilmente da una delle potenze che si stanno contendendo il predominio nell'area, come alternative più viabili rispetto alle ben più sofisticate armi ad energia in uso prima e durante la Caduta.
Note e Considerazioni finali
Siamo giunti alla fine di questa nuova carrellata sugli ingredibbuli implementi di distruzione con cui sollazzare i vostri personaggi, sia che siano dalla parte giusta che da quella... della volata, di questi ordigni.
Come sempre l'idea mi è venuta consultando uno dei miei Sacri Testi, nello specifico, un volume, rarità assoluta nel panorama editoriale italico degli ultimi 20-30 anni, edito nel lontanissimo 1997 per i tipi della Edizioni WhiteStar: Enciclopedia dei Fucili e delle Carabine di A.E. Hartink, dove, alla voce Springfield Armory, comparivano questi due fucili: il SAR-4800 (ovvero il FAL della FN) ed il SAR-8 (il G3A3/HK91) proprio come ve li ho proposti in questo articolo: armi di nuova fabbricazione, realizzate da aziende armiere europee e non solo, detentrici all'epoca delle licenze di fabbricazione, modificate negli accessori e nelle calciature, per non incorrere in violazioni palesi del copyright e dall'aspetto assai futuribile per l'epoca.
Come ho scritto più sopra, queste repliche, realizzate per il mercato interno statunitense, sparirono letteralmente dagli scaffali in quanto evidentemente percepite come decisamente migliori rispetto alle ex-ordinanze dello stesso modello rettificate dagli esemplari provenienti dai magazzini delle aziende specializzate in rivendita di surplus militare, che pure erano (e sono tuttora) ampiamente disponibili sul mercato, spesso a prezzi di assoluto realizzo.
Al pari degli M1A, M14 e M1 Garand di cui abbiamo già trattato, erano quindi dei candidati ideali per il discorso sulle vecchie armi smilitarizzate da distribuirsi a quanti ne facciano richiesta in vista di operazioni di colonizzazione/esplorazione o per compagnie militari private che non vogliano incorrere negli strali della giustizia girando con armi mil-spec.
In ambito post-apocalittico, poi, vista la larga diffusione sia degli esemplari originali ricondizionati che di quelli prodotti come repliche moderne, tendenza che sta prendendo sempre più piede anche ai giorni nostri tra i circoli dei rievocatori storici, dei collezionisti tout court e dei survivalisti, è plausibile ritenere che - al pari di altre armi storiche - possano ritrovarsi in una situazione post-catastrofe.
Un'ultima nota: le denominazioni SAR-50/SAR-3 sono ovviamente farina del sottoscritto; come ho scritto più sopra, i modelli fatti produrre e rivenduti dalla Springfield Armory avevano tutt'altra denominazione. Per le sigle numeriche mi sono ovviamente avvalso della numerazione originale imposta dai fabbricanti: FAL Model 50.00 e ovviamente HK G3 anche se - ad onor del vero - bisognerebbe parlare più di Modell 91 perché in effetti di questo si tratta: della versione solo semiautomatica del G3, fabbricata come HK91 per il mercato civile e per le forze di polizia.
Con queste ultime note vi lascio fino al prossimo post, nel frattempo non mi resta che augurarvi Buona Ecatombe!☠☠☠
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