Realizzate
per la prima volta nella seconda metà del XX secolo come armi
tattiche aviolanciate per attacchi di saturazione per contrastare la
minaccia, al tempo molto sentita tra i militari degli Imperi
Occidentali, delle
orde meccanizzate
dell’Impero
dei Soviet
nel caso di conflitto generalizzato, col passare degli anni e
(l’apparente) affievolirsi della minaccia, già nel XXI secolo
erano state pressoché abbandonate come desuete.
La
Guerra Finale
cambiò tutto questo quando gli Antichi,
dovendo fronteggiare eserciti completamente meccanizzati e dotati per
di più di nuovi implementi bellici come le EMA
(i
famigerati Rivestimenti
Corazzati Militari, praticamente
le
armature potenziate), si misero alla ricerca di una soluzione, che
fosse – per quanto possibile – efficace ed economica, per
affrontare la minaccia.
È
vero che le armi allora in uso erano perfettamente in grado di
colpire
e distruggere qualunque bersaglio ma si trattava pur sempre di armi a
tiro diretto,
in grado di ingaggiare singoli bersagli, uno alla volta, mentre qui
l’urgenza era diventata quella di produrre una mattanza
all’ingrosso
possibilmente prima
che il nemico arrivasse a contatto con i difensori.
Da
qui l’idea di riesumare queste antiche
bombe ma traducendole in munizioni per l’artiglieria a lunga
gittata; il campo di battaglia era divenuto talmente ostile che la
sola idea di sorvolare
una colonna corazzata per sganciarvi delle bombe era considerata un
suicidio.
La
modalità d’attacco principale
era divenuta
l’attacco a
distanza di rispetto
con armi guidate del tipo planante/autopropulso ma applicare le nuove
testate ad armi guidate sofisticate avrebbe svuotato di significato
l’economicità delle stesse, da qui l’idea di adattarle come
granate
d’artiglieria,
molto più economiche ed in grado di essere prodotte in grande serie,
date le difficoltà montanti a causa delle devastazioni di guerra
sull’apparato industriale-militare degli imperi in lotta.
In
realtà si trattò quasi di un ritorno
alle origini
in quanto queste armi, in primo luogo, erano derivate da una bomba
da mortaio
di 120mm di calibro, trasformate in bombe aeree!
Inutile
dire che le nuove munizioni si dimostrarono fin da subito delle
eccellenti ammazza-armature
anche se – contro gli
hovertank
ed
i
pesanti carri armati allora in uso – la loro efficacia era assai
più discutibile, dato lo spessore delle corazzature composite ma
contro la
fanteria
allo scoperto – che fosse in armatura da combattimento o in tenuta
da battaglia potenziata – e contro i blindati della fanteria furono
estremamente efficaci.
Le
granate a frammentazione anticarro: tecnologia e impiego
Questo
nuovo implemento di distruzione può essere rinvenuto ed utilizzato
dagli abitanti della Desolazione post-apocalittica di Mutant
Future™
esclusivamente
come reliquia
hi-tech rinvenuta in qualche deposito abbandonato o su uno degli
innumerevoli campi di battaglia che ancora oggi costellano il
territorio, specie nelle Terre
Contestate
e nelle aree ancora non reclamate dalla rinata “civiltà”
umanoide e mutante.
Nessuna
comunità, allo stato attuale (nemmeno la famigerata Krasnaya
Armiya del
Generalissimo) è infatti in grado di riprodurre queste sofisticate
munizioni, in quanto non padroneggia (ancora) le tecniche di
lavorazione di leghe speciali come la Staballoy
con
la quale sono prodotte le schegge
pre-sagomate che
sono il cuore di questo tipo di granate né tanto meno le sofisticate
spolette
elettroniche
che ne comandano la detonazione.
L’ordigno
di per sé non è nulla di particolarmente eclatante: si tratta di un
corpo bomba rivestito internamente di spezzoni perforanti realizzati
in Staballoy
(una
lega a base del famigerato Uranio
Impoverito,
molto più economico da realizzare e lavorare rispetto al più
costoso e resiliente tungsteno)
riempito di esplosivo ad alto potenziale che costituisce di fatto la
carica di
lancio
per queste schegge; al momento della detonazione, gli spezzoni
vengono scagliati ad altissima velocità (circa 2000 m/s) in
direzione
orizzontale
tutt’attorno al punto di scoppio: l’estrema densità dei
proiettili, unita all’alta velocità, permette loro di perforare un
discreto spessore d’acciaio, sufficiente di solito a mettere fuori
gioco veicoli protetti, mezzi blindati e – ovviamente – qualunque
fantaccino abbastanza sfortunato da trovarsi nel raggio di scoppio.
i micidiali "spezzoni" preformati in Uranio impoverito |
Anzi:
il fatto di indossare protezioni balistiche – come le armature da
combattimento o le EMA – rende gli spezzoni ancora più efficaci,
mentre il fatto di essere realizzati in uranio impoverito conferisce
alle schegge effetti piroforici
(leggi:
incendiari) quando colpiscono (e penetrano) materiali rigidi e duri
come l’acciaio, la meta-ceramica etc.
Vista
la quantità di materiali volatili solitamente presenti a bordo di un
mezzo corazzato (principalmente le munizioni ed il combustibile) gli
effetti di queste schegge risultano letali se riescono a penetrare lo
scafo.
Per
quanto concerne l’impiego di queste munizioni, vengono adoperate
pressoché esclusivamente dalle artiglierie a
tiro curvo,
quei pezzi cioè come obici
e
mortai
che sparano nel registro alto
ovvero nella seconda
parabola
secondo la dizione militare.
Questo
perché, se venissero adoperate in un’arma a tiro diretto, l’angolo
di impatto della granata provocherebbe la diffusione delle micidiali
schegge in un cerchio verticale
anziché orizzontale con buona parte delle stesse che finirebbe
direttamente nel terreno senza infliggere alcun danno.
Per
ottenere la massima efficacia invece devono arrivare con la minima
inclinazione possibile, pressoché in verticale ed esplodere prima
di toccare terra.
Per
questa ragione le granate sono dotate di spolette elettroniche che
agiscono come un radioaltimetro:
quando raggiungono l’altezza ottimale (all’incirca ad un metro-un
metro e mezzo da terra) attivano il detonatore e la raffica di
schegge si diffonde a raggiera per tutta l’area di scoppio.
Statistiche
e regole di gioco.
Venendo
ora alle specifiche per la simulazione ludica, queste nuove munizioni
seguono le house
rules
che sono state sommariamente introdotte nel post sugli Esplosivi
pubblicato il 18 luglio 2018: una volta sparate con successo sul
bersaglio, il Mutant
Master™
determina
quali e quanti bersagli siano presenti nell’area di efficacia della
granata ed esegue un lancio d’attacco contro ciascun
bersaglio.
Ogni
bersaglio colpito subisce 1d20
di danni per
ogni singola scheggia
che lo colpisce; ogni bersaglio viene attinto da 1d3
di
schegge, se di dimensioni umane/umanoidi, 1d6
se
si tratta di una creatura gigante/veicolo leggero ovvero 1d10
se
si tratta di un veicolo pesante o di una struttura come un
edificio/bunker.
nota per il MM: usate
il buonsenso nel determinare quanti colpi dovrebbero essere assegnati
al bersaglio: difficilmente uno scooter – pur essendo un “veicolo
leggero” - ha una massa ed una dimensione sufficiente a garantirgli
1d6 di schegge come ad esempio un furgone o una jeep. Allo stesso
modo, una capanna può difficilmente essere considerata alla stregua
di un carro da
battaglia
pesante 60 tonnellate; sappiatevi regolare!
Tutte le creature viventi hanno
diritto ad un Tiro-Salvezza
contro Morte:
se riesce subiscono danno da un
singolo spezzone
anziché da una raffica degli stessi.
Tutti i bersagli protetti da
armature metalliche
e/o rigide
vengono attaccati come se la loro Classe
di Armatura fosse
superiore di
2 punti rispetto
al solito (p.es.: CA 4 diventa CA 6) perché gli spezzoni sono
appositamente realizzati per perforare corazze.
Di più: qualunque bersaglio
protetto da armature metalliche/meta-ceramiche subisce anche un danno
continuativo
dovuto all’effetto incendiario
dell’uranio impoverito: 1d8
per i 3
turni successivi per
ogni singolo
frammento; è
consentito un tiro-salvezza
contro energia
per dimezzare questo danno ulteriore.
Quando ad essere colpito è
invece un veicolo/struttura o altro bersaglio inerte/non
vivente, in caso di
colpo critico
una o più schegge hanno superato la corazzatura/protezione ed hanno
raggiunto l’interno: se all’interno
del veicolo/struttura sono presenti materiali e/o componenti volatili
o sensibili al fuoco, come munizioni,
combustibili, carburanti etc.
questi vengono automaticamente
incendiati ed esplodono/vengono distrutti, con ovvie e prevedibili
conseguenze sull’intero veicolo e su chi vi si trova a bordo in
quel momento.
Note
per il MM: anche
qui, se non sono presenti o disponibili delle Tabelle di danno
Specifiche, usate il vostro giudizio e buonsenso per determinare se
questo effetto
speciale
può o no aver luogo, determinando casualmente se qualche componente
sensibile è presente e può o meno essere colpito dalla scheggia.
Per
quanto riguarda le specifiche
di queste munizioni, queste vennero realizzate esclusivamente per le
artiglierie medie
e
pesanti
più diffusamente in uso al tempo dell’Ultima Guerra, quindi nei
calibri 120
mm per
i mortai e 150/200
mm per
gli obici (con
questo intendo che possono essere trovate ed usate anche
nei
calibri 152/155 mm e 203 mm in uso oggi
nei
paesi NATO, in Russia, Cina e paesi clienti e alleati), sia che si
trattasse di pezzi convenzionali
che dei nuovi pezzi a propulsione
elettromagnetica che
elettrochimica-termica.
Come
visto sopra, le caratteristiche di danno non
variano da modello a modello; quel che cambia è l’area
di effetto
coperta dagli spezzoni, che dipende dal calibro effettivo della
munizione usata e che è riportata in tabella alla voce danno.
Note
finali del Progettista
Ancora una volta sono stato
“ispirato” dalla lettura di uno dei miei “sacri testi”,
dedicato, questa volta, agli armamenti aeronautici in uso nel recente
passato – e tecnicamente ancora
adoperati in larga
parte dalle aviazioni di tutto il mondo – nello specifico, sono
rimasto colpito da una munizione francese, la BAT
120, realizzata dalla Brandt negli anni ‘80 per equipaggiare i cacciabombardieri della
Armée
de l’Air (e non solo)
nell’attacco alle colonne corazzate del (oggi disciolto) Patto di
Varsavia.
Come ho riportato nel testo
più sopra, prendendo come spunto una bomba da mortaio da 120mm –
calibro “standard” per i mortai pesanti sia ad Est che ad Ovest –
la adattarono come testata per una bomba leggera anticarro,
montandola sul corpo e gli impennaggi della bomba anti-pista BAP-100
allora in uso.
Quindi, a parte il fatto che
le armi venissero rilasciate a bassa quota in grappolo da apposite
rastrelliere montate sotto le ali o la fusoliera del velivolo, per
poi scendere verso terra attaccate ad un paracadute frenante – in
modo da arrivare perfettamente in verticale sul bersaglio – per
quanto riguarda funzionamento ed effetti è tutto esattamente come
descritto nel corpo del testo.
Allo stesso modo, ho scelto
di trasformare questa bomba in una munizione per l’artiglieria
proprio in considerazione del fatto che – come stanno anticipando
quasi tutti gli esperti militari già
oggi – con il
proliferare e la sempre maggiore sofisticazione dei sistemi difensivi
antiaerei, si prevede che in futuro sarà assai difficile, per non
dire impossibile, eseguire una missione d’attacco al suolo
sorvolando il terreno in mano al nemico e/o lanciare un attacco che
non sia con armi del tipo “stand-off”
(cioè lanciate da
distanza di sicurezza) al di fuori dell’inviluppo di ingaggio dei
sistemi missilistici avversari.
Di più: se preventiviamo –
come nel caso del mondo di Mutant Future™
- lo sviluppo e l’impiego futuro di armi ad
energia diretta come
i laser (ovvero a propulsione elettromagnetica come le armi Gauss)
con le loro traiettorie
estremamente piatte e le lunghissime gittate, va da sé che qualunque
attacco portato da un aeromobile direttamente entro la portata di
tali armi sarebbe veramente un suicidio, come fu ben anticipato, in
tempi non sospetti, da quel gioiellino di wargame di Steve Jackson
che è Ogre.
In mancanza di regole
specifiche per l’uso dell’artiglieria a tiro curvo (e quindi per
il fuoco indiretto), che conto comunque di proporre una volta che
sarò venuto a capo delle varie difficoltà che semplificare una
materia così complessa comporta – altrimenti diverrebbe
ingestibile in un contesto ludico che vuole essere “semplice”
come il d20 system
classico di
D’n’D/Gamma World cui il nostro amato retroclone si ispira – ve
lo proporrò, magari con l’aggiunta di qualche nuovo implemento di
distruzione, sia reliquia (leggi: esistente oggi) che “futuro”
(leggi: estrapolato/inventato di sana pianta dal sottoscritto).
Intanto spero di aver
dimostrato ancora una volta come anche
un gioco “semplice” come Mutant Future™
possa essere reso più credibile ed interessante senza complicare più
del necessario lo svolgimento dell’azione.
Buon
Divertimento!
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