La Reggente, Sua Eccellenza Romano Liao |
La
Quarta Guerra di
Successione
non andò proprio benissimo per la Confederazione
Capellana
che – di fatto – perse oltre 1/3 dei suoi mondi per mano del
neonato Commonwealth
Federato.
Di
più: il dopoguerra fu un periodo di feroci lotte intestine, con
molti movimenti
indipendentisti
sorti sulla scia della cocente sconfitta dello stato centrale e
continui tentativi di secessione di questo o quel sistema o di interi
gruppi di mondi.
Fu
a questo punto che Romano
Liao
la de
facto Cancelliere
della Confederazione (dal momento che il Cancelliere in carica –
Maximilian
Liao –
era letteralmente uscito di senno) chiese a quel che rimaneva del suo
apparato industriale-militare un mezzo per riportare l’ordine –
in tipico stile Liao – tra le riottose provincie secessioniste.
Quello
che ottenne fu uno dei ‘mech più tristemente famigerati di sempre,
una macchina nata e concepita con l’unico scopo di sopprimere
ogni dissenso e fare letteralmente strage di rivoltosi ed oppositori:
lo MSL-3R
Manslayer
altrimenti
noto presso i suoi padroni capellani come Xiāomiè
lóng
(trad:
Dragone
Sterminatore).
Capacità
e Impiego operativo.
Lo
Xiāomiè
lóng/Manslayer,
come indica il suo nome, è un battlemech leggero – classe 20
tonnellate – concepito con un unico scopo: scovare
e
sterminare
i
nemici esterni
ed interni
(specialmente quelli interni) della Confederazione Capellana; a tale
scopo è equipaggiato con sole armi “leggere” inadatte ad
infliggere molti danni in combattimento contro altri ‘mech e/o
veicoli militari
ma perfettamente in grado di falciare
e
arrostire
qualunque avversario appiedato,
che si tratti di unità di fanteria, di marmaglia ribelle meglio
ancora di una folla di manifestanti.
Il
Manslayer può perciò essere considerato un’unità prettamente di
guarnigione
e di supporto alle operazioni di peace-enforcing
(del tipo definitivo,
ovviamente); di conseguenza, il Manslayer non viene pressoché mai
assegnato ad unità militari e/o della milizia planetaria bensì ad
apposite unità di Polizia Militare/Pattugliamento Interno dipendenti
direttamente dai governatorati regionali e/o dalle autorità della
Confederazione.
Quando
le tensioni salgono e la marmaglia insorge ovvero quando i
“terroristi”
portano a segno un colpo particolarmente ben riuscito contro le
autorità del governo e le normali forze di sicurezza non sono più
in grado (se mai lo sono state) di assicurare l’ordine e la
legalità, ecco che entrano in campo le lance
(plotoni)
della Sicurezza
Interna
con i loro Dragoni
Sterminatori
e non ce n’è più per nessuno; buoni o cattivi, non fa differenza
per i piloti dei Manslayer: dal momento che si trova in zona
di operazioni,
chiunque
è un bersaglio legittimo e a meno che non venga ordinato altrimenti,
è facile preda per i lunghi
artigli
(le mitragliatrici) ed il soffio
del drago (gli
inceneritori).
Di
fatto, lo MSL-3R è
una
macchina omicida ed i piloti assegnati a queste unità di
sterminatori sono i più temuti ed odiati di tutta la Confederazione.
D’altronde
occorre avere una buona dose di pelo sullo stomaco per “affrontare”
masse disarmate di civili o bande male armate di guerriglieri ed i
piloti dei Manslayer sono famigerati per essere più infami dei
notori Einsatzgruppen
nazisti
della Vecchia Terra ed altrettanto spietati.
Caratteristiche
Tecniche.
Come
preannunciato nel capitolo precedente, di fatto lo MSL-3R
è
una macchina con capacità prettamente antiuomo
concepito
per scovare e sterminare avversari umani e altri soft
targets
come veicoli civili, barricate ed edifici civili/residenziali.
A
tale scopo, è dotato di una suite di sensori ad alta definizione –
simili
in tutto e per tutto alla normale dotazione di un qualunque ‘mech
da combattimento – tarati specificatamente per il rilevamento di
piccoli
bersagli
come i perniciosi bipedi infestanti che non fanno altro che berciare
e manifestare contro il governo, salvo poi squagliarsela come
altrettanti scarafaggi quando il gioco si fa duro… ed il gioco è
particolarmente
duro
quando entra in campo lo Xiāomiè
lóng!
Il
‘mech è una macchina assolutamente tradizionale, senza frizzi o
lazzi particolari; di fatto si tratta di una revisione low
cost del notorio
LCT-1V Locust
costruito sullo stesso chassis basico
con modifiche attinenti
essenzialmente a migliorare la sua manovrabilità e stabilità in
ambiente urbano e con motore
depotenziato in quanto non necessario, trattandosi di un ‘mech per
uso urbano, che consente
comunque una velocità massima di 65 km/h.
L’armamento
assolutamente utilitaristico e a basso costo, è limitato a
mitragliatrici
convenzionali (le
classiche Sperry-Browning)
e bruciatori
modello Olympus
alimentati dal plasma
del reattore di bordo; i
danni che possono infliggere in combattimento contro altri
‘mech/veicoli sono perciò estremamente limitati ma contro il
personale appiedato sono devastanti!
L’aver
montato un motore meno performante – unito all’uso di armi
“fredde” come le mitragliatrici – ha portato ad un ulteriore
vantaggio: il Manslayer – a meno di subire danni al reattore o agli
scambiatori di calore – di fatto non
scalda mai
e può quindi operare al picco delle proprie capacità in ogni
momento!
Un’altra
caratteristica che non si ritrova spesso su modelli del periodo è
l’inclusione del temuto pod
antiuomo da
usarsi contro quei
perniciosi bipedi che dovessero avvicinarsi troppo, magari con
l’insana idea di piazzare una mignatta magnetica o altro ordigno
sugli organi più vulnerabili del battlemech e che – tra le altre
cose – si sono rivelati una soluzione piuttosto… azzeccata per
liberarsi di un gran numero di civili riottosi in un colpo solo, dopo
averci camminato
in mezzo magari.
Storia
operativa.
Ma
di cosa stiamo parlando? Di fatto, se c’è una
cosa che il Manslayer
non ha
avuto è proprio una storia operativa, a meno che non possano essere
considerati tali le missioni search
& destroy sugli
innumerevoli mondi “ribelli” della periferia della Confederazione
Capellana.
Ripensandoci
siccome i cervidi, in effetti negli annuali c’è
un episodio (e
relativo pilota) che è entrato negli annali della storia militare ed
è stato durante uno dei
(molti) tentativi d’invasione di Betelgeuse
da parte delle forze
dei Mondi Liberi,
quando
un’unità di Manslayer
stazionata come distaccamento di sicurezza presso uno dei maggiori
stabilimenti industriali nel sud del pianeta finì sotto attacco da
parte di una lancia
da ricognizione con un forte contingente di fanteria motorizzata.
Avvantaggiandosi
della conoscenza del terreno e della superiore manovrabilità in aree
ristrette, i piloti dei Manslayer attirarono i ‘mech avversari
all’interno dello stabilimento, in una mortale partita a
rimpiattino, contando sul fatto che i Marik volevano l’impianto
intatto e non avrebbero perciò azzardato uno scontro con armi
pesanti a lunga distanza.
Nick "Manofredda" Lee, l'eroe di Betelgeuse |
L’idea
ebbe successo, anche se costò la perdita di 3
Manslayer su 4
ma non prima che 2 dei ‘mech invasori e l’intero contingente di
fanteria andasse perduto, letteralmente massacrato dal tiro
ravvicinato e incessante delle Sperry-Browning, mentre i veicoli di
trasporto finivano inceneriti dagli Olympus…
entrambe le vittorie sui ‘mech Marik – un
Wasp
e
un Locust
–
dovute ad attacchi portati alle spalle a distanza ravvicinata,
andarono al Manslayer nome in codice “Hú
láng”
(Sciacallo) pilotato dal sergente maggiore Nick manofredda
Lee,
così chiamato a causa di una menomazione all’avambraccio destro,
frutto
di una
ferita di guerra subita durante la Quarta
Guerra di Successione, quando
ancora militava nella CAAF che rimane fino ad oggi l’unico
mechwarrior ad aver ingaggiato con successo e ottenuto due
abbattimenti a bordo di un Xiāomiè
lóng.
Dopo
la perdita di metà della lancia e di tutta la fanteria, il resto del
plotone da ricognizione decise di ritirarsi, senza sapere di essere
ormai padrone del campo, visto che l’unico
difensore Liao rimasto era proprio lo sfuggente Hù láng
del sergente Lee.
Note
del Progettista.
Questo
è il mio secondo post dedicato al classico gioco da tavolo (e non
solo) coi robottoni
della fu FASA Corp. ed è ancora una volta dedicato al periodo
classico
del gioco, quello antecedente l’Invasione dei Clan e tutta la sAga
mentale seguita al 9/11; anche in questo caso, sono stato folgorato
sulla via di Damasco da una serie di immagini rinvenute sul web, che
mi hanno ispirato l’idea di un ‘mech veramente sui
generis che potrete
impiegare nei vostri scenari “urbani” ovvero – in
congiunzione con Mechwarrior
(il gioco di ruolo) – per qualche scenario uomo/mech
visto che il
Manslayer non
può essere definito un ‘mech da battaglia pesantemente armato e
corazzato e potrebbe
essere affrontato, usando cervello e coraggio, da un gruppo di
personaggi ben equipaggiato.
Dulcis
in fundo, qui troverete le schede relative al ‘mech:
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