Tra i
vari giochi che ho presentato su questa pagina, ricorderete che ce
n'è uno in particolare di fantascienza
pura...
o forse sarebbe il caso di dire più space
opera che
sci-fi, in quanto si tratta della nuova edizione, riveduta e
parzialmente corretta, di uno dei giochi di ruolo fantascientifici
più antichi conosciuti, uscito nel lontanissimo 1978
per
i tipi della Fantasy
Games Unlimited una
casa che – nonostante le traversie e i rovesci subiti nel corso dei
decenni – è ancora viva e vegeta e produttiva, anche se i suoi
sforzi si sono concentrati su due o tre prodotti di punta mentre il
resto, in un certo senso, langue.
Daniel
Proctor, autore ed editore della Goblinoid
Games
ne ha acquisito i diritti un paio di anni fa ed ha deciso alla fine
di riproporlo dopo averne... sciacquato i panni in Dungeons
& Dragons per
così dire, in nome della compatibilità con gli altri prodotti della
casa, basati tutti sul classico sistema di gioco degli anni '80 del
fu Gary Gygax e della defunta TSR, Inc.
Diciamo
che le due cose sono andata abbastanza a braccetto, in quanto il
gioco originale faceva pesantemente il verso (diciamo pure che per
certi versi ne era un plagio clamoroso) alla serie
classica di
Star Trek
quella
degli anni '60 per capirci, mentre Proctor & Co. voleva produrne
una versione più simile ad un dungeon
crawl nello
spazio con armi a raggi al posto delle spade.
Il
problema, a mio modestissimo parere, giace nel fatto che anche
questa
nuova edizione, altrimenti abbastanza originale nei nuovi contenuti,
fa il verso alla space opera di Gene Roddenberry, ricalcando
abbastanza pedissequamente alcuni cliché e proponendo pesanti
limitazioni già presenti nel gioco originale del '78... peccato che
siamo nel XXI secolo e che nel frattempo anche l'universo di Star
Trek si sia evoluto, passando per la Next
Generation,
Voyager,
Enterprise e
Deep
Space 9,
fino al recentissimo reboot
(che
tra l'altro personalmente trovo sia favoloso e molto più adulto, nei
temi e nella caratterizzazione dei personaggi) del 2009.
Per
questo, dopo aver letto il nuovo gioco per intero ed in qualità di
socio
contributore alla
produzione del gioco stesso, se permettete mi sono girate leggermente
le palle, quando ho visto le astrusità della vecchia edizione
riproporsi come la classica peperonata a mezzanotte; mi aspettavo un
approccio più adulto o moderno (con questo non intendo il solito
scempio per bimbominkia
cui
vanno di solito incontro le riedizioni dei giochi classici da qualche
anno a questa parte) pur rimanendo nello spirito della old
school of gaming cui
siamo tanto affezionati.
Al
che ho deciso – e spero che la cosa venga accolta non dico con
fervore ma con un certo seguito – di mettere
mano agli
aspetti più... bambineschi e meno logici del gioco rimodellandoli (o
rimodernandoli, fate voi) alla luce degli sviluppi minimi
prevedibili
per una qualunque ambientazione di fantascienza classica, anche
quando
vuole riproporre in salsa
DnD una
saga come quella di Star
Trek.
Anzi,
a maggior ragione, sto pensando di proporre una versione riveduta e
(s)corretta di Starships
& Spacemen prendendo
spunto dall'unico, vero contraltare al serial TV americano, il
misconosciuto ma per certi versi (diciamo pure molti, va) migliore –
almeno per le tematiche e per la caratterizzazione dei personaggi,
decisamente più adulti e meno zuccherosi – Raumpatrouille
Orion,
il kult di sci-fi made
in Germany coevo
dello Star Trek originale.
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