domenica 28 agosto 2016

Il “francese da 75” un nuovo implemento di distruzione per Mutant Future™


Un nuovo (si fa per dire, visto che era già antico al tempo della Catastrofe) implemento di distruzione ha resa nota la sua presenza nelle lande desolate del futuro post-apocalittico; la sua storia risale al tempo degli Antichi, molto prima che la Grande Catastrofe colpisse quella razza di semidei, annichilendone la civiltà e stravolgendo il loro mondo nella devastazione che noi tutti oggi conosciamo.

Paragonato alle altre, grandi reliquie dell’Ultima Guerra, non sembrerebbe essere chissà che, eppure, nonostante le sue (relativamente) ridotte dimensioni e capacità, questo ordigno è in grado di portare morte e distruzione su chiunque abbia la sventura di trovarselo di fronte.

Da che è stato introdotto sui mercati (e di conseguenza, negli arsenali) del Nuovo Mondo, è stato universalmente accolto con timore e soddisfazione: timore, perché la sua potenza non è cosa con la quale si possa giocare impunemente; soddisfazione, perché più di una comunità, una volta assicuratasi uno o più di questi ordigni, ha potuto garantire la sua sicurezza – quando non la salvezza – dalle incursioni di nemici e predoni, che avrebbero altrimenti avuto vita facile nelle loro scorribande.

Si tratta di un cannone, una delle mitiche armi degli Antichi, riportato alla luce non si sa bene da chi e da dove; fatto sta che, nel giro di pochi anni, c’erano già insediamenti che ne erano dotati ed altri ancora che li stavano fabbricando ex-novo.
I più informati affermano che le armate di Ulthar l’autoproclamato Signore della Guerra delle Terre Orientali ne siano ampiamente dotate, sia nella comune forma trainata che nella più esotica e sofisticata versione semovente, ma si sa che il Signore della Guerra ha potuto attingere da fonti sconosciute alle genti delle Terre Libere, dove tutte queste reliquie si trovavano evidentemente in abbondanza.

Gli storici più istruiti affermano trattarsi del mitologico “75” francese, un pezzo di artiglieria sviluppato antecedentemente alla prima, Grande Guerra riportata sui libri di storia, quando i precursori degli Antichi si fronteggiarono per anni devastando interi territori ma – fortunatamente per loro – ancora non disponevano delle risorse della tecnologia avanzata che hanno – secoli dopo – annientato la loro civiltà.
Già al tempo degli Antichi stessi, era dunque obsoleto ma talmente diffuso in tanta parte dell’orbe terracqueo che numerosi esemplari erano ancora disponibili, in musei e depositi, da poterci armare un piccolo esercito.

Oggi, questi pezzi da museo, ricondizionati, ricostruiti o addirittura fabbricati dalle comunità più tecnologicamente avanzate, stanno tornando a diventare lo standard con il quale si misura la potenza di una milizia o di un insediamento.

Viste le minacce che si stanno addensando, sia da est che da nord, sulle Terre Libere, ben presto il 75 tornerà a ruggire, probabilmente contro i suoi consimili in mano al nemico, in difesa della libertà ed indipendenza del Nuovo Mondo.

Come stanno in realtà le cose? Come preannunciato nella narrativa di cui sopra, qualcuno ha in effetti riesumato il classico tra i classici dell’artiglieria d’inizio ‘900, il celeberrimo canon de 75 mm Modèle 1897 francese, che rivoluzionò l’arma di artiglieria, rendendo obsoleta qualunque altra arma nel giro di una notte.

Dotato del (allora) rivoluzionario otturatore Nordenfeld a vite eccentrica e ad alta cadenza di tiro, di affusto (cosiddetto) a deformazione e di sistema di recupero idro-pneumatico, il 75 francese (com’era definito in tutto il mondo) stabilì le caratteristiche attorno alle quali ogni altro pezzo di artiglieria successivo venne progettato e costruito.

Adoperato essenzialmente nelle batterie di artiglieria campale, era sufficientemente compatto e leggero da poter essere trainato da cavalli ed in seguito dai primi veicoli a motore.

Sfruttando munizioni fisse, simili in effetti a grosse cartucce da fucile, si poteva caricare molto rapidamente; all’atto dello sparo, il cannone rinculava come tutti gli altri ma il sistema di ammortizzatori e di recupero idraulico non trasmetteva il moto all’affusto, sicché il cannone non si spostava dalla sua posizione e il tiro poteva essere ripetuto più e più volte, senza dover rimettere in batteria il pezzo o doverlo puntare di nuovo.
Inoltre, l’otturatore, ad azionamento meccanico-manuale, provvedeva da sé ad espellere il bossolo della granata appena sparata, rendendo l’operazione di ricarica estremamente semplice e rapida.

Se proprio aveva un difetto, questo era nell’affusto, la cui impostazione a timone fisso, era ancora ottocentesca e determinata dalla necessità di rendere il cannone facilmente trasportabile coi cavalli, cosa che limitava l’alzo (ed in conseguenza, la gittata) del pezzo.

Dapprima custodito come un segreto di stato, il 75 modello 1897 costituì la spina dorsale delle batterie di artiglieria da campagna francesi; nell’immediato dopoguerra, divenne pressoché ubiquitario, in quanto esportato e/o costruito su licenza in svariati paesi.
In questo periodo vennero introdotte numerose modifiche, principalmente all’asse e al timone, per modernizzarlo e renderlo in grado di essere movimentato da mezzi a motore ed avere un alzo ed un brandeggio nettamente superiori.

In questa forma, dotato di timone a bracci separati e ruote gommate con battistrada pneumatico, partecipò anche al secondo conflitto mondiale, specialmente nelle fasi iniziali e successivamente in quei teatri di guerra dove portabilità e maneggevolezza erano assai più importanti della mera potenza di fuoco, come nella Campagna del Pacifico, contro i giapponesi.
Di più: il cannone da 75 ha avuto una moltitudine di incarnazioni, essendo stato tra l’altro impiegato già al tempo della Grande Guerra, come cannone contraereo e semovente, venendo poi impiegato – nella Seconda Guerra Mondiale – come anticarro e addirittura montato su aerei per l’attacco antinave o contro bersagli al suolo, dopodiché scomparve dagli inventari di tutti gli eserciti maggiori e passò a diventare un pezzo da museo.

Ed è proprio nelle raccolte museali ed in altre esposizioni che – all’indomani della Guerra Finale – i sopravvissuti potrebbero trovarne letteralmente a decine nelle loro più disparate incarnazioni, tanto da poterlo rendere effettivamente un armamento standard non appena le condizioni tecnologiche e manifatturiere lo consentissero.

Su questo assunto infatti si basa questo articolo: che individui scaltri o istruiti ne abbiano trovati a sufficienza in condizioni operative da poterli rimettere non solo in funzione, ma riprodurli.

Come sempre, in questi casi, il vero problema sono le munizioni, perché se è vero che questi armamenti obsoleti sono facilmente rinvenibili, non è altrettanto vero per le munizioni.
Possiamo però supporre (ed è facile profezia) che si possano rinvenire in antichi testi le specifiche di queste granate così come alcune raccolte museali hanno in effetti in esposizione esemplari – intatti o “spaccati” - di dette granate, cosicché un tecnico o uno studioso particolarmente intraprendente potrebbe studiarle, comprenderne il funzionamento e riprodurle in serie.

Certamente, le loro caratteristiche e potenzialità non sarebbero certo pari a quelle delle munizioni originali prodotte dall’industria del XX secolo ma, con un po’ di buona volontà ed utilizzando altri tipi di esplosivo (magari non altrettanto stabili, sicuramente di potenza inferiore), si possono riprodurre dei colpi funzionanti, specialmente una volta riprodotte le spolette delle granate stesse, visto che a fabbricare un colpo solido non ci vuole poi chissà quale scienza!

L’arma: venendo alle specifiche ed alle statistiche di gioco, comprensive di regole della casa per rendere più realistica la simulazione, possiamo dire che i dati essenziali dell’arma-base (reali!) sono i seguenti:

Calibro: 75mm
Lunghezza totale: 5,6m
Lunghezza della canna: 36 calibri
Tipo di affusto: a timone fisso
Peso: 1140 kg (configurazione di tiro), 1970 kg (configurazione di viaggio)
Tipo di munizione: fissa, carica unica
Cadenza di tiro: 12 colpi/minuto
Velocità iniziale: 529 m/sec.
Gittata: 8550 m.
Limiti di elevazione: -11°/+18°
Limiti di brandeggio: 6°
Distaccamento: 6 serventi

Il cannone è dotato di uno scudo anteriore, a protezione degli organi di mira, del pezzo e dei serventi; lo scudo – in termini di gioco, offre protezione al puntatore, al capo-pezzo e al caricatore dagli attacchi frontali (CA 6) portati con armi leggere (individuali/personali) e schegge di granata.

In termini di gioco, il “75” ha le seguenti caratteristiche:

Arma                       Danno    Cadenza      Gittata (norm/max)       Peso
Cannone da 75mm speciale    normale             3000/60001              1140

1 questa è la gittata per il tiro diretto, mirando con gli organi predisposti sull’affusto (cannocchiale e/o reticolo di mira); se usato per il tiro indiretto/curvo (con l’ausilio dell’apposito mirino panoramico) la gittata arriverebbe in realtà a 8,5 km.



Le munizioni: come anticipato sopra, il 75 francese sparava munizioni fisse, con bossolo in ottone, carica unica e innesco a percussione.
I tipi di granata impiegati erano originariamente due: shrapnel e esplosivi/dirompenti; nel corso degli anni vennero introdotte altri tipi di granate, come quelle fumogene e chimiche e quelle perforanti/anticarro.

Al momento le uniche riprodotte/utilizzate nel mondo post-apocalittico sono quelle esplosive e quelle perforanti, mentre le shrapnel sono state sostituite da cartocci a mitraglia, in funzione antiuomo.

Tutte le munizioni attuali (quindi non reliquie) sono fabbricate con lamiera metallica per i bossoli e una lega simile alla ghisa per le granate, ottenuti con metalli di recupero; il peso delle munizioni complete (innesco, bossolo, carica di lancio e granata) si aggira intorno ai 9 kg.

Le granate esplosive – originariamente caricate con acido picrico prima e successivamente con tritolo (TNT) – oggi sono caricate con una varietà di esplosivi fatti in casa, di varia affidabilità e/o efficacia; in termini di gioco gli effetti sono gli stessi per tutte le tipologie e sono sommate nella tabella delle statistiche.

Le granate perforanti sono realizzate con una grossolana lega d’acciaio di qualità variabile, si tratta di proietti solidi, senza particolari accorgimenti tecnici/balistici e relativamente facili da fabbricare; il loro scopo è colpire bersagli puntiformi con tiri tesi e mirati e non godono di bonus particolari come le altre munizioni perforanti più moderne.

L’ultimo tipo di granata, realizzata ex novo al posto delle granate caricate a shrapnel, è il cartoccio a mitraglia, fabbricato con lamiera metallica e caricato a polvere pirica e palle di piombo o altro materiale di recupero.
La granata viene caricata come qualunque altra munizione ma appena lasciata la volata, l’involucro di lamiera si apre, scaricando i proiettili in essa contenuti come una cartuccia a pallettoni da un fucile da caccia, colpendo qualunque cosa in un cono la cui ampiezza è 1/10 della distanza (p.es. 1 metro alla distanza di 10 metri, 2 a 20, 3 a 30 etc. etc.).

Le statistiche di gioco per le varie munizioni sono le seguenti:

Tipo granata:        Danno:       Raggio di scoppio:       Peso:
Esplosiva                4d10                    60                      6,6 kg
Perforante              6d10                     -                   6,3 kg
a mitraglia             1d101                      3302                   7,0 kg

1 il danno è per la singola pallottola, ogni bersaglio viene in realtà colpito da 1d12 di pallettoni entro 1/3 del raggio di scoppio, 1d8 per i restanti 2/3;
2 il raggio di scoppio indica la lunghezza massima del cono che ha per apice la bocca del cannone e – come detto più sopra – un’ampiezza pari a 1/10 della distanza (33x330 alla massima portata); entro i 110 piedi, il numero di proiettili a segno è determinato dal lancio di 1d20, dai 110 ai 330 piedi, il numero scende a 1d10 a causa della dispersione della rosata.

Regole speciali: come per tutti gli altri articoli, queste regole sono assolutamente opzionali ed a discrezione del Mutant Lord e/o dei suoi giocatori e riguardano essenzialmente l’affidabilità del cannone (o meglio, delle sue munizioni) e gli effetti particolari dei cartocci a mitraglia.

1) affidabilità delle munizioni e fumble: quando si sparano dal cannone munizioni di nuova fabbricazione, a causa delle grosse limitazioni tecnologiche degli abitanti della desolazione, non sempre le cose vanno come dovrebbero andare.
Questo vuol dire che se il tiro per colpire è un fumble (1 su 1d20) c’è la reale possibilità che la munizione sia difettosa/fasulla ovvero che possa detonare prematuramente, causando danni all’arma e al personale che la serve.

Se la granata è di tipo esplosivo, lanciate 1d10: se esce 1, la carica esplosiva è instabile e detona prima ancora di lasciare il cannone.
Lo scoppio rottama il cannone e tutti i personaggi entro 30 piedi di raggio devono effettuare un tiro-salvezza contro Morte o subire 4d10 di danni.

Se il risultato del d10 è >2, la granata è difettosa o la carica di lancio fasulla (50/50); nel primo caso, la granata parte regolarmente ma una volta sul bersaglio non esplode (se il bersaglio è un oggetto fisso, subirà 5d8 di danno da impatto, senza alcun ulteriore effetto). Se è la carica di lancio a malfunzionare, la granata non parte e occorre espellerla dalla culatta e caricarne un’altra.

Con le granate perforanti, l’eventuale fumble è pressoché sempre una mancata accensione della carica di lancio, in quanto non c’è nulla nella granata che possa esplodere.

In caso di fumble per le cariche a mitraglia, possono aversi due risultati (50/50): una mancata accensione della carica di lancio ovvero la mancata apertura del cartoccio; in quest’ultimo caso, il proietto vola disordinatamente per qualche decina di metri senza alcun effetto – a meno che non colpisca direttamente qualche sfigato o non si spatacchi contro qualche ostacolo – nel qual caso la pura massa del proietto è sufficiente ad infliggere 5d6 di danni.

2) munizioni a mitraglia: come anticipato più sopra, le munizioni caricate a mitraglia agiscono di fatto come una scarica di pallettoni esplosa da un gigantesco fucile da caccia.

Per simulare l’effetto devastante che hanno questo tipo di colpi sul personale allo scoperto, la procedura di attacco e di danno è diversa, rispetto alle normali regole di combattimento.
Di fatto, quando il cannone spara, il tiro per colpire è determinato dal lancio di un d20 regolare; dal momento che si considera che il cannone stia attaccando un settore di terreno davanti a sé e non un singolo bersaglio, ogni lancio >10 è un colpo a segno e a seconda della distanza dalla bocca da fuoco ogni personaggio che si trovi nell’area di pericolo verrà automaticamente colpito da 1 o più pallettoni.
Per determinare chi è stato colpito, ogni personaggio in pericolo deve effettuare un tiro salvezza contro Energia o subire i danni previsti (1d10x1d12 ovvero 1d10x1d8 se oltre 1/3 della gittata); se il tiro salvezza riesce, subirà comunque 1d10 di danni, a meno di aver ottenuto un 20 naturale.

Note finali: era da parecchio tempo che non postavo nulla per Mutant Future così come era da eoni che volevo inserire nella mia campagna di gioco questo particolare pezzo di artiglieria, anche in virtù del fatto che un sacco di questi pezzi (e gli obici paricalibro) armano le orde di Ulthar, il Signore della Guerra, per lo più montati sui suoi semoventi.

Dal momento che il Modéle 1897 è stato il primo del suo genere ed è in effetti molto diffuso presso le maggiori raccolte museali (anche private) di buona parte del mondo occidentale, dove si ambientano la maggior parte delle avventure nel mondo post-apocalittico di Mutant Future, quindi è ragionevole presupporre che studiosi o archeologi del lontano futuro possano rinvenire uno o più di questi gingilli perfettamente preservato e tentare di rimetterli in funzione e/o riprodurli, molto più che non con pezzi di artiglieria ben più moderni (e sofisticati) i quali, tra l’altro, a meno di ritrovamenti fortunosi e clamorosi, con ogni probabilità saranno andati distrutti (o messi fuori uso, prima di abbandonarli) durante l’Ultima Guerra, da qui la scelta di questa vera e propria reliquia per introdurre le artiglierie a traino meccanico/animale e sopperire al generico cannone riportato a pag. 110 del manuale di base.

Sperando sempre di aver fatto cosa gradita, vi do appuntamento al prossimo post. Enjoy!



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