Dopo la prima
incursione nel campo delle pistole semiautomatiche marcate Browning,
passiamo ad esaminare il resto del panorama, per quanto riguarda la
stessa categoria di armi proveniente però da altre fonti.
Forse non tutti
sanno che la prima arma
semiautomatica commercialmente di successo fu realizzata da Hugo
Borchardt (un
tedesco naturalizzato americano) nel 1893, prodotta dalla Ludwig
Loewe & Co. in
quel di Berlino.
Si
trattava di un’arma massiccia e ingombrante, che sparava una
peculiare cartuccia a collo di bottiglia scanalata calibro 7,63mm che
divenne la base per cartucce similari successive di grande potenza,
come la 7,63mm Mauser e la 7,65mm Parabellum di George
Luger,
che fu allievo del Borchardt ma che superò di gran lunga il maestro,
grazie alla realizzazione della celeberrima pistola
Parabellum ovvero
P-08 dall’anno
d’adozione ufficiale presso l’Esercito Imperiale tedesco.
Di
queste tre armi, soprattutto le ultime due ebbero grandissima
diffusione in tutto il mondo e vennero realizzate in una serie di
modelli varianti che però, in definitiva, sono modifiche minori
delle armi-base, perciò analizzeremo in questo post solo i modelli
“originali”.
Fabbricata
a partire dal 1896 fino al 1937, la pistola semiautomatica Mauser
C-96
fu realizzata (o per meglio dire, copiata e non necessariamente su
licenza) anche in Spagna ed in Cina.
Si
tratta di un’arma robusta, pesante, caratterizzata da una
configurazione peculiare, con la lunga canna esposta e il serbatoio –
integrale all’arma e inamovibile – posto davanti alla guardia del
grilletto.
Per
il caricamento ci si avvale di lastrine
(tipicamente Mauser) da 10 cartucce, inserite nell’otturatore
aperto; le cartucce vengono inserite nel serbatoio con il pollice,
dopodiché la lastrina viene scartata quando l’otturatore va in
chiusura, azione che fa si che la prima cartuccia venga
contestualmente inserita in canna, rendendo l’arma pronta al fuoco.
Di
quest’arma furono prodotte numerose versioni, principalmente nel
calibro nativo 7,63x25mm
ma
per l’esportazione la Mauser produsse anche modelli camerati per la
cartuccia 9mm
Mauser Export
una cartuccia di grande potenza, oggi desueta.
Durante
la Prima Guerra Mondiale, l’esercito imperiale, in nome della
standardizzazione, fece produrre e/o modificare un certo numero di
pistole Mauser perché impiegassero la cartuccia standard 9mm
Parabellum;
le armi così modificate hanno inciso sul calcio un grande numero 9
dipinto di rosso, per evitare che qualcuno inavvertitamente vi
caricasse le 7,63mm Mauser.
Come
gran parte delle pistole semiautomatiche di fine XIX secolo, la
Mauser era dotata
di un calciolo-fondina
amovibile di legno e cuoio, che si incastrava nel calcio della
pistola e la trasformava in una specie di carabina semiautomatica,
molto utile per il tiro mirato a lunga distanza.
Venendo
alle specifiche dell’arma, sono le seguenti:
lunghezza: 295
mm
canna: 140
mm
peso: 1,05
kg
cap.
caricatore: 6 o 10 cartucce
caricatore integrale inamovibile
mentre
le statistiche di gioco sono le seguenti:
calibro: Colpi/round: Danno: Gittata*: Malf.:
7,63x25mm 2 1d10
25 99
9mm
Mauser Export 1 1d10+1 25 98
nel
1912 apparve il modello “definitivo” della Mauser, la pistola
M1912 la più
utilizzata durante e dopo la Grande Guerra; le specifiche e le
statistiche di gioco sono identiche al modello precedente, se non per
il peso (1,25 kg.)
e l’introduzione di caricatori amovibili
a scatola.
A
questo modello appartiene la famosa modifica numero
9 in calibro 9x19mm
Parabellum, che ha le
seguenti statistiche:
calibro: 9x19mm
Parabellum
colpi/round: 3
danno: 1d10
gittata*: 20
malf.: 99
munizioni:
6, 10 o 20 colpi (anche in 7,63mm Mauser)
*con
il calciolo/fondina montato la gittata diventa 50; il
calciolo/fondina pesa – staccato – 0,45 kg. circa.
Veniamo
ora all’altra, grande concorrente, la celeberrima Pistole
Parabellum 1908, la
prima arma ad adoperare la – oggi ubiquitaria – cartuccia 9x19mm
Parabellum dalla quale
l’arma prese la sua denominazione ufficiale.
Progettata
da Georg Luger alla
fine del XIX secolo, vide la luce con il primo modello nel 1900,
camerata per la cartuccia 7,65x21
Parabellum, munizione progettata da Luger derivandola dalla
originaria 7,63mm di Borchardt; come questa, la 7,65mm è una
cartuccia scanalata a collo di bottiglia, più corta di 4mm rispetto
alla cartuccia “madre” ma con una carica di lancio che la rese
(per i tempi) piuttosto potente (anche se non ai livelli della
7,63x25mm Mauser).
Questa
combinazione arma/munizione ebbe larga diffusione e fu adottata da
svariati eserciti europei, il primo tra i quali fu quello svizzero,
mentre in Germania fu adottata – con una canna leggermente più
lunga – dalla Marina Imperiale, nel 1904,
come Pistole 04 o P-04 per brevità.
Introdotta
nel 1902 la cartuccia 9x19mm, ottenuta per allargamento del colletto
della 7,65mm così da ottenere un bossolo scanalato dritto, con la
contemporanea riduzione di 2mm della lunghezza del bossolo, Luger passò a modificare la sua pistola perché potesse sparare questa nuova munizione.
Seguendo
l’esempio del suo maestro (Hugo Borchardt) Georg Luger modificò ed
adattò il sistema di funzionamento a corto rinculo con apertura
ritardata “a
ginocchiello” della
C-93 di Borchard, rendendolo però più funzionale e meno
ingombrante, mentre il caricatore, amovibile, era inserito nel calcio
della pistola, nella posizione oggi consueta.
La
“nuova” pistola fu adottata dall’Esercito Imperiale tedesco nel
1908 ed ottenne la designazione P-08 dall’anno
di adozione.
Come
buona parte delle prime pistole semiautomatiche, anche la Luger
poteva essere dotata di calciolo/fondina amovibile e durante la
Grande Guerra ne venne prodotta una speciale versione a canna lunga,
denominata Luger
“Artiglieria”
in dotazione principalmente ai sottufficiali di artiglieria e ai
distaccamenti di mitraglieri, salvo poi diventare nell’ultimo anno
di guerra dotazione standard per le Sturmtruppen
negli assalti alle trincee avversarie.
Luger "Lange" o "Artillerie" 08 a canna lunga con calciolo/fondina montato e caricatore "a chiocciola" da 32 colpi. |
Per
questo modello in particolare, fu sviluppato il famigerato caricatore
a chiocciola
funzionante ad orologeria e contenente ben 32 cartucce, che poteva
però essere usato con qualunque modello di Luger in 9mm Parabellum.
Le
specifiche per i 3 modelli principali della pistola Luger sono:
P-08
(Esercito) P-04/06 (Marina) “Lange/Artillerie” 08
lunghezza: 223mm 267mm 315mm
canna: 102mm 152mm 203mm
peso: 0,87
kg. 0,96 kg. 1,05 kg.
caricatore: amovibile,
monofilare con capacità di 8 colpi, in alternativa, caricatore “a
chiocciola” da 32 colpi.
Le
statistiche di gioco sono le seguenti:
calibro: colpi/round: danno: gittata1: malf.2:
7,65mm
Parabellum 3 1d8+1 20 99
9mm
Parabellum 3 1d10 20 99
1
tutti i modelli
eccetto quello “artiglieria” che è 25, col calciolo/fondina
agganciato, la gittata radoppia (40/50);
2
la Luger è di
costruzione eccellente ma con tolleranze strettissime: la percentuale
di malfunzionamento si riferisce ad una pistola in ottime condizioni
di manutenzione; in caso di arma negletta o sporca, scende di ben 5
punti (94).
nota:
le specifiche di cui sopra
fanno riferimento ai modelli militari
di Luger e/o di Mauser, di cui – nel periodo in oggetto ne Il
Richiamo di Chtuhlu – c’è
grande abbondanza sul mercato in quanto surplus
di guerra ovvero souvenir
riportati dai soldati al
ritorno dal fronte.
Molto
diffusi sul mercato erano i modelli civili,
dei quali sono molto più comuni quelli in calibro 7,63x25mm
e 9mm
Mauser Export (più
rari) per la Mauser ovvero in 7,65x21mm
Parabellum per la Luger,
che ha anche la canna più lunga (127mm) rispetto al modello militare
standard; i modelli civili inoltre non sono dotati normalmente
di attacchi per il
calciolo/fondina, giusto per precisare.
Sperando,
come sempre, di aver fatto cosa gradita, vi do appuntamento al
prossimo articolo per integrare ed ampliare l’arsenale a
disposizione dei vostri intrepidi investigatori.
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