venerdì 5 agosto 2016

Quando non serve essere "originali" a tutti i costi.


Certo che è incredibile come la stessa, identica idea di base possa dar vita a due risultati assolutamente diversi.

Nello specifico, mi riferisco a due dei filmoni senza gli attoroni che ho recentemente visionato: Assalto dallo Spazio (Invisible Invaders 1959) e il coevo (e finora inedito nel Belpaese) ed universalmente aborrito Plan 9 from Outer Space.

A ben vedere, entrambi si basano sull'idea che gli invasori alieni adoperino come arma i cadaveri rianimati dei recentemente morti, nel primo caso mediante possessione da parte dell'entità extraterrestre stessa, nel secondo mediante l'innesto di impianti elettromagnetici nel cervello dei morti.

È evidentemente lo svolgimento e la realizzazione (oltre alla relativa povertà o ricchezza dei mezzi impiegati) che fanno la differenza tra i due, con il primo che si basa più sull'azione (per così dire) da parte dei protagonisti, mentre il secondo alla fine non è che una lunga raspa mentale pseudo-psicologica condita da (sottilissime) venature antimilitariste, apparentemente buttate là per dare sostanza e credibilità all'intervento alieno.

Tra l'altro, si potrebbe anche dire che il primo in realtà abbia plagiato il secondo, perché in realtà il caFolavoro di Ed Wood è del 1957 (quando venne proiettato per la prima volta col titolo Grave Robbers from Outer Space), mentre Invisible Invaders è per l’appunto del '59, eppure è Plan 9 che sembra un plagio e non il contrario.

Quello che fa davvero la differenza, alla fine, come sempre è la sospensione dell'incredulità, che in Plan 9 è praticamente inesistente, mentre in Invisible Invaders ci ripensi solo dopo averlo visto, come i cervidi, a mente fredda.

Con questo voglio dire che, in realtà, come in qualunque altro tipo di narrazione (ed il gioco di ruolo, in definitiva è una narrazione in fieri) a volte non è importante l’idea alla base, che potrebbe (e spesso è) essere qualcosa di non assolutamente originale (anche perché, oggi come oggi, ditemi chi ha idee veramente originali) addirittura di già visto; è come la metti in campo, come la sviluppi e soprattutto quanto riesci a renderla interessante e/o divertente (e quindi credibile, anche quando si parla di fantascienza o fantasy) che conta.

Questi due film, oggidì pressoché dimenticati se non per un pubblico di appassionati, ne sono un esempio concreto e presente, che tutti dovremmo avere sempre a mente quando scriviamo qualcosa, che sia un racconto o un romanzo, una sceneggiatura ovvero una “semplice” avventura per il nostro gioco preferito.

Ricordate sempre: non è nell’idea in sé il successo ma nel modo in cui la usi e nei mezzi che profondi per renderla fruibile, perché – specialmente nel mondo del gioco di ruolo che, fortunatamente, non ha limiti di budget – scambiando l’ordine dei fattori il risultato può cambiare e anche di brutto!

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