Certo che è
incredibile come la stessa, identica idea di base possa dar vita a
due risultati assolutamente diversi.
Nello specifico, mi
riferisco a due dei filmoni senza gli attoroni che ho recentemente
visionato: Assalto dallo Spazio (Invisible Invaders
1959) e il coevo (e finora inedito nel Belpaese) ed universalmente
aborrito Plan 9 from Outer Space.
A ben vedere,
entrambi si basano sull'idea che gli invasori alieni adoperino come
arma i cadaveri rianimati dei recentemente morti, nel primo caso
mediante possessione da parte dell'entità extraterrestre stessa, nel
secondo mediante l'innesto di impianti elettromagnetici nel cervello
dei morti.
È evidentemente lo
svolgimento e la realizzazione (oltre alla relativa povertà o
ricchezza dei mezzi impiegati) che fanno la differenza tra i due, con
il primo che si basa più sull'azione (per così dire) da parte dei
protagonisti, mentre il secondo alla fine non è che una lunga raspa
mentale pseudo-psicologica condita da (sottilissime) venature
antimilitariste, apparentemente buttate là per dare sostanza e
credibilità all'intervento alieno.
Tra l'altro, si
potrebbe anche dire che il primo in realtà abbia plagiato il
secondo, perché in realtà il caFolavoro di Ed Wood è del
1957 (quando venne proiettato per la prima volta col titolo Grave
Robbers from Outer Space), mentre Invisible Invaders è
per l’appunto del '59, eppure è Plan 9 che sembra un plagio e non
il contrario.
Quello che fa
davvero la differenza, alla fine, come sempre è la sospensione
dell'incredulità, che in Plan 9 è praticamente inesistente, mentre
in Invisible Invaders ci ripensi solo dopo averlo visto, come i
cervidi, a mente fredda.
Con questo voglio
dire che, in realtà, come in qualunque altro tipo di narrazione (ed
il gioco di ruolo, in definitiva è una
narrazione in fieri) a volte non è importante l’idea alla base,
che potrebbe (e spesso è) essere qualcosa di non assolutamente
originale (anche perché, oggi come oggi, ditemi chi
ha idee veramente originali)
addirittura di già visto; è come la metti in campo, come la
sviluppi e soprattutto quanto riesci a renderla interessante e/o
divertente (e quindi credibile,
anche quando si parla di fantascienza o fantasy) che conta.
Questi
due film, oggidì pressoché dimenticati se non per un pubblico di
appassionati, ne sono un esempio concreto e presente, che tutti
dovremmo avere sempre a mente quando scriviamo qualcosa, che sia un
racconto o un romanzo, una sceneggiatura ovvero una “semplice”
avventura per il nostro gioco preferito.
Ricordate
sempre: non è nell’idea in sé il successo ma nel modo in cui la
usi e nei mezzi che profondi per renderla fruibile, perché –
specialmente nel mondo del gioco di ruolo che, fortunatamente, non
ha
limiti di budget – scambiando l’ordine dei fattori il risultato
può cambiare
e anche di brutto!
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