Di tutte le milizie, più o meno organizzate, che si affrontano nella Desolazione post-apocalittica, la Krasnaya Armiya del Generalissimo è senza dubbio quella più organizzata e meglio equipaggiata, dal punto di vista dell’omogeneità dell’armamento.
Come è ben noto, il Generalissimo, agli inizi della sua carriera, godette del ritrovamento di uno dei leggendari depositi clandestini di armi che l’Antico Impero dei Soviet aveva disseminato segretamente nei territori più settentrionali degli Imperi avversari, quello ‘Merrikano in primis.
Questi depositi avrebbero dovuto agevolare l’invasione in caso di guerra più o meno aperta, da parte di speciali “Quinte Colonne” infiltrate precedentemente con vari mezzi, ergo fruire da riserva strategica per i reparti d’assalto (come i paracadutisti e/o la fanteria di marina) che per loro stessa natura non potevano portare con sé che un limitato quantitativo di rifornimenti e munizioni.
Con la caduta del cosiddetto Blocco Sovietico (qualunque cosa questo volesse dire), questi depositi segreti vennero dimenticati e a quanto pare, nel corso dei decenni successivi, non vennero mai rinvenuti dagli abitanti locali.
Qualcuno all’interno della vecchia oligarchia sovietica, però, ne conservava ancora il ricordo e questo, tramandato di generazione in generazione, assunse quasi caratteristiche leggendarie.
Come sappiamo, seguendo le antiche leggende tramandategli dai suoi bis-bisnonni (che avevano fatto parte delle forze d’invasione dell’Impero Russky al tempo della Guerra Finale), il Generalissimo ritrovò uno di questi depositi segreti di armi e materiali e fa da questo trampolino di lancio che iniziò la costruzione della sua novella Armata Rossa; da una piccola banda di espatriati russi male armati, la milizia crebbe in una forza ben armata equipaggiata con le armi degli Antichi.
Certamente, queste armi non erano lo stato dell’arte del tempo della Guerra, essendo state contrabbandate durante gli anni della Guerra Fredda (qualunque cosa questa sia) nel lontano XX secolo ma, rispetto alle tecnologie usualmente disponibili nell’Era del Dopobomba, sono quanto di meglio ci sia a disposizione.
Di più, come se non bastasse, la tecnologia impiegata da questi armamenti ben si presta ad essere riprodotta (seppure con le notorie difficoltà) nelle officine di molte delle comunità facenti parte (volenti o nolenti) della novella Grande Unione dei Soviet ragione per cui queste armi (ma soprattutto le relative munizioni) non spariranno a breve dalla scena, tutt’altro!
Certamente, rispetto alle reliquie degli Antichi risalenti all’Ultima Guerra, la potenza distruttiva di questi implementi è relativamente modesta ma come hanno ben appreso molte milizie della Desolazione e delle Terre Contestate (per non parlare delle Orde Mutanti di Ulthar), tattica e volume di fuoco più che compensano la potenza di armi tecnologicamente più avanzate ma con scarsi numeri sul campo.
L’arsenale: specifiche tecniche e di gioco
Veniamo ora agli ordigni veri e propri; come già annunciato, si tratta di armi leggere e d’appoggio di origine sovietica, risalenti per lo più all’immediato dopoguerra, contrabbandate nei primi anni della Guerra Fredda, quando erano l’equipaggiamento standard delle truppe dell’Armata Rossa, specialmente per i reparti di desantniki (paracadutisti) e Morskaja Pechota (la fanteria di marina).
Pistola Mitragliatrice PPS-43
La Pistolet Pulemiot Sudaeva M1943 è in un certo senso il caposaldo della Krasnaya Armiya. Prodotta come versione migliorata della precedente PPS-42 durante l’assedio di Leningrado (oggi San Pietroburgo), l’arma fu fabbricata mediante semplici tecniche di pressatura e stampaggio di lamine metalliche, adoperando qualunque materiale fosse disponibile, mentre le canne venivano ottenute tagliando in due o tre parti quelle prodotte per i fucili e le carabine a ripetizione ordinaria paricalibro.
A causa di dissapori eminentemente politici tra Mosca e Leningrado, a guerra finita le PPS-43 vennero distribuite letteralmente urbi et orbi; per questa ragione un congruo numero delle stesse è finito nei vari depositi clandestini realizzati in tutte le aree settentrionali dei vari paesi NATO (e non allineati).
L’arma è di costruzione interamente metallica, il calciolo è ribaltabile e quando non è necessario poggia sulla sommità del ricevitore; i caricatori, dalla tipica forma a banana, contengono 35 cartucce calibro 7,62x25mm da pistola ma non sono intercambiabili con quelli utilizzati dalla PPSh-41.
Le specifiche sono le seguenti:
calibro: 7,62x25m
lunghezza: 83 cm (intera), 62 cm (calcio ripiegato)
canna: 27 cm
peso: 3 kg (scarica), 3,62 kg (carica); i caricatori pesano 0,24 kg a vuoto, 0,62 kg pieni
celerità di tiro: 650 colpi/minuto
mentre le statistiche di gioco sono:
tipo di grilletto: automatico
danno: 1d10
n.ro colpi: 35
gittata (normale/max.): 100/200 metri
Moschetto Automatico PPSh-41
La Pistolet Pulemiot Shpagina M1941 è considerata la Cadillac dei mitra dagli uomini della Krasnaya Armiya e per questo assegnata solo ai membri più fidati della milizia.
Anche quest’arma fu sviluppata durante la Seconda Guerra Mondiale ed era l’arma automatica portatile standard delle varie armi dell’esercito; alla fine del conflitto, interi battaglioni erano equipaggiati pressoché esclusivamente di questi moschetti automatici.
La PPSh-41 risente di una concezione che era già superata al tempo della sua progettazione, con la carcassa lignea e la configurazione da fucile corto (per questo preferisco definirla moschetto automatico anziché pistola mitragliatrice ndA) nonché per l’adozione del caricatore a tamburo, assai tipico delle armi degli anni ‘20 e ‘30 del XX secolo, della capienza di ben 71 colpi, anche se, col procedere del conflitto, venne introdotto un caricatore a scatola – dalla classica forma a banana – dalla capienza di 35 cartucce, che divenne lo standard verso la fine della guerra.
A differenza della PPS-43, il modello di Shpagin è dotato di selettore di tiro (posto all’interno del ponticello del grilletto) per cui si può sparare sia a raffica che a colpo singolo, per i tiri mirati. Anche le mire – specialmente nei primi modelli – erano del tipo a tangente, graduate per grandi distanze, sostituite poi da una più realistica tacca di mira ribaltabile a due posizioni, tarata per 100 e 200 metri rispettivamente.
Rispetto alle PPS-43, la PPSh-41 è assai più rifinita e nei depositi clandestini era la seconda arma per quantità; quasi tutte le armi attualmente in possesso alla Krasnaya Armiya sono dotate di caricatori a tamburo.
Le specifiche sono le seguenti:
calibro: 7,62x25m
lunghezza: 84 cm
Canna: 27 cm
peso: 3,5 kg (a vuoto), 5,3 kg (carica); ogni caricatore pesa 1,1 kg vuoto, 1,8 kg pieno
celerità di tiro: 7/900 colpi/minuto
mentre le statistiche di gioco sono:
tipo di grilletto: automatico
danno: 1d10
n.ro colpi: 71
gittata (normale/max.): 100/200 metri
Fucile d’Assalto Kalashnikov AK-47
Il fucile d’assalto per antonomasia, progettato da Michail Kalashnikov subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e per decenni lo standard contro il quale si sono misurati tutti gli esponenti della categoria.
Probabilmente è l’arma di fanteria più prodotta della storia: già sul finire degli anni ‘80 si calcola che ve ne fossero in circolazione più di 80 milioni di esemplari.
L’arma funziona a presa di gas per mezzo di un otturatore rotante, la sua robustezza è leggendaria così come l’affidabilità e la semplicità d’uso. Può essere usata sia a colpo singolo che a raffica: la grossa leva sul lato destro agisce sia come sicura che come selettore del tiro, mentre sulla volata sono presenti gli attacchi per fissare una baionetta.
Ve ne sono due versioni: l’AK-47 regolare con calcio ligneo fisso e l’AKS-47 con calcio metallico pieghevole, che quando non è in uso si ripiega sotto il ricevitore.
La versione rinvenuta nei depositi clandestini è quella originale del fucile, col ricevitore tornito in acciaio e non stampato, come nei successivi AKM, così come i caricatori sono quelli in acciaio di vecchio tipo, anziché i nuovi in lega leggera o plastica/alluminio.
Per numero è la quarta arma più comune nella Krasnaya Armiya ma visti i numeri tutto sommato esigui, rispetto ai mitra, è assegnata principalmente ai membri della Guardia Rossa alle dirette dipendenze del Generalissimo.
Le specifiche sono le seguenti:
calibro: 7,62x39mm M1943
lunghezza: 87 cm (64,5 cm per la versione con calcio pieghevole chiuso)
canna: 41,5 cm
peso: 3,87 kg (scarico), 4,79 kg (carico); il caricatore pesa 0,43 kg vuoto e 0,49 pieno
cadenza di tiro: 600 colpi/minuto
mentre le statistiche di gioco sono:
tipo di grilletto: automatico
danno: 1d12
n.ro di colpi: 30
gittata (norm/max.): 150/300 metri
Carabina Simonov SKS
Questa fu la prima arma ad impiegare la (allora rivoluzionaria) cartuccia intermedia 7,62x39mm, sviluppata nel 1943 probabilmente dallo studio (sempre negato dai russi) delle cartucce tedesche 8mm Kurz (corte) sviluppate per le MachinenKarabiner-42 ed i successivi MP/Sturmgewehr serie 43/44.
Rimane comunque una delle cartucce più diffuse al mondo e la prima ad essere adottata su larga scala dai paesi dell’allora Patto di Varsavia.
La carabina di Simonov venne progettata nel ‘44 e standardizzata nel ‘45. Fabbricata in milioni di esemplari in quasi tutti i paesi del Blocco Comunista, venne estromessa come arma d’ordinanza sovietica con l’introduzione del Kalashnikov nel 1951; come molte armi sovietiche del periodo, venne esportata urbi et orbi e divenne per diversi anni l’arma standard dei vari movimenti di liberazione e della guerriglia sponsorizzata dai comunisti di tutto il mondo.
Per quantità è probabilmente la terza arma più diffusa tra le milizie della Krasnaya Armiya, che ne apprezzano le doti di maneggevolezza e precisione (è notevolmente più precisa del AK-47, da qui la gittata utile superiore) anche se non è considerata uno status symbol come il fucile d’assalto.
La carabina ha diverse peculiarità: è solo semi-automatica, il suo caricatore è un serbatoio integrale inserito sotto la cassa del fucile, davanti al ponticello del grilletto ed è dotato di una baionetta pieghevole integrale, che si ripiega in un alloggiamento sotto il paramano quando non è in uso.
Le specifiche sono le seguenti:
calibro: 7,62x39m M1943
lunghezza: 126 cm (baionetta inastata), 102 cm (baionetta ripiegata)
canna: 52 cm
peso: 3,85 kg (scarico), 4 kg (carico)
mentre le statistiche di gioco sono:
tipo di grilletto: normale
danno: 1d12
n.ro di colpi: 10
gittata (norm/max.): 200/400 metri
Fucile Mitragliatore Degtyarev RPD
Questa è stata la prima arma automatica/d’accompagnamento sviluppata per sparare la cartuccia intermedia 7,62x39m, sostituì il precedente fucile mitragliatore DP/DPM risalente alla Seconda Guerra Mondiale ed è rimasta l’arma automatica per la squadra fucilieri fino all’introduzione del RPK-47, dopodiché venne esportata (e prodotta in tutti i paesi del Blocco Comunista) in tutto il mondo, tanto da essere l’arma automatica tipica della guerriglia; l’arma è caratterizzata da un caricatore amovibile a tamburo contenente due nastri da 50 colpi, dal bipiede integrale e dall’impugnatura a pistola.
A differenza di una vera e propria mitragliatrice, la canna non è sostituibile; per questa ragione i mitraglieri erano addestrati a sparare solo raffiche brevi, per non surriscaldare la canna.
Come tutte le armi russe del periodo postbellico, è robusta, essenziale, di facile utilizzo e manutenzione e spara solo in automatico.
È l’arma automatica di squadra più comune nella Krasnaya Armiya; letteralmente decine di esemplari ne sono stati rinvenuti nei depositi clandestini.
Le specifiche sono le seguenti:
calibro: 7,62x39m M1943
lunghezza: 104 cm
canna: 52 cm
peso: 6,6 kg (scarico), 9 kg (carico); i caricatori a tamburo pesano 0,8 kg vuoti e 1,6 kg pieni
cadenza di tiro: 650 colpi/minuto
mentre le statistiche di gioco sono:
tipo di grilletto: automatico
danno: 1d12
n.ro di colpi: 100
gittata (norm/max.): 400/800 metri
Lanciagranate a Razzo RPG-7
Questa è l’arma portatile anticarro forse più famosa della storia dopo il famigerato Bazooka americano della Seconda Guerra Mondiale; si tratta di uno sviluppo del notorio Panzerfaust tedesco, solo che – a differenza dell’originale germanico – è un lanciarazzi ricaricabile.
Introdotto nei reparti dell’Armata Rossa a partire dal 1961, è divenuto il lanciarazzi anticarro per antonomasia del Blocco Comunista, prodotto in centinaia di migliaia di esemplari in mezzo mondo e diffuso anche nell’altra metà!
La cosa più strana di quest’arma è che è stata impiegata più spesso contro i suoi ideatori ed i loro alleati che non da loro, vedendo l’uso pressoché in ogni conflitto dei secoli XX e XXI. Nella Krasnaya Armiya è l’arma distintiva della Guardia Rossa e delle altre formazioni di élite, soprattutto perché non ve ne sono molti esemplari in circolazione, le sue munizioni sono limitate (anche se gira voce che nelle officine del Nuovo Soviet ci si stia già attrezzando per riprodurle) e sono stati rinvenuti in pochi depositi clandestini, i più “recenti” - quelli contenenti anche gli AK-47, le RPD e le carabine SKS, per intenderci.
L’arma è un tubo metallico ricaricabile, dotato di venturi posteriore, rivestimento termico, impugnature a pistola (una di supporto, l’altra col meccanismo del grilletto), che viene puntata mediante l’uso di mire pieghevoli “in ferro” ovvero mediante un mirino ottico PGV-7 montato sul lato sinistro.
La granata a razzo (PG-7V) consta di un tubo di 40mm di calibro, contenente le alette stabilizzatrici a coltello e la carica di lancio, sul quale è montata una testata esplosiva/anticarro del diametro di 85mm che sporge fuori dal lanciarazzi, in grado di perforare 320mm di acciaio omogeneo alla distanza di 500m.
Le specifiche sono le seguenti:
calibro: 40mm
lunghezza: 95 cm
peso: 6,3 kg (scarico, comprensivo di mirino)
cadenza di tiro: 4-6 colpi al minuto
mentre le statistiche di gioco sono:
tipo di grilletto: normale
danno: 6d10*
Raggio di Scoppio: 12 metri
n.ro di colpi: 1
gittata (norm/max.): 250/500** metri
* le granate PG-7V hanno una lunghezza di 92,5 cm ed un peso di 2,2 kg, aumentano la CA del bersaglio di 6 livelli;
** portata massima utile delle granate a razzo; la testata si autodistrugge una volta raggiunti i 900 metri di distanza.
Vi sono molte altre armi, nell’arsenale del Generalissimo ma esulano dal contesto di questo articolo, come ad esempio le mitragliatrici pesanti “Maxim” PM1910 ovvero le DshK-38/46 delle quali abbiamo già parlato nell’articolo sul Serpente di Ferro e che sono abbastanza scarse nei numeri da non essere dotazione generale presso la Krasnaya Armiya, se non sul Serpente di Ferro stesso e/o a difesa del quartier generale del Generalissimo e che quindi non ripeteremo in questa sede.
Con questo è tutto, ci risentiamo (spero presto) con un nuovo articolo, magari l’ultima parte dell’Odissea sui Mari (perché alla fine questo è diventata) che ancora non riesce a vedere la luce a causa delle (fin troppe) revisioni alla quale la sto sottoponendo.
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