venerdì 21 ottobre 2016

I Figli di Marte: una nuova creatura per Mutant Future™

Nessuno sa chi siano o da dove vengano, tutto quello che si sa di loro è che appaiono, improvvisamente, sul campo di battaglia, dove la mischia è più fitta ovvero quando la situazione appare ormai disperata, combattono come furie, falciando nemici come grano maturo e poi, così come sono arrivati, svaniscono.

Più di un sedicente signorotto della guerra ha avuto modo di subire l’intervento di uno o più di questi misteriosi guerrieri invincibili e di pentirsi amaramente di averli mai incontrati.

Da ultimo, anche le due armate più potenti del continente, attualmente in lotta tra di loro per il predominio, hanno avuto a che fare con loro.
Una delle orde di Ulthar, autoproclamato Signore della Guerra delle terre orientali, è stata letteralmente presa a calci da uno di questi misteriosi guerrieri durante l’assedio ad una comunità indipendente nella Desolazione, così come uno dei nuovi treni corazzati del Generalissimo della Krasnaja Armija è stato praticamente rottamato durante un’incursione nelle Pianure Contestate da un commando di soldati apparentemente invincibili.

Dalle informazioni raccolte dai due schieramenti (e da numerosi saggi e studiosi tra i più istruiti), sembra che queste figure esistano in realtà da sempre, esseri leggendari di cui si favoleggiava sin dai tempi antichi.
Gli antichi bardi e cantori noti come cineasti ne hanno narrato le gesta in numerosissimi film (?) denominati spesso d’azione e per questa ragione, molti di questi combattenti sovrumani erano definiti action heroes per l’appunto.

Ma come i saggi insegnano, non esiste leggenda che non abbia un fondamento nella realtà e dal momento che molte di queste opere prendevano spunto (o narravano tout court) le imprese di eroi del lontano passato, la logica vuole che queste creature mitologiche esistano nella realtà… il vero problema, almeno per quanto concerne la situazione attuale dei due signori della guerra in lotta, è capire perché siano… resuscitati proprio ora e apparentemente a danno delle loro rispettive armate.

Come stanno in realtà le cose?
Che ci crediate o no, la realtà è che gli studiosi che hanno presupposto l’esistenza di questi guerrieri dalle capacità sovrumane hanno ragione!
Si tratta in effetti di creature leggendarie, probabilmente una razza di umani varianti o mutazioni naturali, che da sempre affiancano l’umanità comune, specialmente nei suoi continui e tormentati periodi di conflitto.

Anzi, pare che queste creature – che sono annoverate spesso come eroi leggendari nelle saghe epiche di tutti i popoli della terra – siano in qualche modo attratte dai conflitti, ergo, che traggano giovamento e vita dalla lotta.
Dove più feroce ferve la battaglia, qui appaiono e prosperano.

In genere le caratteristiche di questi esseri sono sempre le stesse: un’abilità fuori del comune in battaglia, un’incredibile resilienza ai danni e capacità di recupero da ferite altrimenti mortali al limite del soprannaturale.
Anche nel caso in cui vengano effettivamente uccisi, questi formidabili guerrieri tendono a scomparire nel nulla, salvo riapparire, più sani e più forti che mai, alla prima occasione utile ma sempre nel bel mezzo di un aspro conflitto.

Generalmente si tratta di eroi solitari ma talvolta appaiono in piccoli gruppi – tipo i Sette Samurai o i Magnifici Sette – infliggono danni inenarrabili all’avversario di turno e, come vuole tradizione, svaniscono nell’aria, ergo, li si vede allontanarsi a cose fatte cavalcando verso il tramonto.

Come la comunità scientifica dell’era immediatamente antecedente la Guerra Finale ebbe a scoprire, lungi dall’essere figure mitologiche frutto della fantasia dei popoli antichi, queste creature esistono veramente.
Se ne accorsero quasi per caso alcuni storici ricercatori analizzando testimonianze rimaste per decenni, quando non per secoli, accantonate e spesso dimenticate, durante una delle tante operazioni di digitalizzazione dei documenti che andavano per la maggiore prima della Catastrofe, allo scopo di salvaguardare l’immenso patrimonio documentale – spesso ancora fisico/cartaceo – giacente in depositi statali e archivi polverosi.

Alcuni di loro notarono delle incredibili somiglianze tra i resoconti scritti, il materiale iconografico e/o fotografico (molto abbondante, specialmente a partire dalla metà del XIX secolo) che rappresentavano individui specifici ed in alcuni casi piuttosto bizzarri.
Tanto per cominciare, tutto il materiale riguardava regolarmente periodi di grande conflitto ovvero resoconti ufficiali di guerra; in secondo luogo, anche se può capitare che – tra una generazione ed un’altra – membri di una stessa famiglia possano aver partecipato ad eventi bellici successivi, era assai difficile spiegare l’incredibile somiglianza che questi soldati avevano con i loro “antenati” magari di un secolo prima!

Una ricerca più approfondita (ma rimasta purtroppo agli albori e brutalmente interrotta dagli eventi catastrofici della Caduta) rivelò che – in effetti – c’erano in queste figure delle caratteristiche ricorrenti che portarono quindi a scartare l’ipotesi che si trattasse di una somiglianza per familiarità.
Come diceva il leggendario Sherlock Holmes, investigatore degli Antichi: “Una volta scartate tutte le ipotesi, quel che resta, per quanto inverosimile, deve essere necessariamente la verità” ed attenendosi a questo incontrovertibile principio, gli studiosi coinvolti giunsero alla conclusione che si trattasse effettivamente degli stessi, identici individui, nonostante tra un evento e l’altro fossero trascorsi decenni quando non secoli.

Una delle caratteristiche distintive di queste entità è che – qualunque sia il contesto o l’epoca del conflitto – indossano o portano con sé sempre e comunque uno o più cimeli assolutamente anacronistici con la realtà storica del momento.
È così possibile vedere uno di questi guerrieri solitari indossare per esempio un cappello della Cavalleria del XIX secolo, ovvero una pistola d’ordinanza della Prima Guerra Mondiale, così come in guerre molto recenti si erano visti individui armati con sciabole e/o spadoni del 1600 o il classico fritz d’acciaio in luogo dell’elmo integrale della tenuta da battaglia!

Altra caratteristica, derivata dallo studio approfondito dei vari resoconti scritti, è che queste creature non sembrano subire danni permanenti e/o invalidanti, anche quando viene riportato che sono state colpite più e più volte in combattimento.
Ogni qualvolta vengono colpiti – in modo grave secondo i testimoni o il personale medico – al massimo finiscono fuori combattimento per un breve lasso di tempo, salvo riprendersi completamente, come se nulla fosse accaduto.
La giustificazione riportata in questi casi è sempre la stessa: si è trattato di una ferita di striscio, niente di che…

È destino che anche i mostri inarrestabili prima o poi… vengano fermati, specialmente quando si ha a che fare con armamenti sofisticati di grande potenza; ed è esattamente quello che accade anche a questi guerrieri leggendari.
Solo che, di solito, non restano morti.
Alla prima occasione propizia, magari ad anni o decenni di distanza, ritornano come detto più sopra, perfettamente integri, abili ma soprattutto con lo stesso, identico aspetto che avevano quando sono stati uccisi, come se nel frattempo non fosse accaduto nulla.

Ovviamente, quando e se qualcuno (magari un commilitone che all’epoca dei fatti era ancora giovane ed ora magari è un vecchio veterano) li avvicina e li interroga, questi revenant negano alcuna conoscenza con chi li interroga e forniscono alibi/generalità più o meno plausibili (ah, ma voi parlate di mio nonno buonanima!) per giustificare la loro incredibile somiglianza col de cuius.

L’unica cosa certa, in definitiva, è che averceli contro è un vero e proprio castigo di dio, mentre averli a fianco, magari anche solo momentaneamente, può voler dire la salvezza in una battaglia altrimenti a senso unico.
Il problema è che potrebbe capitare di averli al fianco durante uno scontro salvo vederli combattere per la parte avversa in quello successivo; è un evento riportatamente raro ma è accaduto in passato.

Note per il Mutant Lord: quelli che ho testé presentato sono una nuova classe di creature/mostri che si possono inserire in una varietà di modi e condizioni, come aiuti dal cielo ovvero come castighi divini per i personaggi.

Come riportato più sopra, si tratta di una razza di immortali che vive da sempre in mezzo alla specie umana, in quanto sono essi stessi “umani”… almeno fino a che non si manifestano i loro grandi poteri.
Questo accade generalmente quando vengono uccisi per la prima volta, di solito durante un conflitto di qualche genere, possibilmente del tipo disperato ovvero quando il morituro, definitamente, lascia una qualche azione/missione per lui fondamentale incompiuta.

Perché e come questo accada, non lo sa nessuno, nemmeno i diretti interessati; fatto sta che, dopo la sua sepoltura, l’uomo non c’è più e al suo posto risorge uno dei guerrieri invincibili noti come Figli di Marte.

Perché si chiamino così è presto detto: non solo nascono in mezzo alla guerra e alla devastazione, di fatto prosperano e si nutrono – loro malgrado – di guerra, uccisioni e sofferenze.
Praticamente, le energie vitali che scorrono e fluiscono in grande abbondanza in tempi di strage vengono assorbite dalle creature, così come un vampiro trae la sua forza e la sua vitalità innaturali dal sangue dei viventi.

A differenza delle varie creature mostruose leggendarie che si nutrono del sangue e/o della carne degli umani, i Figli di Marte non devono necessariamente uccidere chicchessia per trarre il loro sostentamento; teoricamente, anche il solo fatto di trovarsi nel bel mezzo di una battaglia è condizione sufficiente e necessaria perché ne traggano giovamento.

Il fatto è che la stragrande maggioranza di questi esseri sono per loro profonda natura dei guerrieri e non possono/riescono a stare fermi a guardare quando il loro intervento può fare la differenza e comunque, con ogni probabilità, nemmeno si rendono conto che anche senza partecipare attivamente alla lotta potrebbero trarre beneficio, sicché…

Pur traendo la loro sussistenza dalla battaglia, i Figli di Marte possono vivere (e storicamente sono vissuti) anche lontano dalla mischia; in questo caso vivono – ed invecchiano - come normalissimi esseri umani.
Va da sé che nella realtà delle vicende umane la pace non è che un intervallo, più o meno lungo, tra due guerre, quindi è assai improbabile che una di queste creature, per quanto intimamente pacifica o stanca della guerra possa essere, non finisca per ritrovarsi prima o poi in un conflitto di qualche tipo.

Dal momento poi che nessuna società umana è veramente in pace, nemmeno con sé stessa, molti dei Figli di Marte sopravvivono naturalmente svolgendo quelle mansioni che li mettono comunque a contatto con situazioni di pericolo e/o di conflitto; è così che molti di loro hanno svolto – in tempi più civili – la professione di poliziotti, militari, investigatori privati e cacciatori di taglie, cambiando spesso paese e generalità per nascondere la loro natura e salvaguardare la propria identità, tutti ambiti in cui la violenza scorre impetuosa quasi come in guerra.

Ovviamente, più aspro e sanguinoso è il conflitto, maggiore l’energia vitale diffusa, più rapido il recupero delle creature.
È per questo che – a volte – le testimonianze parlano di vecchi veterani che combattono come ventenni… il bello è che dopo un periodo di combattimenti più o meno prolungati, anche il loro aspetto muta tornando ad essere quello che avevano quando sono stati visti l’ultima volta in azione.
Questo perché, di solito, la maggior parte di questi esseri muore/rinasce quando era nel pieno della giovinezza e del vigore.

Esistono però anche casi di… veterani che erano tali al momento della loro dipartita. Questi non ringiovaniscono quando ritornano ma mantengono lo stesso aspetto (ed età apparente) che avevano al momento della morte.

Come detto sopra, i Figli di Marte sono apparentemente delle inarrestabili macchina da guerra e per molti versi lo sono, visto che – in termini di gioco – sono l’equivalente di personaggi/creature di decimo livello/dadi-vita con punti-ferita, tiri salvezza e d’attacco consoni al loro livello.

Possono essere comunque feriti da qualunque arma, come qualsiasi altra creatura vivente ma assai difficilmente muoiono in quanto – fintanto che persiste la battaglia intorno a loro e c’è qualcuno che stira gli zoccoli – assorbono costantemente l’energia vitale che trasuda dal campo di battaglia e di fatto rigenerano le loro forze e ferite.

In termini di gioco vuol dire che – fintanto che ci sono combattenti attivi e che vengono inflitti danni fisici a qualcuno – 1/5 delle ferite inflitte a chicchessia da chiunque dei partecipanti va a rimpinguare i punti-ferita della creatura.

È possibile uccidere le creature infliggendo loro in un solo turno danni/ferite sufficienti ad azzerarne i punti-ferita rimanenti, anche da armi diverse e non tutti in una volta.
Il rovescio della medaglia è che – a meno che non si tratti di armi che provochino la disintegrazione totale del bersaglio – il Figlio di Marte “muore” solo temporaneamente.
Di fatto, per motivi impossibili da accertare (o per quel che conta, impedire) il corpo si rigenera sano e al massimo delle sue capacità al ritmo di 1 livello/dado-vita per anno di sepoltura, nel luogo dov’è stato originariamente deposto al tempo della sua “prima morte”.
Pur non essendo creature particolarmente vendicative, ci sono buone possibilità che – dopo un paio di lustri – i nostri vecchi personaggi si ritrovino a dover affrontare la loro nemesi rediviva…

In realtà esiste un modo per uccidere definitivamente una di queste creature ma è un po’ complicato anche se non impossibile, tant’è che, nel corso della storia, è capitato che una di queste eroiche figure abbia lasciato questa valle di lacrime anche se in pochi hanno ricollegato azioni ed eventi.

Un Figlio di Marte può essere ucciso dalla stessa arma con la quale è stato ucciso la prima volta.
Se viene colpito da questa arma, deve effettuare immediatamente un tiro salvezza contro morte/veleno o morire sul colpo!
Se il tiro salvezza riesce, la creatura viene comunque ridotta a metà dei propri punti-ferita, che non può rigenerare immediatamente ma solo al ritmo di 1 per ogni giorno di cura/riposo.

Nota: in realtà non è necessario che sia proprio la stessa arma; anche un’arma identica e/o della stessa classe/epoca può sortire lo stesso effetto.
La differenza qui sta nella qualità del tiro salvezza necessario: se l’arma è quella originale, il tiro salvezza è al primo livello di esperienza; se l’arma è una replica o una simile e coeva dell’originale, si effettua un normale tiro salvezza al livello attuale della creatura (di solito il decimo).

Parlando ora delle statistiche di gioco per Mutant Future, i Figli di Marte hanno le seguenti caratteristiche:

numero incontrato: 11
allineamento: neutrale
movimento: 40 (120)
classe di armatura: 8 o armatura
dadi-vita: 10
attacchi: 1 o arma
danni: 1d4 o secondo arma
tiri salvezza: 10 livello
morale: 11
classe tesoro: speciale2

mutazioni: immortalità limitata (speciale)3, aspetto bizzarro (speciale)4

1 solitamente si tratta di creature solitarie, solo in rari casi è possibile incontrarne più d’uno; in questo caso si tratta di gruppi particolarmente affiatati, che hanno lottato fianco a fianco per decenni quando non per secoli; il numero dei componenti è stabilito dal Mutant Lord ma non supera mai i 7 membri (ricordate l’accenno ai Sette Samurai?)
2 il “tesoro” di ogni singolo immortale consiste nel suo equipaggiamento e effetti personali e nelle sue armi; parte di questo equipaggiamento e/o armi è composta da pezzi vintage, spesso originali dell’epoca di appartenenza della creatura, più una manciata di monete o altri preziosi ma mai in quantità significative.

3 come riportato nel testo, la creatura può essere uccisa solo a determinate condizioni, altrimenti rigenera le ferite al ritmo di 1/5 dei P.F. inferti da lui o da altri durante la battaglia (praticamente la rigenerazione è automatica in caso di combattimento generalizzato come durante una battaglia campale); per ciascuna creatura il Mutant Lord deve stabilire una causa di morte originale, cioè l’arma e le circostanze in cui la creatura ha perso la vita la prima volta prima della trasformazione.
4 la “bizzarria” nell’aspetto non è data dall’aspetto fisico per sé (di fatto ogni Figlio di Marte è un normale esemplare di Umano Puro di ceppo antico/originario) ma per il fatto che ha comportamenti spesso desueti e che indossa/porta con sé uno o più capi di vestiario, pezzi di equipaggiamento e/o armi obsolete/antiche risalenti ovviamente all’epoca originaria del personaggio (vedi punto 2 più sopra). Tra l’altro, questo può anche dare un’indicazione riguardo cosa potrebbe aver provocato la morte/rinascita della creatura e di conseguenza cosa potrebbe ucciderla.



Nota: i figli di Marte possono adoperare qualunque arma e/o armatura disponibile, antica o moderna; sembrano avere una abilità innaturale che permette loro di usare qualsiasi arma senza alcuna limitazione.
Quando invece usano la loro arma del cuore ovvero armi o equipaggiamenti risalenti alla loro epoca, colpiscono/usano l’oggetto con un bonus di +3.


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