Sono perplesso.
Ho atteso a lungo
l’uscita dell’ultima fatica di Proctor e soci, annunciata quasi
un anno fa e data alle stampe solo molto di recente e credo di essere
stato uno dei primi – almeno da questa parte dello Stagno Atlantico
– ad acquistarne una copia (in pdf).
Il lavoro mi ha
abbastanza convinto, nulla di trascendentale, i canoni classici delle
produzioni Goblinoid sono stati rispettati in toto ed era dai
tempi del tentativo (rimasto poi – purtroppo – lettera morta)
fatto dalla EDEN Studios con il suo Terra Primate™,
nell’ormai lontano 2002, che non si vedeva un gioco che si
richiamasse (o volesse sfruttare) alla ormai celeberrima franchise de
“Il pianeta delle scimmie”, solo che l’ultimo nato di
casa Goblinoid vuole essere un sentito omaggio alla saga originale,
quella degli anni ‘70, piuttosto che un tentativo di sfruttare i
fasti della nuova (e secondo me, deludente) rivisitazione di inizio
anni 2000.
A differenza di
quanto ci si sarebbe aspettati, però, il nuovo gioco si basa sul
regolamento elaborato da Proctor per resuscitare il classico
fantascientifico anni ‘70 Starships & Spacemen™,
piuttosto che per i capisaldi della compagnia: Labyrinth Lord™
e soprattutto Mutant Future™,
anche se – com’è tipico delle produzioni Goblinoid legate alla
vecchia scuola – in appendice ci sono tutte le informazioni
pertinenti per convertire ambientazione e personaggi in entrambi i
sistemi fratelli di S&S Seconda Edizione.
Quel che mi ha
lasciato perplesso, in effetti, è l’approccio ai personaggi in
classi razziali, uno stereotipo più da Dungeons & Dragons™
che da Starships & Spacemen, dove i personaggi hanno una razza e
una classe di appartenenza.
In Apes
Victorious™ invece
non è possibile (almeno non in questo manuale di base) assumere una
specie (umana o scimmiesca) ed abbinarla ad una classe, perciò chi
sceglie – per esempio – di essere un gorilla, è limitato
forzatamente ad essere l’equivalente di un guerriero, così come
gli scimpanzé sono solo studiosi.
È vero che questa
impostazione è dovuta al fatto di voler ricreare la saga originale
de “Il pianeta delle scimmie” ma la trovo comunque opinabile.
In compenso,
l’ambientazione ed il materiale di supporto sono ricchi e vari e la
panoplia dei personaggi, sia giocanti che comprimari, non è limitata
assolutamente alle sole scimmie, anzi, sicché ci possiamo comunque
ritenere soddisfatti.
Quello che invece mi
ha davvero stranito è stato l’acquisto della versione cartacea del
gioco, annunciata dalla Goblinoid nella sua newsletter pochi giorni
fa.
Dal momento che i
lavori fatti bene vanno premiati, che sono un fottuto nostalgico e
per me il gioco è sfruttabile al meglio quando ce l’hai sotto
forma di libro tra le mani e che il prezzo di acquisto era tutto
sommato molto popolare (meno di 13 euro, tolte spese di spedizione e
tasse, che – purtroppo – portano al raddoppio di fatto del costo)
mi sono lanciato nell’acquisto tramite la stamperia on demand
Lulu.com di cui la Goblinoid si serve per le sue edizioni
cartacee.
Oggi ho ricevuto la
mia copia ed ho avuto una sorpresa, quasi uno choc.
Rispetto infatti a
tutti i lavori precedentemente da me ordinati, sia in brossura (o
spillati) che rilegati, che sono tutti nel classico formato A4,
questo volume mi è stato recapitato sotto forma di volumetto
tascabile perfect bound.
Da una rapida
ricerca sul sito della casa editrice, ho così scoperto che molti
altri titoli, recenti e non, vengono oggi proposti in questo “nuovo”
formato, si tratta quindi di una precisa scelta editoriale
dell’editore, molto probabilmente legata al fatto che volumi
realizzati con questa particolare tecnica di rilegatura non vanno
molto d’accordo con i grandi formati, per non parlare di una scelta
dettata quasi certamente dal costo – di materiale, stampa e
spedizione – che negli ultimi anni è diventato esorbitante.
A parte questa…
stranezza, devo dire che il prodotto finale è comunque degno di nota
ed è una benvenuta aggiunta nella mia biblioteca ludica, come spero
lo sarà in quelle di chiunque altro bazzichi questo hobby con la mia
stessa passione e sia un fan della Vecchia Scuola del gioco di ruolo.
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