domenica 9 marzo 2025

Have Gun, Will Travel: l'Arma Finale del Dopobomba: La Pistola Mitragliatrice

 Post dedicato essenzialmente a Mutant Future™ ma applicabile, come concetto generale, a qualunque gioco di ruolo fantascientifico/post-apocalittico, alla luce dell'ultimo articolo sul Segreto del Generalissimo (4 marzo scorso).

In quel post, infatti, si accennava al fatto che entrambi i contendenti nella lotta per la conquista delle Terre Contestate, stiano cercando di rimpinguare i propri arsenali, messi a dura prova dall'usura, dall'attrito delle battaglie e dalla pura e semplice entropia.

Mentre i primi - i Mutanti di Ulthar - grazie alle indicazioni di Protervio vanno via via riscoprendo ed implementando al meglio delle loro possibilità, antiche tecnologie perdute, i secondi - la Krasnaya Armya del Generalissimo - ha trovato la Mecca in una antica fabbrica sopravvissuta alle devastazioni della Caduta e alle ingiurie del tempo.

Per strade diverse, entrambe le parti sono presto giunte alla conclusione che, per soddisfare le loro attuali necessità, abbisognavano di un'arma poco costosa, facile da produrre, a prova di idiota per quanto riguarda uso e manutenzione campale e che sia realizzabile con i materiali e le officine attualmente disponibili.

La soluzione: l'implemento degli Antichi noto come moschetto automatico ovvero pistola mitragliatrice, cioè un'arma da fuoco portatile, a ripetizione automatica, alimentata a cartucce da un serbatoio amovibile, poco complessa, efficace entro le normali distanze di combattimento per un esercito armato principalmente di spingarde, archibugi e armi da mischia.

Il vantaggio principale di questo genere di arma, rispetto ad altre armi da fuoco "convenzionali" analizzate dagli esperti tecnici della Krasnaya Armiya ovvero dagli studiosi delle Armate Mutanti, è la semplicità costruttiva, il fatto che per realizzarne una si spenda la metà del materiale e del tempo necessario per fabbricare, ad esempio, un fucile e che usi munizioni leggere, da pistola, di cui ancora oggi c'è una discreta abbondanza e che possono essere ricaricate o fabbricate ex-novo con un dispendio di energia, materiali e tempo minore rispetto alle cartucce da fucile.

Dopo lunghe e meticolose ricerche, i mutanti di Protervio hanno selezionato un modello già noto, di cui svariati esemplari sono stati recuperati in quelle strutture degli Antichi noti come Musei e Raccolte Private, mentre il Generalissimo aveva già per le mani l'arma giusta, recuperata dai depositi segreti ed in uso sin dagli esordi tra i suoi seguaci più fidati.

Pur avendo origini diverse, le due armi hanno in comune il fatto di essere frutto di un periodo della storia di grande emergenza, non molto dissimile dalla situazione attuale, venendo ideate, realizzate e prodotte in grandissimi numeri in breve tempo per sopperire ad una spaventosa carenza venutasi a creare agli inizi dell'evento noto come Seconda Guerra Mondiale da una parte e Grande Guerra Patriottica dall'altra, quando le ingenti perdite di materiali avevano messo con le spalle al muro gli eserciti degli imperi degli Antichi noti come Breetannia e Unione Sovieteeka (o qualcosa del genere).

Le armi in questione sono lo STEN inglese e la PPS-42/43 russa, ossia le armi più rozze, a buon mercato ma funzionali mai ideate fino ad allora, realizzate interamente di metallo, anche poco pregiato, per stampaggio, pressatura, rivettaggio e saldatura, riducendo al minimo indispensabile le costose (in termini di ore-lavoro e denaro) operazioni di tornitura e lavorazione alla macchina utensile, in modo da poter essere costruite anche in officine di fortuna e fabbriche prive di grandi macchinari.

In entrambe le armi, infatti, le parti più "costose" da produrre sono le canne e le molle di rinvio/recupero; tutte le altri parti potevano essere fabbricate per stampaggio, pressatura, estrusione o fusione (come ad esempio il meccanismo di sparo). 

Lo STEN infatti è poco più di uno spesso tubo di metallo al cui interno scorre un otturatore spinto da una robusta molla, cui sono saldati il pacchetto di scatto, la bocchetta di alimentazione, il calcio - tubolare o scheletrato, a stampella - cui viene poi avvitata la canna con eventuale paramano/copricanna forato per poterla imbracciare.

La PPS-43 è invece una scatola di lamiera stampata e pressata, al cui interno si trovano i componenti di cui sopra, con la differenza che il calcio metallico è pieghevole, anziché fisso e la canna è inserita in un lungo paramano che termina in una rozza forma di compensatore per ammortizzare il rilevamento dell'arma quando spara a raffica.

Entrambe le armi utilizzano per il loro funzionamento lo sfruttamento diretto della forza di rinculo (detto anche principio della massa battente) in cui l'esplosione della carica di lancio spinge l'otturatore - che chiude la culatta della canna per mezzo della sua inerzia dovuta alla massa - all'indietro comprimendo una molla. Durante questa fase avvengono l'estrazione e l'espulsione della cartuccia sparata, mentre durante il contraccolpo, la molla spinge in avanti l'otturatore, che preleva una cartuccia fresca dal caricatore e la spinge nella camera della canna chiudendovisi sopra, dopodiché il percussore colpisce l'innesco della cartuccia e la sequenza ricomincia da capo, fintanto che ci sono munizioni nel caricatore o che il grilletto viene premuto.

La differenza sostanziale nei due modelli sta nella tipologia di materiali utilizzati (tubi d'acciaio la prima, lamiera d'acciaio la seconda) e nella fabbricazione: officine meccaniche artigianali per la prima, le presse riconfigurabili robotizzate per la seconda.

Allo stato attuale, i mutanti riescono a mettere in campo un centinaio di esemplari alla settimana. La Krasnaja Armija riesce a produrne un centinaio al giorno, purché la fornitura delle materie prime affluisca con continuità. Per quanto riguarda il grado di finitura, va dal rozzo brutale all'opera d'arte per lo STEN allo standard più assoluto per la PPS-43; entrambe però hanno una caratteristica curiosa, che le distingue dalle armi-reliquia degli Antichi: mancano di punzonature, marchi e numeri seriali e la qualità degli acciai, realizzati fondendo insieme metalli della più varia provenienza, da alle armi un aspetto damascato, a volte con curiosi disegni di grande bellezza.

Ad esser del tutto sinceri, anche se l'arma base utilizzata per realizzare le copie "moderne" era una PPS-43 originale, dopo la fabbricazione di alcune decine di esemplari, la padrona della Fabbrica ha deciso di apporre al progetto una piccola modifica, alla luce della difficoltà oggettiva ad approvvigionarsi con le particolari munizioni utilizzate dall'arma.

Le peculiari cartucce russe 7,62x25mm Tokarev cominciano infatti a scarseggiare e nei database della nanoforgia non ci sono le specifiche per produrre questa particolare munizione. D'altro canto, sono prontamente disponibili e facilmente replicabili le ubiquitarie cartucce da 9mm degli Antichi, cosicché alla fine, più che alla PPS43 russa, le nuove armi somigliano piuttosto alle m/44 finlandesi, una copia del tempo di guerra della PPS-43 russa ma in calibro 9mm Parabellum, così come le canne delle nuove armi non sono cromate, come nell'originale russo, in quanto questo prezioso metallo è assai scarso nelle disponibilità della Fabbrica.

Per quanto concerne le Specifiche di queste "nuove" armi, sono le seguenti:

Nome:                                       Sten                                             PPS-43    
Calibro:                                                   9x19mm Parabellum
Lunghezza:                            762mm                                         831 mm (calcio aperto)
                                                                                                        613 mm (calcio chiuso)

Lungh. della canna:             197 mm                                        270 mm
Peso:                                        2,8 kg (scarica)                           3 kg (scarica)
                                                 3,44 kg (carica)                           3,6 kg (carica)
Capacità del caricatore:      32 colpi                                        36 colpi
Portata efficace:                                                    200 metri
Cadenza di Tiro:                   550 colpi/minuto                        650 colpi/minuto
Velocità Iniziale:                                                   381 m/sec

Che in termini di gioco si traducono nelle seguenti Statistiche:

Tipo di grilletto:                                        Automatico
Danno:                                                             1d10
Gittata (Normale/Max):                              325/650  

Ultime considerazioni e note dell'Autore

Ho rovistato a lungo, dopo aver preso la decisione di proporre questi novelli (...) implementi di distruzione, in tutti i Sacri Testi prima di decidere quali prendere ad esempio per questo post. Questo perché, se è vero che sono esistite armi ancora più semplici/primitive da realizzare (come ho riportato nel post Weapons of Future Past: Erma EMP-44 del dicembre di due anni fa), è anche vero che nella realtà sono armi ben poco note se non agli specialisti e agli studiosi del settore (o ai pazzi furiosi, come il sottoscritto) e ben pochi ne sono a conoscenza. Certamente, anche in quel frangente postulavo la possibilità di una realizzazione simile a quella presentata da parte di una cultura messa alle strette ma ho poi realizzato che sarebbe stato più semplice trovare qualcosa con le medesime caratteristiche ma storicamente più conosciute ed alla fine ho scelto, tra tanti modelli, la celeberrima carabina automatica (questa la definizione ufficiale) inglese e la meno famosa ma storicamente importante pistola mitragliatrice russa. Questo perché, come ho scritto sopra, sono entrambe nate durante una crisi nazionale (il disastro di Dunkirk per gli inglesi, il brutale Assedio di Leningrado per i russi) progettate in quattro e quatt'otto e prodotte a rotta di collo usando tutto il disponibile in termini di materie prime e macchinari. Armi rozze, rifinite per modo di dire, eppure perfettamente funzionanti nella loro brutale semplicità. Ad onor del vero, l'arma russa è sempre stata migliore di quella inglese, se non altro, non andava in pezzi se disgraziatamente batteva col calcio sul terreno!

La seconda caratteristica che ha fatto cadere la mia scelta sull'arma russa per le armate del Generalissimo, è stato non solo il fatto di avergliela già messa a disposizione in istanze precedenti, bensì il fatto che in tempo di guerra, venisse ritenuta talmente buona da essere copiata dai finlandesi, praticamente tale e quale, a parte il calibro, mentre è noto che gli stessi tedeschi ne hanno convertito un buon numero, degli esemplari catturati in battaglia, nel loro calibro da pistola standard. 

Come nota di costume, aggiungo che i tedeschi hanno anche costruito delle copie, alcune talmente pedisseque da essere indistinguibili dagli originali, delle STEN inglesi, chiamandole Gerät Potsdam mentre una copia, leggermente modificata, fu costruita come MP-3008...

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