mercoledì 7 giugno 2023

Il Villaggio dei Dannati (Odissea nelle Terre Dannate, Quinta Parte) per Mutant Future™

 L'aspra battaglia contro gli Assassinoidi è ormai una cosa del passato, per la banda di disperati che continua nella sua marcia nelle Terre Dannate, alla ricerca di una via di fuga e della salvezza da questo inferno rovente di polvere, ruggine e fantasmi di un'era passata.

Sono passati giorni da che il gruppo è scampato all'agguato delle macchine assassine ma qualcosa finalmente sta cambiando: qui e la spuntano delle macchie sparute di vegetazione, nel bel mezzo della desolazione e il panorama è costellato da antichi ruderi, segno che il territorio che stanno attraversando un tempo doveva essere il sobborgo di una qualche grande città degli Antichi.

Anche l'aria comincia a cambiare, non è più polverosa o secca come prima e le nuvole in cielo hanno un aspetto più... normale. I più sensibili tra i membri del gruppo hanno come il sentore che ci sia più umidità nell'aria, forse più avanti potrebbe addirittura esserci dell'acqua, segno che il deserto è ormai alla fine.

È con questa speranza che i nostri continuano ad avanzare, fino a che, come se avessero squarciato un velo, si trovano di fronte ad un panorama assolutamente inaspettato, non appena superata l'ennesima cresta.

La Torre nel Lago

Davanti agli occhi del gruppo si para una piana, costellata di crateri, attraversata da strani canali che corrono in mezzo a quelli che sembrano essere dei canyon di ferro e cemento - di fatto i resti demoliti, corrosi e semisepolti di un grande insediamento urbano - ma più spettacolare di tutto, è l'inconfondibile scintillio dell'acqua sotto i raggi del sole, tanta acqua, un vero e proprio lago che giace al centro dell'abitato.

Ma ancora più sorprendente, è la presenza di una torre, uno dei colossali edifici degli Antichi, che sorge proprio nel bel mezzo del lago. 

Mano a mano che i nostri si inoltrano nella piana, appaiono sempre più visibili segni di civiltà: vi sono dei campi coltivati sulle sponde del lago e anche dalla torre salgono lente volute di fumo, come se qualcuno avesse acceso dei fuochi all'interno.

Per quanto riguarda invece l'abitato che stanno attraversando, la distruzione e la desolazione sono pressoché complete, come se un gigantesco colpo di maglio avesse letteralmente spianato tutti gli edifici, mentre le strade - quando appaiono sotto le macerie - sono per lo più crepate e radi ciuffi d'erba spuntano qui e là tra le crepe.

Tutto attorno non c'è anima viva o segno di vita, solo la torre si erge, ancora incredibilmente intatta, nel bel mezzo del lago.

Una volta raggiunte le sponde dello specchio d'acqua, i nostri possono apprezzare che si tratta di una specie di enorme buca, perfettamente circolare o quasi, che si è riempita d'acqua. È quindi ancora più inspiegabile la presenza di una specie di isolotto al centro della stessa sulla quale si erge questo imponente manufatto, alto decine, se non centinaia, di metri.

 Nota per il Mutant Master™: lasciate che il gruppo faccia le sue osservazioni e valutazioni; se chiedono maggiori dettagli, dite loro che l'edificio è ancora in buono stato e sembra piuttosto solido, nonostante gli inevitabili danni dovuti al clima, all'entropia e probabilmente a qualche altra catastrofe che ha ridotto in macerie il resto della città.

Di fatto la torre non è che un grattacielo/arcologia rimasto miracolosamente in piedi e che si erge al centro di quello che è, con tutta evidenza, il cratere d'impatto di una qualche arma di distruzione di massa. Le sponde del lago, infatti, non degradano gradualmente ma scendono praticamente a picco.

Un piccolo imbarcadero su un lato della riva permette di accedere all'acqua e vi sono delle piccole zattere/imbarcazioni sulla sponda dell'isolotto. Se qualcuno decidesse di tuffarsi nel lago, scoprirebbe che l'isola su cui sorge la torre è una specie di stelo di terra, lungo e sottile, che dalle profondità sale fino alla superficie e che termina in una specie di "fungo" di roccia e terra sul quale poggiano le fondamenta dell'edificio.

Un'accoglienza... calorosa!

Mentre i nostri pensano al da farsi ovvero si avvicinano troppo alla riva o all'imbarcadero, uno sparo li scuote dai loro pensieri ed una pallottola impatta fischiando a non troppa distanza dal gruppo, seguita da una voce stentorea che intima loro di fermarsi e di farsi riconoscere.

A quanto pare, la torre è abitata e gli abitanti non sono affatto amichevoli!

Come che vadano le cose, di lì a poco una delegazione degli abitanti esce dall'ombra dell'edificio e si approssima alla riva dell'isolotto; è così che i nostri hanno modo di apprezzare chi siano i loro... ospiti mentre costoro fanno tutte le domande di rito per valutare i forestieri sull'altra sponda.

Note per il Mutant Master™: i villici sembrano essere tutti umani puri, abbigliati in modo utilitaristico, come si addice a gente avvezza a vivere all'aperto e al lavoro nei campi; alcuni sono armati - con archi, balestre e un paio di fucili convenzionali (compreso un modello con cannocchiale, probabilmente quello che ha sparato come avvertimento contro i personaggi) - e nonostante l'apparente spavalderia di alcuni, sembrano in realtà piuttosto intimoriti dagli stranieri.

Se nel gruppo sono presenti umani puri e/o mutanti umani privi di mutazioni mostruose/visibili l'atteggiamento dei locali diventa meno ostile; se qualcuno dei personaggi indossa le tute argentee, rinvenute sui cadaveri degli sventurati esploratori dell'episodio precedente, la curiosità sembrerà prevalere sulla paura dei locali.

Lasciate che i personaggi si presentino e che spieghino la loro attuale situazione di fuggitivi allo stremo delle forze. Se non commettono atti ostili o proferiscono insulti o minacce, i villici, dopo un fitto conciliabolo tra di loro, sembreranno più disposti a prestare ascolto e/o aiuto.

Il punto di svolta nelle... trattative tra gli abitanti dell'isola e i forestieri venuti dalla Desolazione arriva con le sprezzanti parole urlate da una voce femminile dall'alto della torre: una giovane donna si sporge temerariamente da uno dei varchi aperti nelle pareti della torre per perorare la causa dei forestieri, il tutto sbeffeggiando l’apparente titubanza (o codardia) dei suoi concittadini.

Qualcuno risponde a mezza bocca, altri si guardano l’un l’altro imbarazzati, fino a prendere la fatidica decisione di accogliere i forestieri sull’isola.

Una barca viene quindi messa in acqua e in pochi minuti raggiunge l’imbarcadero, prendendo a bordo il gruppo.

Una comunità sotto assedio

I timori dei villici si dissipano una volta che i nostri eroi si trovano tra di loro e altri membri della comunità scendono dabbasso per osservare più da vicino i nuovi venuti. Dopo poco la curiosità prende il sopravvento e i personaggi vengono letteralmente sommersi dalle domande e dalle richieste dei locali, ansiosi di sapere cosa stia succedendo nel mondo.

A quanto pare, nessuno dei locali ha lasciato la torre da molto tempo e la situazione del mondo esterno è per loro un assoluto mistero.

Dopo uno scambio di domande e risposte dall’una e dall’altra parte, una ingombrante presenza porta il silenzio tra i presenti: si tratta della giovane donna che ha di fatto convinto gli abitanti della torre ad accogliere i forestieri. Ora che possono vederla più da vicino, i nostri possono apprezzare due cose: la donna dev’essere molto bella ma una maschera le copre metà del volto e dai suoi occhi trapela un malcelato disprezzo; solo quando il suo sguardo incrocia quello dei forestieri, il suo atteggiamento si addolcisce e trapela un senso di compassione nei loro riguardi. Comunque sia la sua stessa presenza sembra mettere a disagio, in un modo o nell’altro, tutti gli altri membri della comunità.

Mano a mano che ciascuno dei presenti torna alle proprie occupazioni, la donna si intrattiene invece con i forestieri, cercando di metterli a loro agio e portando loro cibo e acqua per rifocillarli, dopodiché si siede con loro e comincia un fitto scambio di domande e risposte tra lei e i nostri: lei fornisce ogni spiegazione a qualunque domanda le venga posta e in cambio si aspetta altrettanto dai forestieri.

Nota per il Mutant Master: la donna sembra avere un’empatia incredibile ed è perfettamente in grado di vedere oltre menzogne e falsità; più onesti sono i personaggi con lei, maggiori le possibilità di guadagnarsi la sua fiducia e quella della sua gente. Quando sarà sicura di avere a che fare con gente (più o meno) per bene – e magari avvezza al combattimento e all’uso delle armi – e non con un’accozzaglia di delinquenti o banditi, vuoterà il sacco con loro, esponendo la reale situazione della comunità.

Il racconto di Tania

“Come ormai sapete, il mio nome è Tania e sono o meglio, ero la sposa di quello che potreste definire il nostro sceriffo, l’uomo delegato a mantenere l’ordine e far rispettare la legge nella nostra comunità e questo sin da prima della Catastrofe, quando mio marito era un ufficiale di polizia nella nostra città.

Purtroppo lui non è più, ucciso dai predoni di Naso di Ferro un mascalzone della peggior fatta, un capoguerra che scorrazza in lungo e in largo per questa regione, taglieggiando, saccheggiando e massacrando la povera gente. Noi abbiamo tentato in passato di tenergli testa ma una notte riuscirono ad introdursi sull’isola e la misero al sacco. Mio marito si oppose e riuscì anche a ferire Naso di Ferro – un tempo non era questo il suo nome, se capite cosa intendo – ma i suoi concittadini, coloro che aveva giurato di difendere e proteggere, lo abbandonarono nel vivo della lotta per paura e lui cadde sotto i colpi dei predoni.

Quella che seguì fu una notte di sangue e saccheggio ed io, per essermi opposta ed in quanto compagna dello sceriffo, venni scelta come vittima sacrificale (a questo punto alza la maschera che le copre il viso) e questo è il risultato: mi hanno fatto di tutto e di più, quando finalmente decisero che ne avevano avuto abbastanza, mi lasciarono più morta che viva e con questo… ricordo a memoria indelebile e come monito per tutti gli altri.

È per questo che adesso la maggior parte dei miei cari concittadini ha vergogna anche solo a guardarmi ma almeno adesso mi danno retta… il più delle volte, almeno.

Ora, si sta avvicinando il Giorno del Tributo, quando cioè Naso di Ferro ed i suoi scagnozzi verranno a reclamare il gravame che ci hanno imposto per non completare l’opera della Notte di Sangue. Se non volete subire anche voi gli oltraggi cui saranno sicuramente soggetti tutti gli abitanti della Torre, vi consiglio di riposare, mangiare, bere e domani al più tardi lasciare questo posto dimenticato da dio e maledetto dal diavolo…

Se i personaggi danno segno di essere scandalizzati, ergo di voler restare per aiutare i loro benefattori, Tania si schernisce e poi, con uno sguardo tra ironia e commiserazione, continua…

Non siate stupidi! Voi non avete nulla a che spartire con questa gente e vi assicuro che è molto meglio per voi. Combattere contro l’orda omicida di Naso di Ferro è pura follia, per tacere del fatto che – qualunque sostegno o fiducia possa manifestarvi questa manica di vili – non esiteranno un momento ad abbandonarvi al vostro destino, non appena avranno avuto sentore che la lotta non sta volgendo a loro favore e finirete esattamente come mio marito!

Dopo aver proferito queste ultime parole, Tania lascia i personaggi a meditare sul da farsi. Non appena si sarà allontanata, i nostri si renderanno conto che la solita delegazione di maggiorenti della comunità è in attesa di… udienza con loro.

Un’offerta di lavoro (che non si può rifiutare)…

È il capo del villaggio che si fa avanti per primo, una volta sicuro che Tania sia fuori dalla sua portata uditiva, per perorare la causa della comunità.

“Immagino che Tania vi abbia detto come stanno le cose e a cosa stiamo andando incontro. In effetti è vero: tra pochi giorni, con la luna piena, la banda di Naso di Ferro verrà a reclamare il suo tributo e ancora una volta scorrerà il sangue – il nostro sangue – perché quella feccia sicuramente avrà da ridire sulle nostre… offerte e pretenderà altri tributi in natura dalla nostra gente.

Abbiamo ormai compreso che siete gente dura, avvezza al combattimento – il fatto stesso che abbiate attraversato indenni l’inferno di sabbia e fuoco che ci circonda lo dimostra – e come sapete noi non siamo in grado di opporci da soli ma con il vostro aiuto, magari…”

Nota per il Mutant Master: se non si fosse capito, ormai ci siamo, questo è il punto di svolta di questo scenario. A seconda delle scelte e delle decisioni dei personaggi giocanti, da qui in poi la vicenda può arrivare ad una conclusione ed una sola.

Nello specifico, se i personaggi decidono di dare retta a Tania e abbandonare la torre al suo destino, passate direttamente al punto A: il sogno svanisce.

Se i personaggi decidono di accettare l’offerta del capo villaggio, passate al punto B: preparativi per la difesa.

Il sogno svanisce

Ritenendo che la discrezione è l’atteggiamento migliore da tenere, i personaggi danno retta a Tania e all’indomani lasciano la torre nel lago, tra la costernazione generale dei suoi abitanti. Nessuno farà nulla per fermarli, si limitano tutti a guardarli andar via.

Appena fuori dalla torre, dal terrazzamento che domina l’accesso alla torre, la figura esile di Tania li accompagna con lo sguardo. L’unico sentimento che trapela dalla sua maschera è quello di soddisfazione mista a sdegno, sia nei confronti dei suoi recenti ospiti che dei suoi concittadini.

Se e quando qualcuno del gruppo si volta indietro, assisterà ad uno spettacolo da lasciarlo sbigottito: la torre è ancora là, nel mezzo del lago, solo che questo è una pozza melmosa di acque putride, incapaci di sostenere la vita, mentre l’immenso edificio, sventrato in più punti e piegato su un lato a mezza altezza, è un rudere cadente che potrebbe andar giù in qualunque momento.

Tutto intorno al gruppo, ci sono la desolazione e la devastazione più nera: quest’area è negletta e priva di vita da decenni, forse da secoli!

Se qualcuno dovesse o volesse rimettere piede nella torre, gli basterebbe poco per comprendere come sia stato il teatro di una carneficina senza pari: ovunque giacciono i resti martoriati degli sventurati abitanti della torre, i corridoi sono anneriti e rovinati in più punti, suppellettili e mobilia distrutte e sventrate.

Sì, anche il luogo in cui hanno alloggiato loro solo poche ore prima è in completo disfacimento e circondato dai resti ormai mummificati di uomini, donne, vecchi e bambini.

Se qualcuno si prende la briga di salire ai piani superiori, nello specifico fino al terrazzamento in cui sanno dimorare Tania, costui avrà probabilmente lo shock della vita: in bella mostra, nel bel mezzo del terrazzamento, giacciono i resti mortali di Tania. La donna è stata letteralmente inchiodata ad una rozza croce di Sant’Andrea realizzata con due putrelle d’acciaio, estratte evidentemente dalle stesse mura della torre e nonostante tutto il tempo trascorso, sono ancora visibili le ferite atroci che le sono state inflitte. Dire che la giovane sia stata brutalizzata sarebbe un blando eufemismo: di fatto si sono accaniti su di lei con una ferocia inaudita, persino per degli abitanti della Desolazione post-apocalittica come i nostri eroi.

Inutile dire che tutti gli avvenimenti degli ultimi due giorni non sono stati che un miraggio, una vera e propria allucinazione collettiva.

Preparativi per la difesa

Punti sul vivo o semplicemente per amore di avventura o sete di giustizia, i personaggi accettano di aiutare gli abitanti della torre a sbarazzarsi una volta per tutte dei loro oppressori.

Tania non sarà di particolare aiuto ma non si metterà in mezzo: si limita ad osservare i preparativi e – se non sono particolarmente validi o efficaci – a scuotere la testa sconsolata.

Nonostante tutto, lo spirito è alto e il morale alle stelle e tutti si danno da fare di gran lena, qualunque sia il piano di battaglia che i nostri hanno in mente di attuare. Di più: dalle segrete della torre, spunta fuori anche un discreto arsenale, quindi se non proprio su un piano di parità, i difensori della torre possono affrontare i loro avversari con buone probabilità di non soccombere al primo scontro.

A seconda dei preparativi organizzati dai personaggi giocanti nel (poco) tempo a disposizione, lo scontro con i predoni potrà prendere una delle due strade: quella dell’assedio alla torre ovvero quella della trappola (e relativa battaglia campale) dentro la torre stessa.

Comunque vadano le cose, al terzo giorno dal loro arrivo, una nuvola di polvere annuncia l’imminente avvento dell’orda di Naso di Ferro.

Battaglia per la Torre

Quali che siano i piani e gli apprestamenti difensivi attuati dai personaggi e dai loro protetti, la semplice apparizione dell’orda dei predoni della Desolazione al gran completo getterà nello sconforto i baldi difensori della torre.

I banditi sono armati ed equipaggiati di tutto punto, sia con armi convenzionali che con armi hi-tech e per di più si muovono pressoché tutti su veicoli a motore di varia natura, tra i quali spiccano due mostri d’acciaio di una fatta che i personaggi non hanno probabilmente mai visto in vita loro – se non nel loro passaggio attraverso il Deserto di Ruggine, un paio di episodi fa – in perfetta efficienza: si tratta di un hovertank e di un cingolato d’assalto anfibio, cioè mezzi perfettamente in grado di attraversare lo specchio d’acqua che agirebbe altrimenti come un fossato naturale tutto attorno alla torre.

Questo vuol dire che i predoni non hanno particolare necessità di chiatte e natanti per arrivare alla torre. D’altro canto, solo un numero limitato di predoni può abbordare i summenzionati veicoli anfibi per compiere l’attraversata e se si riuscisse a fermarli in qualche modo, non avrebbero altro modo per far affluire ulteriori rinforzi… o per ritirarsi!

Altrettanto ovviamente, i predoni che compiranno la traversata saranno l’élite della ganga maledetta, i più cattivi e meglio armati, primo fra tutti il loro capoguerra: Naso di Ferro.

Qualunque scelta vogliate effettuare per condurre il combattimento tra i personaggi giocanti ed i loro avversari – utilizzando le regole per il combattimento di massa ovvero suddividendo lo scontro in vari ingaggi secondari – quando al dunque avverrà quello che Tania aveva profetizzato: non appena le perdite cominciano a salire, i difensori della torre perdono rapidamente slancio e voglia di battersi e proprio nel momento peggiore decideranno di cedere le armi, abbandonare la lotta o fuggire in cerca di scampo tra i meandri della torre.

Il risultato netto è che i nostri si ritroveranno a far fronte agli invasori da soli e con i soli loro mezzi.

Opzione a: i nostri vincono

Alla fine della battaglia, quando probabilmente tutti o quasi i contendenti sono morti o moribondi, resteranno in piedi solo due uomini: Naso di Ferro ed uno dei personaggi. È a questo punto cruciale che Tania attraversa il campo di battaglia stringendo al petto qualcosa e si dirige verso il personaggio ancora in piedi (ovvero verso quello che – ad insindacabile giudizio del Mutant Master – ha più fatto colpo sulla donna). L’oggetto che reca è una antica pistola Laser Mk. II completamente carica e appartenuta al suo defunto marito, lo sceriffo della torre.

Quando e se il personaggio spaccia il capobranco dal ferreo naso, avviene una stupefacente trasformazione: l’edificio assume il suo reale aspetto (vedi più sopra Il Sogno Svanisce) ma in questo caso scompaiono i cadaveri dei predoni uccisi, tutti i personaggi eventualmente uccisi tornano in vita sani e intatti e dai miseri resti degli abitanti della torre si alzano dei vapori che assumono mano a mano l’aspetto che questi avevano in vita, prima di salire al cielo e svanire nel nulla.

Tutto intorno a loro è devastazione e rovina così come le armi e gli equipaggiamenti eventualmente utilizzati e forniti dagli abitanti della torre: sono solo ammassi di ruggine, inutilizzabili, delle ombre spettrali come tutto il resto.

Quando tutto sarà finito, i nostri si renderanno conto che c’è ancora qualcuno con loro: è l’ombra di Tania, trasfigurata con l’aspetto che aveva quando era viva e sana.

Siete un branco di pazzi, dico davvero, perché solo dei pazzi avrebbero continuato a lottare e sacrificarsi per degli sconosciuti che gli hanno voltato le spalle nel momento del bisogno. Eppure voi lo avete fatto… e avete vinto!

Con le vostre azioni avete messo fine alla maledizione che per secoli ha legato questa gente al luogo dove commisero il loro antico misfatto e li avete infine liberati. Per parte mia, non li ho ancora del tutto perdonati ma capisco anch’io che non si può vivere di solo odio, fino a trascendere l’esistenza stessa. Spero solo di potermi finalmente riunire al mio amato sposo ma per far questo ho bisogno che facciate ancora qualcosa per me: i nostri corpi sono ancora lassù. Vi prego, se mai avete provato pietà per me e la mia storia, di darci degna sepoltura, così che possiamo anche noi liberarci dalle catene che ci trattengono ancora su questo piano di esistenza.”

Non appena qualcuno del gruppo acconsente, anche l’ombra di Tania comincia a svanire ma non prima di avere proferito il suo

Grazie, grazie di tutto, amici!”

Opzione b: i nostri perdono

Nonostante l’eroica resistenza (o il disperato tentativo di fuga) i nostri le prendono di santa ragione, fino ad esser messi tutti in condizione di non nuocere. Quando l’ultimo dei difensori cade, si scatena una vera e propria orgia di sangue e bestiale violenza, non c’è eccesso o depravazione che venga risparmiata agli abitanti della torre, che vengono snidati uno ad uno dai loro nascondigli: solo i più fortunati muoiono subito, tutti gli altri subiscono sevizie e violenze inaudite prima di esalare l’ultimo respiro.

Anche per i nostri le cose non vanno meglio: Naso di Ferro e i suoi fedelissimi li radunano tutti sulla terrazza superiore, dove hanno allestito un simpatico barbecue e tutti gli annessi e connessi necessari per una (s)piacevole sessione di prolungata tortura. Avranno così modo di assistere a buona parte degli abusi inflitti a Tania, prima che arrivi anche il loro turno. E no, non c’è via di scampo, perché anche i personaggi tecnicamente deceduti hanno in realtà ancora abbastanza fiato in corpo da poter subire le squisite, brutali torture che il capoguerra ha loro riservato.

Quando viene inferta la ferita fatale all’ultimo di loro, calano l’oblio e il silenzio; al loro risveglio tutto è nelle condizioni reali del posto, illustrate nel paragrafo Il sogno svanisce.

Loro sono in realtà ancora vivi, con ogni probabilità psichicamente provati ma soprattutto non sono soli: accanto a loro, con uno sguardo carico di pietà, c’è l’ombra di Tania.

Siete stati degli sciocchi a fidarvi. Io vi avevo avvertito. Sapevo che vi avrebbero abbandonato, così come fecero con il mio sposo, nel momento in cui più avreste avuto più bisogno di loro. Vili erano e vili sono rimasti, condannati a ripetere in eterno la tragedia che essi stessi hanno richiamato sulle loro teste. È sempre stato così, è nella loro natura di pavidi e vittime e sarà così per sempre…”

con queste parole anche l’ombra di Tania svanisce, lasciando il mesto spettacolo di cui sopra.

La fine della pista

Così come sono arrivati, i nostri si lasciano alle spalle anche il sito spettrale di questo antico massacro ma nonostante l’ordalia appena passata i loro guai stanno finalmente per finire. Superata la città devastata, un luccicante nastro ricoperto dall’indistruttibile (o quasi) guaina degli Antichi si snoda in lontananza. Seguendolo, in capo a tre giorni il gruppo uscirà finalmente dalle Terre Dannate verso le steppe – decisamente più ospitali – che conducono alle Terre Contestate.

Dopo tutte le loro traversie e le prove che hanno affrontato sono decisamente più forti ed esperti ed una nuova vita di avventure li attende lontano dall’infame Arena di Khazan.

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