Pregunta
tutt’altro che peregrina, alla fine della (ri)lettura approfondita
del gioco che avrebbe potuto
essere
e che invece, colpevolmente, non fu, in quanto abbandonato
platealmente – dopo tante roboanti promesse – dai suoi stessi
autori della Green
Ronin.
Posso
infatti dire, dopo un’attenta disamina e
dell’ambientazione
e
del
materiale di supporto e
del
sistema di gioco, che falle ce ne sono (per non chiamarle
direttamente toppe
clamorose)
e credo di non esser stato l’unico e solo a rendersene conto,
perché altrimenti questo tentativo di riportare in auge la
fantascienza classica
quella dell’epoca d’oro degli anni ‘40-60, non sarebbe caduto
così facilmente nel dimenticatoio.
A
mio modesto parere, la prima (e la più grossa) consiste nel
mischione
senza capo né coda di misure imperiali
(l’americani non se smentiscono mai!) e metriche,
che certamente non aiutano nella comprensione, così come l’apparente
insipienza degli autori nel presentare tutta quella ferramenta che,
dopo i personaggi e l’ambientazione, costituisce la ciccia
di qualunque gioco che non voglia limitarsi ad uno scambio di mazzate
tra trogloditi in mutandoni di pelliccia.
Infatti,
ad una prima occhiata, considerando ad esempio l’arsenale
disponibile e le sue specifiche rispetto al sistema di gioco, tutto
sembrerebbe
a posto (condizionale più che mai obbligatorio) salvo poi scoprire –
con un certo qual raccapriccio, specialmente per uno che cerca un
minimo di realismo anche nel fantasy – che non c’è un razionale
dietro quei numeri che paiono a questo punto macinati ad
mentula camelopardis,
specialmente, e questo ancor più m’offende, per quanto concerne le
gittate
delle varie spingarde.
Perché,
per esempio, sapere che una
comune
pistola
ha una gittata (corta/media/lunga) di 10/30/60 a
prima vista
non ha nulla di eccezionale, anzi: mi sembra piuttosto realistica,
salvo poi scoprire che tutte
le distanze
in gioco sono espresse in piedi
e non in iarde
(o
metri) sicché si traducono in 3/9/18 iarde/metri.
Cioè,
delle due l’una: o le armi moderne, nello Stupefacente
Anno 2025
sono più mosce di uno sputo, oppure so’ tutti talmente miopi e
impediti da non riuscire a centrare un capannone a due palmi dal
proprio naso!
La terrificante Pistola a Raggi Atomici di SSZ: ben 45 metri di gittata massima ma in grado di abbattere una Astrocorazzata Idronauta con un po' di culo! |
Se
questo esempio può apparirvi poco calzante, provate a dare
un’occhiata alle armi più avanzate, ergo a quelle
impugnabili/spalleggiabili come fucili e carabine, non parliamo
neppure delle armi pesanti/tattiche (quelle cioè installate sui
veicoli e sulle astronavi)
che hanno gittate a dir poco ridicole e giustificabili solo dal fatto
che, per quanto concerne i combattimenti con veicoli (terrestri e/o
marittimi di superficie) gli autori hanno in realtà concepito il
gioco come una specie di skirmishing
coi
pupazzetti, anziché come un gioco
di ruolo
puro e semplice, sicché, a meno di avere un campo di calcio a
disposizione come terreno di gioco, va da sé che con una scala di 10
piedi/1 pollice
diventa complicato spostare veicoli che corrono a decine di
chilometri orari ergo colpire gli stessi alle normali distanze di
ingaggio nel mondo reale.
Può
sembrare una questione tecnicistica di pura lana caprina, finché non
ci si rende conto del fatto che, anche
le armi montate sulle astronavi,
che dovrebbero duellare nelle profondità siderali, hanno quasi tutte
una gittata massima
di 5000
piedi (cioè
1500
metri)
con solo due sistemi d’arma in tutto il gioco (se non ricordo male
le torpedini
atomiche dei
terrestri e i cannoni
a rotaia
degli Idronauti) che raggiungono l’inusitata distanza di 25 miglia
(40 km).
Con
numeri siffatti, siamo nel campo del fantasy,
non della fantascienza, lasciatemelo dire.
Non
parliamo poi del fatto che – a conti fatti – i personaggi (ed i
loro avversari) sono più coriacei (relativamente parlando, ma
nemmeno poi tanto) di carri
armati
e astronavi
così come non c’è alcuna differenziazione nei livelli di danno,
tra le armi individuali
e quelle pesanti.
Certo,
il gioco vuole essere smaccatamente eroico
ma se un personaggio, con un tiro particolarmente azzeccato, può
abbattere un incrociatore alieno con un colpo di pistola a raggi,
credo che qualunque sospensione dell’incredulità se ne vada
istantaneamente a farsi benedire, perché nemmeno Flash Gordon o Buck
Rogers è mai stato capace di arrivare a tanto, neppure nei sogni più
selvaggi dei loro autori!
Quel
che però più mi urta, è la limitatezza dell’ambientazione di
gioco: tutta l’azione si svolge infatti tra il sistema
Terra-Marte-fascia degli asteroidi, dove – incredibile ma vero –
a parte la Terra, ridotta ad una colonia e per di più in via di
terraformazione
(in senso alieno, ovviamente), l’altro pianeta – Marte – è
invece estremamente
simile
al pianeta reale
del nostro universo: un mondo freddo, inospitale, praticamente morto
(anche se con alcune forme di vita presenti nei grandi canali
marziani),
dove
le possibilità di avventura sono pressoché zero
a meno di voler (continuare) a giocare a rimpiattino con i batraci
interstellari che hanno conquistato il Sistema Solare.
Praticamente,
un gioco che dovrebbe
essere di libere avventure nello spazio e sui vari mondi del sistema,
si riduce ad una serie pressoché infinita (ma eroica, eh, non ce lo
dimentichiamo) di azioni di guerriglia nei confronti dell’invasore.
Perdonatemi,
ma credo vi siano altri giochi un pochino meglio strutturati per
portare avanti una campagna del genere…
Dulcis
in fundo,
come dicevo nel titolo di questo post, dici di volerti rifare alla
classica fantascienza atomica
degli anni ‘50 e ‘60, quella dei B-movie e dei serial televisivi
e radiofonici e poi oblii colpevolmente di inserire dei capisaldi del
genere come un accidente di lanciarazzi
(sì, ma atomico!), presente praticamente in ogni film di
genere
del periodo che si rispetti?
Insomma, per farla breve, se davvero mi verrà voglia di usare questo ameno giochino, ci saranno da apporre parecchie modifiche (ergo, introdurre un bel po' di House Rules) perché altrimenti così davvero non ci siamo. Vedremo cosa mi proporrà il mio oberato cervellino nel prossimo futuro, dopodiché vi saprò dire...
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