Dal momento che i grandi cantieri navali erano stati tutti o quasi colpiti nel corso della guerra e la loro capacità era scemata, gli alti comandi della Marina - come già altri tra i maggiori belligeranti - si risolsero ad attingere alla riserva in naftalina, cioè a quelle unità, chiaramente obsolete, che nel corso dei decenni erano state messe da parte ma non smantellate e/o vendute come ferrovecchio ma abbandonate più o meno a sé stesse in depositi fuori mano e quivi dimenticate anche da parte del nemico, che non aveva certo perso tempo o risorse per scovarle e distruggerle.
Ora, nell'ora più cupa della nazione, qualcuno si era ricordato della loro esistenza e - a seguito di una approfondita quanto rapida analisi costi-benefici - aveva deciso che valeva la pena resuscitare queste vecchie signore dei mari dal loro lungo letargo e rimetterle in condizione di navigare; sarebbe bastato, nella stragrande maggioranza dei casi, rimodernarne i sistemi elettronici, sostituire le antiquate caldaie a nafta con pile nucleari e sostituire/installare armamenti ad energia diretta per rimpinguare la difesa locale/di punto per ottenere delle unità navali robuste, a basso costo, in grado di affrontare il nemico per mare e sulle coste.
Unico problema: queste unità erano state concepite e costruite nel XX e nel XXI secolo, quando l'automazione dei sistemi non era altrettanto pervasiva rispetto alle unità moderne ed i vascelli operavano grazie a numerosi equipaggi umani che si occupavano di tutte quelle mansioni oggi assegnate a complessi servomeccanismi cibernetici e alle Intelligenze Artificiali.
Essendo la manodopera divenuta scarsa e quella con competenze tecniche a dir poco preziosa ed essendo altresì troppo costoso, in termini di mezzi e materie prime, l'automatizzazione di queste vecchie unità, qualcuno ebbe l'idea di costruire piuttosto i nuovi marinai così come era avvenuto per l'esercito terrestre con l'introduzione dei soldati artificiali.
Dopotutto, era il ragionamento, una volta assegnato un numero minimo indispensabile di ufficiali umani con le competenze tecniche necessarie, quel di cui si aveva bisogno era più semplicemente la bassa manovalanza, sufficientemente intelligente da comprendere ed eseguire gli ordini, sufficientemente abile da poter utilizzare i sistemi loro assegnati senza far danni e soprattutto forte e resistente abbastanza da poter eseguire tutte quelle mansioni cui una volta erano destinate squadre di umani, come il trasporto e lo spostamento di materiali e munizioni ed altre operazioni simili di routine.
L'idea di usare dei CyberZombies™ opportunamente modificati venne immediatamente scartata sulla base della loro notoria stupidità, mentre l'idea di realizzare degli androidi a basso costo e non troppo sofisticati era non solo appetibile ma più facilmente realizzabile con i mezzi attualmente a disposizione, specialmente dal momento che c'erano già linee di produzione aperte per la produzione di androidi e bioroidi da combattimento per le forze di terra.
Fu così che - nel giro di tre settimane - vide la luce il primo lotto di androidi serie SLR, la M1N cui fecero seguito in breve tempo altri 3 prototipi fino al modello M4N, quello definitivo scelto per la produzione in grande serie.
Il SLR-M4N era un androide umanoide abbastanza standard nel suo complesso, dotato di un cervello positronico non particolarmente sofisticato ma in grado di svolgere mansioni anche complesse, dotato di grande forza e resistenza fisica e con un corpo robusto e durevole, per sopportare i rigori della navigazione e del combattimento in ambiente marino.
Come tutte le unità prodotte in fretta e furia verso la fine della Guerra, anche il SLR-M4N aveva parecchie idiosincrasie, alcune considerate dai suoi superiori umani piuttosto snervanti, come l'abitudine a ridacchiare sommessamente e senza alcun motivo apparente durante il lavoro e il borbottare, continuo ed incomprensibile, delle unità durante lo svolgimento delle loro mansioni.
Fu per questa ragione che, durante una ispezione di routine ad un contingente di androidi in procinto di imbarcarsi su una delle unità maggiori ricondizionate di recente e che era stata niente meno che un museo galleggiante, il contrammiraglio a capo della commissione, accortosi di queste... peculiarità e dell'aspetto dei nuovi equipaggi affermò che gli ricordavano Popeye (Braccio di Ferro) il protagonista di un antico fumetto marinaresco dimenticato da decenni di cui era stato estimatore in gioventù.
Lì per lì nessuno comprese la battuta ma il soprannome in qualche modo piacque e sembrò più che adeguato, così che Popeye divenne la denominazione ufficiosa della serie SLR-M4N.
Per tutte le stranezze manifestate dai Popeye, in servizio gli androidi si dimostrarono eccellenti marinai, dotati di una dose di sano buon senso, che invece spesso mancava nei loro "superiori" umani; soprattutto la loro forza e abilità manuale permise alle vecchie unità - il cui armamento primario era spesso e volentieri servo-assistito ma comunque ad azionamento e caricamento manuale - di ottenere notevoli risultati in battaglia.
L'unico, vero difetto, riscontrato più tardi, dopo mesi di navigazione e combattimento in alto mare, era la tendenza di singole unità di sbroccare di quando in quando e senza causa apparente, sia tra di loro che contro i loro superiori umani; se la cosa fosse da imputare ad un difetto di programmazione dei loro cervelli fatti in serie ovvero ad un glitch introdottosi nel sistema a causa della saturazione ambientale di radiazioni ionizzanti ed elettromagnetiche non è dato saperlo, fatto sta che molte unità cominciarono a manifestare tutti i sintomi della Sindrome da Stress Post-Traumatico con varie, nefaste conseguenze, tant'è che molte unità dovettero essere disattivate durante la navigazione per evitare più sgradevoli conseguenze e comunque - poco prima della fine della Guerra Finale - i SLR-M4N si erano fatte la nomea di androidi bizzosi e irascibili, quasi se non più delle loro controparti umane dei secoli andati, quando si andava per mare a forza di braccia.
Oggi la storia dei SLR-M4N Popeye è considerata quasi una leggenda, narrata più che altro tra i discendenti degli antichi marinai che combatterono durante la Guerra Finale; tutti gli altri abitanti della Desolazione ignorano platealmente l'esistenza di questi androidi anche perché furono ben pochi quelli che - una volta terminate le loro crociere belliche - rientrarono alla base: la maggior parte di essi infatti perì in mare, spesso e volentieri colando a picco con l'unita sulla quale serviva. L'entropia e le ingiurie del tempo hanno fatto il resto.
Eppure, ancora oggi, c'è chi afferma di aver sentito dire dai superstiti di spedizioni di avventurieri a caccia di antichi tesori per mare, di essersi imbattuti nei relitti delle grandi navi degli Antichi e di aver avuto la netta e snervante sensazione di essere osservati; quando hanno provato a scoprire qualcosa, l'unica cosa che hanno sentito è stata una sommessa risatina provenire dalle viscere di questi grandi vascelli.
Chi ha indagato oltre - per quanto se ne sa - non è mai tornato per raccontare quello che ha trovato...
Il SLR-M4N: statistiche e specifiche di gioco.
Veniamo dunque alle specifiche, ad uso e consumo del Mutant Master™ per questo nuovo personaggio non giocante/creatura.Si tratta di un androide sintetico, quindi con tutte le caratteristiche tipiche riportate sul manuale di base del gioco: hanno un punteggio fisso di punti-ferita (50), non guariscono, sono immuni ai veleni e resistenti alle temperature estreme e alle radiazioni.
Per il resto, hanno le seguenti statistiche di gioco:
STR. 21
DES. 13
COS. 18
INT. 10
WIL. 14
CHA. 8
Mutazioni (idiosincrasie): abitudine compulsiva snervante (ridacchiano e borbottano in continuazione), aspetto bizzarro (avambracci esageratamente sviluppati, apparentemente guercio da un occhio), buon senso (pur non essendo particolarmente intelligenti, è difficile trarli in inganno e/o fargli commettere qualche scemenza), forza per associazione (in caso di stress, ingurgitare cibo in scatola - legumi, verdure o altro - direttamente dalla scatola aumenta di 3 punti la loro STR, COS e DES per i 1 turno - 10 minuti/60 round - successivo).
Considerazioni finali e note dell'autore.
Anche se può sembrare che questo post sia buttato così, tanto per fare, sappiate che è invece propedeutico per la campagna/avventura che da fin troppo tempo aspetta di essere finalmente presentata e sulla quale sto lavorando, a fasi alterne (e non del tutto per colpa del sottoscritto, ve lo posso assicurare) da quasi un anno.Presto seguiranno altri articoli di carattere... marinaresco, che saranno di contorno e a sostegno dell'avventura principale, che purtroppo allo stato attuale non posso postare in un colpo solo a causa delle... innovazioni introdotte da questa piattaforma, che rendono impossibile la formattazione di qualunque cosa non venga scritta direttamente sul blog, mentre prima bastava anche prepararsi il testo con un qualsiasi editor e copiarlo.
Per i Mutant Masters™: prestate attenzione a questo PNG, se potete familiarizzatevi con i vecchi fumetti e/o cartoni animati, per cogliere gli aspetti più tipici del personaggio, in modo da poterlo interpretare in maniera credibile, perché avrà un ruolo molto importante nell'avventura che seguirà e sarebbe un peccato utilizzarlo solo come l'ennesimo pezzo di carne da cannone per i vostri personaggi giocanti.
Quello che intendo è che il nostro Popeye, lungi dall'essere l'allegro, irascibile marinaio di Segar, va invece interpretato come la versione dark di Braccio di Ferro: ridacchia e sghignazza ma non è divertente bensì snervante quando non apertamente minaccioso; allo stesso modo, pur non essendo una macchina da guerra, è perfettamente in grado di staccare le braccia ai personaggi in virtù della sua forza spropositata ma soprattutto è completamente pazzo e come tale dovrete interpretarlo, se volete che abbia un effetto memorabile!
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