Talvolta
non c'è bisogno di guardare alle tecnologie più avanzate per
ottenere qualcosa che faccia il suo lavoro in modo più che adeguato,
specialmente quando si ha necessità di badare al portafogli.
Questo
è un concetto molto ben noto anche
nelle
forze armate/di sicurezza del III Impero, dove non tutti i conflitti
necessitano di mostruosi behemoth corazzati gravitazionali o di
armamenti spaccapianeti
per la loro risoluzione.
Anzi,
in un'era dominata di fatto da un'onnipresente Marina Imperiale, è
meglio mantenere un profilo basso, specialmente per piccoli...
disturbi locali
a meno di voler invitare le (in genere indesiderate) attenzioni dei
Marines con conseguente fine
della festa,
come è ben noto a tutti i regimi “autonomi” rappresentati su
larga parte dei mondi dell'Imperium.
Il
concetto è poi chiaramente presente soprattutto nell'ambito delle
miriadi di Compagnie
Militari Private
che operano con charter imperiale in tutte quelle situazioni di
conflitto a basso livello, specialmente nelle aree più retrograde o
periferiche, dove a farla da padrone sono spesso banditi e incursori
“indipendenti” provenienti da oltre i margini dell'impero, per la
cui risoluzione sarebbe esagerato, antieconomico (o politicamente
troppo sensibile) un intervento diretto della forza armata Imperiale.
Dovendo
operare in genere con budget piuttosto risicati, anche molte Forza
di Autodifesa Planetarie
– quelle che operano cioè indipendentemente dall'ambito delle
FF.AA. imperiali – cercano per le proprie necessità soluzioni più
incospicue ma non per questo meno efficaci, anzi!
È
così che nell'Imperium operano proficuamente numerose industrie
aerospaziali, che forniscono una risposta efficace a tutti quei mondi
e quelle organizzazioni private che non dispongono di una base
tecnologica così avanzata (o finanze) da potersi permettere l'uso di
veicoli gravitazionali.
Non
solo: anche le forze imperiali locali
spesso adottano questi velivoli, che sono (relativamente) economici
da gestire e di facile manutenzione.
Una
delle classi più diffuse è così quella dei velivoli
turboelica
che sono in grado di trasportare un discreto (e vario) carico bellico
per una grande varietà di missioni e possono operare su qualunque
mondo dotato di atmosfera densa e ossigeno (anche se classificate
come inquinate
o tossiche)
mentre per quei mondi che dispongono di atmosfere dense composte da
gas non respirabili, è possibile impiegare una variante hi-tech
alimentata a fusione
nucleare,
soluzione questa che è molto in auge presso le varie forze imperiali
e le compagnie mercenarie più affluenti.
Uno
dei velivoli di punta è l'ALX-129
Falcone sviluppato
dal consorzio terrestre Aerotech
(Terra,
Sol-3) quasi duecentocinquanta anni fa e tuttora uno dei prodotti di
punta dell'azienda, un mezzo dalle linee pulite, maneggevole,
duttile, diffuso su moltissimi mondi.
La
storia di questo mezzo è avvolta nella leggenda, in quanto pare
si
tratti di un'evoluzione (qualche storico afferma si tratti invece di
una copia spudorata) di un velivolo in uso addirittura nel XX e XXI
secolo sulla Terra, era pre-spaziale insomma, prodotto da un'azienda
ormai scomparsa da secoli che operava nel quadrante sudamericano al
tempo in cui la Terra era un mondo balcanizzato di stati-nazione.
Già
allora questo aereo era largamente diffuso presso quelle aeronautiche
che necessitavano di un velivolo d'appoggio tattico/attacco leggero
per operazioni di controguerriglia in aree dove la disponibilità di
infrastrutture sofisticate era pressoché inesistente, in grado di
operare in lungo e in largo con un minimo di manutenzione e costi
ridotti.
Nella
variante da addestramento (compito per il quale era stato realizzato
originariamente) venne anche adottato da nazioni/imperi importanti di
quello che si chiamava al tempo primo
mondo,
segno che – benché le origini fossero in un certo senso “umili”
- il mezzo era ben progettato ed estremamente efficiente in termini
di costi/benefici.
Quando
– quasi mille anni dopo – sorse la necessità di produrre per
l'immenso mercato rappresentato dalla Frontiera imperiale e dalle
numerose compagnie di
sicurezza
private (leggi: unità mercenarie operanti con licenza imperiale) un
mezzo con caratteristiche similari, una volta scartate tutte le
ipotesi più hi-tech qualcuno ha riesumato i disegni di questo
velivolo che – opportunamente modificati per permetterne la
produzione con sistemi moderni – ha permesso di soddisfare una
richiesta crescente e generare un solido flusso di profitti per la
compagnia.
ALX-129
FALCONE, specifiche tecniche.
Il
Falcone si presenta come uno slanciato monoplano ad ala bassa, dal
muso prominente che alloggia un propulsore turboelica alimentato ad
idrogeno o idrocarburi raffinati, in grado di digerire
con minime modifiche una grande varietà di combustibili.
Come
tutti i motori a combustione interna, necessita di un'atmosfera
respirabile (cioè con presenza di ossigeno) per il suo funzionamento
anche se, a partire dall'anno 983, è stata introdotta una variante
alimentata a celle a
fusione plus
che garantiscono un'autonomia pressoché illimitata in ogni tipo di
atmosfera.
Progettato
inizialmente per fornire caratteristiche di volo simili a quelle di
un reattore, il Falcone ha una singola leva di controllo che governa
sia la manetta del motore che il passo dell'elica, seggiolini
eiettabili e un abitacolo con posti in tandem scalati per pilota e
co-pilota/operatore armi.
Nella
versione definitiva
(leggi: da combattimento) l'aereo è un monoposto con tettuccio a
bolla
per una visione a 360°.
Il
velivolo è dotato di quattro punti d'attacco subalari ed uno sotto
la fusoliera per il trasporto di carichi di lancio e di caduta ovvero
per il montaggio di gondole
per armi e/o sensori, mentre i due punti di attacco interni sono
bagnati
in grado cioè di accogliere due serbatoi ausiliari sganciabili
impiegati ovviamente nelle sole versioni con propulsore
convenzionale.
Trattandosi
di un velivolo leggero d'attacco, l'abitacolo è protetto da una
blindatura in materiali compositi avanzati, in grado di reggere il
fuoco delle armi leggere e le schegge di granate/missili e di
serbatoi autostagnanti con sistema automatico di soppressione degli
incendi.
Il
pilota è altresì dotato di tecnologia di controllo/visione notturna
integrata nel casco con capacità guarda
e spara,
il tutto asservito ad un sistema di controllo digitale.
Per
quanto riguarda il sistema
d'arma del
Falcone, questo è composto da una varietà vastissima di armamenti
fissi ovvero di armi aviolanciabili, comprese bombe, razzi, missili,
cannoni e mitragliatrici di vario genere e natura; la capacità
massima di ciascun punto d'attacco è di circa 250 kg (500 per quello
ventrale) per un carico bellico massimo di 1500 kg totali.
Questa
varietà rende il Falcone non certo il velivolo tattico più
pesantemente armato ma sicuramente il più versatile e il software di
gestione integrato permette di passare da un'arma all'altra senza
modifiche, purché gli armamenti rientrino nei parametri normalmente
definiti dall'autorità imperiale.
È
così che sul Falcone possono trovare posto armamenti che variano dal
Livello Tecnologico
6 al
12 ivi
compresi cannoni/mitragliatrici Gauss, cannoni leggeri al plasma,
missili tattici e lanciarazzi, oltre a cannoni
automatici/mitragliatrici convenzionali e bombe in
ferro (o
guidate) a caduta libera, anche se l'armamento a
energia (gauss,
laser e plasma) è più comune sulle versioni nucleari,
con le gondole armi dotate di appositi banchi di accumulatori che
traggono energia dalla cella a fusione.
Per
quanto riguarda caratteristiche
e
prestazioni
il Falcone è mosso da un'elica pentapala alimentata da un propulsore
da 1200 kW di potenza (1600 nella versione a fusione); i dati
salienti sono i seguenti:
Velocità
massima: 600 km/h;
velocità
di crociera: 500 km/h;
velocità
di crociera economica: 360 km/h;
rateo
di salita iniziale: 720 m/min1;
tangenza
operativa: 10.500 metri1;
autonomia
di trasferimento (con due serbatoi subalari): 5500 km;
tipico
raggio d'azione (combustibile interno): 2000 km;
autonomia
di volo: 5 ore circa2
Peso
a vuoto: 1500 kg;
Massimo
al decollo: 3500 kg;
Massimo
carico bellico: 1500 kg su 4 punti d'attacco subalari (capacità 250
kg/cad) e 1 ventrale (500kg)3
1
prestazioni
in atmosfera di tipo terrestre
a 1G di
pressione/gravità;
2
solo
per versione turboelica a combustione interna, la versione con
propulsore a fusione può volare ininterrottamente per 12h
in
crociera economica, 8h
alla
velocità di crociera e 4h
alla
massima velocità prima di necessitare di un periodo di 2 ore di
riposo per non stressare troppo le componenti meccaniche
dell'apparato propulsore;
3
il
punto d'attacco sotto la fusoliera può alloggiare una singola bomba
da 500 kg ovvero una gondola per cannone binato a tiro rapido da 30mm
ovvero gauss o al plasma; tutti i punti d'attacco subalari possono
montare coppie di missili tattici leggeri/medi o un singolo missile
pesante, i piloni esterni possono alloggiare una coppia di missili
leggeri a/a per autodifesa.
Note
dell'autore:
dopo tanto, forse troppo, tempo che non dedicavo un post al gioco di
Marc Miller, eccomi di ritorno con un articolo che spero ardentemente
sia utile per espandere l'universo del Terzo Impero di Traveller™;
nei prossimi post – visto che lo spazio è tiranno – esamineremo
più da vicino le varie possibilità/combinazioni utilizzabili con
questo (e altri, volendo) “nuovo” mezzo.
Come
i più informati avranno notato, l'aereo in questione esiste
già oggi, anche se le sue performance sono state lievemente...
ritoccate in modo da renderlo più futuribile.
Si
tratta del brasiliano Embraer
A-29 Tucano (o
Super
Tucano),
secondo me uno dei velivoli turboelica più toghi mai prodotti e a
quanto pare non sono l'unico a pensarlo, visto che l'hanno acquistato
(e usato) o hanno in previsione di acquistarlo cani e porci, anche la
stessa USAF
che
in origine lo rigettò quando partecipò alla gara per un nuovo
assaltatore tattico leggero, salvo poi ricredersi dopo averne
esaminato la brillante carriera operativa, specie con la Fuerza
Aerea Colombiana...
Alla
prossima, restate sintonizzati e come sempre buon
divertimento!