venerdì 20 settembre 2024

ARES ovvero il braccio (armato) aereo del Progetto Morrow - per The Morrow Project


 ARES, acronimo per Aerospace REcon & Strike e casualmente il nome greco del dio della guerra, era la controparte aerospaziale del MARS, il braccio militare del Progetto.

Nato come espansione del già previsto servizio di supporto aereo per i tre rami principali del Progetto, sotto la guida illuminata (e lungimirante) di Douglas Hughes - uno dei partner industriali di Bruce Morrow nonché socio fondatore del Progetto stesso - in una branca di servizio indipendente (e armata) sul presupposto che, così come il MARS avrebbe dovuto intervenire a protezione delle squadre di ricostruzione ergo per difendere le installazioni del Progetto ed eventualmente attaccare i suoi nemici, non era da dare per scontato che, anche dopo le devastazioni di una Terza Guerra Mondiale, non ci sarebbero state minacce provenienti dal cielo.

Di più: secondo Hughes, anche i trasporti previsti nella stesura originale del progetto, avrebbero potuto necessitare di una scorta armata, per non parlare del fatto che la ricognizione aerea, specialmente di territori inesplorati o rimasti a lungo privi di contatti con il governo o la civiltà, sarebbe stata un'iniziativa molto prudente, per evitare che le squadre RECON o SCIENCE finissero letteralmente in bocca a qualche entità avversa, come banditi, autoproclamati dittatori e/o signorotti della guerra.

la prima conversione riuscita di Hughes:
il Cessna A-37B Dragonfly MP (Morrow Project)

Infine, il dominio dei cieli è sempre stato un deciso vantaggio tattico e strategico per chi può esercitarlo e certamente non sarebbe stato possibile avvalendosi solo di autogiro leggeri, superleggeri o velivoli da trasporto, per quanto grossi e potenti.

No, nella visione di Hughes, era necessario avere una controparte aeronautica al MARS, indipendente da questa e dotata di velivoli, sia ad ala fissa che rotante, in grado di svolgere tutte quelle missioni richieste ad una moderna forza armata aerea, come la ricognizione, l'interdizione, l'appoggio aereo ravvicinato e se necessario l'intercettazione di eventuali forze aeree ostili.

Molto saggiamente, anche per non far storcere troppo il naso agli altri partner - specialmente a Bruce Morrow - Douglas Hughes decise di puntare per l'approvvigionamento su velivoli non particolarmente avanzati, prontamente disponibili sul libero mercato, ergo ritirati recentemente dal servizio attivo e rivenduti come surplus, in modo da non pesare troppo sul bilancio del Progetto.

Dal momento che l'economicità della gestione era un altro requisito primario, i primi velivoli acquisiti dal neonato ARES furono inizialmente velivoli ad elica/con motori a pistoni ovvero turboalbero e/o turboelica, che avrebbero garantito lunga autonomia, facilità di manutenzione e la modifica, se necessario, con l'installazione di propulsori più moderni e performanti, mano a mano che la ricerca interna fosse andata avanti.

La fine del conflitto nel Sud Est asiatico portò ad un vero e proprio surplus di velivoli da combattimento, quasi tutti modelli ex-USAF e del Corpo dei Marines, tra cui numerosi reattori. L'occasione era troppo ghiotta e Hughes riuscì a procurarsene un buon numero a prezzi di assoluto realizzo, dopodiché lui ed il suo team cominciarono subito a lavorarci sopra per renderli fruibili per il Progetto, cosa tutto sommato abbastanza semplice per uno dei maggiori ingegneri aeronautici del suo tempo, con connessioni importanti con tutti i maggiori produttori degli Stati Uniti (e non solo).

Uno dei primi velivoli "moderni" del Progetto:
il Rockwell OV-10 Bronco
Rimaneva un ultimo scoglio da superare: quello di dove e come procurarsi e stoccare, per periodi anche protratti nel tempo, il combustibile avio per permettere di volare a dei bestioni assetati come i turbogetti allora in uso. Le ricerche delle Industrie Morrow in tal senso produssero ottimi risultati, ideando appositi additivi che permettevano al JP-4 (il combustibile usato per gli aerei militari) di conservare intatte le sue proprietà più a lungo ma il problema degli elevati consumi persisteva e fu motivo di attrito tra i partner ed i direttori dei vari rami del Progetto, che vedevano in questa idea di una aviazione privata uno sperpero di risorse difficilmente giustificabile.

La soluzione arrivò nel 1979, quando Bruce Morrow tornò da uno dei suoi misteriosi viaggi, dopo un'assenza prolungata, con prototipi funzionanti - e relativi piani di costruzione - di reattori a fusione e tecnologie laser.

Douglas Hughes, che in quanto ad inventiva non era secondo a nessuno, iniziò immediatamente a lavorare per convertire i suoi aerei alla propulsione nucleare ed i risultati non tardarono ad arrivare.

Dapprima vennero convertiti, a titolo sperimentale, velivoli con motori a pistoni, molto semplici (relativamente parlando) da convertire dai propulsori endotermici a quelli elettrici alimentati direttamente dai generatori a fusione. I risultati furono lusinghieri e lo stesso Morrow ammise che adesso l'idea di avere una controparte aerea al MARS era non solo fattibile ma molto promettente.

La superiorità aerea secondo il Progetto:
il Northrop F-5E/MP Tiger II
Il passo successivo fu l'implementazione della propulsione nucleare applicata ai velivoli a reazione ma anche qui, prendendo come spunto il lavoro già svolto dall'industria aeronautica per conto del governo degli Stati Uniti (progetti NEPA - Nuclear Energy Propulsion for Aicraft - e ANP - Aircraft Nuclear Propulsion) e accantonati per volere di J.F.K. nel 1961; nemmeno a dirlo, molte di queste industrie e laboratori di ricerca erano entrati a far parte del circuito legato alle Industrie Morrow e tutti i piani erano prontamente disponibili.

Nel giro di pochi mesi, Hughes produsse il suo primo prototipo di aereo a reazione a propulsione nucleare, un esemplare di Cessna A37B Dragonfly - un velivolo leggero da ricognizione e attacco, derivato dall'addestratore a reazione Cessna T-37.

Installando un reattore a fusione al posto del serbatoio principale del carburante, i due turboreattori General Electric J85 - appositamente modificati con l'eliminazione della turbina (divenuta ridondante) - venivano alimentati da appositi scambiatori di calore che riscaldavano l'aria spinta dal compressore alle temperature necessarie per generare la spinta, senza bisogno di una miscela combustibile-aria. Una volta avviato, il ciclo si sostentava da sé e purché venisse mantenuto il giusto afflusso di aria per il raffreddamento dei propulsori, i due turbogetti agivano come una specie di stratoreattore. 

La spinta generata nel prototipo - 1100 kg - era inferiore a quella del turbogetto non modificato ma dimostrò la fattibilità del progetto di conversione.

Il velivolo più avanzato del Progetto:
L'Embraer A-29MP Super Tucano
Come si dice in questi casi, la pratica rende perfetti e non ci volle molto perché il team dell'ARES, sotto la guida di Douglas Hughes, producesse modelli di serie con spinte pari o superiori a quelle generate dai motori originali. Gli stessi principi vennero poi applicati, con soluzioni diverse, anche ai motori turboelica - per i velivoli ad ala fissa - e turboalbero - per quelli ad ala rotante - permettendo la creazione di una flotta aerea piccola ma efficace.

Con il consolidarsi del ARES, vennero selezionati solo alcuni modelli di velivoli, quelli ritenuti più adatti alla bisogna, mentre il resto del parco - specie i modelli più obsoleti - vennero dismessi.

Prima dell'inizio della clandestinità per gli assetti del Progetto Morrow, quando il conflitto globale predetto da Bruce Morrow sembrava imminente, le basi dell'ARES disponevano di questi velivoli:

  1. Rockwell OV-10 Bronco (ricognizione, osservazione, controguerriglia e operazioni speciali, uno dei favoriti del Progetto per la sua versatilità)
  2. Cessna A-37B Dragonfly (ricognizione, controllo aereo avanzato, controguerriglia, assalto leggero)
  3. vari modelli di Agusta/Bell UH-1 Iroquois (trasporto armato, evacuazione medica, utilità generale)
  4. Bell OH-58 Kiowa Warrior (ricognizione, osservazione, attacco leggero)
  5. Bell AH-1 (assalto e combattimento, vari modelli)
  6. Embraer Tucano e Super Tucano (addestramento basico e avanzato, controguerriglia, attacco leggero, uno dei pochissimi velivoli non USA impiegati dal progetto - ed uno dei più recenti!)
  7. McDonnel Douglas A-4 Skyhawk (cacciabombardiere multiruolo e da attacco)
  8. Northrop F-5E Tiger II (caccia leggero multiruolo)

La lista è lungi dall'essere completa; perseguendo la politica del Progetto di acquisire sul mercato del surplus, ergo sul libero mercato, velivoli di varia natura per la conversione, sicuramente negli anni successivi al 1999 altri apparecchi vennero acquisiti ed integrati nella flotta ma quelli elencati sopra sono i più comuni e noti ai membri del Progetto al momento della loro ibernazione.

Note dell'Autore

Con questo primo (spero) post intendo sviscerare un argomento negletto - per ragioni a me ignoto - dagli autori del gioco originale, che evidentemente non volevano aggiungere la complessità della terza dimensione al sistema di gioco ma che poi in più occasioni si sono rimangiati, proponendo nei vari supplementi d'avventura velivoli, più o meno desueti, in mano a buona parte degli avversari del Progetto.

Come forse ricorderete, nel lontano passato di questo blog introdussi un'armatura potenziata volante e per la prima volta, la nozione di un Servizio Aereo per il Progetto. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tanta ma il desiderio di introdurre la componente aeronautica nel gioco si è fatto sempre più pressante. Una volta individuati anche i modelli più adatti per una eventuale conversione ludica, mi sono detto che era giunto il momento di procedere.

A parte che dalle preferenze personali del sottoscritto, la scelta fin qui effettuata (e proposta) è stata dettata dai criteri esposti nel testo dell'articolo: pronta disponibilità, economicità di gestione ma soprattutto la compatibilità con l'arsenale già in uso nel Progetto, quindi tutti i velivoli che verranno via via introdotti, prodotti nel periodo 1950-1980 (ad eccezione del velivolo della Embraer che è molto più recente) sono certificati per l'uso di armi standard come le mitragliere da 20mm, i missili aria-aria Sidewinder, i missili aria-terra Maverick, i lanciarazzi da 70mm etc. più altri sistemi che verranno introdotti all'occorrenza.

Al più presto, rubacchiando qua e là, cercherò di introdurre anche una appendice al regolamento per i combattimenti aerei, altrimenti, come si suol dire, è cacchio e tutt'uno.

Come sempre, spero di aver suscitato il vostro interesse, alla prossima!

 

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