Nessuno
sa chi siano o da dove vengano, tutto quello che si sa di loro è che
appaiono, improvvisamente, sul campo di battaglia, dove la mischia è
più fitta ovvero quando la situazione appare ormai disperata,
combattono come furie, falciando nemici come grano maturo e poi, così
come sono arrivati, svaniscono.
Più
di un sedicente signorotto della guerra ha avuto modo di subire
l’intervento di uno o più di questi misteriosi guerrieri
invincibili e di pentirsi amaramente di averli mai incontrati.
Da ultimo, anche le due armate più potenti del continente,
attualmente in lotta tra di loro per il predominio, hanno avuto a che
fare con loro.
Una
delle orde di Ulthar, autoproclamato
Signore della Guerra delle
terre orientali,
è stata letteralmente presa a calci da uno di questi misteriosi
guerrieri durante l’assedio ad una comunità indipendente nella
Desolazione, così come uno dei nuovi treni corazzati del
Generalissimo della
Krasnaja Armija è
stato praticamente rottamato
durante un’incursione nelle Pianure Contestate da un commando di
soldati apparentemente invincibili.
Dalle
informazioni raccolte dai due schieramenti (e da numerosi saggi e
studiosi tra i più istruiti), sembra che queste figure esistano in
realtà da sempre, esseri leggendari di cui si favoleggiava sin dai
tempi antichi.
Gli
antichi bardi e cantori noti come cineasti ne
hanno narrato le gesta in numerosissimi film (?)
denominati spesso d’azione
e per questa ragione, molti di questi combattenti sovrumani erano
definiti action heroes per
l’appunto.
Ma
come i saggi insegnano, non esiste leggenda che non abbia un
fondamento nella realtà e dal momento che molte di queste opere
prendevano spunto (o narravano tout court) le imprese di eroi del
lontano passato, la logica vuole che queste creature mitologiche
esistano nella realtà… il vero problema, almeno per quanto
concerne la situazione attuale dei due signori della guerra in lotta,
è capire perché siano…
resuscitati proprio ora
e apparentemente a danno delle loro rispettive armate.
Che ci crediate o no, la realtà è
che gli studiosi che hanno presupposto l’esistenza di questi
guerrieri dalle capacità sovrumane hanno ragione!
Si tratta in effetti di creature
leggendarie, probabilmente una razza di umani
varianti
o mutazioni
naturali,
che da sempre affiancano l’umanità comune, specialmente nei suoi
continui e tormentati periodi di conflitto.
Anzi,
pare che queste creature – che sono annoverate spesso come eroi
leggendari nelle saghe epiche di tutti i popoli della terra – siano
in qualche modo attratte dai conflitti, ergo, che traggano giovamento
e vita dalla lotta.
Dove
più feroce ferve la battaglia, qui appaiono e prosperano.
In
genere le caratteristiche di questi esseri sono sempre le stesse:
un’abilità fuori del comune in battaglia, un’incredibile
resilienza ai danni e capacità di recupero da ferite altrimenti
mortali al limite del soprannaturale.
Anche
nel caso in cui vengano effettivamente uccisi, questi formidabili
guerrieri tendono a scomparire nel
nulla,
salvo riapparire, più sani e più forti che
mai,
alla prima occasione utile ma sempre nel bel mezzo di un aspro
conflitto.
Generalmente
si tratta di eroi
solitari
ma talvolta appaiono in piccoli gruppi – tipo i Sette
Samurai o
i Magnifici
Sette – infliggono
danni inenarrabili all’avversario di turno e, come vuole
tradizione, svaniscono nell’aria, ergo, li si vede allontanarsi a
cose fatte cavalcando verso il tramonto.
Come
la comunità scientifica dell’era immediatamente antecedente la
Guerra Finale
ebbe a scoprire, lungi dall’essere figure mitologiche frutto della
fantasia dei popoli antichi, queste creature esistono veramente.
Se
ne accorsero quasi per caso alcuni storici ricercatori analizzando
testimonianze rimaste per decenni, quando non per secoli, accantonate
e
spesso dimenticate,
durante una delle tante operazioni di digitalizzazione
dei documenti
che andavano per la maggiore prima
della Catastrofe,
allo scopo di salvaguardare l’immenso patrimonio documentale –
spesso ancora fisico/cartaceo
– giacente in
depositi statali e archivi polverosi.
Alcuni
di loro notarono delle incredibili somiglianze tra i resoconti
scritti, il materiale iconografico e/o fotografico (molto abbondante,
specialmente a partire dalla metà del XIX secolo) che
rappresentavano individui specifici ed in alcuni casi piuttosto
bizzarri.
Tanto
per cominciare, tutto il materiale riguardava regolarmente periodi di
grande conflitto ovvero resoconti ufficiali di guerra; in secondo
luogo, anche se può capitare che – tra una generazione ed un’altra
– membri di una stessa famiglia possano aver partecipato ad
eventi bellici successivi,
era assai difficile spiegare
l’incredibile
somiglianza
che questi soldati avevano con i loro “antenati” magari di un
secolo prima!
Una
ricerca più approfondita (ma rimasta purtroppo agli albori e
brutalmente interrotta dagli eventi catastrofici della Caduta) rivelò
che – in effetti – c’erano in queste figure delle
caratteristiche
ricorrenti
che portarono
quindi a scartare l’ipotesi che si trattasse di una somiglianza per
familiarità.
Come
diceva il leggendario Sherlock Holmes, investigatore degli Antichi:
“Una volta scartate tutte le ipotesi, quel che resta, per quanto
inverosimile, deve essere necessariamente la verità” ed
attenendosi a questo incontrovertibile principio, gli studiosi
coinvolti giunsero alla conclusione che si trattasse effettivamente
degli stessi,
identici individui,
nonostante tra un evento e l’altro fossero trascorsi decenni quando
non secoli.
Una
delle caratteristiche distintive di queste entità è che –
qualunque sia il contesto o l’epoca del conflitto – indossano o
portano con sé sempre e comunque uno o più cimeli
assolutamente anacronistici
con la realtà storica del momento.
È
così possibile vedere uno di questi guerrieri solitari indossare per
esempio un cappello della Cavalleria del XIX secolo, ovvero una
pistola d’ordinanza della
Prima Guerra Mondiale,
così come in guerre molto recenti si erano visti individui armati
con sciabole e/o spadoni del 1600 o il
classico fritz
d’acciaio
in
luogo dell’elmo
integrale
della
tenuta da
battaglia!
Altra
caratteristica, derivata dallo studio approfondito dei vari resoconti
scritti, è che queste creature non sembrano subire danni permanenti
e/o invalidanti, anche quando viene riportato che sono state colpite
più e più volte in combattimento.
Ogni
qualvolta vengono colpiti – in modo grave
secondo i testimoni o il personale medico – al massimo finiscono
fuori combattimento per un breve lasso di tempo, salvo riprendersi
completamente, come se nulla fosse accaduto.
La
giustificazione riportata in questi casi è sempre la stessa: si è
trattato di una ferita di striscio, niente di che…
È
destino che anche i mostri inarrestabili prima o poi… vengano
fermati, specialmente quando si ha a che fare con armamenti
sofisticati di grande potenza; ed è esattamente quello che accade
anche a
questi guerrieri leggendari.
Solo
che, di solito, non
restano morti.
Alla
prima occasione propizia, magari ad anni o decenni di distanza,
ritornano
come detto più sopra, perfettamente integri, abili ma soprattutto
con lo stesso, identico aspetto che avevano quando sono stati uccisi,
come se nel frattempo non fosse accaduto nulla.
Ovviamente,
quando e se qualcuno (magari un commilitone che all’epoca dei fatti
era ancora giovane ed ora magari è un vecchio veterano) li avvicina
e li interroga, questi revenant
negano
alcuna conoscenza con chi li interroga e forniscono alibi/generalità
più o meno plausibili (ah, ma voi parlate di mio nonno buonanima!)
per giustificare la loro incredibile somiglianza col de
cuius.
L’unica
cosa certa, in definitiva, è che averceli contro è un vero e
proprio castigo
di dio,
mentre averli a fianco, magari anche solo momentaneamente, può voler
dire la salvezza in una battaglia altrimenti a senso unico.
Il
problema è che potrebbe
capitare
di averli al fianco durante uno scontro salvo vederli combattere per
la parte avversa in quello successivo; è un evento riportatamente
raro ma è
accaduto
in passato.
Note
per il Mutant Lord:
quelli che ho testé presentato sono una nuova classe di
creature/mostri
che si possono inserire in una varietà di modi e condizioni, come
aiuti
dal cielo
ovvero come castighi
divini
per i personaggi.
Come
riportato più sopra, si tratta di una razza di immortali
che vive da sempre in mezzo alla specie umana, in quanto sono essi
stessi “umani”… almeno fino a che non si manifestano i loro
grandi poteri.
Questo
accade generalmente quando vengono uccisi
per la prima volta, di solito durante un conflitto di qualche genere,
possibilmente del tipo disperato
ovvero quando il morituro, definitamente, lascia una qualche
azione/missione per lui fondamentale incompiuta.
Perché
e come questo accada, non lo sa nessuno, nemmeno i diretti
interessati; fatto sta che, dopo la sua sepoltura, l’uomo non c’è
più e al suo posto risorge uno dei guerrieri invincibili noti come
Figli
di Marte.
Perché
si chiamino così è presto detto: non solo nascono
in mezzo alla guerra e alla devastazione, di fatto prosperano e si
nutrono
– loro malgrado – di guerra, uccisioni e sofferenze.
Praticamente,
le energie
vitali
che scorrono e fluiscono in grande abbondanza in tempi di strage
vengono assorbite
dalle creature, così come un vampiro trae la sua forza e la
sua vitalità innaturali dal sangue dei viventi.
A
differenza delle varie creature mostruose leggendarie che si nutrono
del sangue e/o della carne degli umani, i Figli di Marte non
devono necessariamente uccidere
chicchessia per trarre il loro sostentamento; teoricamente, anche il
solo fatto di trovarsi nel bel mezzo di una battaglia è condizione
sufficiente e necessaria perché ne traggano giovamento.
Il
fatto è che la stragrande maggioranza di questi esseri sono per loro
profonda natura dei guerrieri
e non possono/riescono a stare fermi a guardare quando il loro
intervento può fare la differenza e comunque, con ogni probabilità,
nemmeno si rendono conto che anche senza partecipare attivamente alla
lotta potrebbero trarre beneficio,
sicché…
Pur
traendo la loro sussistenza dalla battaglia, i Figli di Marte possono
vivere (e storicamente sono
vissuti)
anche lontano dalla mischia; in questo caso vivono – ed invecchiano
- come normalissimi esseri umani.
Va
da sé che nella realtà delle vicende umane la pace non è che un
intervallo, più o meno lungo, tra due guerre, quindi è assai
improbabile che una di queste creature, per quanto intimamente
pacifica o stanca della guerra possa essere, non finisca per
ritrovarsi prima o poi in un conflitto di qualche tipo.
Dal
momento poi che nessuna
società
umana è veramente
in
pace, nemmeno con sé stessa, molti dei Figli
di Marte sopravvivono
naturalmente svolgendo quelle mansioni che li mettono comunque a
contatto con situazioni di pericolo e/o di conflitto; è così che
molti di loro hanno svolto – in tempi più civili – la
professione di poliziotti, militari, investigatori privati e
cacciatori di taglie, cambiando spesso paese e generalità per
nascondere la loro natura e salvaguardare la propria identità, tutti
ambiti in cui la violenza scorre impetuosa quasi come in guerra.
Ovviamente,
più aspro e sanguinoso è
il conflitto,
maggiore l’energia vitale diffusa, più rapido il recupero
delle creature.
È
per questo che – a volte – le testimonianze parlano di vecchi
veterani
che combattono come ventenni… il bello è che dopo un periodo di
combattimenti più o meno prolungati, anche il loro aspetto muta
tornando ad essere quello che avevano quando sono stati visti
l’ultima volta in
azione.
Questo
perché, di solito, la maggior parte di questi esseri muore/rinasce
quando era nel pieno della giovinezza e del vigore.
Esistono
però anche casi di… veterani che erano
tali
al momento della loro dipartita. Questi non
ringiovaniscono quando ritornano
ma mantengono lo stesso aspetto (ed età apparente) che avevano al
momento della morte.
Come
detto sopra, i Figli
di Marte
sono apparentemente delle inarrestabili macchina da guerra e per
molti versi lo sono, visto che – in termini di gioco – sono
l’equivalente di personaggi/creature di decimo
livello/dadi-vita
con punti-ferita, tiri salvezza e d’attacco consoni al loro
livello.
Possono
essere comunque feriti
da qualunque arma, come qualsiasi altra creatura vivente ma assai
difficilmente muoiono in quanto – fintanto che persiste la
battaglia intorno a loro e c’è qualcuno che stira gli zoccoli –
assorbono costantemente l’energia
vitale che
trasuda dal campo di battaglia e di fatto rigenerano
le loro forze e ferite.
In
termini di gioco vuol dire che – fintanto che ci sono combattenti
attivi e che vengono inflitti danni
fisici
a qualcuno – 1/5
delle
ferite inflitte a chicchessia da chiunque dei partecipanti va a
rimpinguare i punti-ferita della creatura.
È
possibile uccidere
le creature infliggendo loro in un solo turno danni/ferite
sufficienti ad azzerarne i punti-ferita rimanenti, anche da armi
diverse e non tutti in una volta.
Il
rovescio della medaglia è che – a meno che non si tratti di armi
che provochino la disintegrazione
totale del
bersaglio – il Figlio
di Marte “muore”
solo temporaneamente.
Di
fatto, per motivi impossibili da accertare (o per quel che conta,
impedire) il corpo si rigenera
sano e al massimo delle sue capacità al ritmo di 1
livello/dado-vita per
anno
di
sepoltura,
nel luogo dov’è stato originariamente
deposto
al tempo della sua “prima morte”.
Pur
non essendo creature particolarmente vendicative, ci sono buone
possibilità che – dopo un paio di lustri – i nostri vecchi
personaggi si ritrovino a dover affrontare la loro nemesi
rediviva…
In
realtà esiste un modo per uccidere definitivamente
una di queste creature ma è un po’ complicato anche se non
impossibile, tant’è che, nel corso della storia, è capitato che
una di queste eroiche figure abbia lasciato questa valle di lacrime
anche se in pochi hanno ricollegato azioni ed eventi.
Un
Figlio
di Marte può
essere ucciso dalla stessa
arma con
la quale è stato ucciso la prima volta.
Se
viene colpito da questa arma, deve effettuare immediatamente un tiro
salvezza contro morte/veleno
o
morire sul colpo!
Se
il tiro salvezza riesce, la creatura viene comunque ridotta a metà
dei propri punti-ferita, che non può rigenerare immediatamente ma
solo al ritmo di 1 per ogni giorno di cura/riposo.
Nota:
in
realtà non
è necessario che sia proprio la stessa arma; anche un’arma
identica e/o della stessa classe/epoca può sortire lo stesso
effetto.
La
differenza qui sta nella qualità
del
tiro salvezza necessario: se
l’arma è quella originale,
il tiro salvezza è al primo
livello
di esperienza; se l’arma è una replica o una simile e coeva
dell’originale, si effettua un normale tiro salvezza al livello
attuale della creatura (di solito il decimo).
Parlando
ora delle statistiche
di gioco per
Mutant
Future™,
i
Figli
di Marte hanno
le seguenti caratteristiche:
allineamento:
neutrale
movimento:
40 (120)
classe
di armatura:
8 o armatura
dadi-vita:
10
attacchi:
1 o
arma
danni:
1d4
o secondo arma
tiri
salvezza:
10
livello
morale:
11
classe
tesoro:
speciale2
mutazioni:
immortalità
limitata (speciale)3,
aspetto bizzarro (speciale)4
1
solitamente si tratta di creature solitarie, solo in rari casi è
possibile incontrarne più d’uno; in questo caso si tratta di
gruppi particolarmente affiatati, che hanno lottato fianco a fianco
per decenni quando non per secoli; il numero dei componenti è
stabilito dal Mutant Lord ma non supera mai i 7 membri (ricordate
l’accenno ai Sette Samurai?)
2
il
“tesoro” di ogni singolo immortale consiste nel suo
equipaggiamento e effetti personali e nelle sue armi; parte di questo
equipaggiamento e/o armi è composta da pezzi vintage, spesso
originali dell’epoca di appartenenza della creatura, più una
manciata di monete o altri preziosi ma mai in quantità
significative.
3
come
riportato nel testo, la creatura può essere uccisa solo a
determinate condizioni, altrimenti rigenera le ferite al ritmo di 1/5
dei P.F. inferti da lui o da altri durante la battaglia (praticamente
la rigenerazione è automatica
in caso di combattimento generalizzato come durante una battaglia
campale); per ciascuna creatura il Mutant Lord deve stabilire una
causa
di morte originale,
cioè l’arma e le circostanze in cui la creatura ha perso la vita
la prima volta prima della trasformazione.
4
la “bizzarria” nell’aspetto non è data dall’aspetto fisico
per sé (di fatto ogni Figlio di Marte è un normale esemplare di
Umano Puro di ceppo antico/originario) ma per il fatto che ha
comportamenti spesso desueti e che indossa/porta con sé uno o più
capi di vestiario, pezzi di equipaggiamento e/o armi obsolete/antiche
risalenti ovviamente all’epoca originaria del personaggio (vedi
punto 2
più
sopra).
Tra l’altro, questo può anche dare un’indicazione riguardo cosa
potrebbe aver provocato la morte/rinascita della creatura e di
conseguenza cosa potrebbe ucciderla.
Nota: i
figli
di Marte possono
adoperare qualunque
arma e/o armatura
disponibile, antica o moderna; sembrano avere una abilità innaturale
che permette loro di usare qualsiasi arma senza alcuna limitazione.
Quando
invece usano la loro arma
del cuore
ovvero armi o equipaggiamenti risalenti alla loro epoca,
colpiscono/usano
l’oggetto con un bonus di +3.