sabato 5 ottobre 2024

Il Devastatore, un nuovo implemento di distruzione per Mutant Future™


 Nella ormai infinita guerra per il predominio delle Lande Contestate, una nuova arma ha reso nota la sua presenza tra le fila delle armate mutanti di Ulthar, l'autoproclamato Signore della Guerra delle Terre Selvagge. Si tratta - come sempre - di una nuova versione si un implemento di distruzione degli Antichi, frutto dello studio dell'infaticabile Protervio tra i sacri testi e le reliquie che le orde mutanti (e non solo) estraggono dai siti degli Antichi mano a mano che l'esplorazione e la conquista dei nuovi territori procede.

In questo caso specifico, lo studioso ha letteralmente riesumato da uno di quei siti chiamati Musei un esemplare di un'arma già abbondantemente obsoleta al tempo della Guerra Finale ma non per questo meno efficace ma soprattutto facilmente riproducibile, anche con le limitate risorse e conoscenze tecniche del Dopobomba ed utilizzabile anche dal più stupido dei sottoposti di Ulthar - che notoriamente non sono delle cime - senza far troppi danni.

Si tratta di un antichissimo mortaio, in uso presso le armate dell'Impero Nihonjin (un qualche impero sorto anticamente in Estremo Oriente) durante il grande conflitto noto come Seconda Guerra Mondiale, denominato dai suoi costruttori Tipo 98 - in riferimento ad un altrettanto antico e desueto calendario in uso presso quei popoli - ed adoperato dalle unità "del genio" per distruggere ostacoli e fortificazioni campali.

L'ideale, quindi, per riportare un po' di mobilità alle campagne militari di Ulthar, sempre più spesso frustrate dall'espediente di posizionare casematte ed altre fortificazioni da parte dei suoi nemici (e delle numerose comunità che, pur essendo neutrali o comunque non ostili alla causa mutante, non hanno intenzione di assoggettarsi ai suoi voleri così come non vogliono sottostare alla dominazione del Generalissimo) che ostacolano sempre più spesso le manovre delle Armate Mutanti, costringendo le orde del Signore della Guerra ad estenuanti assedi o a sanguinosi assalti per conquistare questa o quella piazzaforte, ergo, eliminare un ostacolo in qualche punto strategico.

Il Tipo 98 è risultato piuttosto facile da realizzare, in quanto si tratta fondamentalmente di un tubo ad anima liscia, chiuso dalla parte della culatta e dotato di un focone, come alcuni dei pezzi di artiglieria più vetusti in uso nella Desolazione, che poggia su una piastra-base, anch'essa in metallo ed è sorretto da una specie di trespolo - inchiavardato sulla piastra-base stessa - ad un angolo fisso di 40°.

Il tubo ha un diametro di 50 mm ed è quindi piuttosto leggero - anche se, per sicurezza, la versione costruita dai mutanti ha una culatta più spessa (e quindi pesante) dell'originale realizzato in acciaio, ottenuta con la tecnica dell'accrescimento, in modo da rinforzare la parte dell'arma più soggetta a stress meccanico durante lo sparo - e a differenza di altre armi similari, non adotta una bomba o proietto caricato dentro il tubo ma una potente carica esplosiva, assai più grande del calibro del mortaio stesso, montata su un'asta di legno duro la cui parte terminale è coperta da un cappuccio metallico.

In pratica, si carica il mortaio con dei sacchetti di stoffa molto leggera (i mutanti usano il filo di seta prodotto dalle Ragnocapre) contenenti una carica misurata di polvere da sparo in grani abbastanza grossi, dopodiché si infila nel tubo l'asta di legno per una lunghezza determinata da una scala incisa a caldo sulla parte visibile della canna, in base alla gittata che si intende ottenere, si arma la bomba con un innesco a frizione e si spara usando un tizzone, un ferro arroventato o altra fonte di calore, poggiandolo sul focone, come per qualunque altro cannone.

La bomba è piuttosto pesante e nella sua prima versione - pedissequa all'originale Nihonjin - consiste in una scatola di lamiera metallica rettangolare 11,5x11,5x16,5 cm. e spessa 0.5 centimetro, riempita con circa 3 kg di esplosivo, dotata di un alveolo alla base per inserirvi l'asta - spessa 4.85 cm e lunga 54 - attaccata per mezzo di chiodi e/o viti al corpo bomba.

L'arma originale usava come esplosivo una polvere nota come Schimose - che Protervio sta cercando di replicare - ma qualunque esplosivo a portata di mano può andar bene, purché non sia troppo sensibile, altrimenti si rischia che la bomba scoppi spontaneamente per lo shock al momento dello sparo (nota dell'autore: si tratta del famigerato Acido Picrico, particolarmente favorito dai nipponici quando la gran parte delle altre potenze vi aveva rinunciato già all'indomani della Prima Guerra Mondiale, perché troppo pericoloso da conservare sul medio-lungo periodo).

La bomba completa pesa circa 4,5 kg e la sua gittata massima si aggira intorno ai 450 metri, mentre il mortaio pesa circa 22 kg con la canna lunga 65 cm.

Dal momento che questo accrocco funziona ma non è proprio il massimo, Protervio si è già messo spintaneamente all'opera per migliorarlo ed è già in via di collaudo un nuovo modello che adopera una normale capsula fulminante - di quelle usate per molte delle armi da fuoco dell'Orda - al posto della più incerta (e pericolosa) fiamma libera, montando sul focone un classico luminello che deve essere colpito dall'artigliere con un apposito martello, migliorando il funzionamento generale dell'arma e rendendolo impervio agli agenti atmosferici che spesso impediscono altrimenti l'uso di armi a polvere pirica.

Il mortaio, denominato Devastatore dallo stesso Ulthar, ha finora dato buona prova di sé, grazie alla sua semplicità d'uso e alla potenza della sua carica esplosiva, specialmente quando è stato possibile riempire il corpo-bomba con esplosivi ad alto potenziale ragionevolmente moderni (e non troppo stantii).

A tal proposito, Ulthar ha... invitato Protervio ed i suoi sottoposti a migliorare anche la bomba, perché, diciamocelo, la gittata massima non è proprio il top ma senza inficiare sulla potenza della carica bellica, rendendo la bomba più adatta a volare rispetto ad una scatola. Protervio sta già testando nuove forme, tra cui una bomba col corpo cilindrico ma non ha ancora risolto il problema del peso della munizione completa a parità di carica esplosiva ma ci sono comunque ampi margini per il miglioramento.

Il Devastatore, specifiche di gioco

Come già scritto nel testo, l'arma ha un peso di 23 chilogrammi, la canna è lunga 65 centimetri, mentre la bomba è lunga 65 centimetri e pesa 4,5 chilogrammi.

Dal momento che è un'arma utilizzata entro la portata visiva, ancorché a parabola, le specifiche sono quelle tipiche di qualunque altra arma convenzionale di Mutant Future

Danno    Tipo di Grilletto    Gittata Minima/Massima
7d10¹          Normale                150/1500²

¹ trattandosi di un esplosivo, il danno si estende per un raggio di 45"/15 metri; l'oggetto o la creatura che viene colpita direttamente dall'ordigno subisce automaticamente danni doppi;

² in questo caso non c'è una gittata normale perché l'arma spara solo a tiro curvo, quindi c'è una gittata minima di 150"/45 metri ed una massima di 1500"/450 metri.

Note storiche e considerazioni dell'Autore

Dopo eoni trascorsi dall'ultimo post dedicato in via esclusiva al nostro retroclone post-apocalittico preferito, sono tornato con un implemento di distruzione riesumato letteralmente dalle nebbie del passato, il tutto grazie ad uno dei miei consueti, incauti acquisti sul web che mi ha permesso di mettere le mani su due volumi, editi nei lontani anni '60 (1968, per l'esattezza) pubblicati dalla WE, Inc. di Old Greenwich, Connecticut, una ditta specializzata nella pubblicazione di volumi di interesse storico-militare legata - a quanto mi par di capire - a filo doppio con l'archivio storico dell'esercito degli Stati Uniti e ad una delle sue istituzioni più famose: il Poligono di Abeerdeen, Maryland, dove gli americani hanno testato da sempre non solo le loro armi più moderne ma anche quelle sottratte al nemico (e non solo), dopo averle... liberate sugli innumerevoli campi di battaglia sui quali hanno operato.

Nello specifico, il volume faceva parte di una collana chiamata Combat Weapons, dedicata agli equipaggiamenti degli eserciti belligeranti della Seconda Guerra Mondiale; il secondo volume concerne armi ed equipaggiamenti dell'Esercito Imperiale Giapponese, argomento questo, piuttosto sconosciuto ai più e sviscerato sì e no da una manciata di autori - tra i quali spicca quel certo George Markham, autore di un volume intitolato Le Armi della Fanteria Giapponese nella Seconda Guerra Mondiale nell'edizione italiana per i tipi della Albertelli Editore nel 1977 - con dubbi risultati.

Questo Combat Weapons riporta pedissequamente le schede tecniche elaborate dall'Ufficio Informazioni del U.S. Army durante la guerra sulle armi del nemico ed in quanto a questo è impagabile per la ricchezza di informazioni proposta, anche se spesso non corredate da schede tecniche altrettanto dettagliate ma apre un vero e proprio universo sconosciuto riguardo i famigerati musi gialli del folklore a stelle e strisce, rivelando che erano tutt'altro che degli sprovveduti e che possedevano anche materiali di prima classe... a volte.

Sì, perché dal volume si deduce anche una certa qual noncuranza per l'incolumità del fante/utente giapponese, con armi realizzate (ed in epoca prebellica, notate bene) al limite della rozzezza, tipo quelle ben più note d'origine sovietica ma dotate di inventiva ed ingegno non comuni.

Una di quelle che più ha colpito la mia fantasia (che alcuni definirebbero malata) è stato questo Mortaio Type 98 (ovvero Modello 1938, secondo il Calendario Imperiale Giapponese) realizzato ad uso e consumo delle unità del genio guastatori nipponico per aprire varchi nei reticolati, nei campi minati ergo per la rimozione di ostacoli o la distruzione di fortificazioni campali.

A tale scopo non era necessaria un'arma particolarmente precisa o sofisticata bensì potente negli effetti terminali e questa lo era, come avrete potuto apprezzare leggendo il testo del post. L'arma era rifinita assai rozzamente e funzionava utilizzando il minimo indispensabile dei preziosi materiali strategici, tant'è che sparava utilizzando cariche di polvere da sparo (quella nera, in grani, anziché le moderne polveri infumi) e una bomba rudimentale ma molto potente attivata da inneschi a frizione a scoppio ritardato (circa 7 secondi).

Per la cronaca, anche il sistema di accensione/sparo del Tipo 98 usava un innesco a frizione, tipo artiglieria, inserito nel focone e non certo una fiamma libera ma stiamo parlando di un gioco e per di più post-apocalittico, quindi consentitemi una certa latitudine artistica, vero...

L'arma originale poteva in realtà lanciare almeno un altro tipo di granata, ancora più strana, se vogliamo, un cosiddetto Siluro Bangalore dotato di alette per stabilizzarne la traiettoria in volo, per la rimozione di sbarramenti di filo spinato e/o di campi minati ma sul quale il manuale in questione non riporta alcuna informazione puntuale.

Venendo alle informazioni prettamente ludiche, ancora una volta, per attenermi allo spirito del gioco, non ho sviluppato delle statistiche realistiche perché va da sé che nella realtà, se si dovesse restare coinvolti in un'esplosione prodotta da 3 chili di esplosivo ad alto potenziale (ma anche se fosse fiacco, come il nitrato d'ammonio o la polvere pirica) i risultati sarebbero con ogni probabilità letali e anche a notevole distanza dal punto dell'esplosione ma va da sé che in un gioco science-fantasy l'ultima cosa che vogliamo è che i nostri personaggi vengano annichiliti sul posto, magari per un mero colpo di sfiga.

L'arma così rimaneggiata resta comunque piuttosto pericolosa, anche per i personaggi giocanti, che sono notoriamente molto più coriacei rispetto ai loro avversari.

Trattandosi di un dispositivo piuttosto rudimentale, l'ho selezionato al volo come possibile arma di nuova produzione, realizzabile anche in officine non sofisticate come la bottega di un fabbro ferraio, in quanto usa fondamentalmente metallo - acciaio colato nell'originale, ma potrebbe tranquillamente trattarsi di ghisa o altra lega ferrosa ottenuta con materiali di recupero - non prevede rigatura o alesatura della canna e le sue parti componenti sono ridotte veramente all'essenziale.

Come ultima nota, ho deciso di dedicarla a Mutant Future in via esclusiva, anziché inserirle nella rubrica Weapons of Future Past, perché ho ritenuto fosse più adatta all'atmosfera caciarona e fantasiosa di quest'ultimo piuttosto che alle atmosfere più hard sci-fi di giochi come Morrow Project, Call of Cthulhu o Traveller/Cepheus Engine.

Con questo non mi resta che augurarvi buon divertimento ed un felice massacro,

🕱🕱🕱 ENJOI! 🕱🕱🕱