A rigor di logica, quindi, il gruppo non avrebbe altra scelta che procedere verso l'area della Vecchia Base dov'è stata segnalata la presenza degli estranei. Una volta sul posto, a meno di fare un ingresso in pompa magna sui terreni dell'installazione degli Antichi, il gruppo dovrebbe notare la presenza - abbastanza defilata - del gruppo di esploratori della Krasnaya Armiya ed agire di conseguenza, ergo prendere le debite precauzioni.
In caso contrario, gli scout avranno con ogni probabilità tutto il tempo di organizzare un caldo benvenuto - specialmente se il gruppo si muove su veicoli che possono essere visti/uditi da notevole distanza.
Gli scout non si aspettano particolari sorprese ma a scanso di equivoci hanno occultato alla vista il loro mezzo di trasporto nel capanno del garage ed una vedetta ha preso posto sul traliccio della torre per telecomunicazioni, al centro del compound, a ridosso della piazzola di atterraggio/parcheggio antistante l'edificio principale, da dove gode di un'eccellente visibilità sui 360°; l'unico modo per rendere più difficile l'individuazione è accedere al riparo dei due edifici - il capanno e il complesso principale, scavalcando e/o tagliando la recinzione perimetrale.
Il resto del gruppo di esploratori è disseminato all'interno della struttura, in parte impegnato nell'esplorazione dell'edificio, in parte impegnato a trovare un modo per accedere alla struttura ipogea della base.
Benvenuti alla OSCAR MAF/SCC
Il Centro Allerta Missili/Posto Comando di Squadrone OSCAR si presenta alla vista come un basso edificio in stile ranch/country rivestito di pannelli bianco-sporco (molto, ma molto sporco) il cui perimetro è punteggiato da finestre e porte sui quattro lati, sormontato da antenne, impianti di illuminazione ed altri orpelli non meglio definiti.L'intero complesso è chiuso da un alto reticolato (ormai corroso e crollato in più punti) nel quale si apre una grande cancellata - un tempo azionata elettricamente dal Centro di Sicurezza - da cui si accede ad un vialetto che porta alla spaziosa spianata antistante l'edificio principale (un tempo utilizzata sia come parcheggio che come piazzola di atterraggio per velivoli VTOL); la pavimentazione è crepata in più punti ma è ancora perfettamente riconoscibile.
Tutto attorno al perimetro dello spiazzo e degli edifici, l'erba è cresciuta alta e folta e fornisce una buona copertura per un avvicinamento furtivo. Un approccio meno furtivo trasforma quella stessa copertura in un sistema di allarme naturale, grazie la movimento dell'erba e al frusciare della stessa.
Su un lato dello spiazzo c'è un grosso capanno - in origine un'autorimessa/deposito - mentre sul lato più lontano c'è un grosso traliccio semicorroso ma ancora piuttosto solido; questa era la principale torre per telecomunicazioni della base, dotata di parabola satellitare ed antenne VHF/UHF ma già al tempo della Guerra Finale era in disuso, dal momento che la maggior parte delle comunicazioni avveniva per mezzo di linee terrestri interrate a fibre ottiche ovvero tramite l'antenna per trasmissioni a fasci di microonde, posizionata al centro del complesso, sotto un cupolino ora scomparso in mezzo all'erba alta.
Se si accede al compound dall'ingresso principale, i visitatori vengono accolti da un vistoso cartello - ancora leggibile - che riporta la seguente dicitura (nella lingua degli Antichi):
Benvenuti al Sito Storico Statale del Centro Allerta Missili "Oscar"
Nota per il MM: il sito della base era stato trasformato in museo statale nel XXI secolo, dopo l'applicazione dei trattati START; quando si decise di riattivare/aggiornare la forza strategica nucleare basata a terra, quale scelta migliore, per occultare i lavori al nemico, che edificare la nuova base sotto quella vecchia? La struttura originale di superficie è rimasta intatta ed aperta al pubblico - almeno nominalmente - mentre il complesso ipogeo del nuovo centro Comando e Controllo dello Squadrone - inaccessibile al pubblico - ospitava tutto il personale della base, che operava h24 e 7/7 a rotazione di un mese per volta.
La Struttura di Superficie della Base OSCAR
La struttura superficiale della base venne trasformata in museo statale nel XXI secolo, dopo l'applicazione dei trattati START e la dismissione dello Stormo Missili Strategici di cui Oscar faceva parte. Quando l'Impero Merrikano decise di ripristinare ed aggiornare l'infrastruttura della componente missilistica strategica nucleare terrestre, al fine di occultare i lavori di ammodernamento all'osservazione nemica, avviò la costruzione del nuovo complesso ipogeo - che per il suo funzionamento non necessitava più di una struttura di supporto in superficie, in quanto abitata h24 e 7/7 dall'equipaggio preposto con rotazione mensile dei vari equipaggi - al di sotto del vecchio compound che rimase così ufficialmente un sito museale aperto al pubblico - almeno nominalmente.
Il personale addetto all'accoglienza e alla guida dei gruppi di "turisti" era in realtà la squadra addetta alla sicurezza del sito.
Come detto sopra, la struttura vera e propria è un basso edificio realizzato in stile ranch per meglio fondersi e confondersi col panorama circostante; originariamente realizzato in legno e muratura, nel tempo è stato ristrutturato e modificato per renderlo più adatto alle nuove esigenze: nelle intercapedini delle pareti sono stati inseriti dei pannelli in Duralloy™, così come tutti gli infissi sono stati sostituiti con pannelli in Armorglass™. Le protezioni sono particolarmente spesse in corrispondenza della sezione sporgente dell'edificio principale, che ospitava il Centro di Sicurezza della base anche se - una volta completata la base ipogea - tutte le funzioni di controllo e sicurezza venivano controllare da remoto, direttamente dalla IA della base.
L'interno dell'edificio è stato mantenuto esattamente com'era all'epoca della chiusura della base originale, con tanto di arredi e materiali d'epoca ed è ancora presente ed in discreto stato di conservazione, in quanto l'interno del complesso è rimasto chiuso sin dal tempo dell'evacuazione dell'ultima squadra che ha ospitato.
A, B e C: si tratta degli alloggi occupati dal personale della base originale, arredati in modo sobrio con letti - 2 o 3 sia singoli che a castello - armadietti per gli effetti personali, una piccola scrivania ed una poltroncina. Ciascuna stanza ospitava anche uno stipetto per le armi, in quanto la maggior parte degli occupanti faceva parte del distaccamento di sicurezza. Le armi ci sono ancora, nelle stanze A e B, mentre sono assenti nella C, questo perché quest'ultima era regolarmente in uso dopo la riattivazione della base per gli uomini che si occupavano della sorveglianza del complesso. Ovviamente le armi rimaste sono di tipo obsoleto - fucili d'assalto convenzionali - e privi di munizioni, in quanto pezzi storici risalenti all'epoca di uso della base originale.
D. (lettera assente dalla mappa, errore mio!): corridoio, collega (quasi) tutti i vani interni dell'edificio; ai capi dello stesso si aprono due porte/uscite d'emergenza che danno all'esterno. Un tempo allarmate, oggi i contatti del sistema di sicurezza sono troppo corrosi per funzionare.
E: si tratta del magazzino di casermaggio della base, conservato esattamente com'era al tempo in cui l'edificio era in uso. Tutto il materiale si è conservato discretamente bene e potrebbe essere riutilizzato senza problemi. Non vi sono viveri, se non alcune scatole di razioni K (oggi assolutamente incommestibili) ma vettovaglie di vario genere, comprese lenzuola, coperte, asciugamani e quant'altro.
F: Questa era la cucina della base, perfettamente equipaggiata con tutti i più moderni (per l'epoca) utensili per preparare i pasti per una dozzina di persone: planetarie, fornelli elettrici e a gas, forni, frigoriferi e congelatori industriali, pentole e vasellame vario. Quando la base è stata evacuata, tutto quello che c'era di commestibile è stato portato via (principalmente razioni refrigerate pronte all'uso che venivano preparate nei forni a microonde - ancora presenti) ma se si cerca con attenzione, negli stipetti sotto l'area di preparazione della cucina ci sono ancora delle confezioni intatte di razioni K (in questo caso, roba moderna, di poco prima della guerra) che possono essere commestibili, se si sa come prepararle.
La parete meridionale della cucina oltre alla porta d'accesso presenta un'apertura utilizzate per la somministrazione dei cibi direttamente nella sala mensa (I.).
Anche quest'area venne letteralmente svuotata di qualunque cosa utile al momento dell'evacuazione ma nell'angolo di Sud-Ovest, in prossimità di un complesso macchinario collegato direttamente a quello che ha tutta l'aria di essere un generatore elettrico d'emergenza posto a ridosso di una massiccia parete di blocchi di cemento armato, gli antichi occupanti hanno lasciato un... ricordino per gli eventuali, futuri saccheggiatori o meglio ancora, a salvaguardia contro le possibili incursioni di guastatori nemici.
Sotto un fusto di combustibile - ancora incredibilmente mezzo pieno anche se il contenuto s'è degradato parecchio nel corso degli anni - c'è infatti una trappola esplosiva il cui innesco è collegato al fusto: basta spostarlo o tirarlo via e l'ordigno scoppia, con la forza dirompente di una Carica a Sacca B (6d6 di danni in un raggio di 9 metri).
Sulla
parete Est del locale si apre una porta a bascula, come quella dei
garage. La porta è sufficientemente grande da permettere l'accesso nella
stanza ad un muletto con un bancale di materiale.
Nota per il MM: Dal momento che l'esplosione avviene in un ambiente chiuso e pieno di materiale che può fornire un'abbondanza di schegge, tutti i tiri per colpire dell'ordigno hanno un bonus di +3 e il massimo che si può ottenere, realizzando un tiro salvezza contro Attacchi a Energia, è di ridurre di 1/3 il danno.
H: Quest'area, che anche dall'esterno pare essere quasi una dependance dell'edificio principale della base, è l'Area di Sicurezza del complesso. Da qui era possibile sorvegliare - visivamente e da remoto - tutti i punti di accesso del compound; da qui si accedeva all'elevatore per il complesso ipogeo della base e sempre qui agiva la squadra di pronto intervento armato della base.Dopo la dismissione del Centro di Allerta Missili e la sua trasformazione in museo, quest'area era stata adibita ad esposizione permanente (come il resto dell'edificio, d'altronde) ma dopo la sua riattivazione clandestina, le console nella parte anteriore - quella che guarda verso l'ingresso principale - erano state riattivate e completamente ammodernate così che bastavano due soli operatori per tenere sotto controllo l'intera area della base. La presenza dei due custodi, specialmente nell'orario di chiusura del "museo", era considerata normale dai locali (dopotutto, museo o no, sempre di una struttura governativa si tratta) ed il cambio della guardia - che avveniva nottetempo, di regola una volta al mese - passava assolutamente inosservato.
Nota per il MM: questa stanza contiene informazioni cruciali per il buon esito della missione dei personaggi e non solo: nella bacheca di sicurezza al centro della parete Nord, dove fanno sfoggio di sé i vari tesserini e le chiavi d'epoca del complesso, c'è anche un Tesserino di Sicurezza, dotato di microchip, che permette l'accesso al complesso ipogeo della base in quanto comanda l'apertura delle porte di sicurezza dell'elevatore e disattivare le misure anti-intrusione automatiche. Per trovare questo fondamentale pezzo di equipaggiamento occorre che il/i personaggio/i dichiari/no di star esplorando con attenzione la sala e che noti/no, con un Tiro in Tecnologia, la sottile differenza tra le schede antiche e quella moderna all'interno della bacheca.
La bacheca è rinforzata ed a prova di proiettile (tra le altre cose) ma può essere forzata/scassinata (non è dotata di serrature elettroniche o altra diavoleria hi-tech) con una prova di forza - 5+ su 1d6, utilizzando uno strumento adatto - anche se è sicuramente più facile aprirla adoperando la chiave che fa bella mostra di sé sul manichino al centro dell'esposizione museale della stanza, che indossa l'uniforme d'epoca del personale addetto alla sicurezza dell'Aeronautica Militare, completa di giberne, cinturone, pistola (M9 semiautomatica - senza munizioni) e catenella al collo con appunto le medagliette e la chiave di sicurezza che ogni addetto doveva portare sempre con sé.
Allo stesso modo, tra le tessere magnetiche e le chiavi d'epoca ci sono anche quelle che comandano l'apertura dell'ascensore che conduce al Centro Allerta Missili originale, situato 15 metri sotto l'edificio principale. Se i personaggi le provano (e riescono in qualche modo a ridare la corrente all'edificio) potranno anche scendere da basso ed esplorare l'antico complesso sotterraneo.
Ovviamente non troveranno nulla di utile la sotto, perché la vera base è nascosta altrove e più in profondità rispetto al complesso originario.
I: reception e sala mensa; qui il personale della base consumava i suoi pasti, serviti direttamente dal bancone sulla parete della cucina e sempre qui si accedeva all'edificio principale dalla porta d'ingresso, sulla parete meridionale. Un portoncino blindato, sulla parete Est conduce alla Sala di Controllo (H). Questa stanza, arredata ancora come quando la base era (originariamente) in uso, fungeva come sala d'accoglienza per i visitatori del museo, con pannelli illustrativi disseminati qua e la ed una serie di espositori per souvenir, brochure e depliant.
J: questa grande stanza ospitava il centro ricreativo per il personale fuori servizio della base, dotata di ogni comfort e di un mobile bar; come per il resto dell'edificio, anche questa stanza è stata conservata con tutto il mobilio e le suppellettili d'epoca anche se un armadio a parete occultava alla vista dei visitatori un moderno sistema di intrattenimento digitale, impiegato dal personale di sicurezza in superficie dopo la riattivazione del complesso.
Cercando con attenzione, anche qui è possibile reperire qualcosa di interessante: sotto il bancone del mobile bar sono nascoste un paio di bottiglie di liquore, dimenticate qui dai tempi dell'evacuazione. Ci sono poi i bicchieri e le bottiglie d'epoca (tutte piene di acqua colorata, ovviamente) ed il sistema d'intrattenimento che - tecnicamente - è ancora funzionante.
L: latrine, pure e semplici. Qui c'erano i bagni, comuni per tutta la guarnigione, completi di stalli per le docce, lavandini e quant'altro, tecnicamente sufficienti per ad ospitare tutto il personale in una volta (anche se non... impegnato nella medesima attività). A parte i sanitari e gli specchi alle pareti, non c'è altro di interessante o saccheggiabile qui.
Battaglia per l'edificio
Come detto più sopra, a seconda dell'approccio, più o meno furtivo, del gruppo al complesso della base, gli esploratori nemici saranno più o meno all'erta/preparati.
La situazione più favorevole vedrebbe i nostri raggiungere non visti l'edificio principale e se la vedetta sulla torre TLC è stata preventivamente neutralizzata, la sorpresa dovrebbe essere pressoché assoluta.
In una situazione più fluida, il gruppo verrebbe avvistato quando si trova già all'interno del terreno della base e l'allerta permetterebbe alla squadra nemica non più di un round o due per prepararsi.
Nel caso peggiore, il gruppo si ritroverà in mezzo ad un tiro incrociato da parte della vedetta e degli incursori all'interno, che apriranno il fuoco avvalendosi delle feritoie nelle pareti dell'Area di sicurezza e/o dalle porte esterne (le finestre sono tutte blindate e sigillate e non è possibile spaccarle per usarle come punti di tiro).
L'edificio - come detto altrove - è stato in realtà ricostruito/rivestito con materiali hi-tech ed ha quindi le caratteristiche di un bunker, particolarmente l'Area di Sicurezza (che in origine era già più... robusto di suo). Non è possibile scalfire/trapassare le pareti o le finestrature con armi portatili convenzionali ed anche le armi hi-tech ad alta energia avrebbero i loro problemi.
Di fatto la struttura in generale ha una Resistenza di Danno Strutturale pari a 4 (occorrono quindi almeno 20 punti di danno per infliggere un danno all'edificio), mentre le finestre "normali" hanno una RDs pari a 2; le pareti e gli infissi della dependance sono più robusti (+1 punto di resistenza). Tutte le porte esterne hanno una capacità di danno strutturale di 4 punti (come le pareti), così come il portoncino di sicurezza che fa da accesso al Centro di sicurezza dalla sala mensa.
Le porte possono essere forzate/abbattute con una prova di forza (6+ su 1d6), ad eccezione del portoncino di sicurezza interno, che è più facile svellere dalla parete che tentare di forzare.
Per quanto concerne la dislocazione degli avversari dei personaggi, a meno che non siano in allarme, si trovano impegnati a frugare l'interno dell'edificio, con il caposquadra che si trova nella centrale di sicurezza, due dei suoi sono nell'area del deposito, gli altri sparsi nell'edificio.
Il ragazzo rapito, dopo esser stato sbatacchiato per benino, è stato al momento rinchiuso in una delle stanze da letto (la C) ed una guardia fa la ronda lungo il corridoio.
...e per quanto concerne il garage?
Come già accennato altrove, nella struttura esterna che fungeva da autorimessa per il complesso della base, il gruppo di incursori della KA ha nascosto il proprio automezzo, sotto la sorveglianza di un unica sentinella. Quest'ultima, troppo impegnata a frugare in giro per la struttura, può essere messa fuori gioco abbastanza facilmente a meno che non sia stata data l'allerta generale. In quel caso, attende eventuali intrusi a piè fermo, nascosto dietro una fila di scaffali, pronto a colpirli a tradimento, se si presenta l'opportunità.
Il veicolo degli esploratori è un autocarro tipo pick-up sul cui pianale di carico è stato installato un cannoncino laser che potrebbe tornare assai utile in caso di assalto al fortino. Al momento è posteggiato su quella che sembra essere una pedana di un qualche tipo, ben all'interno della rimessa, in modo da non essere visibile dall'esterno.
Quest'ultima struttura è attrezzata come un'officina, con una area di stazionamento anteriore, un pozzetto di manutenzione/cambio dell'olio, un ponte e la summenzionata pedana. Lungo le pareti vi sono da un lato banchi da lavoro, macchine utensili e rastrelliere per gli attrezzi, dall'altro file di scaffali contenenti (un tempo) pezzi di ricambio ed altri consumabili. A parte il recente passaggio degli esploratori della KA, tutto è ricoperto da un denso strato di polvere, come se nessuno avesse messo piede qui dentro da secoli (e così è!).
Su una parete, in prossimità della pedana, c'è incassato un curioso armadietto metallico, del tutto simile a quello che riporta sullo sportello il simbolo degli Antichi di una croce rossa. Sul portello, nella lingua degli Antichi è riportata la dicitura: Solo in Caso di Emergenza.
Se l'armadietto viene aperto, all'interno appare un pannello di controllo, decisamente fuori posto all'apparenza. Il pannello è dotato di un lettore ottico, un tastierino numerico ed uno slot per l'inserimento di una tessera.
Nota per il MM: questo edificio secondario, apparentemente privo di importanza è il vero punto di accesso al complesso ipogeo del Centro Comando e Controllo Missili. Vi si accede per mezzo dell'elevatore in bella mostra al centro della struttura (la famigerata pedana) che altro non è se non il soffitto della cabina.
L'ascensore può ospitare dieci persone alla volta, era azionato e controllato dall'Area di Sicurezza dell'edificio principale ovvero dal pannello di controllo dissimulato dentro l'armadietto del Pronto Soccorso: passando l'apposita tessera con microchip davanti allo scanner, si accendono le luci di sicurezza lampeggianti ai quattro angoli della piattaforma mentre questa si alza rivelando la cabina dell'ascensore. Se la piattaforma non è controllata da remoto, dopo 1 minuto (6 round) di attesa la cabina scende automaticamente al livello inferiore, 30 metri più in basso.
N.B. se viene passata la tessera senza digitare il codice di sicurezza sul tastierino numerico, la piattaforma dell'ascensore si apre ma i sistemi di sicurezza automatici, dabbasso, rimangono attivi ergo vengono attivati. La cosa è segnalata dai lampeggianti di sicurezza che emettono luce rossa. Se il sistema di sicurezza interno è disattivato, le luci lampeggiano luce blu.
Per quanti fossero interessati, la sequenza numerica corretta è: 19165 (corrispondente alla parola SAFE assegnando ad ogni lettera dell'alfabeto fonetico inglese un numero da 1 a 25) e non è riportata in alcun documento disponibile nell'area superficiale della base.