giovedì 25 aprile 2019

Operazione "Arctic Gambit" un'avventura per Robotech - Prima Parte

"Buongiorno, Ammiraglio Hayes, ho qui il dossier che mi aveva chiesto..."
"Dunque è confermato?"
"Sì, Ammiraglio; A.R.M.D. 2 e la Stazione Satellite Robotech hanno fornito gli stessi esiti: il fenomeno rilevato era un'operazione di piega spaziale e l'oggetto rilevato sta viaggiando ad una frazione significativa della velocità della luce ed è in rotta di collisione con la Terra..."
"Ci mancava solo questa... E.T.A. e punto previsto di impatto?"
"Due giorni a partire da oggi, probabile traiettoria di discesa: Circolo Polare Artico."
"...due giorni... abbiamo a malapena il tempo sufficiente per mobilitare una squadra..."
"Col suo permesso, mi sono preso la libertà di avviare le procedure..."
                                               (Dialogo registrato presso il QG Globale della RDF, Monumenti City, Montana, USA, Terra)

Lo "Straniero" venuto dallo spazio

Le stazioni di sorveglianza da spazio profondo della RDF hanno rilevato l'ingresso nel Sistema Solare di un oggetto non identificato, in rotta di collisione con la Terra.
Data la velocità dell'oggetto e lo stato attuale di approntamento delle difese terrestri, l'intercettazione nello spazio è stata esclusa a priori, specialmente dopo aver calcolato che il probabile punto d'impatto a terra sarebbe stato nel bel mezzo della desolazione artica, nei pressi dell'arcipelago della Severnaya Zemlya sufficientemente lontano da qualunque regione attualmente abitata.

Come previsto, l'oggetto entra a grande velocità in atmosfera e non sopravvive al rientro; le stazioni radar e satellitari della RDF rilevano però il distacco di un oggetto dal corpo principale dell'UFO e ne tracciano la caduta alle estreme propaggini dell'isola Komsovolets ricoperta di ghiacci.

Ovviamente, la RDF non è stata l'unica agenzia interessata ad aver notato l'arrivo dello Straniero ed il rilascio del suo "carico"...

Assemblare la Squadra

Sia il Generale Hunter che l'Ammiraglio Hayes hanno convenuto come sia della massima importanza il recupero dell'oggetto alieno espulso dall'UFO ma - siamo in piena epoca di Ricostruzione - né il Governo Mondiale né la RDF hanno attualmente risorse disponibili in loco per una missione di recupero, tanto più che l'area in cui è caduto l'oggetto è attivamente reclamata dal governo della neonata Federazione delle Repubbliche Indipendenti che sono comprensibilmente molto interessate a mettere le mani sull'oggetto e sulla tecnologia che eventualmente dovesse custodire.

Per questa ragione, un'operazione in grande stile è da escludersi, visto che sarebbe vista come un palese tentativo di intromissione negli affari di uno Stato sovrano - ancorché non ufficialmente riconosciuto dalla RDF - col quale il Governo Mondiale è attualmente in tesissimi rapporti diplomatici.

Per questa ragione, si è pensato piuttosto ad una operazione in grigio, un'azione semi-clandestina da svolgersi senza troppi clamori e senza l'impiego di forze ingenti.
A tale scopo, la RDF ha allertato una delle sue Unità di Trasporto Subacqueo Veloci perché sia pronta a salpare col minimo preavviso, mentre una Squadra Esplorativa (i Personaggi Giocanti) verrà assemblata d'urgenza distogliendone i componenti dai loro attuali incarichi.

Note per il Master: la squadra dei personaggi dovrebbe essere assemblata tenendo presenti i seguenti criteri: al suo interno tutte le tipologie di personaggio possono essere rappresentate ma dovrebbero essere presenti almeno uno scienziato campale ed uno specialista militare, uno o entrambi in possesso delle abilità: Sopravvivenza Artica e Demolizioni.
Nel caso in cui la vostra personale squadra di giocatori non possedesse questi requisiti fondamentali, dovrete provvedere a rimpinguare l'unità con almeno un componente del tipo come PNG.

Le convocazioni possono essere svolte singolarmente o in squadra, se più personaggi militano nello stesso Team e tutti, indistintamente, riceveranno un ultimo breafing operativo niente meno che dallo stesso Generale Hunter, in incognito, una volta raggiunta la Base RDF di Cork in Irlanda, da dove prederà il mare la missione di recupero.

Il K-211(M) Petropavlovsk-Kamchatskiy

Una volta giunto alla base di Cork, il gruppo farà la conoscenza della sua "cavalcatura" per questa missione, il Trasporto Sottomarino Veloce RDF; si tratta di un vecchio sottomarino nucleare lanciamissili balistici classe Delta-III riattato e modificato dalla RDF per fungere da trasporto sottomarino; all'epoca della Guerra Globale, il Petropavlovsk-Kamchatskiy era un SSBN Sovietico in servizio con la Flotta del Nord.

Al momento dell'armistizio, il sottomarino si consegnò alle neonate autorità del Governo Unificato Mondiale nelle isole britanniche, dove venne internato.
Sopravvissuto all'Assalto Globale Zentraedi, nel corso della Prima Ricostruzione si pensò di riattarlo come trasporto veloce, sbarcando i missili a testata nucleare R-29 e riconformando l'intera carenatura dove trovavano posto i sili di lancio in una stiva da carico attrezzata, con tanto di gru, rampe e portelloni.

Le dimensioni dell'area di carico sono tali da permetterle di imbarcare comodamente un contingente di 4 mecha - Destroidi (MACH-II escluso!) o Veritech in modalità Battloide - con tutte le attrezzature ed i mezzi necessari alla loro manutenzione ordinaria e le munizioni di riserva. 
Al momento sono in via di svolgimento le operazioni di imbarco dei mecha della Squadra di Recupero (i PG) e di tutte gli equipaggiamenti di supporto alla missione, cui i personaggi possono provvedere/supervisionare di persona¹.

Al comando del battello è stato chiamato il Capitano di Vascello Sergey Treskov un vecchio asso dei sottomarini e comandante originale del K-211 all'epoca della Guerra Globale!

Gli altri membri dell'equipaggio sono un mix proveniente da ogni parte del globo, per lo più nuove reclute anche se vi sono alcuni veterani tra loro, come il capo-cuoco e Capo di Prima Classe Ivan Omletsky, la dottoressa Helen Carter (capo dello staff medico col grado di Primo Tenente di Vascello) e il Tenente di Vascello Stiffgar - uno Zentraedi micronizzato - che agisce come ufficiale di collegamento.

¹SABOTAGGIO! Uno dei missili a corto raggio imbarcati per i mecha è stato sabotato: la normale spoletta è stata sostituita con una barometrica tarata per esplodere una volta che il sottomarino avrà raggiunto la profondità di 100 metri (quindi ben al largo e lontano dal porto di Cork), con conseguenze facilmente immaginabili.

Fortunatamente, se i personaggi sono presenti durante le operazioni di imbarco dei loro mezzi, un piccolo (imprevisto) incidente darà loro modo di rendersi conto del sabotaggio.
Una delle reti di carico si sgancia mentre le casse di munizioni vengono calate nella stiva, che a loro volta finiscono per sfasciarsi - senza gravi conseguenze - sul fondo della stiva.
Analizzando i missili e le altre munizioni sparse sul pavimento alla ricerca di eventuali danni, un personaggio potrà rendersi conto che uno degli ordigni ha "qualcosa che non va" (abilità: Demolizioni/Bonifica Ordigni Esplosivi) e provvedere di conseguenza.

Se nessun personaggio giocante supervisiona l'imbarco dei mecha e dei relativi materiali, potrà avere l'occasione di sventare l'attentato durante la navigazione, ispezionando il carico per verificarne la stabilità prima che avvenga l'immersione di collaudo ovvero - se presente nel hangar - al momento dell'immersione stessa, quando la spoletta entrerà in azione (e possibilmente prima che esploda, una volta raggiunta la fatidica profondità di 100 metri!).

Preparativi per la partenza (altrui)

Com'è abbastanza ovvio, la RDF non è l'unica ad avere interesse nel recupero dell'oggetto alieno, anche la FRI (Federazione delle Repubbliche Indipendenti) come sappiamo è fortemente interessata e non ha perso tempo - al pari dei rivali del Governo Mondiale - mobilitando tutte le forze attualmente disponibili nella Regione Artica; il rompighiaccio nucleare Arktika è salpato dalla base di Atomflot (Murmansk) in direzione dell'arcipelago della Severnaya Zemlya.
Contemporaneamente c'è stato un incremento nelle attività della (famigerata) flotta di pescherecci russi dalla Groenlandia alle Isole Svalbard, da qui l'idea dell'Alto Comando della RDF di impiegare una missione sottomarina, anziché una spedizione aerea o navale di superficie.


Quello che però è ignoto a tutte le agenzie terrestri coinvolte è che c'è una terza parte interessata: si tratta degli Zentraedi legati al famigerato Protettorato dell'Arkansas.

All'insaputa della RDF, nemmeno l'Artico è al sicuro dalla longa manus aliena: un trasporto d'assalto Quiltra-Queleual, abbattuto durante la battaglia con la flotta di Dolza, è precipitato nella Terra di Francesco-Giuseppe e lì è rimasto finora.
L'astronave non è operativa, in quanto ha subito danni notevoli durante il rientro in atmosfera ma i suoi sistemi di supporto vitale sono perfettamente funzionanti, così come i sopravvissuti dell'equipaggio sono equipaggiati al meglio e pronti all'azione.

È a questo gruppo che la leadership del Protettorato si è rivolta perché verifichi l'origine del relitto precipitato e provveda al recupero dell'oggetto misterioso.

La vera minaccia però, casomai non si fosse ancora intuito, è l'agente infiltrato al soldo degli alieni, che, oltre ad agevolare il recupero da parte degli Zentraedi, all'occorrenza deve ostacolare attivamente le operazioni della RDF!


Finalmente in mare!

Una volta risolti i primi problemi e preso confidenza con il battello ed il suo equipaggio, la spedizione finalmente prende il mare in direzione della Severnaya Zemlya; navigando in immersione ad una velocità costante di 20 nodi ed affiorando solo quanto basta per ricevere gli aggiornamenti via satellite sulla situazione, il Petropavlovsk-Kamchatskiy procede speditamente verso l'obbiettivo, almeno fino a che uno spiacevole incidente² non costringerà il capitano Treskov a richiedere una sostituzione per l'ufficiale alle comunicazioni, che si è preso un'epatite fulminante!

Mentre il sottomarino naviga in superficie in attesa del rendez-vous col rimpiazzo (che arriverà in volo, a bordo di un VC-33 nei pressi dell'isola di Spitsbergen nelle isole Svalbard) e relativa sostituzione dell'infortunato, i sensori di bordo (ovvero l'equipaggio del VC-33, se nessuno si prende la briga di dare un'occhiata ai sensori) rilevano che al sottomarino è improvvisamente cresciuta la "coda": un "peschereccio" russo lo sta infatti tallonando da distanza di sicurezza e chissà da quant'è che lo sta facendo!

Quel che è certo, alla luce dei fatti, è che ormai i russi sanno del Petropavlovsk e della sua missione e il Mar Glaciale Artico - e l'area contesa tra Governo Mondiale e Federazione - è ormai a poche ore di navigazione.

²Inutile dire che anche questo non è un caso ma l'ennesimo sabotaggio da parte dell'Agente Infiltrato; l'agente è stato infatti quasi scoperto dal tenente marconista mentre tentava di installare un radiofaro nella Sala Comunicazioni e per evitare ulteriori "incidenti" ha avvelenato lo sfortunato ufficiale somministrandogli una sostanza che emula i sintomi e gli effetti di un'epatite, prima che potesse rivelare a chicchessia i suoi sospetti.

Il sostituto è il Sottotenente di Vascello Nadia Markova (un Ingegnere in Telecomunicazioni di 3° Livello) che prende diligentemente servizio (ed aumenta la platea dei sospettati a bordo, a meno che non si consideri che è una oriunda Ceca naturalizzata americana, come potrà appurare chiunque dia un'occhiata al suo fascicolo personale).

Finalmente l'Artico!

Risolto quest'ultimo incidente, il Petroplavovsk-Kamchatskiy riprende la navigazione (sempre tallonato dal peschereccio russo) fino quasi all'ingresso nelle acque dell'Artico vero e proprio: banchi di ghiaccio e piccoli iceberg sono il segno evidente che la banchisa polare ormai è vicina.

Durante la navigazione però, i sensori individuano qualcos'altro in acqua oltre al ghiaccio; un'analisi dei segnali rilevati permette di identificare le anomalie come sonoboe. 
Evidentemente qualcuno nella Federazione delle Repubbliche Indipendenti s'è stancato di giocare a rimpiattino e sta dando attivamente la caccia al sottomarino.

Di lì a poco, infatti, il battello viene investito dal "ping" degli impulsi sonar, seguiti da un messaggio trasmesso da una delle boe: sono stati (ovviamente) rilevati e la richiesta (perentoria) è di fornire immediatamente identificazione e motivo per l'ingresso illegale nelle acque della Federazione.

Qualunque sia la risposta (o l'assenza della stessa) segue a breve un nuovo messaggio: si tratta di un vero e proprio ultimatum col quale si chiede l'emersione immediata del battello per la successiva ispezione e sequestro dello stesso; qualunque altra manovra verrà interpretata come atto ostile e trattata di conseguenza!

Quale che sia la risposta da parte del comandante o della squadra, i russi sono intenzionati a fermare il sottomarino: in agguato, tra i ghiacci del mar glaciale Artico, c'è infatti un pattugliatore antisommergibili classe-Pauk, che sta operando in collaborazione con un Tupolev Tu-142 da pattugliamento marittimo (è l'aereo che ha disseminato le sonoboe sulla rotta del Petropavlosvk) ovviamente su imbeccata del peschereccio - che per il momento si tiene a distanza di sicurezza.

Nota per il Master: se il sottomarino affiora, il pattugliatore lo affiancherà, tenendolo sotto tiro col cannone di bordo, per abbordarlo, dopodiché il battello sarà sequestrato e l'equipaggio internato. 
Inutile dire che una soluzione del genere equivale ad un disastro, operativo e diplomatico, per la RDF ed il Governo Mondiale.

D'altronde, qualunque altra manovra da parte del sottomarino scatenerà un attacco immediato con le cariche di profondità da parte del cacciasommergibili; gli attacchi proseguiranno - con i lanciabombe ed i siluri, se necessario - fino a che il Petropavlovsk non sarà costretto ad emergere, non sarà stato affondato ovvero non sarà riuscito a sfuggire alla caccia riparando in mare aperto oppure sotto i ghiacci della banchisa, dove né gli aerei né le unità di superficie possono seguirlo.

C'è anche una terza opzione un "Deus Ex Machina" cui potreste ricorrere se le cose si mettono veramente alle brutte contro i russki: gli Zentraedi sono praticamente lì a due passi, fra le isole della Terra di Francesco Giuseppe e stanno monitorando anch'essi i progressi del Petropavlovsk, cortesia della spia a bordo e del suo radiofaro.

Se la situazione dovesse farsi disperata, una coppia di Battle Pod raggiungerà in pochi minuti l'area del combattimento e attaccherà il cacciasommergibili e/o il pattugliatore aereo, evitando però il contatto/combattimento con il Petropavlovsk ed il suo equipaggio (o i suoi mecha!).

A questo punto, sia i Personaggi Giocanti che il capitano Treskov potrebbero decidere di averne avuto abbastanza e pensare di contrattaccare: d'altronde le pretese di egemonia sull'artico da parte della Federazione sono per l'appunto solo pretese e l'autodifesa è un'opzione ampiamente prevista dai parametri di missione!

Se e quando il Petropavlovsk dovesse decidersi a rispondere al fuoco, un incidente mortale² metterà seriamente in pericolo la sua incolumità: all'atto di caricare il siluro, il portello interno si spalanca di botto mentre le gelide acque dell'Artico si riversano attraverso il condotto nel sottomarino!

³ Ovviamente "l'incidente" non è affatto tale, in quanto il circuito di segnalazione del boccaporto esterno è stato manomesso, così da segnalare rosso quando il portello esterno è chiuso e dare luce verde quando è invece aperto.
Solo se e quando l'attuale crisi sarà stata risolta, un'indagine tecnica porterà alla scoperta del sabotaggio (indagine che chiunque possieda capacità di Ingegneria/Riparazione Elettronica e/o Meccanica può eseguire).

Note conclusive alla prima parte

Con questo cliffhanger termina la prima parte di questo scenario.

Ora - in mezzo alla bagarre - sta ai personaggi trovare un modo per salvare il sottomarino dall'affondamento, le modalità sono molteplici: dal puro e semplice atto di forza bruta - impiegando i mecha in immersione dall'esterno per chiudere/bloccare il portello esterno e/o sollevare fino alla superficie il Petropavlovsk - all'immersione eroica nella sala siluri inondata per chiudere il portello dopo aver equalizzato la pressione interna ergo accedendo manualmente al condotto di manutenzione ed al meccanismo di apertura/chiusura dei portelli per sbloccarlo.

Qualunque opzione va bene (purché sia ragionevole e realistica) ma se nessun personaggio/giocatore dovesse trovare una soluzione, sarà il cuoco, Omletsky ad agire: prima di essere un cuoco è stato un sommergibilista di prima classe e sa cosa fare (così come il capitano Treskov, ovviamente, che però al momento è impegnato a schivare bombe e siluri).

Sarà lui a suggerire di chiudere le porte stagne per sigillare la camera siluri dal resto del battello e pompare tutta l'aria compressa disponibile nel locale siluri, in modo da contrastare l'ingresso dell'acqua e procedere con la chiusura manuale del portello interno con un atto di forza, soluzione questa che comporta però notevoli rischi fisici per l'operatore - a meno che non sia adeguatamente protetto ad esempio con uno scafandro da palombaro (o un'armatura integrale da combattimento!), altrimenti il rischio di contrarre un'embolia (o finire assiderato, vista la temperatura dell'acqua nel locale) è un'opzione presente e reale.

Con queste ultime note, vi lascio, in attesa del prossimo post conclusivo, cui seguirà il consueto post "tecnico" con le specifiche ludiche e le house rules pertinenti.